Il tono giusto

Bassoforte 15-07-20 10.14
La domanda potrebbe sembrare un poco astratta e bizzarra ma negli ultimi tempi, a spanne da quando ho preso la mia prima workstation, ho un dilemma dal quale non riesco a venir fuori ed è sempre presente nella mia pratica con lo strumento: facendo un parallelo con il basso, trovare il tono che desideravo era diventato per me relativamente semplice, un certo setup nell'ampli da sala oppure a casa, un cambio corde, poi considerando che il 60% del suono di un basso lo fanno le mani, alternavo tecniche diverse per trovare quel suono che cercavo e rapidamente lo strumento suonava come avevo in mente rispetto al brano o rispetto al gruppo per il quale suonavo in quel momento. Con le tastiere è tutta un'altra cosa, si dirà "beh ci credo" e questo me lo aspettavo certamente, ho ascoltato e fatto musica da quasi tutta la vita e credo di saper riconoscere un bel suono, ma ora il mio dilemma si sintetizza nel concetto "avere troppe scelte è come non averne affatto (in alcuni casi)". Nella pratica, ad esempio, decido di cercare un suono di un piano: indosso le mie cuffie preferite, e quasi subito .. tac.. bello questo.. poi provo il banco dopo .. ma è bello anche questo......... anzi mi piace di più.. emo e vado avanti mezz'ore intere a cercare tra le centinaia di suoni senza capire quello che fa al mio caso, certo molti ne scarto perché chiaramente inapplicabili, ma quasi tutti mi sembrano gradevoli e credibili. Quindi in questo probabilmente il mio approccio non è corretto se non altro per il tempo che ci perdo senza trovare una dimensione definita. Vi domando, non considerando esclusivamente il proprio gusto personale, nella scelta dei vostri suoni preferiti come approcciate il vagliare di un suono rispetto ad un altro tra le migliaia delle vostre workstation, VST e app varie? Avete ascoltato e riuscite ad avere presente tutti i suoni di quelli a disposizione riuscendo ad isolare quelli che veramente vi servono? Nel caso che metodologica, metriche, strategie adottate in questo processo?
divicos 15-07-20 10.44
Bella domanda, sono molto curioso di sentire le risposte.

Personalmente posso dirti come ho ragionato appena preso in mano il mio clone Hammond.
Migliaia di combinazioni e possibilità, all'inizio ho provato le "classiche", ma senza esserne troppo convinto.
Poi ho iniziato a prendere dei riferimenti.
Mi serviva prettamente roots reggae e dub, quindi ho riascoltato a ripetizione un po' di roba con l'organo ben presente, tra Wailers, Groundation, Burning Spears, Toots... e ho cercato di riprodurre, o almeno avvicinarmi a quei suoni.
Piano piano sono arrivato ai 4-5 settings che uso regolarmente.

