Ma che succede ?

johnny81 14-08-14 00.07
@ anonimo
Non offenderti ma trovo ciò che hai scritto di una superficialità e di un bigottismo senza pari. Le tue sono le stesse parole stampate in bocca a tanti colleghi musicisti o musicofili che da un pò di tempo a questa parte, preferiscono sparare a zero sui locali e sui dj anziché fare sana autocritica collettiva.

Punto primo: i dj costano meno? Sei sicuro? Conosco personalmente dj che prendono anche 400 euro a serata, senza essere per forza Gabry Ponte (ma cmq puntando sulla creatività), e che investono in home studio professionali, non la semplice scheda audio e pc da 100 euro.

E poi basta generalizzare con l'equazione dj = mp3, forse questo lo fa tuo nipote di 12 anni, la maggioranza dei dj acquista brani su Itunes o compra i cd o - ancora meglio - effettua propri remix di brani attuali; o ancora compone brani propri (esistono anche dj che conoscono la musica). Fatti un giro su soundcloud o altre piattaforme di music sharing e poi te ne renderai conto, se vuoi rendertene conto.

Semmai sono certi coveristi che, una volta scaricata la base midi, isolano una traccia, la convertono in mp3 e la usano come sequenza per fare a meno di altri musicisti (così la fetta del cachet è più alta). Non è questa una cosa più squallida del dj 15enne che scarica mp3? Che dire poi di molti pianobaristi, anche diplomati in conservatorio, che usano le basi scaricate perché tanto "la GGente merita questo" o per motivi simili? Non è una cosa orribilmente spocchiosa? Poi vi lamentate se a voi preferiscono il dj.

Infine, ancora questo falso mito dei locali e della loro colpa. La colpa è dei musicisti che non sanno proporre niente di nuovo, se non cover dei soliti 100 brani o tribute dei soliti 10 gruppi che ormai conoscono anche i sassi.
I locali pagavano poco anche prima (anni 90 e 2000), i cachet e rimborsi spese erano più o meno proporzionati alla proposta creativa degli intrattenitori. Oggi tali proposte sono semplicemente diventate obsolete, e le rifiuta anche un pubblico tradizionalmente conservatore com'è quello italiano.

Per cui, dalla crisi non se ne esce "parlandone agli amici etc" ma proponendo delle novità, altrimenti, se l'unica cosa che resta è la consolazione nel parlar male dei dj e dei locali, la situazione andrà versando sempre peggio.

Questo vale per la musica come per altri settori lavorativi.
Punto primo: nella maggior parte dei casi, un dj non famoso prende dai 100 ai 200euro a serata (conosco anche dj che escono per molto meno), una band professionale costa dai 500euro in su solo di cachet netto senza contare enpals, fonico, impianto audio efficiente, etc

Punto secondo: oggi chiu que può spacciarsi per dj, basta comprare i brani su itunes a 0,99 euro e poi mixarli usando i tastini Sync Cut Paste etc dei programmini come Traktor e simili, una volta i dj andavano di vinili comprando ogni fine settimana dischi su dischi nei negozi di musica ed investendo un sacco di soldi.

Punto terzo: in giro ci sono migliaia di artisti e bands che fanno musica inedita ma se ti proponi in discoteca la risposta sarà sempre la stessa "o fai musica conosciuta e commerciale o fuori dalle balle". In Italia nessuno dà spazio alla musica nuova semplicemente perché alla gente non gliene frega nulla e vuole solo ascoltare la.merda che passano in tv o alle radio.

Punto quarto: esci una di queste sere, fatti un giro in un paio di discoteche e pubs e vedi realmente com'è la situazione invece di parlare di aria fritta e non sapere come vanno le cose.
lucabbrasi 14-08-14 14.43
...si, ok Spectrum, posso anche capire....ma non mi venire a dire che a Istanbul il violinista o il pianista reading sono fenomeni "mainstream", perche' non ci credo, punto.
Ve ne saranno certamente di piu' che in Italia, ma in fondo tutto il mondo e' paese...pertanto, anche a Los Angeles ci saranno i terribili locali karaoke, i posti dove si esibiscono cover band, e le disco dove non cade di moda il tzunz tzunz....

