Il capro espiatorio

WTF_Bach 26-09-21 17.23
@ Dallaluna69
Sì, certo.
Ma perché dici che non viene applicata?
Applicano parecchio di peggio.
Chi é interessato alla cronaca giudiziaria sa perfettamente che quando in un processo si cerca di far valere le attenuanti generiche in un processo che veda come parte lesa una donna, immediatamente cominciano gli stracciamenti di vesti e la santimonia femminista.

Un caso é veramente emblematico.

Sappiamo tutti che, dopo la convenzione di Istanbul, le dichiarazioni della parte lesa sono asseverate da presunzione di veridicità, e quindi fanno prova sino a che la controparte non ne dimostri la infondatezza o la scarsa credibilità.

Ovvero, per i meno addentro, se la parte lesa dichiara che tizio la ha aggredita, le sue sole parole debbono essere considerate dal giudice come prova. Non occorre altro, non servono certificati, testimonianze, prove materiali: la parte lesa afferma che Tizio la ha aggredita, e ciò é sufficiente.

L'unica strategia difensiva che resta all'imputato, se non é in possesso di solide prove che dimostrino che non avrebbe potuto compiere il fatto perché, mettiamo, nel momento specifico si trovava altrove, é cercare di dimostrare l'inattendibilità della parte lesa.

In un famoso processo per violenza sessuale, ove l'unica prova in possesso del pubblico ministero erano le dichiarazioni della parte lesa, questa fu la strategia difensiva dell'imputato: dimostrare che la parte lesa aveva più di una volta tenuto atteggiamenti e rilasciato dichiarazioni che ne mettevano in forte dubbio l'attendibilità.

L'imputato fu assolto.

Immediatamente si scatenò un linciaggio mediatico contro gli avvocati dell'imputato e contro i giudici, accusati di aver "passato al setaccio" la vita della sedicente parte lesa e di aver "fatto passare la vittima per colpevole".

Mentre invece si trattava del fatto che la difesa avesse esercitato l'unico diritto possibile di fronte ad una norma giuridica, quella della probatorietà presuntiva delle dichiarazioni della parte lesa, che é quanto di più antigiuridico esista.

Oggigiorno esistono senz'altro uomini violenti che picchiano ed uccidono senza porsi problema, e lo fanno sia con donne che con uomini: questi debbono essere puniti col massimo della severità.

Esistono uomini che, dopo pesanti e continue provocazioni, cedono all'ira e picchiano o addirittura uccidono: costoro dovrebbero essere puniti in maniera più lieve dei precedenti, ma spesso invece vengono a loro accomunati e puniti come se avessero agito per motivi futili ed abietti.

Poi vi sono donne che non esitano a denunciare i loro uomini per supposte violenze e maltrattamenti, forti solo della loro parola (che come abbiamo visto fa prova); quasi sempre vincono, e mandano un innocente in galera.

Ma quelle rare volte in cui perdono, nessuno chiede loro di pagare il conto e nessun pubblico ministero le incrimina per falsa testimonianza o calunnia.
igiardinidimarzo 26-09-21 18.02
WTF_Bach ha scritto:
se la parte lesa dichiara che tizio la ha aggredita, le sue sole parole debbono essere considerate dal giudice come prova. Non occorre altro, non servono certificati, testimonianze, prove materiali: la parte lesa afferma che Tizio la ha aggredita, e ciò é sufficiente.


neanche nel Vecchio Testamento era ammissibile una tale 'follia'...
Dallaluna69 26-09-21 21.34
@ WTF_Bach
Chi é interessato alla cronaca giudiziaria sa perfettamente che quando in un processo si cerca di far valere le attenuanti generiche in un processo che veda come parte lesa una donna, immediatamente cominciano gli stracciamenti di vesti e la santimonia femminista.

Un caso é veramente emblematico.

Sappiamo tutti che, dopo la convenzione di Istanbul, le dichiarazioni della parte lesa sono asseverate da presunzione di veridicità, e quindi fanno prova sino a che la controparte non ne dimostri la infondatezza o la scarsa credibilità.

Ovvero, per i meno addentro, se la parte lesa dichiara che tizio la ha aggredita, le sue sole parole debbono essere considerate dal giudice come prova. Non occorre altro, non servono certificati, testimonianze, prove materiali: la parte lesa afferma che Tizio la ha aggredita, e ciò é sufficiente.

