@ divicos
Eh, bella domanda!
Mi verrebbe spontaneo rispondere “viceversa”. Il feeling o c’è o no, sul suono si può entro certi limiti metterci una pezza..
Fatto sta che, causa soprattutto finanze limitate e reperibilità, sto invece valutando di fare il contrario, e prendere uno strumento che mi piace come suona ma con cui a pelle non mi sono trovato a mio agio nel suonarlo.
Forse me ne pentirò.. o magari mi abituo.
Se e quando riesco a prenderlo ti saprò dire se avrò fatto una stronzata!
La mia non era una domanda fatta con malizia, nel senso che anche io ho lo stessissimo problema. Ad esempio, CP4 mi soddisfa ancora molto per la tastiera, ma i suoni, seppure ottimi, non riescono più a darmi quella piena gratificazione che trovo con Pianoteq. Del resto credo che la "fine" naturale per uno stage piano sia proprio questa: la tastiera rimane, i suoni vengono soppiantati da un virtual instrument. Da un certo punto di vista ritengo che i progressi nel campo della emulazione di una meccanica pianistica siano più rapidi di quelli dell'emulazione del timbro pianistico. O meglio, il livello di raffinatezza di una meccanica pianistica (faccio riferimento a modelli di fascia alta) oggi ha raggiunto un livello asintoticamente molto vicino alla perfezione; diversamente nel campo dell'emulazione del timbro negli stage piano c'è ancora molta strada da fare, cioè si potrebbe fare meglio.
Poi c'è il capitolo infinito della interazione tra suono e meccanica.