non spacciamo il sushi come la nuova moda che soppianta la buona vecchia pappardella al cinghiale....molti si riempiono la bocca di nuove fenomenologie, ma in fondo si ritorna poi tutti back the roots, e back su quello che ci garba di piu'....e non penso che a Berlino migliaia di persone passino tutte le sere a sentire readings col pianista che suona sotto "I talk to the wind".....(ovviamente ho tutti i dischi dei Crimson, beninteso...)
anonimo 14-08-14 20.39
@johnny81
L'aria la friggi te con le tue cover per molleggiati domenicali.
Inoltre la discussione era argomentata sul pubblico delle piazze e dei pub, di sicuro più esigente di quello delle discoteche che non sa distiguere un sax da una tromba...

@lucabbrasi
tu e molti altri continuate a vedere il karaoke o il dj come nemici, io (se fossi un coverista) le vedrei delle risorse. Magari per fare una karaoke band, oppure un progetto insieme a un dj.
Cover band dei Simple Minds: forse se ci aggiungi qualcosa di tuo potrebbe essere interessante e non fine a sé stessa, che so... una proiezione durante lo show, una danzatrice... niente di fantascientifico.
Oppure uscire dai locali e creare una propria location, che può dare un'impronta particolare al progetto.
Non è necessario essere in 20 elementi, si può essere anche un duo.

Per esemplificare, un esempio dei tanti fattibili:
https://www.youtube.com/watch?v=PLDBMFczmII

Ora mi cheto. Saluti.
lucabbrasi 14-08-14 21.39
....ma non sono certo io il problema: l' ultima cosa che avevo tentato di metter su era una cover funk con solo dei loop al posto della batteria. Quando suonavo jazz-funk strumentale, proiettavamo degli slide show con immagini mito degli anni 70....figurati se non sono aperto...il problema sono GLI ALTRI: pubblico, gestori, osti e ristoratori vari.


(cmq, citarmi una cover acustica dei Pink...dai, su, niente di sconvolgente. Prova a fare i Depeche acustici...)
(e i DJ...trovamelo te uno che si vuole impelagare con dei musicisti...dai su, sii pragmatico....il sogno naif va bene, la realta' e' ben diversa...ognuno cura il proprio orto con i paraocchi...)
anonimo 15-08-14 22.42
lucabbrasi ha scritto:
cmq, citarmi una cover acustica dei Pink...dai, su, niente di sconvolgente


Una banale cover acustica dici? E' una tribute band acustica sui Pink Floyd, con danzatrice, effetti speciali e location studiate a Baratti e Populonia. Persone che hanno preferito cambiare marcia pur di evitare i localini di cui ti lamenti. Se tu di queste situazioni ne vedi tutti i gg in giro per l'Italia, passami i link, non vedo l'ora di ricredermi. Visto che eravamo in tema di cover, ti ho portato un esempio coveristico con un'aggiunta personale, che valorizza la personalità degli ideatori e rappresenta il valore aggiunto a cui deve puntare chi è stufo di suonare davanti al pubblico dei luoghi "ameni".

lucabbrasi ha scritto:
sii pragmatico....il sogno naif va bene


Nessun sogno. C'è più di un dj qui nella mia zona che produce con vari musicisti, e non abito certo a New York. Per questo ti ripeto e sottolineo che SE VUOI PUOI.

lucabbrasi ha scritto:
il problema sono GLI ALTRI: pubblico, gestori, osti e ristoratori vari


