Incontro ravvicinato con un Rhodes

lucabbrasi 05-04-22 11.07
@ 1paolo
Ricordo invece con piacere il Wurlitzer affittato nel solito magazzino quando avevo 20 anni: era appena uscito “Breakfast in America” dei Supertramp ed il piacere di suonare quei pezzi col gruppo era una goduria.
P.s. ai tempi le workstation non erano neanche state pensate..
avuto. E mi "limavo" le lamelle da solo nel garage di babbo...azz che tempi
JohnBarleycorn 05-04-22 12.09
@ lucabbrasi
...vero. Eppure son vecchietto anch'io, dovrei saperlo. Osservazione amara sui tempi moderni...riguarda un pò tutto. Ormai siamo assuefatti alla pappa pronta, non sappiamo più scrivere a penna, non si apre più il cofano della Renault 4, se un auto si ferma siam fottuti e c'affanniamo frenetici sugli smartphone...tutto veloce...mah
Mah, ti dirò, da un lato è vero che manca la magia dello strumento originale, ma da un altro lato non mi dispiace avere a disposizione delle emulazioni che ormai sono quasi indistinguibili dentro apparecchi che spesso non arrivano a 10 Kg di peso. Faccio l'esempio del mio sistema DMC122-gemini (che poi è più o meno estendibile a qualsiasi workstation attuale) dentro ho suoni di Hammond, Rhodes, Wurlitzer, synth vari, pianoforti a coda da 500Kg e chi più ne ha più ne metta, se dovessi confrontarmi con la controparte "reale" di quegli strumenti mi servirebbero almeno due o tre tir per portarmi dietro tutto ed una squadra di operai che scarica e monta tutto (per non parlare di uno studio di parecchi metri quadri dove montare il tutto), ormai il livello di emulazione, seppur mai equiparabile all'originale, è comunque decisamente realistico (addirittura con i modelli fisici si simula il fenomeno fisico che porta al suono, si ha a che fare con un vero e proprio strumento simulato), quindi la comodità di avere tutto quel popò di roba dentro un'unica tastiera è impagabile, non sarà uguale all'originale, verissimo, ma comunque suona tutto molto bene e la gestione è facilissima. I tastieristi di quegli anni credo avrebbero pagato oro per avere a disposizione gli strumenti che usiamo noi oggi.
MicheleJD 05-04-22 12.23
@ lucabbrasi
ciao, ieri sono andato in sala prove per un refresh con gli altri. E appena entro...tac!, te vedo un Rhodes Mark 1. Ho incominciato a fare versi scomposti, manco avessi visto la Canalis nel calendario (più precisamente quando s'aggiusta il reggicalze...). Sbavavo a più non posso...è da sempre da me considerato LO strumento, ed erano decenni che non ci mettevo mani sopra. Per la verità manco mi ricordavo come fosse. Vabbè, finita l'eiaculatio, faccio le prove e non gli dò più occhiata. Poi non so, alla fine rimetto a posto le mie cose, e...forse perchè ho tirato su un fader sul mixer ma scopro che è acceso.
La cosa che mi ha sorpreso e forse deluso è la tastiera: veramente particolare, un misto tra semipesata e gomma, un ritorno stranissimo. E il suono...boh, forse mancava il suo preampli, il suo phaser, una corretta amplificazione...ahò fatto sta che non ho sentito alcuna differenza tra l'emulazione della mia WS e l'originale. Sono andato via abbacchiato. O sto diventando sordo, o mi ero fatto troppe pippe oniriche...
Recensione mitica! mi è venuta voglia di andare su ebay e… comprare il calendario della canalis!
(ma lo vorrei pari al nuovo non gommoso…)
lucabbrasi 05-04-22 12.33
@ MicheleJD
Recensione mitica! mi è venuta voglia di andare su ebay e… comprare il calendario della canalis!
(ma lo vorrei pari al nuovo non gommoso…)
https://www.pinterest.it/pin/692217405224102527/
JohnBarleycorn 05-04-22 13.31
@ lucabbrasi
https://www.pinterest.it/pin/692217405224102527/
..E pensare che era pure amica di mia sorellina e l'ho scoperto solo dopo qualche anno, a casa portava solo le amiche più bruttine!
Deckard 05-04-22 13.47
@ JohnBarleycorn
Mah, ti dirò, da un lato è vero che manca la magia dello strumento originale, ma da un altro lato non mi dispiace avere a disposizione delle emulazioni che ormai sono quasi indistinguibili dentro apparecchi che spesso non arrivano a 10 Kg di peso. Faccio l'esempio del mio sistema DMC122-gemini (che poi è più o meno estendibile a qualsiasi workstation attuale) dentro ho suoni di Hammond, Rhodes, Wurlitzer, synth vari, pianoforti a coda da 500Kg e chi più ne ha più ne metta, se dovessi confrontarmi con la controparte "reale" di quegli strumenti mi servirebbero almeno due o tre tir per portarmi dietro tutto ed una squadra di operai che scarica e monta tutto (per non parlare di uno studio di parecchi metri quadri dove montare il tutto), ormai il livello di emulazione, seppur mai equiparabile all'originale, è comunque decisamente realistico (addirittura con i modelli fisici si simula il fenomeno fisico che porta al suono, si ha a che fare con un vero e proprio strumento simulato), quindi la comodità di avere tutto quel popò di roba dentro un'unica tastiera è impagabile, non sarà uguale all'originale, verissimo, ma comunque suona tutto molto bene e la gestione è facilissima. I tastieristi di quegli anni credo avrebbero pagato oro per avere a disposizione gli strumenti che usiamo noi oggi.
Ma hai assolutamente ragione, quoto tutto. Le WS, le tastiere moderne in generale, hanno salvato intere generazioni di schiene e di sbattimento di balle per chi (come me) suona spesso in live. In studio ovviamente tutto cambia, spazio e possibilità economiche permettendo lo strumento “originale” è sicuramente un plus gradito da chiunque…e vorrei vedere.
mima85 05-04-22 14.29
JohnBarleycorn ha scritto:
bisogna anche re-imparare a gestirli e suonarli questi vecchietti (stesso discorso sui synth analogici o sugli hammond "veri")


