@ maxpiano69
Se cominci a studiare il metodo di Barry Harris il Levine lo metti a scaffale e non lo tocchi più se non per curiosità ... Levine analizza l'improvvisazione Jazz ex-post e cerca di sistematizzarla in un metodo che però non risponde alla domanda del "perchè quei grandi improvvisavano in quel modo?", dato che nessuno di loro pensava "ora suono in scala dorica di D" ma in realtà partiva da altri concetti ed applicava altri criteri; BH invece (che di quella generazione di boppers faceva parte integrante) ti insegna infatti proprio i criteri che i boppers applicavano e quindi i razionali che stanno dietro (a monte, non a valle) quello stile di improvvisazione.
Analisi corretta.
Il metodo di Barry Harris parte dalla considerazione che ciò che conta sono i "movimenti" (ovvero la relazione tensione-risoluzione) e analizza le armonie ed il fraseggio dei suoi contemporanei cercando un "fil rouge" che sappia fornire un metodo pratico per raggiungere quel tipo di suono.
NB: Bud Powell, Parker etc non pensavano affatto in termini di "diminished 6th scale" o "borrowed notes", probabilmente hanno costruito il loro suono in maniera empiricamente progressiva, un po' come se si trattasse di strati di una cipolla.
Il genio di Barry Harris è stato scoprire le "regole soggiacenti" e strutturarle in maniera sistematica.