08-11-23 16.30
Grazie a tutti per gli interventi!
Spiego, visto che magari l'argomento interessa anche ad altri forumisti ed è forse meno banale di quello che sembra.
A noi tastieristi amatoriali "moderni" (quindi escludo i professionisti, coloro che si ebiscono dal vivo a qualunque livello, e gli amanti del pianoforte classico) la tecnica pianistica *teoricamente* serve relativamente poco in quanto (a) è inutile dedicarvi centinaia di ore se non si intende a tutti i costi imparare a eseguire pezzi classici o jazz relativamente complicati, (b) la tecnologia ormai spesso si sostituisce a noi, si può comporre un brano (tramite software di notazione) senza nemmeno possedere uno strumento nè tanto meno saperlo suonare (ed in ogni caso tra arranger, sequencer e altri strumenti, le possibilità di editing e correzione sono pressochè infinite), e infine aggiungo anche (c) a 50 anni cosa vuoi imparare?
Detto ciò, credo che non si possa prescindere dal saper muovere le mani sulla tastiera con relativa scioltezza a qualunque livello, non posso immaginare di registrare un arpeggio in quattro distinte fasi perchè non riesco a suonare 8 battute di fila senza fare errori.... meglio cambiare hobby!
Da qui la mia domanda: fino a che punto investire tempo e (piccoli) sacrifici nello studio della tecnica?
Domanda che non ha molto senso in quanto ogni amatore avrà bisogno di più o meno tecnica per raggiungere i suoi scopi, alcuni appassionati probabilmente anche zero, nel mio caso è da intendersi nel senso molto generico di quali sono i "requisiti minimi" tecnici che ti consentano di fare, magari male, ma un po' di tutto. Dall'imparare uno spartito facile in qualche ora (e non in settimane), al mettere decentemente su tastiera le proprie idee musicali, all'eseguire frasi musicali relativamente complesse e veloci, che credo sia quello che il 90% di noi amatori fa o vorrebbe fare.
Posso fare un commento che può sembrare una provocazione (ma non lo è....)? e che nessuno si senta offeso. La tecnologia in questo senso non ci ha aiutato per nulla. Si possono creare brani con la sola pressione di un tasto alla volta perchè "il suono" fa tutto, o quasi. Io personalmente ho disimparato a suonare negli anni perchè mi divertivo più a creare suoni che a muovere le dita sulla tastiera. E quando i suoni finivano o io mi stufavo cambiavo strumento, finchè non mi sono dato una svegliata. Poi ho acquistato degli arranger e lì mi sono fatto altro male perchè la tastiera faceva tutto, ti ritrovi a suonare sempre e costantemente con la sinistra che fa gli accordi (semplificati, per giunta) e la destra che suonicchia la melodia, in pochi minuti riesci a imbastire qualsiasi cover ma in realtà non stai suonando quasi nulla (senza offesa per i professionisti dei pianobar che invece spesso sanno il fatto loro eh!). Poi sono pure caduto nella trappola delle app interative tipo Yousician, che ti fanno sembrare il tastierista dei Doors senza che tu faccia niente se non indovinare i tasti al momento giusto (che non è "suonare"). Insomma come sempre, quando ti viene offerta la fallace opportunità di raggiungere la massima soddisfazione (effimera) col minimo sforzo, ci si cade a piombo.
Il risultato è che adesso (a me, quantomeno) dopo anni di cattive abitudini risulta difficile mettere in musica e armonizzare decentemente la maggior parte delle idee che ho in mente..... e che per eseguire decentemente un brano classico anche facile impiego giorni e giorni (due esempi? Il Canone in Re di Pachelbel, la Moonliht Sonata di Beethoven....).
Inaccettabile......
"Si stava meglio quando si stava peggio"?!
(boomer dixit)