L'unica strategia difensiva che resta all'imputato, se non é in possesso di solide prove che dimostrino che non avrebbe potuto compiere il fatto perché, mettiamo, nel momento specifico si trovava altrove, é cercare di dimostrare l'inattendibilità della parte lesa.

In un famoso processo per violenza sessuale, ove l'unica prova in possesso del pubblico ministero erano le dichiarazioni della parte lesa, questa fu la strategia difensiva dell'imputato: dimostrare che la parte lesa aveva più di una volta tenuto atteggiamenti e rilasciato dichiarazioni che ne mettevano in forte dubbio l'attendibilità.

L'imputato fu assolto.

Immediatamente si scatenò un linciaggio mediatico contro gli avvocati dell'imputato e contro i giudici, accusati di aver "passato al setaccio" la vita della sedicente parte lesa e di aver "fatto passare la vittima per colpevole".

Mentre invece si trattava del fatto che la difesa avesse esercitato l'unico diritto possibile di fronte ad una norma giuridica, quella della probatorietà presuntiva delle dichiarazioni della parte lesa, che é quanto di più antigiuridico esista.

Oggigiorno esistono senz'altro uomini violenti che picchiano ed uccidono senza porsi problema, e lo fanno sia con donne che con uomini: questi debbono essere puniti col massimo della severità.

Esistono uomini che, dopo pesanti e continue provocazioni, cedono all'ira e picchiano o addirittura uccidono: costoro dovrebbero essere puniti in maniera più lieve dei precedenti, ma spesso invece vengono a loro accomunati e puniti come se avessero agito per motivi futili ed abietti.

Poi vi sono donne che non esitano a denunciare i loro uomini per supposte violenze e maltrattamenti, forti solo della loro parola (che come abbiamo visto fa prova); quasi sempre vincono, e mandano un innocente in galera.

Ma quelle rare volte in cui perdono, nessuno chiede loro di pagare il conto e nessun pubblico ministero le incrimina per falsa testimonianza o calunnia.
Se un innocente viene condannato dispiace anche a me.

Ma tu stai riportando una casistica estremamente marginale (non per questo meno importante per chi la subisce) come se fosse la questione principale in una tematica che è fatta di ben altro.

Ho avuto a che fare con varie realtà e varie associazioni. Conosco un po' di numeri.
Il problema della violenza sulle donne è un problema serio.
I casi di cui parli tu, faranno anche cronaca giudiziaria, ma non sono lo zoccolo significativo della questione.

Un tempo, se una donna accusava un uomo senza prove, la cosa non andava da nessuna parte. Prova a immaginare come siamo arrivati al punto di ritenere che queste vittime vadano prese seriamente in considerazione...
Poi, questo rischia di generare la stortura in cui capita la persona che se ne approfitta. Ma è facile immaginare chi fosse ad approfittarne prima. Che poi, in realtà è ancora così.
Il grosso problema sono ancora gli stupri non denunciati, le violenze taciute.

Negli Stati Uniti (tanto per non parlare solo di Italia) il 70% delle donne nell'esercito affermano di essere state stuprate dai loro commilitoni.
Può darsi che siano meno e che alcune millantino. Ma se devo scommettere, io dico che sono quasi il 100% e che un 30% non vuol denunciare.
WTF_Bach 26-09-21 22.27
@ Dallaluna69
Se un innocente viene condannato dispiace anche a me.

Ma tu stai riportando una casistica estremamente marginale (non per questo meno importante per chi la subisce) come se fosse la questione principale in una tematica che è fatta di ben altro.

Ho avuto a che fare con varie realtà e varie associazioni. Conosco un po' di numeri.
Il problema della violenza sulle donne è un problema serio.
I casi di cui parli tu, faranno anche cronaca giudiziaria, ma non sono lo zoccolo significativo della questione.

Un tempo, se una donna accusava un uomo senza prove, la cosa non andava da nessuna parte. Prova a immaginare come siamo arrivati al punto di ritenere che queste vittime vadano prese seriamente in considerazione...
Poi, questo rischia di generare la stortura in cui capita la persona che se ne approfitta. Ma è facile immaginare chi fosse ad approfittarne prima. Che poi, in realtà è ancora così.
Il grosso problema sono ancora gli stupri non denunciati, le violenze taciute.