E tu fregatene. Vivi di musica? Mi par di capire che la tua sia principalmente una passione. Allora chi te lo fa fare? Suona la musica che preferisci, elabora progetti, crea 2-3 band a tema, proponile nelle piazze, alle feste e sagre, ai festival giovanili, alle pro loco, agli enti turistici, ai comuni. Suonerai meno ma con cachet + alti e soprattutto suonando ciò che ti diverte alla faccia dei gestori dei locali.... In rete, se vuoi, trovi tutti i contatti del caso. Fantascienza? emo
Edited 15 Ago. 2014 20:47
jacus78 16-08-14 00.33
raga scusate ma io non ci credo che su da voi non ci sia un misero locale un pò più serio degli altri....un locale dove si va per ascoltare un po di buona musica....non saprei...una specie di blue note in piccolo....insomma Firenze è la culla della musica, a qualche decina di km siena....insomma non esiste un localebin cui non si ascolti solo tunztunz e vascobue?
lucabbrasi 16-08-14 10.29
...jacus, ti confermo che qua a Firenze e' merd@ totale....
Michele76 18-08-14 14.48
Il concetto del mio intervento (che non vuole offendere nessuno né tantomeno vuol fare il parallelo: "quindi sei un hobbista" in senso negativo, ci mancherebbe) è che appunto in giro a suonare sto notando molti meno hobbisti e molta più gente che di solito (e giustamente) si etichetta come professionista, perché lavora magari solo con la musica. In questo senso è anche un lato positivo. Si sarebbe automaticamente "imposto" il musicista che lo fa di lavoro, anche se molti cosiddetti hobbisti possono essere fenomeni ma non sono "professionali" per altri frangenti.

Vari che conosco stanno lavorando anche non "di più" ma molto di più ultimamente, avendo seminato per anni, è chiaro, sia con lo studio che con le collaborazioni.

Probabilmente la situazione negativa ha anche da una parte filtrato in questo senso la scena della musica live. Ci sono hobbisti bravissimi ed è un peccato che non trovino da suonare, ma è altrettanto vero che in una situazione hobbistica vengono fuori le difficoltà nel tenere il gruppo, nell'organizzarlo e nel farlo funzionare bene, invece chi ne sta facendo la propria professione lavora in un altro modo, con un'altra disciplina, con la conseguenza che chi non è serio viene subito scartato e rimane fuori dal giro, non disturbando chi ha buone intenzioni e lavora bene, ma quel posto così liberato va subito rimpiazzato da un'altra figura affidabile, altrimenti non vai a lavorare.
Dunque le cose in fondo riescono a funzionare.

Non è che anche qui ci sia grandissimo movimento, però quei posti da dove arriva della musica di solito offrono un buon intrattenimento di pianobar e non solo, con gente che pur non stupendo sempre con effetti particolari (neanche ce ne fosse bisogno), fa il suo con precisione e tutto fila liscio.
C'è il singolo che fa pianobar con l'arranger, chi lo fa (bene) con chitarra e basi, il duo con contante, il trio jazz/latin, il quintetto jazz, il gruppetto rock che però tutto sommato funziona meno e di conseguenza non se ne trovano molti, perché comunque sono più "rumorosi" e propongono sempre bene o male le solite cose a vita perché il chitarrista vuol fare quel solo con spl150, il tastierista vuol fare quell'intro a tutti i costi.

Gli amici che fanno jazz, se non suonano tutte le sere, poco ci manca.
Certo non si sono improvvisati, lo fanno da sempre crescendo con passione, senza grosse inflessioni verso altro repertorio, e ormai sono "personaggi" noti quindi è una rotazione continua e le richieste ci sono
MarcoC 21-08-14 13.27
La situazione generale è quella che conosciamo tutti ma non credo che si possa dare tutta la colpa all'uno o all'altro.
Dalle mie parti (vedi Napoli e provincia) locali per musica live, soprattutto in città, non ci sono praticamente più.
In provincia c'è ancora qualcosa ma vanno molto le "Tribute Band" perché portano gente.
Quando ti proponi in un locale a Napoli o in zone limitrofe la prima domanda che ti fa il (sedicente) direttore artistico è "quanta gente porti".........l'ultima volta la mia garbata risposta fu "dipende da quanto vuoi pagare, se spendi ti porto anche l'orchestra".
Quando poi ti trovi un tizio (che magari si spaccia anche per musicista perché suona con gli amici in qualche tribute band) che ti fa l'esame, ti chiede le demo, vuole sapere il repertorio, che seguito hai e poi, se gli stai bene ti propone 150€ indipendentemente dal numero di persone, allora (almeno per me) il discorso locali può considerarsi chiuso.
Considerate anche che a Napoli suonare in un locale vuol dire portarsi dietro anche tutta la strumentazione e l'impianto perché nessuno è attrezzato.
Diciamo che secondo me ci sono diversi fattori in gioco:

1. pochi soldi in giro.
2. poca cultura in giro.
3. pochi musicisti in giro.
4. pochi locali in giro (almeno nelle mie zone).
5. troppi "direttori artistici" in giro.
6. troppi "hobbisti-dopolavoristi" in giro.
7. troppe tasse.
8. troppe Jam Session, spesso improvvisate, perché i locali hanno scoperto così che pagando 3 persone si trovano 10 gruppi (gratis) e 200 persone (paganti) nel locale ogni volta.

