Metodi classici, quando smettere e come continuare

  • adr3nokrome
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07-11-23 15.22

Buon pomeriggio a tutti
domanda atipica e spero di non essere frainteso.
Ho ripreso da un po' di mesi il ripasso della tecnica pianistica (direi più tastieristica nel mio caso) utilizzando i metodi classici.
All'inizio tutto bene, ma arrivati a un certo livello ci vogliono giorni per imparare correttamente un esercizio e qui inizio a domandarmi se ne valga davvero la pena.
Però un minimo di tecnica è innegabile che serva, e da qui nasce il mio dubbio su fino a che punto ha senso insistere con i metodi sopra citati (Beyer 101, Czerny 599, 777, 139, Hanon...), per arrivare ad acquisire una base tecnica minima utile per affrontare poi un successivo percorso, qualunque esso sia (lo studio dell'armonia, delle tecniche di arrangiamento e accompagnamento... Insomma un persorso più da tastierista "moderno", se mi passate il termine).
E (secondo quesito), dopo essere arrivati a questo fatidico punto di stop, come proseguire? Vi sono metodi in commercio (o scaricabili) che aiutino a sviluppare non solo la tecnica ma soprattutto la "musicalità" del tastierista, senza arrivare ai testi di pura teoria (quindi sempre orientati all'esercizio pratico) e sempre ragionando in assoluto ambito amatoriale, ben lontani da ambizioni compositive vere e proprie, per le quali ci vanno anni di studio e di sacrificio e non qualche quarto d'ora la sera...... (ahime)
Grazie!
  • WTF_Bach
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07-11-23 16.37

1) Hanon in tutte le tonalità e coi ritmi
2) Scale e arpeggi col pollice sopra
3) studio delle rotazioni (Taubman-Golandski - Sandor), insiemi paralleli (Chang)
4) enucleare le difficoltà tecniche di brani di letteratura ed applicare rotazioni ed insiemi paralleli
  • WTF_Bach
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07-11-23 16.48

Sandor Come si suona il pianoforte
  • KBL
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07-11-23 18.04

metodi classici? Io col Franciacorta non smetterei mai
  • adr3nokrome
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07-11-23 21.46

1) Hanon in tutte le tonalità e coi ritmi
2) Scale e arpeggi col pollice sopra
3) studio delle rotazioni (Taubman-Golandski - Sandor), insiemi paralleli (Chang)
4) enucleare le difficoltà tecniche di brani di letteratura ed applicare rotazioni ed insiemi paralleli

Grazie molte Alessandro, puntuale e preciso come sempre.
Ma l’Hanon me lo consigli subito, o prima é bene completare il percorso con Beyer e Czerny? adesso sono a poco piú della metá del Beyer e viaggio alla media di tre esercizi alla settimana, immagino di rallentare a breve peró.
Nella mia testa pensavo di fare in sequenza almeno il Beyer ed il Czerny 599 e infine l’Hanon (immagino che tu intenda i 60 esercizi de “Il Pianista Virtuoso”). Puó funzionare o é bene inserire quacos’altro tra lo Czerny 599 e l’Hanon?
Grazie ancora!
  • WTF_Bach
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08-11-23 09.17

@ adr3nokrome
1) Hanon in tutte le tonalità e coi ritmi
2) Scale e arpeggi col pollice sopra
3) studio delle rotazioni (Taubman-Golandski - Sandor), insiemi paralleli (Chang)
4) enucleare le difficoltà tecniche di brani di letteratura ed applicare rotazioni ed insiemi paralleli

Grazie molte Alessandro, puntuale e preciso come sempre.
Ma l’Hanon me lo consigli subito, o prima é bene completare il percorso con Beyer e Czerny? adesso sono a poco piú della metá del Beyer e viaggio alla media di tre esercizi alla settimana, immagino di rallentare a breve peró.
Nella mia testa pensavo di fare in sequenza almeno il Beyer ed il Czerny 599 e infine l’Hanon (immagino che tu intenda i 60 esercizi de “Il Pianista Virtuoso”). Puó funzionare o é bene inserire quacos’altro tra lo Czerny 599 e l’Hanon?
Grazie ancora!
Parti pure con l'Hanon. Ogni giorno aggiungi un esercizio fino a che non hai completato i primi 30.
Mi raccomando in tutte le tonalità.
  • adr3nokrome
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08-11-23 10.12

WTF_Bach ha scritto:
Parti pure con l'Hanon. Ogni giorno aggiungi un esercizio fino a che non hai completato i primi 30.
Mi raccomando in tutte le tonalità.


