Amplificazione digitale, è affidabile?

  • Elettronico
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01-06-11 22.52

Ciao a tutti!
Ho visto in giro diverse casse attive di una certa potenza a prezzi relativamente bassi, e chiedendomi il perché ho scoperto che sono munite di amplificazione digitale. Ho cercato sul forum e ho trovato qui una discussione in argomento, dove però non si è ben capito di che prodotto si stesse parlando.
Mi di capire si tratti comunque di un finale in classe D, che però prima prevede una conversione A/D, un dsp per l'eq., il limiting, ecc..., una successiva conversione D/A, per poi andare al finale... Ad es. questo modello della Mackie.
Vorrei sapere se qualcuno ha provato questo tipo di tecnologia, e quanto effettivamente sia affidabile... ad esempio leggo che emette un sibilo quando si suona a basso volume... emo

Che ne pensate?

Saluti emo
Edited 1 Giu. 2011 22:34
  • Elettronico
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02-06-11 16.12

Proprio nessuno che mi possa aiutare? emo emo
  • tsuki
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02-06-11 16.16

Io in sala prove ho due ART 412 della RCF con finale digitale:nessun fischio,nessun problema,buon volume,per mè van bene.
  • rena
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02-06-11 16.19

i prezzi relativamente bassi dipendono non tanto dall'amplificazione digitale ma dal fatto che ditte una volta rinomate (hai citato giustamente mackie) si sono sputtanate trasferendo la produzione in cina, giusto per fare concorrenza alle varie energy, alto, noiz ecc....
prova gli impianti in classe D di SR, RCF ecc... e vedi, oltre la qualità, se i prezzi sono ancora bassi...
  • tsuki
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03-06-11 01.40

Io le RCF ART 412 (400W,woofer da 12,finale digitale) le ho pagate 690 euro l'una.
  • efis007
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03-06-11 03.48

Elettronico ha scritto:
Vorrei sapere se qualcuno ha provato questo tipo di tecnologia, e quanto effettivamente sia affidabile... ad esempio leggo che emette un sibilo quando si suona a basso volume... emo

In tutti gli impianti ampli digitali che ho avuto occasione di suonare non ho mai sentito alcun sibilo.
Un ampli digitale che sibila non sarebbe accettabile.
Se lo fa è perchè è guasto.
  • ONDASONORA
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03-06-11 04.06

@ rena
i prezzi relativamente bassi dipendono non tanto dall'amplificazione digitale ma dal fatto che ditte una volta rinomate (hai citato giustamente mackie) si sono sputtanate trasferendo la produzione in cina, giusto per fare concorrenza alle varie energy, alto, noiz ecc....
prova gli impianti in classe D di SR, RCF ecc... e vedi, oltre la qualità, se i prezzi sono ancora bassi...
emo
  • thermidor
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03-06-11 16.10

Io per lavoro ho fatto qualche amplificatore in classe D, utilizzando chip dell' Analog Devices, nulla di che parliamo di 50W.
Secondo me vanno bene, consentono di arrivare ad alte potenze dissipando molto poco rispetto a un classe AB.

Per me ad oggi è una tecnologia affidabile, diverso è il discorso sul gusto personale.
Ma per questo occorre il parere degli audiofili.
  • Elettronico
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03-06-11 16.21

Dunque... vedo in giro che ormai tutti i finali delle casse attive sono realizzati in classe D, hanno un rendimento molto più elevato e di conseguenza si spende di meno per alimentazione e dissipatori --> meno ingombro e meno peso.
Quando c'è la biamplifiazione, solo l'amplificatore del tweeter è in classe AB, anche perché deve gestire meno potenza.
Correggetemi se sbaglio.

