Spartito di Tarkus (ELP)

FranzBraile 13-10-23 16.03
@ giosanta
vin_roma ha scritto:
La cover di Rudess è quanto di più lontano dal pensiero di Emerson. Un altro modo di fare, di pensare, di usare la musica.

Leggo solo ora.
D-I-O-T-I-B-E-N-E-D-I-C-A-!
A me fa ribrezzo anche solo accostare il nome di rudess a quello di Emerson.
Beh guarda/ascolta questa versione.
Secondo me, se c'è un artista che può arrivare a fare i pezzi di Emerson è proprio Rudess.
.... e chiaramente anche la seconda parte
vin_roma 13-10-23 16.42
@ FranzBraile
Beh guarda/ascolta questa versione.
Secondo me, se c'è un artista che può arrivare a fare i pezzi di Emerson è proprio Rudess.
.... e chiaramente anche la seconda parte
Perdonami emo
Guarda che ne è pieno il mondo di gente che suona Tarkus, non è questo il problema (quello tecnico), è questione di aver capito il messaggio.
Rudess, come al solito, usa la piattaforma Tarkus per dimostrare se stesso, non per raccontare.
Per me è freddo e violento e molte cose sono inutili e ridondanti.
Probabilmente stava dimostrando qualche strumento, boh.

Ripeto, non è questione di tecnica (di bravo è bravo) ma di uso del linguaggio musicale.
Per me Tarkus è un animale che sputa, ruggisce, vibra, urla ...e tutto questo Emerson l'ha tirato fuori con uno strumento dell'epoca con la simbiosi Hammond/fantasia.

Personalmente a Roma ne conosco 4/5 che suonano Tarkus (e anch'io all'epoca mi ci divertivo) e altri non la suonano perché non gli interessa o sono fuori epoca.

Per me Rudess può fare il dimostratore.
giosanta 13-10-23 16.57
FranzBraile ha scritto:
Beh guarda/ascolta questa versione...

Rispetto la tua opinione ma non è la mia.

vin_roma ha scritto:
Perdonami
Guarda che ne è pieno il mondo di gente che suona Tarkus...

Ri-concordo integralmente

vin_roma ha scritto:
Guarda che ne è pieno il mondo di gente che suona Tarkus

Meno uno: io, purtroppo.
vin_roma 13-10-23 17.06
vin_roma ha scritto:
Guarda che ne è pieno il mondo di gente che suona Tarkus,

Compreso questa (all'epoca) ragazzina che è pure non vedente: Rachel Flowers
vin_roma 13-10-23 17.14
C'è molto più spirito Emersoniano in questo gruppo che in 20 Rudess messi insieme...
maxpiano69 13-10-23 17.20
@ vin_roma
vin_roma ha scritto:
Guarda che ne è pieno il mondo di gente che suona Tarkus,

Compreso questa (all'epoca) ragazzina che è pure non vedente: Rachel Flowers
Lei è davvero un prodigio (in generale tutti pianisti/organisti non vedenti mi fanno "impressione"), ha anche conosciuto di persona Emerson che considera il suo mentore.
d_phatt 13-10-23 17.22
@ maxpiano69
Quelle triadi di quarte arpeggiate (la prima è F-Bb-Eb, ecc..) , puoi provare diteggiarle tutte come 5-2-1, spostando la mano parallelamente, senza nessuna necessità di articolare 4/5 ma facendo scivolare il 5 da F# a F (sfruttando il fatto che passi da un tasto nero ad uno bianco, quindi viene naturale).

Prova, altrimenti devi fare un po' di "ginnastica" 4-5, di quella degli studi elementari di piano per capirci e poi prova a ripetere in sequenza i due arpeggi F-Bb-Eb (ascendente) e E-B-F# (discendente)

Come esercizio per gli arpeggi per quarte invece, potresti suonare il primo arpeggio di Eruption, salendo per un ottava in scala cromatica ascendente e poi discendente, in modo da abituarti alle varie posizioni delle dita sui tasti bianchi/neri in funzione della tonica.