Su piani ed EP non ho mai avuto tantissima scelta, quindi ho preso per buono quello che avevo, ma probabilmente con uno strumento più dotato farei lo stesso.
PandaR1 15-07-20 10.44
@ Bassoforte
La domanda potrebbe sembrare un poco astratta e bizzarra ma negli ultimi tempi, a spanne da quando ho preso la mia prima workstation, ho un dilemma dal quale non riesco a venir fuori ed è sempre presente nella mia pratica con lo strumento: facendo un parallelo con il basso, trovare il tono che desideravo era diventato per me relativamente semplice, un certo setup nell'ampli da sala oppure a casa, un cambio corde, poi considerando che il 60% del suono di un basso lo fanno le mani, alternavo tecniche diverse per trovare quel suono che cercavo e rapidamente lo strumento suonava come avevo in mente rispetto al brano o rispetto al gruppo per il quale suonavo in quel momento. Con le tastiere è tutta un'altra cosa, si dirà "beh ci credo" e questo me lo aspettavo certamente, ho ascoltato e fatto musica da quasi tutta la vita e credo di saper riconoscere un bel suono, ma ora il mio dilemma si sintetizza nel concetto "avere troppe scelte è come non averne affatto (in alcuni casi)". Nella pratica, ad esempio, decido di cercare un suono di un piano: indosso le mie cuffie preferite, e quasi subito .. tac.. bello questo.. poi provo il banco dopo .. ma è bello anche questo......... anzi mi piace di più.. emo e vado avanti mezz'ore intere a cercare tra le centinaia di suoni senza capire quello che fa al mio caso, certo molti ne scarto perché chiaramente inapplicabili, ma quasi tutti mi sembrano gradevoli e credibili. Quindi in questo probabilmente il mio approccio non è corretto se non altro per il tempo che ci perdo senza trovare una dimensione definita. Vi domando, non considerando esclusivamente il proprio gusto personale, nella scelta dei vostri suoni preferiti come approcciate il vagliare di un suono rispetto ad un altro tra le migliaia delle vostre workstation, VST e app varie? Avete ascoltato e riuscite ad avere presente tutti i suoni di quelli a disposizione riuscendo ad isolare quelli che veramente vi servono? Nel caso che metodologica, metriche, strategie adottate in questo processo?
Piu' che tono direi timbro, quindi.
Bassoforte 15-07-20 11.01
@ PandaR1
Piu' che tono direi timbro, quindi.
Non saprei in verità: ci si riferisce al tono in ambito di bassi e chitarre per quella componente, carattere, sfumatura che distingue il suono di uno stesso strumento ..rispetto ad un altro.. per dire Marcus Miller si riferisce al suo suono come "tone" appunto. Lo applico al contesto di tastiere per distinguere il suono ad esempio di un Grand Piano tra quello di Korg, Sample Tank, Korg Module, Roland tra i strumenti che ho .. è sempre un Grand Piano ma alle mie orecchie ha caratteri diversi... Ma poi questo diventa esponenziale perché questo processo si potrebbe applicare a tutte i possibili strumenti .. penso a Divicos di come ha cercato il suono del suo Hammond...
zaphod 15-07-20 11.27
Bassoforte ha scritto:
La domanda potrebbe sembrare un poco astratta e bizzarra

tutt'altro: non è una considerazione banale, la tua, anzi la trovo molto interessante.
Come primo approccio, molto empirico e basato su esperienze pregresse (quindi sottolineo che non è una regola costante nè affidabilissima), mi avvicino con scetticismo a tastiere che sfoggiano decine di preset dello stesso strumento; a volte si tratta di fumo negli occhi per nascondere sempre gli stessi pochi campioni riproposti con equalizzazioni o riverberi diversi.
Io ho posseduto solo una workstation, in passato, ed era Kronos. I campioni (parlo di pianoforti) erano piuttosto variegati e belli; in questo caso, per scegliere quale preferisco, ascolto il suono in dry, eq flat e scelgo uno o due tipi di campioni; da quelli parto poi per gli aggiustamenti secondari: vale a dire adeguamento della risposta dinamica e un tocco all'equalizzazione. Fermo restando che se la base è buona (intendo buoni campioni), si lavora bene e si ottiene un risultato; al contrario, se la base di partenza è quella che è, puoi tentare tutte le vie possibili, ma non otterrai mai un buon suono, anzi probabilmente gli interventi saranno peggiorativi.
Ci sono passato, quando cercavo di ottenere buone emulazioni hammond nei periodi in cui i cloni non esistevano ancora... passi ore su un campione e poi ti ritrovi con una pernacchia supereffettata che sa di hammond come un wurstel bruciacchiato con ketchup sa di filetto al pepe emo
Per quanto riguarda i vst a campioni, credo che la scelta sia più semplice... diverso invece il discorso VA, hanno migliaia di preset e a volte mette male capire come suona un virtual synth scorrendoli. Io mi regolo, anche qui, con il suono raw, ossia faccio un bel "sound init" e da lì valuto la qualità delle forme d'onda e del filtro in primis.
Bassoforte 15-07-20 12.24
@ zaphod
Bassoforte ha scritto:
La domanda potrebbe sembrare un poco astratta e bizzarra

