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wildcat80 21-07-23 11.36
@ giosanta
Io parlo del periodo Mini Moog (senza memorie), Mellotron e organo Pari K61.
Appunto, ho visto foto che dimostravano segni di riferimento per cambiare suono al volo fra un pezzo e l'altro.
giosanta 21-07-23 11.41
wildcat80 ha scritto:
Appunto, ho visto foto che dimostravano segni di riferimento per cambiare suono al volo fra un pezzo e l'altro.

Non ne dubito so solo che venivano usati, eccome.
E ho citato musicisti che ho visto a pochi metri di distanza e con cui, in alcuni casi, ho anche scambiato delle battute, tralasciando quindi mostri sacri come Wright, Emerson o Wakeman che ho visto solo in video.
d_phatt 21-07-23 11.50
Negli anni recenti ho visto dal vivo la PFM un paio di volte (senza Premoli), usavano il Model D ma il concetto espresso da Wildcat80 non cambia, praticamente lo stesso suono per tutti i brani adattato di espressività, tranne qualche variazione maggiore qua e là. Stessa cosa con il Banco (c'era Vittorio Nocenzi).

Alla fine dipende da come il performer intende l'utilizzo del synth. Alcune perfomance a cui ho assistito dal vivo sarebbero state impossibili da eseguire senza memorie.
tsuki 22-07-23 00.38
@ d_phatt
Negli anni recenti ho visto dal vivo la PFM un paio di volte (senza Premoli), usavano il Model D ma il concetto espresso da Wildcat80 non cambia, praticamente lo stesso suono per tutti i brani adattato di espressività, tranne qualche variazione maggiore qua e là. Stessa cosa con il Banco (c'era Vittorio Nocenzi).

Alla fine dipende da come il performer intende l'utilizzo del synth. Alcune perfomance a cui ho assistito dal vivo sarebbero state impossibili da eseguire senza memorie.
E' verissimo,non è che col Minimoog si usassero chissa' quanti suoni,ma comunque c'erano tanti musicisti che erano in grado di fare 5-6 suoni diversi al volo,e non è che ci fossero solo cut off e release da aggiustare,ma con i "foglietti" di riferimento cartacei si poteva fare...La PFM aveva suoni divers di Moog,non è che erano solo Impressioni di Settembre,Premoli sapeva il fatto suo....Personalmente penso che in un Minimoog e simili,una decina di memorie sarebbero state non comode,di piu'...
MicheleJD 22-07-23 08.41
@ d_phatt
Negli anni recenti ho visto dal vivo la PFM un paio di volte (senza Premoli), usavano il Model D ma il concetto espresso da Wildcat80 non cambia, praticamente lo stesso suono per tutti i brani adattato di espressività, tranne qualche variazione maggiore qua e là. Stessa cosa con il Banco (c'era Vittorio Nocenzi).

Alla fine dipende da come il performer intende l'utilizzo del synth. Alcune perfomance a cui ho assistito dal vivo sarebbero state impossibili da eseguire senza memorie.
certo che come idea di base è molto figa.. non so come dire mi affascinano molto i set up anni 70: il piani elettrico che aveva quel suono ed al massimo cambiavi gli effetti, i synth che volenti o nolenti non potevi cambiare il suono 10 volte in una canzone, gli organi che andavano impostati al volo… mi sembra tutto più divertente rispetto ad oggi con tastiere con 4 mila split e venti cambi suoni in un pezzo perché facciamo discorsi tipo “al minuto 1:32 c’è un flautino che si sente e al minuto 2:46 sotto il synth c’è un effetto strano che posso riprodurre solo campinandolo dal vinile originale perché nel cd chissa come mai non si sente forse hanno fatto un piccolo remix”… si lo so che portarsi dietro quei set up era un incubo e costavano come degli appartamenti, ma solo per dire che forse recuperare un po’ di semplicità nell approccio e fregarsene di dover fare uguale un disco dal vivo con le nostre sole due manine (quando il disco è stato fatto con 32 traccie diverse solo per le tastiere) renderebbe tutto molto più facile e forse divertente (dico forse perché ci sarà anche chi si diverte a programmare per tre ore i suoni di una singola canzone)
d_phatt 22-07-23 10.04
@ tsuki
E' verissimo,non è che col Minimoog si usassero chissa' quanti suoni,ma comunque c'erano tanti musicisti che erano in grado di fare 5-6 suoni diversi al volo,e non è che ci fossero solo cut off e release da aggiustare,ma con i "foglietti" di riferimento cartacei si poteva fare...La PFM aveva suoni divers di Moog,non è che erano solo Impressioni di Settembre,Premoli sapeva il fatto suo....Personalmente penso che in un Minimoog e simili,una decina di memorie sarebbero state non comode,di piu'...
Assolutamente, poi nei live in cui li ho visti io oltre al Minimoog c'erano un CP1 come piano e altri due synth/workstation, mi sembra un Motif e una Moxf se non ricordo male, comunque di sicuro erano entrambi Yamaha.