Ovviamente (come sempre) studiare prima lentamente e poi accelerare, in ogni caso Eruption è davvero difficile da eseguire.
A me in quell'ostinato in sx viene assai più comodo usare il 4 sull'ultima nota (che nel mio spartito è siglata in Gb, ma facciamo che si tratta di un Abbb per non litigare emo), per poi riprendere la prima nota della battuta successiva con il 5. Utilizzo la stessa diteggiatura anche quando più avanti nel pezzo l'ostinato si sposta sul Do. Alla fine però le diteggiature sono cose personali...a me questo gioco anulare-mignolo non crea fastidio, neanche sulla "lunga distanza", e con un po' di allenamento riesco ad eseguirci quel pattern anche a velocità che sinceramente sorprendono me stesso, velocità che però con la parte della dx non riesco affatto a raggiungere emo
Ho aspettato ad intervenire, perché in effetti sono passati un paio d'anni dal periodo in cui mi sono dilettato a studiare Eruption, ma ricordavo bene.

Comunque la cosa che personalmente ho sempre trovato più difficile in Eruption (la studiavo sul pianoforte con la meccanica del pianoforte, il che credo rappresenti una complicazione) è proprio la parte iniziale con la melodia della dx, che fa dei salti che ho sempre trovato molto fastidiosi e scomodi. Per il resto avevo ottenuto una buona solidità nel sottotempo e in un certo periodo raggiunsi delle esecuzioni pulite a velocità quasi piena, ma mai mi sognerei di suonarla in live, sinceramente, il margine che avrei sarebbe inesistente, anzi, negativo... Però è una bella ginnastica per le mani e un ottimo "esercizio" per studiare, oltre al fatto che è un bellissimo pezzo di musica.
maxpiano69 13-10-23 17.24
@ d_phatt
A me in quell'ostinato in sx viene assai più comodo usare il 4 sull'ultima nota (che nel mio spartito è siglata in Gb, ma facciamo che si tratta di un Abbb per non litigare emo), per poi riprendere la prima nota della battuta successiva con il 5. Utilizzo la stessa diteggiatura anche quando più avanti nel pezzo l'ostinato si sposta sul Do. Alla fine però le diteggiature sono cose personali...a me questo gioco anulare-mignolo non crea fastidio, neanche sulla "lunga distanza", e con un po' di allenamento riesco ad eseguirci quel pattern anche a velocità che sinceramente sorprendono me stesso, velocità che però con la parte della dx non riesco affatto a raggiungere emo
Ho aspettato ad intervenire, perché in effetti sono passati un paio d'anni dal periodo in cui mi sono dilettato a studiare Eruption, ma ricordavo bene.

Comunque la cosa che personalmente ho sempre trovato più difficile in Eruption (la studiavo sul pianoforte con la meccanica del pianoforte, il che credo rappresenti una complicazione) è proprio la parte iniziale con la melodia della dx, che fa dei salti che ho sempre trovato molto fastidiosi e scomodi. Per il resto avevo ottenuto una buona solidità nel sottotempo e in un certo periodo raggiunsi delle esecuzioni pulite a velocità quasi piena, ma mai mi sognerei di suonarla in live, sinceramente, il margine che avrei sarebbe inesistente, anzi, negativo... Però è una bella ginnastica per le mani e un ottimo "esercizio" per studiare, oltre al fatto che è un bellissimo pezzo di musica.
Si si, ho solo suggerito una alternativa, anche io mi ero cimentato a studiarla qualche anno fa e non sono sicuro di quale delle due soluzioni usassi, devo dire che ero arrivato ad una discreta coordinazione e la prima parte la eseguivo abbastanza bene. ma poi ho mollato (per fare altro) e se provo a suonarla adesso... lasciamo perdere... emo emo

PS: la diteggiatura rimane la stessa anche quando l'arpeggio si sposta sul DO, certo, anche perchè alla fine il passaggio di cui parliamo è sempre cromatico e nero->bianco (come tasti)
d_phatt 13-10-23 17.27
maxpiano69 ha scritto:
e se provo a suonarla adesso... lasciamo perdere...

Idem...adesso giusto l'ostinato in sx! emo

E ovviamente non sono mai andato oltre Eruption. La parte successiva sarebbe senz'altro più accessibile, dopodiché dalla terza in poi non voglio più saperne niente emo
maxpiano69 13-10-23 17.37
@ d_phatt
maxpiano69 ha scritto:
e se provo a suonarla adesso... lasciamo perdere...