tutt'altro: non è una considerazione banale, la tua, anzi la trovo molto interessante.
Come primo approccio, molto empirico e basato su esperienze pregresse (quindi sottolineo che non è una regola costante nè affidabilissima), mi avvicino con scetticismo a tastiere che sfoggiano decine di preset dello stesso strumento; a volte si tratta di fumo negli occhi per nascondere sempre gli stessi pochi campioni riproposti con equalizzazioni o riverberi diversi.
Io ho posseduto solo una workstation, in passato, ed era Kronos. I campioni (parlo di pianoforti) erano piuttosto variegati e belli; in questo caso, per scegliere quale preferisco, ascolto il suono in dry, eq flat e scelgo uno o due tipi di campioni; da quelli parto poi per gli aggiustamenti secondari: vale a dire adeguamento della risposta dinamica e un tocco all'equalizzazione. Fermo restando che se la base è buona (intendo buoni campioni), si lavora bene e si ottiene un risultato; al contrario, se la base di partenza è quella che è, puoi tentare tutte le vie possibili, ma non otterrai mai un buon suono, anzi probabilmente gli interventi saranno peggiorativi.
Ci sono passato, quando cercavo di ottenere buone emulazioni hammond nei periodi in cui i cloni non esistevano ancora... passi ore su un campione e poi ti ritrovi con una pernacchia supereffettata che sa di hammond come un wurstel bruciacchiato con ketchup sa di filetto al pepe emo
Per quanto riguarda i vst a campioni, credo che la scelta sia più semplice... diverso invece il discorso VA, hanno migliaia di preset e a volte mette male capire come suona un virtual synth scorrendoli. Io mi regolo, anche qui, con il suono raw, ossia faccio un bel "sound init" e da lì valuto la qualità delle forme d'onda e del filtro in primis.
Quindi tu preferisci partire da una sostanziale tabula rasa di buona qualità e da lì iniziare ad aggiungere colori e le componenti che giunta a prodotto finito è il suono che hai in mente. Però ti domando per te che customizzi totalmente il suono, il concetto di, per esempio, Grand Piano, Bright Piano, Dark etc., che alla fine siano o meno preset su un campione, non ha un gran senso, corretto?
zaphod 15-07-20 12.26
Bassoforte ha scritto:
per te che customizzi totalmente il suono, il concetto di, per esempio, Grand Piano, Bright Piano, Dark etc., che alla fine siano o meno preset su un campione, non ha un gran senso, corretto?

esatto, hai colto perfettamente emo
Dallaluna69 15-07-20 12.52
Io faccio musica elettronica utilizzando esclusivamente VST e occasionalmente qualche sample.
Per me il sound design è fondamentale, però a differenza del musicista "analogico" non cerco i miei 4/5 suoni preferiti per poi usare sempre quelli. Anzi, cambio molto da un brano all'altro.
Ad esempio, se metto un hi hat, scelgo quello che mi sembra adatto per quel brano (anche in base al genere), poi ci applico un po' di distorsione, poi un eq, etc. Fino a quando ottengo il suono che mi sembra giusto per quel pezzo e che si sposa bene con il kick, lo snare, etc. Su un clap metterò il riverbero, di nuovo l'eq e via di questo passo.
Anche io comunque vado un po' per tentativi. Nel pezzo che sto facendo adesso ho messo tre bassi in layer. Razzolando tra i mille preset dei VST di synth ancora non ho trovato i suoni che volevo. Quando li avrò trovati farò tutti gli interventi del caso emo
zerinovic 15-07-20 13.46
Bassoforte ha scritto:
avere troppe scelte è come non averne affatto (in alcuni casi)"

esatto, specialmente quando si tiene decine e centinaia di vst o strumenti, perché di quello ci piace il filtro, dell’altro i lead, di quello strumento la keybed, dell’altro i campioni orchestrali...il compromesso é d’obbligo per compicciare qualcosa ed avere un “area di lavoro” produttiva ed efficiente, perche alla fine quello che conta è non far spegnere la scintilla, i suoni si trovano di migliori...l’idea passa e se ne va...
io la mia korg microx la conosco bene anche perche di triton e derivati ne ho avute molte, e l’essere a mio agio deriva dalla conoscenza, in pratica quando sento una canzone interessante spesso ritrovo il suono a memoria...poi magari c’è qualche campanello sotto, un choir che gli entra sotto, li tolgo ed ho il mio suono...tengo anche una raccolta di preferiti, creati diciamo per sbaglio ma che mi piacevano parecchio...
lo stesso faccio con i vsti ne uso 5.che conosco bene tranne dexed che mi fa incazzare ma é fichissimo.e qualche vst effect,(8)

però che tu la giri come vuoi, la conoscenza,le abitudini, e l’approccio sempre uguale (un approccio ovviamente collaudato) é quello che fa funzionare e ti permette di tirare fuori quello che hai in testa. devi trovare il tuo metodo...

