esercizi jazz

CoccigeSupremo 24-07-23 17.21
paolo_b3 ha scritto:
L'ho già detto e lo voglio ripetere, vediamo se qualcuno mi può aiutare a capire. Noi siamo nati in Italia, il Jazz non è nella nostra cultura e quindi dobbiamo accontentarci di suonarlo male. Lo suono già malissimo senza seguire nessun corso.

Non ho detto che dobbiamo accontentarci di suonarlo male, dico solo che il jazz (inteso come quello suonato nei locali di New York) "non ci appartiene", quindi dovremmo trattarlo con la nostra sensibilità e la nostra cultura al fine di renderlo appunto "italiano", cosa che fino a qualche decennio fa riscontravo (Con i vari Modugno e Carosone), mentre oggi vogliono tutti esser Bud Powell senza scavare nella propria identità culturale. Imho emo
zerinovic 24-07-23 17.22
@ Asterix
Capisco ma penso che il paragone non regga.
Puoi imparare a suonare per imitazione, imparando i movimenti, copiando delle armonie, etc, ma ti mancherà la consapevolezza.
Certo ci sono pianisti che hanno una innata sensibilità armonica, swing, pronuncia, etc, ma non sarebbero in grado di spiegare perché: penso ad Errol Garner che non sapeva leggere la musica, ma sono eccezioni.
Spiegare non è così innato come parlare, se dovessi spiegare che cosa è e come si usa un congiuntivo a una persona che studia italiano ci dovrei ragionare un po'.
A questo punto conviene prendere libri con brani completamente notati nelle 2 chiavi, come ad esempio gli studi di Oscar Peterson e cominci a farti pronuncia, orecchio, provi a metterci un po' di swing.

Ho visto il video "Armonia in 10 minuti - record personale".
Afferma che un accordo di settima diminuita è formato da una successione di "tre terze bemolli", che già è una espressione che non mi piace, poi dice "Do, Mib, Solb, La" che di per sé non sarebbe sbagliato...se si trattasse dell'accordo di La diminuito e non Do diminuito, come lo dice lui è un accordo diminuito con 6' aggiunta.
E poi dice che risolve o un semitono sopra o un semitono sotto; un semitono sopra ok, ma un semitono sotto non mi trovo.
Non so, meglio a questo punto non spiegarlo.

Io direi che un accordo diminuito si costruisce sul 7' grado di una scala minore armonica e risolve sulla tonica (solitamente minore) in quanto contiene il tritono della scala. Es: scala di re minore: Do# - Mi - Sol - Sib.
Do# Sol è il tritono della settima di dominante di Re.
ENARMONICAMENTE ogni nota può essere considerata una sensibile.
Facendo scendere ogni settima di un accordo diminuito si ottiene la 7' di dominante corrispondente. (In primo rivolto)

Magari è meno immediato, magari ci metti 2 giorni a capirlo.
Ma più corretto e una volta capito sei a posto.

Stefano.
P.S. Sarò così rompiscatole perché insegno in conservatorio?emoemoemoemo
ecco cosi esposta mi torna, come le dice lui mi confonde, e anche se è la stessa cosa non mi suona in testa come dovrebbe, si è fatto tanta fatica (io poco) a capirle e studiarle in un certo modo.. d’altronde le regole sono state esposte cosi per evitare equivoci e criticitá nelle situazioni più intrigate armonicamente parlando dico. capisco bene wtf_bach quando dice entrate in vizi poi difficili da estirpare.
CoccigeSupremo 24-07-23 17.25
giosanta ha scritto:
Questo per dire che il “contesto culturale” in cui nuotare in gran parte lo determiniamo noi.

