Comunque non sono un "bacchettone" e anzi, proprio questo argomento (libertà dalle note, una volta acquisite) è stato motivo di una mia feroce litigata al punto di aver rotto una collaborazione che durava da moltissimi anni.
Certa musica deve essere rigorosamente rispettata quando questa musica è come la testimonianza di un oggetto museale e se la si suona si sta compiendo un atto come quello che mette in mostra il David o la Gioconda ...non si tocca e se ne rispetta al massimo l'integrità.
Poi, nel giusto contesto, se si vuole giocare, allora ecco che la Romanza in Fa può diventare una traccia del CD natalizo di un violinista con tanto di ritmica e cori...
Una volta imparato e digerito ciò che si deve suonare, la lettura è anche un impiccio, distrae.
Ma se sei pianista in una scuola di danza o sei un orchestrale e ti danno la parte solo prima di provare ...e certo che devi leggere e certamente suonerai come un automa.
Nel Jazz ...ma diciamo in tutta la musica che prescinde da conoscenze specifiche e consolidate dello stile e dei linguaggi, la musica scritta può anche essere inutile, basta conoscerne anche a orecchio il tema e l'impianto armonico e si porta via la performance.
In questa musica, anche quando si deve suonare un arrangiamento orchestrale, spesso ai pianisti/tastieristi e chitarristi, viene fornita una traccia armonica secondo i dettami dell'arrangiatore ma si è liberi di suonare come si vuole rispettando ovviamente gli appuntamenti su stop, stacchi, chiusure e se si è lì, in orchestra, è perché chi ingaggia sa benissimo quale sarà il risultato che si ottiene con quel particolare esecutore.
In casi come questo leggere è invece importante, al pari di una partitura di Mozart, per gli strumenti non di base come trombe, clarinetti, flauti ...perché se ognuno facesse come gli gira ci perderemmo tanti preziosismi e Count Basie andrebbe alle ortiche
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va be' ...poi c'è l'improvvisazione.