Bassoforte 15-07-20 13.57
@ Dallaluna69
Io faccio musica elettronica utilizzando esclusivamente VST e occasionalmente qualche sample.
Per me il sound design è fondamentale, però a differenza del musicista "analogico" non cerco i miei 4/5 suoni preferiti per poi usare sempre quelli. Anzi, cambio molto da un brano all'altro.
Ad esempio, se metto un hi hat, scelgo quello che mi sembra adatto per quel brano (anche in base al genere), poi ci applico un po' di distorsione, poi un eq, etc. Fino a quando ottengo il suono che mi sembra giusto per quel pezzo e che si sposa bene con il kick, lo snare, etc. Su un clap metterò il riverbero, di nuovo l'eq e via di questo passo.
Anche io comunque vado un po' per tentativi. Nel pezzo che sto facendo adesso ho messo tre bassi in layer. Razzolando tra i mille preset dei VST di synth ancora non ho trovato i suoni che volevo. Quando li avrò trovati farò tutti gli interventi del caso emo
Mizzica sei giunto a dei punti di granularità davvero "spinti". Una domanda questo processo quanto tempo ti prende? Io solo per decidere quale sia il suono del gran piano migliore, nel complesso, ci metto parecchio tempo...
paolo_b3 15-07-20 14.09
Distinguerei tra suoni che utilizzi per registrare e suoni che utilizzi dal vivo.
Sui primi, benchè anche io mi lasci tentare dallo sfogliare le mie librerie, di solito il primo che mi piace è quello giusto. Anche perchè al suono va sommata l'intenzione esecutiva, ergo la potenza è nulla senza il controllo.
Sui secondi apriti cielo. Ci sono una miriade di variabili che influiscono sul risultato finale, in quel caso occorrono pazienza e approssimazioni successive.
Dallaluna69 15-07-20 14.12
@ Bassoforte
Mizzica sei giunto a dei punti di granularità davvero "spinti". Una domanda questo processo quanto tempo ti prende? Io solo per decidere quale sia il suono del gran piano migliore, nel complesso, ci metto parecchio tempo...
È una cosa che mi piace molto.
Considera che io per fare un brano compiuto ci metto circa un mese. I professionisti ne fanno anche uno al giorno.
Normalmente cerco di non perdere troppo tempo nella scelta di un suono. Ad esempio: mi preparo un file midi che metto in loop e lo faccio suonare da un po' di preset; diciamo che nel giro di una decina di preset ascoltati (anche meno se sono fortunato) scelgo quello che userò.
Poi passo a elaborare quel suono per trasformarlo.
Gli americani direbbero "don't overthink" non pensarci troppo. Segui le orecchie senza stressarti esageratamente.
Conta però, come ti dicevo prima, che la mia scelta vale per quella canzone e basta. Quindi tendo a ragionare in maniera un po' diversa.
paolo_b3 15-07-20 14.16
Dallaluna69 ha scritto:
I professionisti ne fanno anche uno al giorno.

Io sono decisamente un dilettante.
alemar78 15-07-20 14.17
paolo_b3 ha scritto:
Distinguerei tra suoni che utilizzi per registrare e suoni che utilizzi dal vivo.
Sui primi, benchè anche io mi lasci tentare dallo sfogliare le mie librerie, di solito il primo che mi piace è quello giusto. Anche perchè al suono va sommata l'intenzione esecutiva, ergo la potenza è nulla senza il controllo.
Sui secondi apriti cielo. Ci sono una miriade di variabili che influiscono sul risultato finale, in quel caso occorrono pazienza e approssimazioni successive.