Ricevuto! emo

tra l'altro spero, facendo molte scale e arpeggi, di migliorare anche il ritmo se non altro a tempi medio-lenti, sento esecuzioni live di ogni genere in cui le note sembrano eseguite da un sequencer, con precisione assurda, io sono sempre in ritardo o anticipo di qualche millisecondo, è come se ogni nota che suono dovesse essere quantizzata... risentire le mie "esecuzioni" mi lascia sempre molto insoddisfatto!...

Grazie ancora!
  • WTF_Bach
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08-11-23 10.52

Non trascurare la lettura del testo di Sandor che ti ho linkato.

Cerca anche su YouTube qualche video del metodo Taubman
  • WTF_Bach
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08-11-23 10.53

Inoltre potresti iniziare - se non l’hai già fatto - un po’ di letteratura: donati e di Clementi, invenzioni a due voci etc

08-11-23 14.37

WTF_Bach ha scritto:
Parti pure con l'Hanon. Ogni giorno aggiungi un esercizio fino a che non hai completato i primi 30.
Mi raccomando in tutte le tonalità.

permettimi di dissentire (ogni tanto emo):
se ho ben capito, ha poco tempo da dedicare allo studio: in questi casi credo sia preferibile dedicare più tempo ai brani da studiare (e gustare) piuttosto che alla tecnica pura...
  • WTF_Bach
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08-11-23 15.12

@ igiardinidimarzo
WTF_Bach ha scritto:
Parti pure con l'Hanon. Ogni giorno aggiungi un esercizio fino a che non hai completato i primi 30.
Mi raccomando in tutte le tonalità.

permettimi di dissentire (ogni tanto emo):
se ho ben capito, ha poco tempo da dedicare allo studio: in questi casi credo sia preferibile dedicare più tempo ai brani da studiare (e gustare) piuttosto che alla tecnica pura...
Certo. Solo pensavo che un po’ di Hanon non prende troppo tempo e funziona decentemente.
  • adr3nokrome
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08-11-23 16.30

Grazie a tutti per gli interventi!

Spiego, visto che magari l'argomento interessa anche ad altri forumisti ed è forse meno banale di quello che sembra.
A noi tastieristi amatoriali "moderni" (quindi escludo i professionisti, coloro che si ebiscono dal vivo a qualunque livello, e gli amanti del pianoforte classico) la tecnica pianistica *teoricamente* serve relativamente poco in quanto (a) è inutile dedicarvi centinaia di ore se non si intende a tutti i costi imparare a eseguire pezzi classici o jazz relativamente complicati, (b) la tecnologia ormai spesso si sostituisce a noi, si può comporre un brano (tramite software di notazione) senza nemmeno possedere uno strumento nè tanto meno saperlo suonare (ed in ogni caso tra arranger, sequencer e altri strumenti, le possibilità di editing e correzione sono pressochè infinite), e infine aggiungo anche (c) a 50 anni cosa vuoi imparare?

Detto ciò, credo che non si possa prescindere dal saper muovere le mani sulla tastiera con relativa scioltezza a qualunque livello, non posso immaginare di registrare un arpeggio in quattro distinte fasi perchè non riesco a suonare 8 battute di fila senza fare errori.... meglio cambiare hobby!

Da qui la mia domanda: fino a che punto investire tempo e (piccoli) sacrifici nello studio della tecnica?
Domanda che non ha molto senso in quanto ogni amatore avrà bisogno di più o meno tecnica per raggiungere i suoi scopi, alcuni appassionati probabilmente anche zero, nel mio caso è da intendersi nel senso molto generico di quali sono i "requisiti minimi" tecnici che ti consentano di fare, magari male, ma un po' di tutto. Dall'imparare uno spartito facile in qualche ora (e non in settimane), al mettere decentemente su tastiera le proprie idee musicali, all'eseguire frasi musicali relativamente complesse e veloci, che credo sia quello che il 90% di noi amatori fa o vorrebbe fare.