Difatti ho scritto "Se si ha avuto la fortuna di nasce in una jazz family..." proprio intendendo quanto affermi: Il contesto italiano non è obbligato, e non a caso ci sono bravi jazzisti della mia stessa età che hanno un sound americaneggiante che risulta naturale, mentre io devo tutt'oggi cercarlo e padroneggiarlo. Tutte le volte che vai ad indagare scopri che sin da piccolini, questi bravi jazzisti di oggi, per un motivo o per un altro, hanno ascoltato il jazz Americano, e non tutti hanno avuto lo stesso passato. Ed è proprio per questo motivo che secondo me, ad oggi, vedo molti ragazzi italiani impanicati per quanto concerne il jazz, che cercano guide americane a tutti i costi non potendosi basare su una generazione di "Maestri" che si son fatti da soli e non sanno trasmettere il "come" agli studenti. emo
CoccigeSupremo 24-07-23 17.48
Pieranunzi
maxpiano69 ha scritto:
Quindi i vari Pieranunzi,

Pieranunzi nasce con papà appassionato di Jazz, l'ha sempre detto. Culturalmente è stato esposto al jazz Americano, e ne ha assimilato il linguaggio.
maxpiano69 ha scritto:
Rava

Non conosco benissimo il personaggio, ma una breve ricerca tra Wiki e interviste, chiarisce che ha suonato fin da subito dixieland e si è spostato a suonare in America per un decennio. Ciò mi riporta al punto che ho scritto più su: Se sei stato esposto fin da subito a sonorità Americane, ovvio che quel linguaggio ti viene più "semplice", ma uno dei motivi a mio avviso per cui in tantissimi qui in Italia (ma anche nel resto d'Europa suppongo) hanno difficoltà ad approcciarsi e capire il jazz una volta messo la mano sul pianoforte pronti ad improvvisare, è perchè culturalmente non c'è stata quell'immersione che la generazione precedente che tu citi ha invece avuto, per i motivi più disparati.
maxpiano69 ha scritto:
Bollani & Co (ma anche Petrucciani, Django Reinherdt, Stephane Grappelli ed il resto del jazz europeo di un certo livello... senza contare i brasiliani/sudamericani)

In generale stai citando una generazione passata, che nasce molto prima degli anni 80 che ho citato.

Mi rendo conto di aver utilizzando il termine "Scimmiottatori" in maniera fin troppo leggera comunque, e non era mia intenzione offendere, ma spero di chiarire esponendo una mia (personalissima, per carità) sensazione:
Quando ascolto uno standard americano, suonato da un non Americano, in particolare Italiano, non saprei spiegarlo, ma si sente.

Potete prendere Robert Glasper, Oscar Peterson, Barry Harris, Bud Powell, Keith Jarret, e poi farmi ascoltare Pieranunzi/Bollani... Non so spiegarlo, e magari è un mio limite dovuto ad un orecchio poco allenato o colmo di "pregiudizio" non volontariamente malevolo, ma io sento differenze abissali. E non parlo di stile, quanto di "senso di jazz". Non dico che manca lo swing, non dico che manca la tecnica o la scelta armonica, ma non saprei spiegarvi, il jazz americano "suona americano", si sente.

Banalizzando, è come ascoltare il rap italiano. Puoi mettere lo stesso numero di battute, la stessa "cattiveria" in sede mixing/mastering, ma, al mio orecchio, non risulterà mai credibile, perchè il rap è nato per motivi "forti" e continua ad essere forte in America, e anche se la parola "Scimmiottamento" sembra troppo, la sensazione che ho ascoltando i vari Gue Pequeno, Marracash, Fedez, e tutti la generazione di ora, è proprio quella: Un adattamento strambo di un qualcosa che, senza voler imitare a tutti i costi, sarebbe potuto diventare un marchio italiano, mentre mi sembra l'equivalente della "pasta italllliana marca Baritella" che vendono nei supermercati polacchi". Buona per carità...ma una pasta polacca?
CoccigeSupremo 24-07-23 17.54
WTF_Bach ha scritto:
1) ascoltare i grandi e “fare come loro”

WTF_Bach ha scritto:
2) “esplorare”, tenere ciò che ci piace e lasciar andare ciò che non ci piace.