Intendevi il contrario o hai scritto giusto?
Bassoforte 15-07-20 14.18
@ zerinovic
Bassoforte ha scritto:
avere troppe scelte è come non averne affatto (in alcuni casi)"

esatto, specialmente quando si tiene decine e centinaia di vst o strumenti, perché di quello ci piace il filtro, dell’altro i lead, di quello strumento la keybed, dell’altro i campioni orchestrali...il compromesso é d’obbligo per compicciare qualcosa ed avere un “area di lavoro” produttiva ed efficiente, perche alla fine quello che conta è non far spegnere la scintilla, i suoni si trovano di migliori...l’idea passa e se ne va...
io la mia korg microx la conosco bene anche perche di triton e derivati ne ho avute molte, e l’essere a mio agio deriva dalla conoscenza, in pratica quando sento una canzone interessante spesso ritrovo il suono a memoria...poi magari c’è qualche campanello sotto, un choir che gli entra sotto, li tolgo ed ho il mio suono...tengo anche una raccolta di preferiti, creati diciamo per sbaglio ma che mi piacevano parecchio...
lo stesso faccio con i vsti ne uso 5.che conosco bene tranne dexed che mi fa incazzare ma é fichissimo.e qualche vst effect,(8)

però che tu la giri come vuoi, la conoscenza,le abitudini, e l’approccio sempre uguale (un approccio ovviamente collaudato) é quello che fa funzionare e ti permette di tirare fuori quello che hai in testa. devi trovare il tuo metodo...

Mi pare di intuire che il tuo approccio è basato molto su una conoscenza profonda tecnica e potenziale dello strumento che hai in quel momento. Fatto assolutamente imprescindibile (conoscenza=potere).

Davvero sto cercando il mio metodo, ma mi pare di perdere un mare di tempo nelle troppe soluzioni in cerca della mia : ad esempio ho preso anche io Sunrizer (su tuo input emo) .. ma ha mille mila parametri e nessuno sembra farlo suonare in assoluto male. A volte penso che mi servirebbe un'altra vita per maturare l'esperienza necessaria per risparmiare questo tempo emo
Bassoforte 15-07-20 14.22
@ paolo_b3
Dallaluna69 ha scritto:
I professionisti ne fanno anche uno al giorno.

Io sono decisamente un dilettante.
Con questa affermazione mi incoraggi.. mi domando continuamente "ma possibile che per capire quale suono ti serve/piace/vuole, ci vuole così tanto??? emo
paolo_b3 15-07-20 14.23
@ alemar78
paolo_b3 ha scritto:
Distinguerei tra suoni che utilizzi per registrare e suoni che utilizzi dal vivo.
Sui primi, benchè anche io mi lasci tentare dallo sfogliare le mie librerie, di solito il primo che mi piace è quello giusto. Anche perchè al suono va sommata l'intenzione esecutiva, ergo la potenza è nulla senza il controllo.
Sui secondi apriti cielo. Ci sono una miriade di variabili che influiscono sul risultato finale, in quel caso occorrono pazienza e approssimazioni successive.

Intendevi il contrario o hai scritto giusto?
No confermo. Per spiegare meglio, in registrazione quando senti un suono sei già molto vicino al risultato finale. Dal vivo subentrano variabili come il suono degli altri, l'amplificazione, il luogo dove suoni. Un equazione che non ha un risultato univoco.
paolo_b3 15-07-20 14.26
Bassoforte ha scritto:
"ma possibile che per capire quale suono ti serve/piace/vuole, ci vuole così tanto???

La Romagna ti ringrazia emo

No è solo che dopo un po' non ci capisci più un'emerita cippa.
anonimo 15-07-20 14.36
@ Bassoforte
Con questa affermazione mi incoraggi.. mi domando continuamente "ma possibile che per capire quale suono ti serve/piace/vuole, ci vuole così tanto??? emo
1. Non sai realmente quello che vuoi
2. Il mercato non ha uno strumento che suona come vorresti tu
3. Quello che vuoi costa troppo
Bassoforte 15-07-20 14.38
@ paolo_b3
Bassoforte ha scritto:
"ma possibile che per capire quale suono ti serve/piace/vuole, ci vuole così tanto???

La Romagna ti ringrazia emo

No è solo che dopo un po' non ci capisci più un'emerita cippa.
emo Hai capito che quel ti rappresenta la domanda che rivolgo a me e non riferita a te vero? emo