A Napoli se fai i matrimoni e sei in un buon giro (fuori dalle Agenzie che pagano poco e ti chiamano quando a loro fa comodo) allora qualcosa riesci a fare altrimenti arrotondi le spese se sei fortunato di avere nel gruppo qualcuno che ha amicizie nel giro dei direttori artistici.

p.s. certo che fare il direttore artistico in un pub di merda selezionando tribute band di ragazzini del liceo deve essere una bella soddisfazione.......(si vede che ce l'ho un po' con la categoria?!) emo
anonimo 21-08-14 14.45
Thanks, Spectrum.

Credo che accusare il pubblico di essere ignorante e di non capire la musica ecc. ecc. sia troppo comodo. Mi sembra che sarebbe intellettualmente più onesto considerare l'intrattenimento in una maniera diversa: allo stesso modo in cui non si possono accusare i potenziali clienti di far fallire un'azienda non comprando i suoi prodotti, non ha molto senso accusare il pubblico di non interessarsi alla nostra musica. È tanto l'azienda quanto il musicista che deve rendere appetibile e interessante la propria offerta.
Sia beninteso, che la gente non capisca un cazzo è chiaro (ma spesso non è scema quanto noi crediamo), ma è anche curiosa e si lascia trascinare dalle proposte originali e interessanti, anche se particolari.
E sopratutto: non si tratta di salire su un palco con 5 iPad e un sistema di effetti modulare. Assolutamente. La novità si fa anche con un pianoforte, una chitarra classica. Ma bisogna aprire la mente, avere inventiva, essere originali, rischiare. Spesso solo sapersi proporre bene.
Faccio un esempio: questi ragazzi, nostri compaesani, hanno fregato un po' di idee dalla scena elettronica/drone europea e l'hanno ingentilita in un ambiente più rock/dance. A me non piacciono, li trovo scontati, già sentiti e non aggiungono nulla di nuovo a quanto già sentito, ma si sono ritagliati un loro spazio, hanno offerto al pubblico qualcosa che la stragrande maggioranza non conosceva.
Basta avere occhio e non fossilizzarsi nelle solite robe da tastierista che al 99% hanno riempito le palle a tutti. Basterebbe fare un facile sondaggio anche qui sul forum. Fate tutti o del pianobar da arranger con i soliti brani per andare a suonare ai matrimoni, o suonate nelle solite cover band che hanno stracciato i maroni a tutti (Led Zeppelin, Pink Floyd, Dream Theater e altre robe simili, perché quella era la vera musica, quando gli uomini avevano i capelli lunghi e i pantaloni in pelle da drag queen) oppure siete dei jazzisti-snob. Il massimo dell'avanguardia qui sono i Massive Attack e i Depeche Mode.
E per carità, ognuno deve fare lo stracazzo che vuole, ci mancherebbe ed è giusto così. Se voglio suonare Impressioni di Settembre per il resto dei miei giorni lo faccio, ma non posso pretendere che il pubblico venga a pendere dalle mie labbra: è anche autorizzato ad averne le palle piene.
anonimo 21-08-14 14.57
Michele76 ha scritto:
Gli amici che fanno jazz, se non suonano tutte le sere, poco ci manca.


Purtroppo anche per loro è finita la pacchia. 50 euro a testa nei locali dedicati... molti, per tirar la carretta, sono costretti ad affiancare all'attività musicale un lavoro part-time. Ho visto farlo a jazzisti che fino a 10 anni fa vivevano di sola musica. Mi riferisco al jazzista "medio" ovviamente, non alle scuderie tipo Rava & Co.