WTF_Bach ha scritto:
3) trascrivere i soli dei grandi


Il punto è che tutti i "maestri" ti dicono questo. Il problema è che non segue mai un punto 4.
Ho vissuto 2 conservatori, e le problematiche di chi aveva difficoltà erano le stesse: Queste 3 grandi verità (e anzi, a dirla tutta, molti si soffermano solo sul primo e terzo punto, via la creatività "perchè non sei in grado di essere creativo ora") le conoscono tutti in ambito teorico, ma senza una guida che ti porta al passo successivo non so quanto si riesce ad andare avanti.

Ho visto ragazzi e ragazze trascrivere soli e ascoltare jazz, arrivavano di fronte al prof con fogli e controfogli, con soli imparati a memoria e tentativi di carpirne i segreti.
La morale è che hanno trascritto per mesi senza ricevere l'istruzione aggiuntiva.
Ora tu potrai dirmi "Sta all'allievo capire cosa farne e come farne".
Siamo punto e a capo dunque: Che il jazz sia per pochi eletti? O non si vuole ammettere che non lo si sa spiegare nel 90% delle situazioni e si lascia lo studente solo? A che serve il conservatorio jazz dunque?
Raptus 24-07-23 18.02
@ CoccigeSupremo
WTF_Bach ha scritto:
1) ascoltare i grandi e “fare come loro”

WTF_Bach ha scritto:
2) “esplorare”, tenere ciò che ci piace e lasciar andare ciò che non ci piace.

WTF_Bach ha scritto:
3) trascrivere i soli dei grandi


Il punto è che tutti i "maestri" ti dicono questo. Il problema è che non segue mai un punto 4.
Ho vissuto 2 conservatori, e le problematiche di chi aveva difficoltà erano le stesse: Queste 3 grandi verità (e anzi, a dirla tutta, molti si soffermano solo sul primo e terzo punto, via la creatività "perchè non sei in grado di essere creativo ora") le conoscono tutti in ambito teorico, ma senza una guida che ti porta al passo successivo non so quanto si riesce ad andare avanti.

Ho visto ragazzi e ragazze trascrivere soli e ascoltare jazz, arrivavano di fronte al prof con fogli e controfogli, con soli imparati a memoria e tentativi di carpirne i segreti.
La morale è che hanno trascritto per mesi senza ricevere l'istruzione aggiuntiva.
Ora tu potrai dirmi "Sta all'allievo capire cosa farne e come farne".
Siamo punto e a capo dunque: Che il jazz sia per pochi eletti? O non si vuole ammettere che non lo si sa spiegare nel 90% delle situazioni e si lascia lo studente solo? A che serve il conservatorio jazz dunque?
A parte la sviata sul rap, che lì dovrei dissentire perché se pur underground anche in Italia abbiamo avuto notevoli spunti (lascia perdere la spazzatura di adesso), per il resto mi ritrovo perfettamente in quello che dici.

Non capisco comunque questo astio o voler per forza andare contro a qualcuno che semplicemente dimostra di spiegarsi meglio di altri o almeno di farsi capire...

Bob_Braces 24-07-23 18.41
@ Asterix
Capisco ma penso che il paragone non regga.
Puoi imparare a suonare per imitazione, imparando i movimenti, copiando delle armonie, etc, ma ti mancherà la consapevolezza.
Certo ci sono pianisti che hanno una innata sensibilità armonica, swing, pronuncia, etc, ma non sarebbero in grado di spiegare perché: penso ad Errol Garner che non sapeva leggere la musica, ma sono eccezioni.
Spiegare non è così innato come parlare, se dovessi spiegare che cosa è e come si usa un congiuntivo a una persona che studia italiano ci dovrei ragionare un po'.
A questo punto conviene prendere libri con brani completamente notati nelle 2 chiavi, come ad esempio gli studi di Oscar Peterson e cominci a farti pronuncia, orecchio, provi a metterci un po' di swing.