Idem...adesso giusto l'ostinato in sx! emo

E ovviamente non sono mai andato oltre Eruption. La parte successiva sarebbe senz'altro più accessibile, dopodiché dalla terza in poi non voglio più saperne niente emo
"Stones of Years" è bellissima e relativamente più semplice da suonare, quella ogni tanto mi piace ancora accennarla (e ci canto pure sopra... ma solo in privato emo)
d_phatt 13-10-23 17.49
@ maxpiano69
"Stones of Years" è bellissima e relativamente più semplice da suonare, quella ogni tanto mi piace ancora accennarla (e ci canto pure sopra... ma solo in privato emo)
emo

Possiamo concludere dicendo che Tarkus è una cosa...privata emo
MarianoM 13-10-23 22.19
Grazie a Max, e a DPhatt,
La diteggiatura è quella che uso anche io, paradossalmente la triade più difficile è quella in Mi che va tutta su tasti bianchi perché non c'è una guida ma è solo sulla ultima parte quella meno interessante.
Molto interessante anche il discorso del "margine" DPhatt, che mi piacerebbe approfondire e capire come valutarlo
maxpiano69 13-10-23 22.41
@ MarianoM
Grazie a Max, e a DPhatt,
La diteggiatura è quella che uso anche io, paradossalmente la triade più difficile è quella in Mi che va tutta su tasti bianchi perché non c'è una guida ma è solo sulla ultima parte quella meno interessante.
Molto interessante anche il discorso del "margine" DPhatt, che mi piacerebbe approfondire e capire come valutarlo
Comunque oggi ho riprovato a suonarlo e... mi auto correggo: sul E-B-F# discendente usare lo scivolamento del 5 é più scomodo (almeno sul pianoforte), meglio usare un bel 1-2-4

Quindi @marianom bisogna concentrarsi sul migliorare la scioltezza del passaggio 4/5 (aiutandosi con una leggera rotazione del polso, magari)
mima85 13-10-23 23.09
Vedo con piacere che qualcuno ha riesumato questo thread. Con meno piacere ho notato che i due video che avevo linkato nel post originale sono stati rimossi.

Ma provvediamo subito: qui il link ad un video analogo con lo spartito che segue il brano. O forse è addirittura lo stesso di allora, ricaricato sotto un altro profilo.
d_phatt 14-10-23 00.00
Un'altra cosa che vorrei scrivere prima di provare a lanciarmi in ulteriori considerazioni è che l'esecuzione di quegli ostinati in sinistra può sicuramente trarre giovamento dallo studio con le varianti ritmiche, come tante altre cose. Quindi oltre alle classiche varianti di base, un'altra che ad esempio è interessante è questa (ovviamente sempre soltanto a fini di studio): anziché quel 4+3+3/8 (nel mio spartito è segnato un 5/4 che però a mio modesto avviso sarebbe più corretto indicare con un 10/8 diviso appunto 4+3+3) si può provare con un 5/4 normale, quindi un 3+2/4 che cambia gli accenti mezzo forti della seconda parte del pattern, ne rimane solo uno e "dissociato" dal cambio di posizione della mano. La fluidità dei cambi di posizione stessi non potrà che giovarne. Sono tecniche spesso utili per bilanciare la "mano" (in realtà braccia, testa, tutto) in modo da acquisire più a fondo la padronanza tecnica di un determinato passaggio. Poi tanto tornare agli accenti giusti è facile, soprattutto in questo caso che ha un pattern così distintivo.
giosanta 14-10-23 00.21
Tutto interessantissimo.
Non ci arriverò mai ma vi sono grato.
Ciò detto a mio modesto parere questa musica rientra a pieno titolo entro i parametri che ha definito Bernstein*, ovvero è "musica esatta" e va suonata così com'è a partire, ovviamente nei limiti del possibile, dagli strumenti.
Preciso subito poi che è una considerazione nata guardando la partitura, ovvero da nessun intervento in particolare.

