Blues e didattica

vin_roma 24-05-19 13.00
Cyrano ha scritto:
quando non addirittura un'antropologia di fondo


La cadenza dell'accordo sul IV grado che risolve sul I si chiama "plagale", istintivamente è diventata la chiusura per eccellenza della nostra musica liturgica proprio per il suo carattere intimo e meditativo
...il blues si può dire che sia l'apoteosi del carattere plagale, di quella forma di assonaza fisica e naturale dove il "figlio" (fondamentale) viene giustificato e ammesso dal "padre" (sottodominante, in pratica la frequenza che fisicamente produce l'armonico fondamentale, il I grado) e senza contare le innumerevoli volte che il blues nasconde la sfacciataggine delle terze maggiori rendendole minori anche quando la logica non lo ammetterebbe, come un velo che copre un viso troppo luminoso per l'occasione, come un lamento di chi non può spingersi troppo in alto per il dolore e stona calando...

...questa potrebbe essere una sintesi della radice del blues anche se è solo una mia idea, ma chi ha fatto il blues certamente non sapeva nulla di queste teorie ...l'ha fatto e basta con la spinta "antropologica". La decodifica si fa dopo e, anche fosse giusta la mia teoria, non è conoscendo questa che poi si diventa bluesman...

Cyrano ...non mi dirai che tu sei jazzista (e lo sei!) solo perché ti sei messo di buzzo buono a studiare le teorie che ti insegnavano?
Pianolaio 24-05-19 13.23
zaphod ha scritto:
metti un disco e suonaci sopra.

Sono d'accordo anche io.
All'inizio se non hai pratica e se il linguaggio Blues non ce l'hai bene in testa è probabile che suonerai frasi per te banali legate alla pentatonica. Ma suonando in modo continuo anche sulla stessa traccia unisci la pratica all'ascolto. E fidati che prima o poi ti renderai conto che dalle prime volte anche il tuo modo di suonare sarà cambiato.

Cyrano ha scritto:
usare sia la pentatonica maggiore che quella minore

E con l'esperienza imparare a fonderle insieme

Cyrano ha scritto:
bandire virtuosismo ed aleatorietà, suonare semplice, intenso, preciso, avendo qualcosa da dire

D'accordissimo!
I virtuosismi ci possono stare ma non devono essere la base del linguaggio musicale.
Soprattutto nel Blues classico possono essere brevi momenti di colore.
Io consiglio di allenarsi molto su Blues lenti, in modo da essere obbligati a cercare frasi non virtuosistiche ma, anzi, a costruirle con poche note anche vicine e della giusta durata.
Inizialmente questo sarà paradossalmente molto più difficile che suonare scale velocissime. Ma col tempo fidati che le stesse frasi ti verranno naturalmente in mente prima ancora che sulle dita.
Col tempo potresti poi sperimentare i vari stili di Blues, fino ad arricchire il tuo stile con sonorità jazz, ma questo secondariamente. E non è per forza obbligatorio anche se forse è probabile che prima o poi sentirai il desiderio di assimilare altri linguaggi e fonderli insieme per creare un tuo stile personale.
Soprattutto in fase di studio però, e non solo, le frasi lente e semplici sono la base.
Raptus 24-05-19 14.02
@ vin_roma
Cyrano ha scritto:
quando non addirittura un'antropologia di fondo


La cadenza dell'accordo sul IV grado che risolve sul I si chiama "plagale", istintivamente è diventata la chiusura per eccellenza della nostra musica liturgica proprio per il suo carattere intimo e meditativo
...il blues si può dire che sia l'apoteosi del carattere plagale, di quella forma di assonaza fisica e naturale dove il "figlio" (fondamentale) viene giustificato e ammesso dal "padre" (sottodominante, in pratica la frequenza che fisicamente produce l'armonico fondamentale, il I grado) e senza contare le innumerevoli volte che il blues nasconde la sfacciataggine delle terze maggiori rendendole minori anche quando la logica non lo ammetterebbe, come un velo che copre un viso troppo luminoso per l'occasione, come un lamento di chi non può spingersi troppo in alto per il dolore e stona calando...

...questa potrebbe essere una sintesi della radice del blues anche se è solo una mia idea, ma chi ha fatto il blues certamente non sapeva nulla di queste teorie ...l'ha fatto e basta con la spinta "antropologica". La decodifica si fa dopo e, anche fosse giusta la mia teoria, non è conoscendo questa che poi si diventa bluesman...

Cyrano ...non mi dirai che tu sei jazzista (e lo sei!) solo perché ti sei messo di buzzo buono a studiare le teorie che ti insegnavano?
Io davo per scontato che questo tipo di musica prima di suonarla andasse "sentita". Che poi è un discorso profondo che potrebbe valere anche per quasi tutti i generi, chiaro che devi sentire quello che suoni e devi voler dire qualcosa.
Però scusatemi non riesco a capacitarmi che gente diplomata/laureata in musica (siete tutti conservatoristi!) vada a dire che per fare blues non serva "saperne" di musica... a parte la retorica mi sembra proprio assurdo...come per il mio campo quando si dice che per programmare bene non serve essere laureati, sicuramente esistono le menti geniali ma se qualcuno ti insegna il percorso giusto, ti fa entrare nella mentalità e ti da i mezzi sia mentali che tecnici per poter lavorare non è forse meglio?
Sennò tutti saremmo geniali in tutto, non esisterebberlo scuole etc.
Il blues stesso è stato "tramandato", se era solo uno stato d'animo cosa avrebbero avuto da tramandare? Sarebbero tutti fermi a fare solo il 12 bars in Do!
Dai andiamo...
anonimo 24-05-19 14.08
@ vin_roma
Cyrano ha scritto:
quando non addirittura un'antropologia di fondo


