emidio ha scritto:
ti rigrazio davvero per i complimenti!
Effettivamente io non amo cimentarmi nei suoni di cui sopra, ma intendo il cantare nella maniera in cui lo intendi tu.
E sono al 100% d'accordo con te sul normodotato capellone trasformato dal marketing in genio del pianoforte!
Ma occhio, e questo te lo dico davvero da amico, che non tutto ciò che ci pare "strano" o "diverso" alla fine sia "sbagliato".
Certamente, ma io non dico che sia sbagliato.
Dico solo che non è cantare.
Non per altro ho citato l'esempio degli effetti speciali (vocali) che si usano nel cinema.
Chi fornisce le voci agli zombi, ai mostri, o ad altri personaggi che necessitano di voci strane, non è uno stupido!
E' gente brava, sono vocalist bravi.
Ma cosa centra col cantare?
Fare i versacci è cantare?
E' solo questo che io critico.
Cantare è una cosa, fare i versi un'altra, e non mi piace vedere "comparare" i versacci col canto, ossia che chi fa versacci debba essere definirsi cantante propriamente detto cantante.
Per me non lo è, lo considero niente di meno che un
bravo rumorista, ma non un cantante.
Poi magari costui è anche un vero cantante, tutto può essere.
Ma a maggior ragione gli direi: se sei un vero cantante, dimostramelo!
Ma non è facendo l'orco che mi dimostrerà di esserlo.
emidio ha scritto:
Potrei farti l'esempio del canto tibetano (Demetrio Stratos ne studiò a lungo i segreti per raggiungere la famosa "difonia"), che alle orecchie di noi "occidentali" arriva come una serie di suoni gutturali e gravi, non certo quelle che noi consideriamo "note".
Ok ma il canto tibetano è fatto così, è il loro modo naturale di cantare.
Il nostro è un tantino diverso, e che io sappia non è fare i versi da orco.
Cioè... se vado ad un concerto in cui canta un tibetano è normale che ascolterò cose strane.
Ma se vado ad un concerto in cui canta un milanese e sento fare solo versacci c'è qualcosa che non va.
emidio ha scritto:
O potrei farti anche l'esempio dei canti aracaici arabi e mediorientali, che a noi possono apparire "stonati" semplicente perchè le loro scale cromatiche prevedono i quarti di tono.
E' uguale a quanto sopra.
Gli arabi cantano, non stanno facendo versi da orco, cantano, nel loro modo, nel loro stile, ma cantano.
emidio ha scritto:
Ma se tu mi chiedi: il growl è una forma di canto che ha una sua "dignità" di tecniche esecutive che possono essere insegnate? Io devo per forza risponderti di si.
Secondo me no.
Il growl è una tecnica "rumorista", ossia ti insegna a fare determinati versacci in un determinato modo senza spaccarti la gola.
Ma rimangono comunque versacci, è una tecnica rumorista, non è cantare.
emidio ha scritto:
E ti dico di più: ho da poco partecipato a uno stage straordinario tenuto dal grandissimo prof. Franco Fussi (il foniatra più competente e titolato che abbiamo in Italia), che - tra le tecniche vocali - ha inserito (e spiegato) il growl.
Ma certo: tra le
tecniche vocali.
Ma tecnica vocale non vuol dire necessariamente cantare!
Fare i versi da orco richiede tecnica, lo so bene.
Ma non è cantare, rimangono comunque versacci.
Nel cinema sono usatissimi, all'ordine del giorno, e bisogna saperli fare bene con la
tecnica vocale giusta.
Ma che centra col cantare?