Posso fare un commento che può sembrare una provocazione (ma non lo è....)? e che nessuno si senta offeso. La tecnologia in questo senso non ci ha aiutato per nulla. Si possono creare brani con la sola pressione di un tasto alla volta perchè "il suono" fa tutto, o quasi. Io personalmente ho disimparato a suonare negli anni perchè mi divertivo più a creare suoni che a muovere le dita sulla tastiera. E quando i suoni finivano o io mi stufavo cambiavo strumento, finchè non mi sono dato una svegliata. Poi ho acquistato degli arranger e lì mi sono fatto altro male perchè la tastiera faceva tutto, ti ritrovi a suonare sempre e costantemente con la sinistra che fa gli accordi (semplificati, per giunta) e la destra che suonicchia la melodia, in pochi minuti riesci a imbastire qualsiasi cover ma in realtà non stai suonando quasi nulla (senza offesa per i professionisti dei pianobar che invece spesso sanno il fatto loro eh!). Poi sono pure caduto nella trappola delle app interative tipo Yousician, che ti fanno sembrare il tastierista dei Doors senza che tu faccia niente se non indovinare i tasti al momento giusto (che non è "suonare"). Insomma come sempre, quando ti viene offerta la fallace opportunità di raggiungere la massima soddisfazione (effimera) col minimo sforzo, ci si cade a piombo.

Il risultato è che adesso (a me, quantomeno) dopo anni di cattive abitudini risulta difficile mettere in musica e armonizzare decentemente la maggior parte delle idee che ho in mente..... e che per eseguire decentemente un brano classico anche facile impiego giorni e giorni (due esempi? Il Canone in Re di Pachelbel, la Moonliht Sonata di Beethoven....).
Inaccettabile......

"Si stava meglio quando si stava peggio"?!
(boomer dixit)

08-11-23 16.50

WTF_Bach ha scritto:
Certo. Solo pensavo che un po’ di Hanon non prende troppo tempo e funziona decentemente.


'un po' va sicuramente bene...
in genere io consiglio di dedicare non più di 1/6 del tempo a disposizione, per la tecnica pura (piuttosto noiosa) e, in genere, non più di 1/4 d'ora...
  • KBL
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09-11-23 08.52

adr3nokrome ha scritto:
A noi tastieristi amatoriali "moderni" (quindi escludo i professionisti, coloro che si ebiscono dal vivo a qualunque livello

trovandomi assolutamente in questa categoria e avendo sempre trascurato l'aspetto tecnico, recentemente ho preso in mano anche io i suddetti manuali per costruirmi un po' di tecnica.
Devo dire che da quando ho cominciato più seriamente (un annetto) vedo notevoli risultati. Prima di tutto il tastierista moderno in live ha sicuramente bisogno di indipendenza soprattutto se si trova da solo (cioè come unico tastierista e senza sequenze) a dover riassumere un arrangiamento di un pezzo pop.
Poi prima o poi una scala o un arpeggio veloce, o un pezzo un po' più tecnico del solito lo dovrà fare e meglio essere preparati.

Esempio banale, non si suona classica, non si suona jazz ma se vuoi suonare i Dire Straits e fare questo col piano un minimo minimo di tecnica dovrai pur averla studiata.

Infine l'aspetto che reputo più importante, da eterno smemorato quale sono che tende ad avere amesie di qualunuqe tipo (accordi, fraseggio) su un brano (parliamo sempre di pop) anche semplice.
Rinforzando la tecnica le amnesia sono diminuite tantissimo, immagino perché il cervello è meno impegnato a ragionare su quell'aspetto e può dedicare più risorse anche solo al ricordare il pezzo in questione.
  • giosanta
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09-11-23 10.27