E a livello di mix audio sono stati due ottimi concerti, specialmente nel primo che era in un teatro i pezzi uscivano proprio alla grande. Poi vabbè, la qualità dei musicisti la conosciamo bene.
d_phatt 22-07-23 10.09
@ MicheleJD
certo che come idea di base è molto figa.. non so come dire mi affascinano molto i set up anni 70: il piani elettrico che aveva quel suono ed al massimo cambiavi gli effetti, i synth che volenti o nolenti non potevi cambiare il suono 10 volte in una canzone, gli organi che andavano impostati al volo… mi sembra tutto più divertente rispetto ad oggi con tastiere con 4 mila split e venti cambi suoni in un pezzo perché facciamo discorsi tipo “al minuto 1:32 c’è un flautino che si sente e al minuto 2:46 sotto il synth c’è un effetto strano che posso riprodurre solo campinandolo dal vinile originale perché nel cd chissa come mai non si sente forse hanno fatto un piccolo remix”… si lo so che portarsi dietro quei set up era un incubo e costavano come degli appartamenti, ma solo per dire che forse recuperare un po’ di semplicità nell approccio e fregarsene di dover fare uguale un disco dal vivo con le nostre sole due manine (quando il disco è stato fatto con 32 traccie diverse solo per le tastiere) renderebbe tutto molto più facile e forse divertente (dico forse perché ci sarà anche chi si diverte a programmare per tre ore i suoni di una singola canzone)
Infatti anche a me piace fare così, ricerco (sebbene con il "digitale") quella filosofia e quel tipo di setup, e cerco di usare meno suoni possibile durante un live, chiaramente adattati in base alle esigenze dei brani. Poi chiaro che qua e là può servire qualche timbro più particolare. Tra l'altro così è anche più facile livellarli tra loro e fare in modo da uscire bene.

Poi certo, specialmente quando hai un Minimoog o un Hammond col suo Leslie a fianco a te, in genere non dovrebbe essere un problema uscire bene emo
maxpiano69 22-07-23 10.18
@ MicheleJD
certo che come idea di base è molto figa.. non so come dire mi affascinano molto i set up anni 70: il piani elettrico che aveva quel suono ed al massimo cambiavi gli effetti, i synth che volenti o nolenti non potevi cambiare il suono 10 volte in una canzone, gli organi che andavano impostati al volo… mi sembra tutto più divertente rispetto ad oggi con tastiere con 4 mila split e venti cambi suoni in un pezzo perché facciamo discorsi tipo “al minuto 1:32 c’è un flautino che si sente e al minuto 2:46 sotto il synth c’è un effetto strano che posso riprodurre solo campinandolo dal vinile originale perché nel cd chissa come mai non si sente forse hanno fatto un piccolo remix”… si lo so che portarsi dietro quei set up era un incubo e costavano come degli appartamenti, ma solo per dire che forse recuperare un po’ di semplicità nell approccio e fregarsene di dover fare uguale un disco dal vivo con le nostre sole due manine (quando il disco è stato fatto con 32 traccie diverse solo per le tastiere) renderebbe tutto molto più facile e forse divertente (dico forse perché ci sarà anche chi si diverte a programmare per tre ore i suoni di una singola canzone)
emo non sei il solo a pensarla cosí, certo ci sono anche le vie di mezzo ma in generale anche io preferisco l'approccio "vecchio stile" emo

Comunque siamo andati davvero OT, ma se non altro teniamo "up" questo thread per il buon Antony emo
giosanta 22-07-23 10.24
MicheleJD ha scritto:
portarsi dietro quei set up era un incubo e costavano come degli appartamenti