Negli Stati Uniti (tanto per non parlare solo di Italia) il 70% delle donne nell'esercito affermano di essere state stuprate dai loro commilitoni.
Può darsi che siano meno e che alcune millantino. Ma se devo scommettere, io dico che sono quasi il 100% e che un 30% non vuol denunciare.
Senato della Repubblica

«I maltrattamenti in famiglia stanno diventando un'arma di ritorsione per i contenziosi civili durante le separazioni...», «...è appurato che le versioni fornite dalle presunte vittime sono gonfiate ad arte. Solo in 2 casi su 10 si tratta di maltrattamenti veri, il resto sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione...». «una tiratina d’orecchi ai centri antiviolenza, che istigano a denunciare senza fare la dovuta azione di filtro, ma poi si disinteressano di come va a finire...».
Carmen Pugliese, Sostituto Procuratore c/o Trib. di Bergamo - inaugurazione anno giudiziario 2009, previa autorizzazione del Proc.Gen Addano Galizi, 29/1/2009

«Sempre più spesso si ricorre alla querela del coniuge o del convivente per risolvere a proprio favore i contenziosi civili per l’affidamento dei figli o per l’assegno di mantenimento...».
Barbara Bresci, Sostituto Procuratore c/o Trib. di Sanremo – Il Secolo XIX, 25/11/2009

«Onestà intellettuale vuole che (...) si parli anche dei casi di “false” violenze o meglio di “false” denunce di violenza subita...».., «Inutile dire che per l’esperienza fatta le false denunce provengono quasi nella totalità da donne, spesso madri che in tal modo tentano di allontanare gli ex mariti dai figli...».
Jacqueline Monica Magi, Sostituto Procuratore c/o Trib. di Pistoia – il Sole 24 Ore, 25/10/2009

«L’accusa di violenza sessuale è il modo più facile per estromettere il padre dalla vita dei figli. La donna non solo si libera del partner come coniuge ma anche come padre, facendolo uscire definitivamente dalla sua vita....», «La legge attuale non garantisce né il padre, né il minore. Per quanto riguarda il bambino (...) quando si rivela la falsa accusa, che di solito è fatta su istigazione della madre, la situazione si rivolta proprio contro di lui...».
Maria Carolina Palma, CTU c/o Trib. di Palermo – Avvenire, 13/4/2009

"Uno dei miti diffusi nella nostra società è che la violenza domestica è qualcosa che gli uomini fanno alle donne [...] Le donne istigano la maggior parte delle violenze in ambiente domestico e costruiscono false accuse”".
Rossana Alfieri, pedagogista clinica

“Tematiche spesso ignorate e sottaciute....il concetto di violenza di genere viene inteso come indissolubilmente legato alla vittima femminile, ma la realtà è diversa... ...A fronte della violenza cieca, diretta dell’uomo, esiste una violenza subdola, fredda, vendicativa, tipica della donna...L’utilizzo emergente delle false accuse in caso di separazione è solo uno degli aspetti.... “
Chiara Camerani – docente di Criminologia, Università de L'Aquila

“Se ci sono i minori in ballo, si mettono in atto dinamiche crudeli: le donne costruiscono false denunce di maltrattamenti o molestie sui figli a scapito del coniuge, per togliere a quest'ultimo la patria potestà”
Cristina Nicolini – avvocato matrimonialista

“credo che la tendenza stia crescendo: questo è sintomo di un disagio della mancanza di un punto d'ascolto. [...] Ad adottare questi sotterfugi sono sempre le donne: se la separazione è in corso, non ci sono strumenti prima dell'udienza per allontanare uno dei due genitori da casa. L'ordine di allontanamento giunge solo in caso di violenza fisica, ed ecco perché arrivano le denunce verso i mariti, per la maggior parte dei casi inventate”
Clara Cirillo – Presidente AGI (Associazione Giuristi Italiani) 4 feb 2010
WTF_Bach 26-09-21 22.32
“...le false accuse di maltrattamenti, percosse, abusi sessuali e violenze di vario genere su donne adulte e figli minori - le querele costruite al solo scopo di eliminare l’ex marito dalla vita dei figli - oscillano nelle procure italiane da un minimo del 70 ad un massimo del 95%...”
Sara Pezzuolo, Psicologa giuridica – Convegno ANFI (Associazione Nazionale Familiaristi Italiani) Firenze, 29 aprile 2010

“...il “vizietto” nostrano di approfittare della legge, quando c’è, proprio non vuole morire. E, spesso si configura un reato, legato al mero interesse (economico) della presunta vittima di molestie. Non è un caso che spesso si ricorra alla querela del coniuge o del convivente per risolvere a proprio favore i contenziosi civili per l’affidamento dei figli o per l’assegno di mantenimento”.
Valentina Noseda – giornalista, consulente RAI