Posso solo comunicarti la mia esperienza e le relative conclusioni, per cio che può valere anche se per quanto mi riguarda non sono negoziabili.
Per questioni in gran parte cronologiche (non fisiologiche, come spesso si crede, ovviamente entro certi limiti) ho realizzato che se volevo "divertirmi" dovevo studiare essenzialmente i singoli brani, ovvero comprare partiture arrangiate di livello medio, meglio se MIDI, se PDF copiarle* in Musescore, o simili (ausilio poderoso, immenso, una pietra miliare nella didattica musicale) in modo che potesse "insegnarmele" ovvero solfeggiarle, rallentarle, separarne le parti ecc.. Anche qualche esercizio tecnico, per carità, ma sempre di complemento a quanto sopra, viceversa avrei iniziato a "suonare" tra una decina d'anni...
Ovviamente stiamo parlando di intenti puramente ludici e musica "libera" (Bernsteinianamente parlando).
Sia chiaro, cio non toglie che anche rispetto al contesto musicale sopra esposto l'approccio migliore resti quello, prezioso, col Maestro, ci mancherebbe e per chi può, ma tant'è.
Occhio poi a certi manuali, nel senso che Beyer, almeno quello che ho io, prevede la presenza del Maestro (tantissimi esercizi a quattro mani), oltre ad essere afflitto da un grafica risalente ai tempi di Gutenberg perdipiù su carta simil papiro, tale da causare un grave affaticamento da lettura, per la verità aspetto comune a molti manuali d'epoca, cui una rivisitazione grafica post amanuense non farebbe male.
  • adr3nokrome
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09-11-23 12.07

giosanta ha scritto:
Per questione in gran parte cronologiche (non fisiologiche, come spesso si crede, ovviamente entro certi limiti) ho realizzato che se volevo "divertirmi" dovevo studiare essenzialmente i singoli brani


D'accordissimo, io personalmente cerco di "studiare" un po' di metodo durante la settimana, poi nel w.e. mi rilasso prendendo qualche spartito facile e imparando qualche decina di misure, senza impegno. Piano piano vedo che migliora sia la capacità di lettura dello spartito sia (più lentamente) anche la tecnica. In questo senso il "metodo" non è fine a se stesso ma lo strumento per arrivare piano piano a regalarsi qualche piccola soddisfazione con i brani preferiti, che, tra parentesi, ho preso a registrare previa correzione midi ed è molto gratificante costruirsi a poco a poco una piccola libreria personale (benchè perfettamente inutile!)

Il Beyer originale (che ho acquistato) è effettivamente quasi illeggibile almeno per me, ma in rete si trovano facilmente versioni .pdf ben scansionate che si possono stampare in A3, o, come faccio io, aprire sull'iPad e zoomare a piacere.
  • Ovidio
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09-11-23 20.01

@ adr3nokrome
giosanta ha scritto:
Per questione in gran parte cronologiche (non fisiologiche, come spesso si crede, ovviamente entro certi limiti) ho realizzato che se volevo "divertirmi" dovevo studiare essenzialmente i singoli brani


D'accordissimo, io personalmente cerco di "studiare" un po' di metodo durante la settimana, poi nel w.e. mi rilasso prendendo qualche spartito facile e imparando qualche decina di misure, senza impegno. Piano piano vedo che migliora sia la capacità di lettura dello spartito sia (più lentamente) anche la tecnica. In questo senso il "metodo" non è fine a se stesso ma lo strumento per arrivare piano piano a regalarsi qualche piccola soddisfazione con i brani preferiti, che, tra parentesi, ho preso a registrare previa correzione midi ed è molto gratificante costruirsi a poco a poco una piccola libreria personale (benchè perfettamente inutile!)

Il Beyer originale (che ho acquistato) è effettivamente quasi illeggibile almeno per me, ma in rete si trovano facilmente versioni .pdf ben scansionate che si possono stampare in A3, o, come faccio io, aprire sull'iPad e zoomare a piacere.
Un personalissimo addendum: ebbi un maestro anni fa, il Beyer me lo fece saltare a pié pari. Lo considerava inutile per un adulto principiante. E' anche vero che non ero proprio agli inizi.
  • maxpiano69
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09-11-23 23.13

@ WTF_Bach
Sandor Come si suona il pianoforte
Grazie per il link (e non solo) emo