Per essere pragmatici, bisogna scindere il ragionamento:
Da un punto di vista morale (per amore di verità) l'usato è usato e l'ex-demo è un prodotto nuovo ed esposto. La differenza nella garanzia tra nuovo ed ex-demo sta negli eventuali vizi che il prodotto ha "acquisito" nel periodo di esposizione (penso a graffi e simili) che essendo visibili (o, come dice la legge, non occulti), vengono accettati dall'acquirente in corrispettivo allo sconto praticato. Esemplificando, se compro una tastiera ex demo nonostante il graffio sul Do# dell'ottava centrale che ha fatto la synthesista formosa e con le unghia lunghe, dopo non potrò lamentarmene. Se lo stesso graffio esce da una tastiera sigillata, allora potrò invocare la garanzia.
Dal punto di vista dell'acquirente, la situazione mi pare adirittura favorevole: a fronte di un contratto di acquisto di un prodotto ex-demo, la garanzia è di due anni, che decorrono dal momento dell'acquisto dell'acquirente finale (il secondo... come dire

... non quello che ha messo l'annuncio). Se per un periodo è il produttore a coprire i rischi della garanzia (quello calcolato facendo decorrere i due anni dal primo acquisto), per il restante copre il venditore. Sicuramente l'acquirente di un prodotto ex demo ha diritto a due anni di garanzia.
A meno che (e credo che sia la cosa più probabile) il venditore non abbia chiaramente comunicato al nuovo acquirente la natura di "prodotto usato" dello strumento (al di là della pubblicità accallappia-click dell'annuncio) per cui: verità ristabilità e un anno di garanzia (che, con tutta probabilità, è in capo al produttore)