Ho visto il video "Armonia in 10 minuti - record personale".
Afferma che un accordo di settima diminuita è formato da una successione di "tre terze bemolli", che già è una espressione che non mi piace, poi dice "Do, Mib, Solb, La" che di per sé non sarebbe sbagliato...se si trattasse dell'accordo di La diminuito e non Do diminuito, come lo dice lui è un accordo diminuito con 6' aggiunta.
E poi dice che risolve o un semitono sopra o un semitono sotto; un semitono sopra ok, ma un semitono sotto non mi trovo.
Non so, meglio a questo punto non spiegarlo.

Io direi che un accordo diminuito si costruisce sul 7' grado di una scala minore armonica e risolve sulla tonica (solitamente minore) in quanto contiene il tritono della scala. Es: scala di re minore: Do# - Mi - Sol - Sib.
Do# Sol è il tritono della settima di dominante di Re.
ENARMONICAMENTE ogni nota può essere considerata una sensibile.
Facendo scendere ogni settima di un accordo diminuito si ottiene la 7' di dominante corrispondente. (In primo rivolto)

Magari è meno immediato, magari ci metti 2 giorni a capirlo.
Ma più corretto e una volta capito sei a posto.

Stefano.
P.S. Sarò così rompiscatole perché insegno in conservatorio?emoemoemoemo
Mi sono spiegato male, e prima non ho citato musicisti proprio per non andare a impelagarsi nella questione del talento (e probabilmente non dovevo nemmeno nominare Coppi e Bartali)
Quello che intendevo è che ci sono milioni di persone nel mondo che si divertono come matti ad andare in bicicletta senza sapere nulla (o sapendolo in modo molto approssimativo) delle leggi che governano il moto. La gran parte di loro non ha nessuna ambizione di partecipare al Tour de France (che comunque si può vincere senza sapere nulla di fisica...), e davvero non vedo nulla di criticabile in questo.
Allo stesso modo, ci sono molte persone a cui piace suonare e che desiderano approcciarsi a un certo linguaggio (in questo caso il jazz) e iniziare a divertirsi con questo stesso linguaggio. In casi del genere, personalmente non mi sembra un tabù usare certe scorciatoie per arrivare "prima" ad avere qualche soddisfazione. Insomma, per come la penso io, non sempre e non necessariamente la "scorciatoia" è sinonimo di faciloneria, dipende da molte variabili. Quello di cui sono convinto nel caso specifico del jazz è che non sia vero che se uno inizia con l'approccio "pragmatico" successivamente non sia in grado, se interessato (ma questa è un'ovvietà), a recuperare i concetti dell'approccio "classico". E se l'approccio classico non gli interessa, può arrivare in ogni caso ad ottimi livelli.
Io il conservatorio l'ho iniziato negli anni 80 e l'ho finito nei 90. L'armonia l'ho imparata come l'hai spiegata tu ,con un insegnate tutto sommato piuttosto bravo, ma allora, da ragazzetto, nemmeno mi ponevo il problema che si potesse fare in altri modi. Non so se ora le cose sono cambiate, ma con l'occhio di oggi all'epoca in Conservatorio di didattica strutturata e/o di pedagogia non c'era traccia. Le cose si insegnavano così "perché sì", e la gran parte degli insegnanti, che aveva come unico titolo di studio un diploma nel proprio strumento (che molte volte voleva dire ignoranza crassa di tutto quello che non fosse musica), nemmeno si poneva il dubbio che gli stesse concetti si potessero spiegare in modo diverso.
giosanta 24-07-23 18.49
Bob_Braces ha scritto:
... Allo stesso modo, ci sono molte persone a cui piace suonare e che desiderano approcciarsi a un certo linguaggio (in questo caso il jazz) e iniziare a divertirsi con questo stesso linguaggio. In casi del genere, personalmente non mi sembra un tabù usare certe scorciatoie per arrivare "prima" ad avere qualche soddisfazione...