Esatto, anche con gli analogici (e ci metto dentro pure gli organi combo) vale lo stesso discorso. Nudi e crudi possono suonare grezzi e a volte addirittura sgradevoli, ben lontani da come ce li si immaginerebbe ascoltando i suoni dei dischi in cui sono stati usati. Poi vai a vedere a cosa sono stati collegati per registrare i brani ai loro tempi d'oro e trovi outboard SSL o Neve, effettistica di alto livello, eccetera. Oppure effettistica di livello mediocre ma usata con creatività, quando addirittura non una catena audio pensata per altri strumenti, tipicamente per la chitarra. Perfino catene audio differenti usate in contemporanea, leggevo per esempio che con i synth a volte li si registrava contemporaneamente diretti nel mixer su un canale e amplificati e microfonati su un altro, per dare una connotazione più naturale al suono. Come già detto, Rhodes e organi combo tipicamente erano collegati ad ampli da chitarra e microfonati, con eventualmente in mezzo una bella catena di pedalini vari ed eventuali.

Insomma l'unico limite è la fantasia, sono possibili infinite combinazioni e non sono rare le volte in cui nei dischi sono state trovate soluzioni anche piuttosto fuori dal comune per ottenere certi suoni, che dal solo strumento musicale sono impossibili da ottenere. Da qui la delusione che si può provare mettendo per la prima volta le mani su una vecchia tastiera analogica e ascoltandone il suo suono nudo e crudo così come esce dallo strumento.
JohnBarleycorn 05-04-22 14.36
@ mima85
JohnBarleycorn ha scritto:
bisogna anche re-imparare a gestirli e suonarli questi vecchietti (stesso discorso sui synth analogici o sugli hammond "veri")