Il vero incubo, PER ME, è vedere strumenti meravigliosi ridotti a grottesche caricature.
paolo_b3 22-07-23 12.27
@ MicheleJD
certo che come idea di base è molto figa.. non so come dire mi affascinano molto i set up anni 70: il piani elettrico che aveva quel suono ed al massimo cambiavi gli effetti, i synth che volenti o nolenti non potevi cambiare il suono 10 volte in una canzone, gli organi che andavano impostati al volo… mi sembra tutto più divertente rispetto ad oggi con tastiere con 4 mila split e venti cambi suoni in un pezzo perché facciamo discorsi tipo “al minuto 1:32 c’è un flautino che si sente e al minuto 2:46 sotto il synth c’è un effetto strano che posso riprodurre solo campinandolo dal vinile originale perché nel cd chissa come mai non si sente forse hanno fatto un piccolo remix”… si lo so che portarsi dietro quei set up era un incubo e costavano come degli appartamenti, ma solo per dire che forse recuperare un po’ di semplicità nell approccio e fregarsene di dover fare uguale un disco dal vivo con le nostre sole due manine (quando il disco è stato fatto con 32 traccie diverse solo per le tastiere) renderebbe tutto molto più facile e forse divertente (dico forse perché ci sarà anche chi si diverte a programmare per tre ore i suoni di una singola canzone)
Per quanto mi riguarda non sarebbe impensato riproporre un setup con solo i suoni più basilari. Alla fine la ricerca del suono del disco è intrigante da un punto di vista tecnico, ma artisticamente parlando meglio dire cose belle che usare parole auliche a volte fuori contesto.
wildcat80 22-07-23 13.50
C'è da dire una cosa, vero che magari il suono del Moog restava più o meno lo stesso per molti pezzi, però, tanto per citare una line up storica della PFM, quella della tournée nei palazzetti con De Andrè, i tastieristi erano due (oltre a Premoli, c'era Roberto Colombo, il marito della Ruggero), c'erano, vado a memoria, due Minimoog, un Micromoog, un Polymoog, un Rhapsody 49, un piano Fender e un CP70... Quindi suoni pronti a iosa, più l'entourage dei tecnici/fonici a curare gli strumenti, e Di Cioccio che parlava un sacco fra i pezzi, molto più di De Andrè emo
d_phatt 22-07-23 14.11
@ wildcat80
C'è da dire una cosa, vero che magari il suono del Moog restava più o meno lo stesso per molti pezzi, però, tanto per citare una line up storica della PFM, quella della tournée nei palazzetti con De Andrè, i tastieristi erano due (oltre a Premoli, c'era Roberto Colombo, il marito della Ruggero), c'erano, vado a memoria, due Minimoog, un Micromoog, un Polymoog, un Rhapsody 49, un piano Fender e un CP70... Quindi suoni pronti a iosa, più l'entourage dei tecnici/fonici a curare gli strumenti, e Di Cioccio che parlava un sacco fra i pezzi, molto più di De Andrè emo
Lineup fantastica, arrangiamenti meravigliosi, e il setup non era da meno emo
d_phatt 22-07-23 14.13
@ giosanta
MicheleJD ha scritto:
portarsi dietro quei set up era un incubo e costavano come degli appartamenti

Il vero incubo, PER ME, è vedere strumenti meravigliosi ridotti a grottesche caricature.
Non concordo, ma apprezzo il tuo integralismo emoemo

Questa è per te: l'altro giorno mi chiama un mio amico, batterista che suona con me nonché fonico professionista, e tra le altre cose mi fa: "ieri ho "fatto" (da fonico) un concerto e il tastierista aveva della roba paurosa" e già pensavo tra me e me 'vabbè, saranno le solite", e poi continua dicendo "c'era un Rhodes vero, il Subsequent 37 e altra roba", insomma, non erano le "solite" emo
giosanta 22-07-23 17.12
d_phatt ha scritto:
Non concordo, ma apprezzo il tuo integralismo

Agli amici tutto è consentito.
d_phatt ha scritto:
Questa è per te...

Quandi ho portato l'ultima volta l'Hammond sul palco (4/5 anni fa), i tecnici, che non avevono mai visto nulla del genere, dopo essere sfilati in ammirato pellegrinaggio ed essersi fatti i selfie con "vista valvole" sullo sfondo; hanno coperto con lo scotch "motu proprio" il logo "Yamaha" di un'incolpevole tastiera, posta al di sopra, di un mio amico, che di li a poco avrebbe utilizzato.
Domanda: "Perché, scusate?"; risp. "nun c'azzecca niente"...
tsuki 23-07-23 14.36
@ giosanta
d_phatt ha scritto:
Non concordo, ma apprezzo il tuo integralismo

Agli amici tutto è consentito.
d_phatt ha scritto:
Questa è per te...