Condivido.
Sbaffone 24-07-23 19.09
La motivazione di quel modo di spiegare è arrivare dal punto a al punto b nel minor tempo (mentale) possibile, questo perché mentre si suona bisogna essere immediati, sono tutti trucchi “specialmente quelli visivi” (il pianoforte ha questo vantaggio rispetto ad altri strumenti) che uso anche io.
paolo_b3 24-07-23 19.18
@ CoccigeSupremo
paolo_b3 ha scritto:
L'ho già detto e lo voglio ripetere, vediamo se qualcuno mi può aiutare a capire. Noi siamo nati in Italia, il Jazz non è nella nostra cultura e quindi dobbiamo accontentarci di suonarlo male. Lo suono già malissimo senza seguire nessun corso.

Non ho detto che dobbiamo accontentarci di suonarlo male, dico solo che il jazz (inteso come quello suonato nei locali di New York) "non ci appartiene", quindi dovremmo trattarlo con la nostra sensibilità e la nostra cultura al fine di renderlo appunto "italiano", cosa che fino a qualche decennio fa riscontravo (Con i vari Modugno e Carosone), mentre oggi vogliono tutti esser Bud Powell senza scavare nella propria identità culturale. Imho emo
A parte che per rendere il Jazz italiano bisognerà almeno conoscere quello americano, ma non andiamo troppo per il sottile.
Io non conosco Silvestro, non ho seguito mai i suoi tutorial, forse se lo avessi fatto sicuramente mi avrebbe giovato, questo per dire che non ce l'ho con lui. Ma ho letto "infatti non insegna lo swing perchè dice che siamo Italiani e dovremmo affrontare la musica all'Italiana" Ora secondo te Carosone e Modugno non avevano swing?
Lo swing, inteso come la cadenza tipica del Jazz è una consuetudine imprescindibile, se non hai swing manchi all'appuntamento. Tutto lì.
CoccigeSupremo 24-07-23 19.49
paolo_b3 ha scritto:
A parte che per rendere il Jazz italiano bisognerà almeno conoscere quello americano,

Esattamente, per poi farne una versione personale, legata alla cultura italiana. In questo Carosone (Come Modugno) sono stati dei geni.

paolo_b3 ha scritto:
Ma ho letto "infatti non insegna lo swing perchè dice che siamo Italiani e dovremmo affrontare la musica all'Italiana"

Diciamo che detta cosi è un po' semplificata, ma in generale, per come ho interpretato io le sue parole, spinge a non fuggire dalle proprie origini per sposare totalmente una cultura lontana da noi, ed anzi, sprona ad abbracciare la propria italianità senza rinnegarla.

Tante volte nei suoi video dice "Ma perchè mi chiedete se questa nota va bene qua o se quest'accordo va bene li? Ma le orecchie non le avete? L'orecchio è tutto".

paolo_b3 ha scritto:
Ora secondo te Carosone e Modugno non avevano swing?

Eccome se lo avevano, ma prova a sentire Dean Martin che canta volare e poi ascolta Modugno, e al di la dell'ovvia differenza timbrica, dimmi se non ci senti (Anche tu perlomeno, perchè io si) una differenza in termini di timing e swing.
Dean Martin
Modugno

Non so dirti perchè, ma per me è palese che uno viene da una cultura di stampo swing americano decennale mentre l'altro è molto più "spigoloso" come da cultura italiana (concedimi il termine spigoloso), fermo restando che entrambi "hanno swing" emo

Anche la versione di Ella mi da questa sensazione:
Ella

paolo_b3 ha scritto:
Lo swing, inteso come la cadenza tipica del Jazz è una consuetudine imprescindibile, se non hai swing manchi all'appuntamento. Tutto lì.

Su questo concordiamo.
WTF_Bach 24-07-23 19.49
@ CoccigeSupremo
WTF_Bach ha scritto:
1) ascoltare i grandi e “fare come loro”

WTF_Bach ha scritto:
2) “esplorare”, tenere ciò che ci piace e lasciar andare ciò che non ci piace.

WTF_Bach ha scritto:
3) trascrivere i soli dei grandi


Il punto è che tutti i "maestri" ti dicono questo. Il problema è che non segue mai un punto 4.
Ho vissuto 2 conservatori, e le problematiche di chi aveva difficoltà erano le stesse: Queste 3 grandi verità (e anzi, a dirla tutta, molti si soffermano solo sul primo e terzo punto, via la creatività "perchè non sei in grado di essere creativo ora") le conoscono tutti in ambito teorico, ma senza una guida che ti porta al passo successivo non so quanto si riesce ad andare avanti.