Esatto, anche con gli analogici (e ci metto dentro pure gli organi combo) vale lo stesso discorso. Nudi e crudi possono suonare grezzi e a volte addirittura sgradevoli, ben lontani da come ce li si immaginerebbe ascoltando i suoni dei dischi in cui sono stati usati. Poi vai a vedere a cosa sono stati collegati per registrare i brani ai loro tempi d'oro e trovi outboard SSL o Neve, effettistica di alto livello, eccetera. Oppure effettistica di livello mediocre ma usata con creatività, quando addirittura non una catena audio pensata per altri strumenti, tipicamente per la chitarra. Perfino catene audio differenti usate in contemporanea, leggevo per esempio che con i synth a volte li si registrava contemporaneamente diretti nel mixer su un canale e amplificati e microfonati su un altro, per dare una connotazione più naturale al suono. Come già detto, Rhodes e organi combo tipicamente erano collegati ad ampli da chitarra e microfonati, con eventualmente in mezzo una bella catena di pedalini vari ed eventuali.

Insomma l'unico limite è la fantasia, sono possibili infinite combinazioni e non sono rare le volte in cui nei dischi sono state trovate soluzioni anche piuttosto fuori dal comune per ottenere certi suoni, che dal solo strumento musicale sono impossibili da ottenere. Da qui la delusione che si può provare mettendo per la prima volta le mani su una vecchia tastiera analogica e ascoltandone il suo suono nudo e crudo così come esce dallo strumento.
Giustissimo, aggiungo che su questo hanno fatto scuola i Pink Floyd (un po' anche i King Crimson e Beatles) che riuscivano ad inventarsi gli accrocchi più impensabili per creare nuove sonorità con quello che passava la tecnologia dell'epoca. Così al volo mi viene in mente il piano dell'intro di Echoes che è uno steinway microfonato e buttato in qualche modo dentro un Leslie.
soicaM 05-04-22 15.07
Il rhodes del 120 oggettivamente spacca
paolo_b3 05-04-22 15.44
@ soicaM
Il rhodes del 120 oggettivamente spacca
emo
soicaM 05-04-22 15.49
@ paolo_b3
emo
grazie grazie
L'annosa questione petto o coscia...emo
vin_roma 05-04-22 16.10
Ma infatti...
Tutto 'st'alone divino... Pure per i CP 70/80 Yamaha...

Negli anni '80 una mia amica pianista che aveva un Fender 88 e dei grossi cambiamenti di vita dovendolo vendere mi disse: non lo piazzo neanche a 400.000 lire ...lo vuoi tu a meno?
Io gli risposi "no, e dove lo metto?".

Effettivamente quell'88 non era bellissimo, era sordo e lento.
Quello che mi piaceva era il Mark II 73, li trovavi quasi sempre come te li aspettavi perché generalmente trovarne uno in buon equilibrio suono/risposta meccanica era sempre difficile.
Erano strumenti con meccaniche pessime e imponevano un certo modo di suonare e poi andavano tenuti sempre a puntino con molto impegno altrimenti non suonavano manco a calci.
lucabbrasi 05-04-22 16.15
@ vin_roma
Ma infatti...
Tutto 'st'alone divino... Pure per i CP 70/80 Yamaha...

Negli anni '80 una mia amica pianista che aveva un Fender 88 e dei grossi cambiamenti di vita dovendolo vendere mi disse: non lo piazzo neanche a 400.000 lire ...lo vuoi tu a meno?
Io gli risposi "no, e dove lo metto?".