“...una ricerca pubblicata dal Prof. Giovanni Camerini della Cattedra di NPI a Modena, relativa ad una casistica di 60 denunce di abuso sessuale all'interno di separazioni conflittuali, porta ai seguenti risultati: 3 casi di condanna, i rimanenti 57 esitati in archiviazione, proscioglimento in istruttoria o assoluzione perché il fatto non sussiste. Sarebbe utile indagare sulle conseguenze, non solo per gli adulti ma per gli stessi bambini, di questi coinvolgimenti in denunce infondate. Occorre più ricerca sull’uso strumentale delle denuncie di abusi, oltre ad un’inchiesta sul modus operandi dei centri.che le favoriscono...”
Benedetta Priscitelli, neuropsichiatria infantile, Modena

«... false denunce generate nel contesto delle controversie legali della separazione. È quest’ultimo l’ambito nel quale viene evidenziata la maggiore incidenza (...)in letteratura l’accento è stato posto sulle ripercussioni per il minore abusato che non viene creduto, ma anche nel caso di una falsa denuncia ritenuta fondata il bambino è destinato a subire un trauma.(...) non solo rimane intrappolato nella spirale dell’iter processuale, ma è avviato a percorsi terapeutici per vittime di abuso (...) invasivi e potenzialmente iatrogeni»
Jolanda Stevani, Psicologa Forense, CTU c/o Trib. Di Roma – Psicologia Contemporanea, nov. 2010, pp 18-23

"(...) sebbene siano utili in caso di abusi reali e non costruiti, è necessario sollecitare un controllo sui centri antiviolenza (...)...Studiando le numerose vicende giudiziarie dei padri privati ingiustamente del ruolo genitoriale, (ferma restando la necessità della tutela dei minori in caso di abusi e/o disagi acclarati e non solo millantati), da donna e madre, prima ancora che da avvocato, esprimo la mia solidarietà. Sottolineo però l'esigenza, alla luce delle ingerenze economiche (sovvenzioni pubbliche) comuni a tutti i casi che stanno emergendo, di promuovere una raccolta firme da inoltrare alle Autorità competenti al fine di fare emergere la reale dimensione sociale del problema - che sembra essere esteso su tutto il territorio nazionale - e sollecitare un intervento qualificato che miri al controllo sulle gestioni di questi centri antiviolenza, sulle competenze e professionalità coinvolte e, soprattutto, che sfoci in una più attenta normativa sui limiti dei loro poteri di azione. Mi sembra, infatti, che allo stato, non sia garantita una giusta perequazione tra l'esigenza di tutela dei minori in presunto stato di disagio ed il diritto del genitore privato del suo ruolo di contestare legittimamente i provvedimenti, troppo spesso assunti inaudita altera parte”.
Daniela Piccione – Avvocato, Delegato Regionale Sicilia Familiaristi Italiani, 31-10-2009
WTF_Bach 26-09-21 22.43
Questi sono i dati ed i fatti concreti ed inoppugnabili.

Dati che nella loro tragica evidenza dimostrano che circa il 70% (se non di più) delle denunce di maltrattamenti sono false.

Non stiamo parlando di “casi episodici”, stiamo parlando di una piaga che è divenuta ormai, grazie alla complicità dei media e della faciloneria perbenista di molti italiani, un cancro che sarà molto difficile estirpare.
soicaM 27-09-21 05.57
Se può aiutare dicono che le streghe si riconoscano anche dai piedi brutti
Dallaluna69 27-09-21 10.43
Ho sempre detto che entrare in Polis significa prendersi la responsabilità di leggere cose che non si condividono.
La chiudo qui.
anonimo 27-09-21 12.58
WTF_Bach ha scritto:
i centri antiviolenza, che istigano a denunciare senza fare la dovuta azione di filtro


campano tutti con queste cose, alla fine è solo una questione di soldi, non di umanità
WTF_Bach 27-09-21 13.54
@ Dallaluna69
Ho sempre detto che entrare in Polis significa prendersi la responsabilità di leggere cose che non si condividono.
La chiudo qui.
Questo è vero.

Ma qui non si tratta di condividere o meno, sono stati citati dei fatti, non delle opinioni.

Su questo fatti bisogna, credo, riflettere.