Le vostre dita non appoggiano sul legno.
Appoggiano sulla plastica, o avorio sintetico che dir si voglia.
Non c'è quindi nessun contatto fisico col legno.
Ma allora a che serve il legno?
Il legno serve a fare esattamente ciò che fa su un piano acustico.
Vi siente mai chiesti perchè un piano acustico ha il tasto in legno?
E perchè non in plastica?
Che cambia?
E' sempre un piano acustico, non certo un digitale.
Però si usa il legno, che strano.
Qualcosa quindi ci sarà.
La vera motivazione del perchè si usa il legno va ricercata solo in una questione di "massa" e di "flutting".
Il legno ha una massa diversa dalla plastica.
Una leva in legno (il tasto è una leva) è diversa da una leva in plastica.
Le masse si comportano diversamente.
Un pezzo di legno pieno (legno da tasto si intende) pesa meno rispetto a un pezzo di plastica piena.
Questo consente di ottimizzare la meccanica in modo da avere un bilanciamento "tattile" della leva più piacevole rispetto alla plastica.
Insomma è difficile da spiegare.
Tutto il gruppo tasto costituisce una leva meccanica dotata di inerzia, bilanciamenti, resistenze al movimento, molle, e flutting (micro vibrazioni, risonanze, etc).
Il legno, per sua conformazione naturale (massa, fibra, etc) consente di ottenere un gruppo leva/meccanica dal comportamento "naturale".
Questa caratteristica si trasmette alle dita del pianista il quale trova piacevolezza nel suonare quella tastiera.
Se eliminiamo il legno (parlo di piano acustico eh!) e lo sostituiamo con la plastica otteniamo un comportamento generico più "fastidioso".
Il tasto e la meccanica concepita per il legno non si comporta altrettanto bene con la plastica, rimane "ingannata", sfasata, insomma funziona male, non è più come prima.
Questo perchè appunto è tarata per il legno, per la sua massa, per la sua inerzia.
La plastica è diversa, ha massa ed inerzia diversa, quindi la meccanica va completamente riprogettata per quel sistema.
Oppure... si alleggerisce la plastica, "scavandola" dentro il tasto.
Ma così facendo il tasto perde compostezza, non è più un corpo pieno, è un corpo cavo.
E con esso si inducono fenomeni di flutting (micro vibrazioni parassite) maggiori, che il dito recepisce, e gli dà quella sensazione di "mancanza di peso", di "cavo", di "vuoto".
Usare quindi il legno nei digitali è un accorgimento per cercare di avvicinare il movimento fisico del tasto al movimento fisico del tasto in legno.
Ossia cercare di ricreare quelle masse, inerzie, e flutting, tipico del tasto in legno di un pianoforte acustico.
Ma c'è un problema.
La meccanica di un digitale è molto diversa dalla meccanica di un acustico.
Per cui se da una parte (usando il legno) si ricreano le stesse masse ed inerzie del piano vero, dall'altra la meccanica (intesa proprio come parte meccanica) non è uguale, risponde in modo molto diverso, è un "accrocchio" (un accorgimento).
I vantaggi del tasto in legno vengono quindi vanificati dalla meccanica artificiosa.
Il risultato è che il pianista noterà (se lo noterà) un impercettibile cambiamento sensoriale tra tasto in legno pieno e tasto in plastica piena.
Ma non certo un risultato eclatante come ci si potrebbe aspettare mettendo un tasto in plastica (anzichè in legno) su un piano acustico!
Lì la differenza tra i due materiali sarebbe estremamente evidente, si sentirebbe subito.
Nei digitali è veramente minima, e spesso non dipende dal legno, ma solo dalla taratura della meccanica.