Michele76 ha scritto:
quei posti da dove arriva della musica di solito offrono un buon intrattenimento di pianobar e non solo, con gente che pur non stupendo sempre con effetti particolari (neanche ce ne fosse bisogno), fa il suo con precisione e tutto fila liscio.


Forse mi sono spiegato male. Non mi riferivo alla bravura o addirittura al talento di certi pianobaristi e coveristi, che non ho mai messo in discussione. Il mio suggerimento era rivolto a chi si lamenta che dei locali. Ho suggerito di proporre cose nuove, perché probabilmente il pubblico è sazio di ciò che è stato proposto fino ad ora e la formula non funziona più. Volevo dire questo e nient'altro. Quali sono le novità non sta a me dirlo, ho provato a dare qualche indicazione personale (vedi post precedente). Ma la percezione è soggettiva.
Se poi qualcuno ha serate di pianobar che gli traboccano dalle tasche, meglio per lui. Io ho risposto a quelli che si lamentano.
Non so altrove ma qui dalle mie parti il pianobar in senso stretto, è già finito da un pezzo. Agonizza tra i matrimoni e sporadicamente in qualche ristorante ma niente di più. In giro vedo solo orchestrine spettacolo con le loro belle basi (per volere del management, sia chiaro) e DI RADO qualche cover band. I locali preferiscono dj e quelli un pò più "in" investono in sottopagati combo jazz.
Se può essere di supporto alla mia tesi, all'ultima notte bianca decine di locali e negozi hanno organizzato svariati eventi. Gli unici due che avevano proposto pianobar erano v-u-o-t-i. Visti coi miei occhi e con profonda tristezza per coloro che suonavano davanti a nessuno.
Edited 21 Ago. 2014 13:02
Atanvar1990 23-08-14 13.54
Beh oddio dipende dalla zona, da me fra feste della birra, patronali, feste di paese etc si riesce ancora a campare se hai le conoscenze che ti fanno suonare, come in ogni angolo d'Italia imho.emo
ilFlauto 03-09-14 13.06
Ho finito da pochi giorni le serate estive da fine giugno a zonzo tra Olbia e S.Teresa...qui le mie considerazioni:

Ci sono posti o città italiane che indubbiamente sono scivolate nella tristezza assoluta, i locali pagano pochissimo ed ottengono quello perii pagano, ci sono forse altre zone dove ci sono un sacco di buoni musicisti e questo aiuta a mettersi ulteriormente in discussione.

Ho ascoltato quasi tutti i live che sono passati da qualcuno dei locali dove ho suonato anche io ed ho assistito a live belli e diversi, con alla base una buona preparazione a volte un obbiettivo ancora poco chiaro.
Veniamo alla gente:
la gente non vuole sbattimenti! Tolti quei 4 locali dove il pubblico ascolta musica nel vero senso della parola, per il resto la folla vuole essere conquistata da uno schema bello ma facile, non ha voglia di dover impegnare i neuroni, vuole battere il piede ed allo stesso tempo ascoltare roba di un certo tipo, la marchetta , ma non marchetta!!!
battere sui tamburi è medioevale? A me non sembra perché le formazioni che non hanno mai sbagliato sono state quelle più minimal, acustiche, pulite oppure le contaminazioni in cui ciò che suona sotto sia ridotto all'osso altrimenti il lavoro di arrangiamento fatto prima strozza l'esecuzione live...
Il budget dipende dal prodotto e dal lavoro fatto prima, ma in generale credo che se una formazione prepara un prodotto curato nei dettagli può suonare in posti dove si può chiedere la cifra e riempire con quelli dove magari prendi 250-300 euro...però deve essere impeccabile!
In questi due mesi, ho avuto problemi di scaletta nel senso che percepivo un certo calo di tensione nei riguardi di certi brani più ricercati in contrasto con lo scoppione di altri più conosciuti e questo problema non l'ho mai avuto quando durante la serata ho presentato uno dei miei 6-8 brani inediti perché avevano un sound più coerente...
Secondo me il problema è proprio di cultura generale legata sia ai gestori ,ma anche a molti musicisti che non hanno molto senso di autocritica!
Edited 3 Set. 2014 11:08