Effettivamente quell'88 non era bellissimo, era sordo e lento.
Quello che mi piaceva era il Mark II 73, li trovavi quasi sempre come te li aspettavi perché generalmente trovarne uno in buon equilibrio suono/risposta meccanica era sempre difficile.
Erano strumenti con meccaniche pessime e imponevano un certo modo di suonare e poi andavano tenuti sempre a puntino con molto impegno altrimenti non suonavano manco a calci.
vabbè, alone divino....io a malapena c'ho messo le mani occasionalmente, sono un hobbysta e questo tipo di strumenti, vuoi per contesto storico ma soprattutto per sonorità e impatto nell'immaginario musicale di tanti...costituiscono dei punti fermi. Rhodes, Clavinet, Hammnd, CP70, etc etc...eppure anche il DX7 o il D50 (che ho avuto) hanno avuto tale impatto in qualche misura, ma non mi creano sbavamenti....poi che c'entra, se ero così "fogato" prima o poi qualcosa me lo sarei messo in casa, ma poi si ragiona con la testa, e pensi al peso, alla manutenzione, all'amplficazione, etc etc ....e rimani col poster della Canalis nel cervello...(solo il poster)
JohnBarleycorn 05-04-22 17.29
@ lucabbrasi
vabbè, alone divino....io a malapena c'ho messo le mani occasionalmente, sono un hobbysta e questo tipo di strumenti, vuoi per contesto storico ma soprattutto per sonorità e impatto nell'immaginario musicale di tanti...costituiscono dei punti fermi. Rhodes, Clavinet, Hammnd, CP70, etc etc...eppure anche il DX7 o il D50 (che ho avuto) hanno avuto tale impatto in qualche misura, ma non mi creano sbavamenti....poi che c'entra, se ero così "fogato" prima o poi qualcosa me lo sarei messo in casa, ma poi si ragiona con la testa, e pensi al peso, alla manutenzione, all'amplficazione, etc etc ....e rimani col poster della Canalis nel cervello...(solo il poster)
alla fine concordo con te, a livello pratico portarsi dietro dei catafalchi del genere non ha molto senso anche perché ormai le alternative in commercio, seppur non suonando mai come gli originali, hanno comunque raggiunto un livello di fedeltà tale da rendere piuttosto difficile distinguere il clone dall'originale e anche a livello di budget comprando (faccio il mio esempio) un Gemini con un paio di master sono sotto i 2000 €, per le controparti originali (tenendo conto anche dei piani campionati) probabilmente non mi basterebbero 300.000 € . Diverso discorso per uno studio dove se sei appassionato (e molto ricco), mettere le mani su un CP80, o su un Hammond, ma anche un wurlizer, un rhodes (messo bene), minimoog, steinway &C, non ha prezzo.
1paolo 05-04-22 17.54
@ JohnBarleycorn
alla fine concordo con te, a livello pratico portarsi dietro dei catafalchi del genere non ha molto senso anche perché ormai le alternative in commercio, seppur non suonando mai come gli originali, hanno comunque raggiunto un livello di fedeltà tale da rendere piuttosto difficile distinguere il clone dall'originale e anche a livello di budget comprando (faccio il mio esempio) un Gemini con un paio di master sono sotto i 2000 €, per le controparti originali (tenendo conto anche dei piani campionati) probabilmente non mi basterebbero 300.000 € . Diverso discorso per uno studio dove se sei appassionato (e molto ricco), mettere le mani su un CP80, o su un Hammond, ma anche un wurlizer, un rhodes (messo bene), minimoog, steinway &C, non ha prezzo.
..e bisogna aggiungere che anche i musicisti di fama mondiale ormai usano master, workstation, rack, Pc nei loro live, dai Pink Floyd ai Toto e via discorrendo..
JohnBarleycorn 05-04-22 18.06
@ 1paolo
..e bisogna aggiungere che anche i musicisti di fama mondiale ormai usano master, workstation, rack, Pc nei loro live, dai Pink Floyd ai Toto e via discorrendo..
e certo, la gestione live di uno strumento vintage non è per niente facile
MicheleJD 05-04-22 18.13
@ JohnBarleycorn
e certo, la gestione live di uno strumento vintage non è per niente facile
Supertramp wurly
leggete il post numero #17. Si Parla di Wurly ma da ben una idea delle difficoltà che anche ai tempi avevano con strumenti veri. Oggi impensabile se non per artisti di fama mondiale, e forse manco per quelli
zaphod 05-04-22 18.21
vin_roma ha scritto:
Quello che mi piaceva era il Mark II 73, li trovavi quasi sempre come te li aspettavi perché generalmente trovarne uno in buon equilibrio suono/risposta meccanica era sempre difficile.
Erano strumenti con meccaniche pessime e imponevano un certo modo di suonare e poi andavano tenuti sempre a puntino con molto impegno altrimenti non suonavano manco a calci.