Quandi ho portato l'ultima volta l'Hammond sul palco (4/5 anni fa), i tecnici, che non avevono mai visto nulla del genere, dopo essere sfilati in ammirato pellegrinaggio ed essersi fatti i selfie con "vista valvole" sullo sfondo; hanno coperto con lo scotch "motu proprio" il logo "Yamaha" di un'incolpevole tastiera, posta al di sopra, di un mio amico, che di li a poco avrebbe utilizzato.
Domanda: "Perché, scusate?"; risp. "nun c'azzecca niente"...
Quei tecnici ignoravano tutta una storia di Hammond + piano CP,di hammond+ CS....Beata gioventu'...emo emo
d_phatt 27-07-23 13.42
giosanta ha scritto:
Agli amici tutto è consentito.

È un piacere e un onore sentirti dire questo, davvero.
giosanta ha scritto:
Quandi ho portato l'ultima volta l'Hammond sul palco (4/5 anni fa), i tecnici, che non avevono mai visto nulla del genere, dopo essere sfilati in ammirato pellegrinaggio ed essersi fatti i selfie con "vista valvole" sullo sfondo; hanno coperto con lo scotch "motu proprio" il logo "Yamaha" di un'incolpevole tastiera, posta al di sopra, di un mio amico, che di li a poco avrebbe utilizzato.
Domanda: "Perché, scusate?"; risp. "nun c'azzecca niente"...

Storia bellissima, l'avevo già letta in un altro tuo post da qualche parte, ma la parte del logo Yamaha coperto non la ricordavo, meravigliosa emo
mima85 27-07-23 14.07
MicheleJD ha scritto:
mi chiedevo se non fosse prassi abituale in tempi in cui le memorie non esistevano e i live erano il pane quotidiano dei musicisti


Sicuramente lo era, e lo è tutt'ora. A quei tempi non ero ancora nato, ma in tempi odierni, quando m'è capitato di vedere un tastierista suonare un analogico od un Hammond, le mani sui controlli ce le mette spesso. Un po' come parte dell'esecuzione stessa (esempio) ed un po' per adattare il suono in base al contesto.
tsuki 27-07-23 14.56
@ mima85
MicheleJD ha scritto:
mi chiedevo se non fosse prassi abituale in tempi in cui le memorie non esistevano e i live erano il pane quotidiano dei musicisti


Sicuramente lo era, e lo è tutt'ora. A quei tempi non ero ancora nato, ma in tempi odierni, quando m'è capitato di vedere un tastierista suonare un analogico od un Hammond, le mani sui controlli ce le mette spesso. Un po' come parte dell'esecuzione stessa (esempio) ed un po' per adattare il suono in base al contesto.
Differenzierei; nell'hammond te la giochi sui Drawbars,la percussione,il Vibrato chorus ed il fast-slow del leslie.Diciamo che uno esperto a scolpirsi il suo suono ci mette un attimo,e poi si parte da combinazioni piu' o meno gia' abituali.In un sinth tipo Moog ci sono tantissimi potenziometri da regolare,ed è sempre diverso perchè la regolazione di uno influenza quella dell'altro...Mica tanto facile cambiare un suono al volo... Passare dal suono di Impressioni della PFM a Non mi rompete del BMS significa cambiare radicalmente i settaggi ci vuole un po'.
mima85 27-07-23 15.55
tsuki ha scritto:
Differenzierei; nell'hammond te la giochi sui Drawbars,la percussione [...]


Era un esempio di intervento facente parte dell'esecuzione, cioè "giocare con il suono" mentre si sta suonando. Su un Moog, o su un altro analogico/VA, qualcosa di equivalente potrebbe essere il variare manualmente il cutoff del filtro o l'attacco dell'inviluppo mentre si suona una melodia o un assolo, per dare più incisività e dinamica a quello che si sta suonando.

Sui alcuni dei synth più recenti, che sugli oscillatori consentono di passare da una forma d'onda all'altra in modo graduale, un altro giochino interessante potrebbe essere appunto il variare la forma d'onda mentre si suona, per creare un po' di variabilità timbrica.

Chiaramente cambiare radicalmente suono non puoi farlo durante l'esecuzione, devi farlo nell'intervallo tra un brano e l'altro.