Ho visto ragazzi e ragazze trascrivere soli e ascoltare jazz, arrivavano di fronte al prof con fogli e controfogli, con soli imparati a memoria e tentativi di carpirne i segreti.
La morale è che hanno trascritto per mesi senza ricevere l'istruzione aggiuntiva.
Ora tu potrai dirmi "Sta all'allievo capire cosa farne e come farne".
Siamo punto e a capo dunque: Che il jazz sia per pochi eletti? O non si vuole ammettere che non lo si sa spiegare nel 90% delle situazioni e si lascia lo studente solo? A che serve il conservatorio jazz dunque?
Hai ragione. Il metodo del punto 4) lo insegnano in pochissimi perché sono pochissimi ad averci messo il tempo, il talento e la fatica di svilupparlo.

Ci sono maestri che avendo un talento molto pronunciato hanno imparato col metodo 1) e, parzialmente, col punto 3); sanno suonare improvvisare ma non sanno il perché. Quindi possono insegnare solo ad allievi talentuosi come loro.

Poi ci sono “maestri” che suonano per frasi fatte (tipico metodo patternistico insegnato alla Berkeley) e non solo non sanno insegnare l’improvvisazione, non sono nemmeno in grado di improvvisare realmente.

Dado Moroni è il classico esempio del tipo 1): ha imparato assorbendo come una spugna, ed ha sviluppato una capacità improvvisativa enorme. Ma se ti deve insegnare non sa da dove partire, perché non capisce che quello che per lui è elementare per te potrebbe essere incomprensibile. Ti canta una frase e ti dice di ripeterla - dagli e dagli ti impari la frase, ma non hai capito nulla.

Andrea Pozza è il tipo 4): ti fa capire i principi e ti vi fa lavorar sopra, andando dal semplice al complesso ed ascoltandoti per capire dove hai difficoltà e dove invece stai davvero suonando
giosanta 24-07-23 19.52
Ma guardate che, musica e non solo, essere bravi nel fare una cosa non implica saperla trasmettere.
WTF_Bach 24-07-23 19.54
@ giosanta
Ma guardate che, musica e non solo, essere bravi nel fare una cosa non implica saperla trasmettere.
Bravissimo: se sai fare una cosa ma non sai trasmetterla, non sarai un bravo insegnante. Però la cosa bisogna saperla fare, mi fanno ridere quelli che pretendono di insegnare cose che non sanno fare.
giosanta 24-07-23 19.57
WTF_Bach ha scritto:
... mi fanno ridere quelli che pretendono di insegnare cose che non sanno fare.

e quanti ne sono...
Ovviamente non parlo di didattica musicale, dove la mia competenza è nulla.
paolo_b3 24-07-23 21.02
CoccigeSupremo ha scritto:
Su questo concordiamo.

emo

Carosone
paolo_b3 24-07-23 21.27
CoccigeSupremo ha scritto:
Anche la versione di Ella mi da questa sensazione:
Ella

Ecco senti il voicing dell'intro, qui è evidente la differenza tra noi e loro "sporchi yankee". Una falange mi sa che la darei per avercelo...
WTF_Bach 24-07-23 21.32
Comunque in questo album Silvestro suona dignitosamente

Napoli connection

Non mi fa morire questo modo iper-modale di improvvisare ma il suo lavoro lo fa, le piccole sbrodolature ed imprecisioni sono quasi impercettibili.

Perché non si dica che non sono equanime.
giosanta 24-07-23 21.40
paolo_b3 ha scritto:
Ecco senti il voicing dell'intro, qui è evidente la differenza tra noi e loro "sporchi yankee". Una falange mi sa che la darei per avercelo...

Ti piace vincere facile
Sbaffone 24-07-23 23.57
Ho letto che gli italiani non sanno suonare jazz emo