@ Ovidio
Ha senso continuare a suonare? No, perché il "suonare" è un gesto irrazionale, a cui non si può dare un senso compiuto. È come innamorarsi. Perché ci si innamora? Perché si fanno figli? Etc. C'è una base istintuale che trascende l'aspetto pratico. Quest'ultimo, che potremmo sintetizzare in studio, prove, acquisto strumenti, composizione, etc. è l'atto successivo all'urgenza del suonare.
Il bambino ode la voce della nonna, in lui scatta il desiderio irrefrenabile di vederla e abbracciarla. Sale rumorosamente quattro rampe di scale: la fatica è compensata dall'abbraccio.
Se non si trova più la forza per esprimere l'atto, probabilmente è svanita l'urgenza di esprimerlo, oppure la musica non è più il medium adatto: in tal caso si può provare con le arti figurative o plastiche, il ballo o altre forme creative.
Nel tuo caso direi la poesia
A parte gli scherzi, condivido! A me ultimamente costa moltissima fatica programmare i suoni, preparare i brani (be', in realtà quelli che stiamo facendo posso suonarli ad occhi chiusi, tutta roba semplice), trasportare gli strumenti, ascoltare le rimostranze della signora per quelle poche volte al mese in cui ritorno a casa un po' più tardi del solito, ma poi quando comincio a suonare con i miei amici, sia in sala prove che su qualche palco, passa tutto e mi godo due ore di soddisfazione assoluta. Quindi no, nonostante i problemi non smetto!