La cadenza dell'accordo sul IV grado che risolve sul I si chiama "plagale", istintivamente è diventata la chiusura per eccellenza della nostra musica liturgica proprio per il suo carattere intimo e meditativo
...il blues si può dire che sia l'apoteosi del carattere plagale, di quella forma di assonaza fisica e naturale dove il "figlio" (fondamentale) viene giustificato e ammesso dal "padre" (sottodominante, in pratica la frequenza che fisicamente produce l'armonico fondamentale, il I grado) e senza contare le innumerevoli volte che il blues nasconde la sfacciataggine delle terze maggiori rendendole minori anche quando la logica non lo ammetterebbe, come un velo che copre un viso troppo luminoso per l'occasione, come un lamento di chi non può spingersi troppo in alto per il dolore e stona calando...

...questa potrebbe essere una sintesi della radice del blues anche se è solo una mia idea, ma chi ha fatto il blues certamente non sapeva nulla di queste teorie ...l'ha fatto e basta con la spinta "antropologica". La decodifica si fa dopo e, anche fosse giusta la mia teoria, non è conoscendo questa che poi si diventa bluesman...

Cyrano ...non mi dirai che tu sei jazzista (e lo sei!) solo perché ti sei messo di buzzo buono a studiare le teorie che ti insegnavano?
certamente no...ho ascoltato il jazz, l'ho amato (proprio perchè la mia antropologia sottostante è jazz)...ma poi l'ho anche studiato emo
anonimo 24-05-19 14.09
@ Raptus
Io davo per scontato che questo tipo di musica prima di suonarla andasse "sentita". Che poi è un discorso profondo che potrebbe valere anche per quasi tutti i generi, chiaro che devi sentire quello che suoni e devi voler dire qualcosa.
Però scusatemi non riesco a capacitarmi che gente diplomata/laureata in musica (siete tutti conservatoristi!) vada a dire che per fare blues non serva "saperne" di musica... a parte la retorica mi sembra proprio assurdo...come per il mio campo quando si dice che per programmare bene non serve essere laureati, sicuramente esistono le menti geniali ma se qualcuno ti insegna il percorso giusto, ti fa entrare nella mentalità e ti da i mezzi sia mentali che tecnici per poter lavorare non è forse meglio?
Sennò tutti saremmo geniali in tutto, non esisterebberlo scuole etc.
Il blues stesso è stato "tramandato", se era solo uno stato d'animo cosa avrebbero avuto da tramandare? Sarebbero tutti fermi a fare solo il 12 bars in Do!
Dai andiamo...
Infatti mi pare di aver detto che bisogna studiare...purtroppo se non c'è l'animo blues, non basta studiare
vin_roma 24-05-19 14.14
@ Raptus
Io davo per scontato che questo tipo di musica prima di suonarla andasse "sentita". Che poi è un discorso profondo che potrebbe valere anche per quasi tutti i generi, chiaro che devi sentire quello che suoni e devi voler dire qualcosa.
Però scusatemi non riesco a capacitarmi che gente diplomata/laureata in musica (siete tutti conservatoristi!) vada a dire che per fare blues non serva "saperne" di musica... a parte la retorica mi sembra proprio assurdo...come per il mio campo quando si dice che per programmare bene non serve essere laureati, sicuramente esistono le menti geniali ma se qualcuno ti insegna il percorso giusto, ti fa entrare nella mentalità e ti da i mezzi sia mentali che tecnici per poter lavorare non è forse meglio?
Sennò tutti saremmo geniali in tutto, non esisterebberlo scuole etc.
Il blues stesso è stato "tramandato", se era solo uno stato d'animo cosa avrebbero avuto da tramandare? Sarebbero tutti fermi a fare solo il 12 bars in Do!
Dai andiamo...
Ciò che si studia, forse solo nelle materie artistiche, è la decodificazione dell'istinto e con essa non impari a generarla l'arte ma solo a riprodurla.

vin_roma 24-05-19 14.18
@ anonimo
certamente no...ho ascoltato il jazz, l'ho amato (proprio perchè la mia antropologia sottostante è jazz)...ma poi l'ho anche studiato emo
...per migliorare quello che già c'era o che avevi bisogno di esprimere.
vin_roma 24-05-19 14.19
@ anonimo
Infatti mi pare di aver detto che bisogna studiare...purtroppo se non c'è l'animo blues, non basta studiare
Dici la stessa cosa mia ma con i fattori invertiti... emo
Salvatore05 24-05-19 21.24
Con grande sincerità ringrazio tutti voi dei consigli preziosi che mi avete dato e che non si trovano neanche nel miglior manuale in circolazione.
Tra l'altro mi entusiasma molto la circostanza che tutti voi non vi limitate a rispondere in modo telegrafico alla richiesta, ma al contrario date un contributo di idee non indifferente.
Thanks doverosi.
anonimo 24-05-19 22.04
@ Salvatore05
Con grande sincerità ringrazio tutti voi dei consigli preziosi che mi avete dato e che non si trovano neanche nel miglior manuale in circolazione.
Tra l'altro mi entusiasma molto la circostanza che tutti voi non vi limitate a rispondere in modo telegrafico alla richiesta, ma al contrario date un contributo di idee non indifferente.
Thanks doverosi.
È nostro piacere ed onore

Se hai altre curiosità o quesiti, non esitare emo
Salvatore05 25-05-19 22.34
@ anonimo
È nostro piacere ed onore

Se hai altre curiosità o quesiti, non esitare emo
Grazie ancora Cyrano. Un caro saluto.