* L'unica classificazione che ritengo significativa; musica "esatta" -musica "libera" che, come ha precisato il Maestro stesso, non una distinzione qualitativa ma semplicemente tipologica.
d_phatt 14-10-23 00.31
MarianoM ha scritto:
Molto interessante anche il discorso del "margine" DPhatt, che mi piacerebbe approfondire e capire come valutarlo

Ci sono tante persone molto più qualificate di me per approfondire queste cose, quel poco che io posso dire è che ritengo che ogni musicista abbia dei suoi margini in fase di esecuzione, che chiaramente dipenderanno dal suo stato di forma e dalla difficoltà del pezzo. Sono tante le variabili in gioco, padronanza tecnica, padronanza del brano, abitudine o meno a essere in certe situazioni...maggiore è il margine detenuto sul brano, minore sarà la possibilità di sbagliare qualcosa (non solo i tasti, ma anche le dinamiche, il fraseggio, la pulizia esecutiva, tutto). E sicuramente questo margine tende a diminuire nelle performance live, anche se la bravura sta proprio nel contenere questa diminuzione. Poi chiaramente si parla in media, siamo umani e non robot, ci sono i momenti e le giornate per tutti, ma secondo me quello che fa la differenza di qualità è il livello medio che ognuno riesce a garantire con costanza più o meno sempre.

Poi entrano in gioco tante cose, se ci si dedica alla musica part time o nei ritagli di tempo, non saranno mai le stesse ore di chi la fa a tempo pieno, e magari passa le giornate a mantenere la tecnica, studiare i brani...poi certo, io neanche con 12 ore di studio al giorno diventerei Keith Emerson (che tra l'altro a sua volta faceva a malapena la figura del diligente scolaretto suonando in duo con Oscar Peterson...), però pur dedicando parecchie ore a settimana alla musica studio sempre meno sullo strumento e sarebbe ingiusto nei miei stessi confronti pormi obiettivi che sarebbero fuori luogo rispetto a quello che riesco a studiare adesso, prima ancora che per le mie (poche) capacità. Ad esempio portare Tarkus in live emo
maxpiano69 14-10-23 08.05
@ d_phatt
MarianoM ha scritto:
Molto interessante anche il discorso del "margine" DPhatt, che mi piacerebbe approfondire e capire come valutarlo

Ci sono tante persone molto più qualificate di me per approfondire queste cose, quel poco che io posso dire è che ritengo che ogni musicista abbia dei suoi margini in fase di esecuzione, che chiaramente dipenderanno dal suo stato di forma e dalla difficoltà del pezzo. Sono tante le variabili in gioco, padronanza tecnica, padronanza del brano, abitudine o meno a essere in certe situazioni...maggiore è il margine detenuto sul brano, minore sarà la possibilità di sbagliare qualcosa (non solo i tasti, ma anche le dinamiche, il fraseggio, la pulizia esecutiva, tutto). E sicuramente questo margine tende a diminuire nelle performance live, anche se la bravura sta proprio nel contenere questa diminuzione. Poi chiaramente si parla in media, siamo umani e non robot, ci sono i momenti e le giornate per tutti, ma secondo me quello che fa la differenza di qualità è il livello medio che ognuno riesce a garantire con costanza più o meno sempre.

Poi entrano in gioco tante cose, se ci si dedica alla musica part time o nei ritagli di tempo, non saranno mai le stesse ore di chi la fa a tempo pieno, e magari passa le giornate a mantenere la tecnica, studiare i brani...poi certo, io neanche con 12 ore di studio al giorno diventerei Keith Emerson (che tra l'altro a sua volta faceva a malapena la figura del diligente scolaretto suonando in duo con Oscar Peterson...), però pur dedicando parecchie ore a settimana alla musica studio sempre meno sullo strumento e sarebbe ingiusto nei miei stessi confronti pormi obiettivi che sarebbero fuori luogo rispetto a quello che riesco a studiare adesso, prima ancora che per le mie (poche) capacità. Ad esempio portare Tarkus in live emo
Non posso non quotartelo questo, da cima a fondo (+ thanks) emo
d_phatt 14-10-23 10.42
@ maxpiano69
Non posso non quotartelo questo, da cima a fondo (+ thanks) emo
emo
giosanta 14-10-23 12.24
d_phatt ha scritto:
e ci si dedica alla musica part time o nei ritagli di tempo, non saranno mai le stesse ore di chi la fa a tempo pieno, e magari passa le giornate a mantenere la tecnica, studiare i brani...

Concordo in generale ma sul punto citato si potrebbe aprire un OT enciclpedico. Mi taccio per brevità, dico solo che non è così semplice.