Guarda, io sono talmente abituato sul piano a coda che quando mi trovo a suonare un Rhodes all'inizio sono veramente impedito... pensare che sul mio Mk2 viaggiavo parecchio, ma ora quando mi trovo con quella corsa corta e il rimbalzo faccio veramente fatica. Poi, per carità, mi sono capitati degli studi dove c'era un Rhodes vero e ci ho suonato, basta (ri)prenderci un po' la mano. Per praticità preferisco avere una tastiera pianistica (parlando di stage piano); una volta che conosci i tricks del Rhodes li tiri fuori anche da quella, col pregio di poterci suonare anche poi i suoni di piano acustico (che sono poi il mio suono principale al 90%)

edit: ...in più, la praticità di avere una tastiera (non necessariamente Nord) che ti permetta di usare varie combinazioni di effetti e di ampli senza avere tutto l'accrocchio non ha prezzo....
simondrake 05-04-22 18.33
@ MicheleJD
Supertramp wurly
leggete il post numero #17. Si Parla di Wurly ma da ben una idea delle difficoltà che anche ai tempi avevano con strumenti veri. Oggi impensabile se non per artisti di fama mondiale, e forse manco per quelli
Thanks Michele, che bel post. Che meraviglia il racconto degli interventi on stage ...
filigroove 06-04-22 00.55
@ lucabbrasi
ciao, ieri sono andato in sala prove per un refresh con gli altri. E appena entro...tac!, te vedo un Rhodes Mark 1. Ho incominciato a fare versi scomposti, manco avessi visto la Canalis nel calendario (più precisamente quando s'aggiusta il reggicalze...). Sbavavo a più non posso...è da sempre da me considerato LO strumento, ed erano decenni che non ci mettevo mani sopra. Per la verità manco mi ricordavo come fosse. Vabbè, finita l'eiaculatio, faccio le prove e non gli dò più occhiata. Poi non so, alla fine rimetto a posto le mie cose, e...forse perchè ho tirato su un fader sul mixer ma scopro che è acceso.
La cosa che mi ha sorpreso e forse deluso è la tastiera: veramente particolare, un misto tra semipesata e gomma, un ritorno stranissimo. E il suono...boh, forse mancava il suo preampli, il suo phaser, una corretta amplificazione...ahò fatto sta che non ho sentito alcuna differenza tra l'emulazione della mia WS e l'originale. Sono andato via abbacchiato. O sto diventando sordo, o mi ero fatto troppe pippe oniriche...
Non esiste. Quello che tu hai suonato è uno strumento dal nobile lignaggio ma probabilmente fuori specifiche. Su 20, uno buono, nato bene, mantenuto bene, settato bene forse (ma forse) lo trovi, altrimenti la sensazione che hai avuto tu è quella che chiunque avrebbe avuto. Scommetto che era scuro, senza dinamica, lento e disomogeneo, un classico.
Guarda, qualche settimana fa sono andato in studio a registrare e oltre a un bello Steinway, ho usato un MkI del ‘75, stesso anno del mio. Ma ti assicuro che tra quello lí e il mio c’è come tra tromb… ehm fare l’amore e stare a guardare.
E non è vero che serve chissà che per farlo suonare, se é messo bene e settato bene va alla grande anche con una DI. Viceversa, se esce male puoi metterci i migliori pre, o gli ampli esoterici che ti pare, ma non esce, punto.
Dovete capire che questi strumenti a un certo punto della storia si facevano in serie, rapidamente e a mano! Non c’era né la cura costruttiva che si ha per un piano acustico, né la precisione della macchina. Quindi quasi tutti i Rhodes che trovate in giro, oltre a essere vecchi, usurati e non curati da persone preparate non hanno mai raggiunto il loro potenziale già in partenza (in pratica quelli veramente belli gli venivano per culo, oppure grazie alla meticolosità di qualche tecnico assemblatore come il mitico Buzz Whatson, poi prontamente licenziato).
Quelli che si ascoltano nei dischi invece sono strumenti frutto di selezione, sono quelli personali degli artisti importanti, oppure i due o tre più belli che si affittavano alle case discografiche (tipo il mitico “e”). Curati e mantenuti da tecnici cazzutissimi, alcuni dei quali impegnati nella stessa progettazione dello strumento. Questi Rhodes qui erano quasi sempre registrati il diretta sul banco, gran bei mixer per carità, ma nessuna catena audio segreta.
La morale è: si fa presto a dire Rhodes…