Le casse di cui parlo io, invece, hanno proprio una conversione A/D e successivamente D/A nella parte "pre", la quale realizza equalizzazione, limiting e "mute" del segnale nel caso in cui ci siano problemi sul finale (es. sovratemperatura): vedi qui
E' proprio di questa parte, la quale implica una conversione, che volevo sapere se è una tecnologia affidabile o meno... emo

Comunque va dato a tutti un bel thanks per l'aiuto! emo emo
Edited 3 Giu. 2011 14:25
  • thermidor
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03-06-11 23.29

Semplificando quando passi da un segnale digitale anche solo a 1 Bit come nel caso di un PWM (che è il caso della classe D), ad uno analogico, tramite un filtro passa-basso, stai facendo una conversione D/A, la cui risoluzione dipende dal modulatore PWM, un po' come il PWM dei PIC che tu conosci bene.

La tecnologia però è andata avanti e ha mischiato la tecnica della conversione sigma-delta con gli amplificatori in classe D, un esempio:

Audio Amplifier Class D

Se hai la pazienza di leggertelo, vedrai che in questo modo si ha la possibilità di seguire i transienti veloci molto meglio che con i vecchi amplificatori in classe D, inoltre attraverso un processo di decimazione si ottiene un deciso abbattimento del rumore.
  • spl_130
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17-06-11 15.08

io ho comprato pochi giorni fa una coppia di jbl prx 615m della nuovissima serie prx 600 appena uscite, con amplificazione 1000 watt crown in classe d, e non ho notato nessun problema, suono pulitissimo, cristallino, nessun fruscio, anzi un suono molto aperto quasi surround.. quindi perfette per i miei gusti..emo
  • ettore_duliman
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17-06-11 16.53

Elettronico ha scritto:
Dunque... vedo in giro che ormai tutti i finali delle casse attive sono realizzati in classe D, hanno un rendimento molto più elevato e di conseguenza si spende di meno per alimentazione e dissipatori --> meno ingombro e meno peso.
Quando c'è la biamplifiazione, solo l'amplificatore del tweeter è in classe AB, anche perché deve gestire meno potenza.
Correggetemi se sbaglio.

Le casse di cui parlo io, invece, hanno proprio una conversione A/D e successivamente D/A nella parte "pre", la quale realizza equalizzazione, limiting e "mute" del segnale nel caso in cui ci siano problemi sul finale (es. sovratemperatura): vedi qui
E' proprio di questa parte, la quale implica una conversione, che volevo sapere se è una tecnologia affidabile o meno... emo


Sto cercando anch'io di capire qualcosa in più su queste cosiddette "casse digitali".

Secondo ciò che mi sembra di aver capito, in un moderno diffusore ci sono tre componenti fondamentali: l'alimentazione, il controllo del segnale (prima dell'amplificazione), e l'amplificazione.

Quando l'alimentazione è di tipo switching o l'amplificazione è in classe D si parla (impropriamente) di casse digitali.

Inoltre, leggendo varie specifiche, ho visto che quasi tutti i diffusori hanno un circuito di controllo del segnale ottentuto con una conversione A/D e D/A, che provvede all'equalizzazione, alla compressione, all'applicazione di un limiter o ad altri meccanismi di protezione.

E' un bene o un male?
In generale credo che, meno passaggi ci sono, meglio è; tuttavia è indiscutibile che il controllo digitale dei segnali ha molti vantaggi.
Come sempre, tutto dipende dalla qualità dei convertitori A/D e D/A.

D'altra parte, oggi, qualsiasi componente audio ha dei convertitori A/D e tratta il segnale nel dominio digitale.

Molto probabilmente, ciò che tu suoni percorre questo cammino:
viene generato in digitale nella tua tastiera ->
convertito in analogico ->
entra nel mixer ->
riconvertito in digitale ->
processato ->
riconvertito in analogico ->
entra nel rack effetti ->
convertito in digitale ->
processato ->
riconvertito in analogico ->
entra nei diffusori ->
riconvertito in digitale ->
processato ->
riconvertito in analogico ->
e infine amplificato.

Questo, oggi, è il percorso normale di ogni segnale audio.

Se ti preoccupi della conversione A/D e D/A nei diffusori, devi prima esserti preoccupato di molte altre conversioni...