Liuto, arciliuto e tiorba

Ilaria_Villa 14-03-25 17.59
Nelle fonti teoriche medievali, la citazione del liuto è legata alla presenza di nuovi strumenti musicali.
Per fare un esempio, nel trattato "Practica artis musice" (1271), il sacerdote inglese Amerus, attivo in Italia al seguito del cardinale Ottobuono Fieschi, si sofferma anche sul alcuni dettagli tecnici: il ponticello (magada o pons) è presente "in viella, symphonia, liuto et huismodi instrumentis". Nota: la symphonia è l'antenato della ghironda.
Non mi soffermo ulteriormente su altri trattatisti e fonti letterarie, perché il discorso si fa lunghissimo (questo non è un forum di filologia romanza). Con Dante (Inferno, XXX, 49) il liuto diventa elemento di paragone per l'abnorme ventre gonfio del falsario: "io vidi un, fatto a guisa di leuto".
Immanuel Romano (1265 circa - 1329) si sofferma sullo strumentario dei suoi tempi: "chitarre e liuti /viole e flauti/ voci alt' ed acute/qui s'odon cantare". Nota: le chitarre non sono quelle classiche, come le conosciamo adesso.
La più antica testimonianza iconografica del liuto europeo è un'opera in avorio, realizzata a Cordova intorno al 968 e oggi conservata al Museo del Louvre; altre immagini di liuti sono presenti in un salterio tedesco del X secolo e nel folio 23 della Bibbia conservata alla Biblioteca di Stato di Stoccarda.
Fondamentali, per lo studio degli strumenti medievali, sono le raffinate miniature che accompagnano le "Cantigas de Santa Maria" (Canti di Santa Maria), un'antologia di 427 composizioni dedicate alla Vergine, scritte in lingua galiziana e raccolte da Alfonso X "El Sabio" (il saggio, il sapiente), re di Castiglia e Léon (1252-1284).
E' probabile che Alfonso non abbia avuto solo il ruolo di supervisore del progetto, ma abbia scritto parte dei testi e delle musiche.
Ilaria_Villa 14-03-25 18.44
Dal Medioevo facciamo un salto nel Rinascimento.
Tra le tantissime fonti iconografiche è importante la "Madonna col Bambino e Santi " (1494 ca.): Francesco Francia ha dipinto un liuto a 6 ordini di corde, con piroli cordiformi e nove tasti di budello sul manico. Le estremità del ponticello terminano con la solita "pallina".
L'accordatura del liuto rinascimentale è per quarte intorno ad una terza maggiore; la distanza compresa fra primo e sesto ordine è di due ottave.
A differenza della notazione corrente, che indica le altezza dei suoni, l'intavolatura è una rappresentazione grafica della tastiera dello strumento indicante le posizioni che devono essere assunte dalla mano sinistra nell'esecuzione del brano (concetto presente anche nelle edizioni moderne con TAB: Tablature, che significa intavolatura).
Nei vari paesi europei si diffusero tre tipi fondamentali di intavolatura: francese, italiana e tedesca.
Intavolatura francese e italiana: esagramma in cui ogni rigo rappresenta una corda del liuto. Lettere (francese) e numeri (italiana) indicano le posizioni da tastare.
Intavolatura tedesca, priva di riferimenti grafici: ogni posizione veniva indicata da una lettera che rappresentava un "incrocio" tra corda e tasto.
Nota: I brani italiani e spagnoli usano l'intavolatura italiana; quelli francesi e inglesi l'intavolatura francese; quelli tedeschi li ho sempre studiati trascritti in intavolatura francese.
Nell'intavolatura francese la lettera a indica la corda a vuoto, b il primo tasto, c il secondo e così via.
Nell'intavolatura italiana vengono utilizzati i numeri: 0 è la corda a vuoto, 1 il primo tasto e così via. Il primo ordine è rappresentato dal primo rigo in basso, mentre in quella francese il primo ordine si trova nel primo rigo in alto.
I simboli ritmici sono sostanzialmente uguali nell'intavolatura italiana e in quella francese.
Nelle intavolature della prima metà del '500 si trova, come simbolo di diteggiatura, solo il punto (.), che indica la "botta" in su dell'indice della mano destra sui tempi deboli della battuta; successivamente troviamo, nelle intavolature più tarde, questi simboli:
.. = medio ; ... = anulare ; | = pollice.

La complessa teoria mensurale, in uso nel '500, richiede una trattazione a parte e ve la risparmio. Per chi volesse approfondire segnalo l'ottimo contributo di Giorgio Pacchioni: qui
Ilaria_Villa 14-03-25 19.03
Le corde del liuto erano di budello. Nel primo '500 un liuto a 6 ordini si presenta così:
1°: una corda
2° e 3°: due corde accordate all'unisono
4°, 5° e 6°: una corda intonata sulla fondamentale e l'altra all'ottava superiore.
I nomi delle corde: la più acuta veniva detto canto o cantino, la seconda sottana, la terza mezzana (posta nel mezzo tra il registro grave e l'acuto), la quarta tenore, la quinta bordone e la sesta basso
Gli ordini gravi venivano raddoppiati all'ottava per aggiungere brillantezza e volume sonoro alle corde di budello. Il miglioramento della tecnica di fabbricazione delle corde portò all'introduzione dell'unisono anche sui bassi, eliminando anche gli effetti, indesiderati dal punto di vista contrappuntistico, provocati dal raddoppio automatico all'ottava superiore di ogni suono prodotto sugli ordini gravi. Ciò che era stato un effetto sonoro e timbrico diventò insopportabile: il primo fautore dei raddoppi all'unisono risulta essere il liutista napoletano Fabrizio Dentice, autore di complesse fantasie polifoniche.
ifus 14-03-25 19.24
👏👏👏
Ilaria_Villa 14-03-25 19.24
@ Ilaria_Villa
Le corde del liuto erano di budello. Nel primo '500 un liuto a 6 ordini si presenta così:
1°: una corda
2° e 3°: due corde accordate all'unisono
4°, 5° e 6°: una corda intonata sulla fondamentale e l'altra all'ottava superiore.
I nomi delle corde: la più acuta veniva detto canto o cantino, la seconda sottana, la terza mezzana (posta nel mezzo tra il registro grave e l'acuto), la quarta tenore, la quinta bordone e la sesta basso
Gli ordini gravi venivano raddoppiati all'ottava per aggiungere brillantezza e volume sonoro alle corde di budello. Il miglioramento della tecnica di fabbricazione delle corde portò all'introduzione dell'unisono anche sui bassi, eliminando anche gli effetti, indesiderati dal punto di vista contrappuntistico, provocati dal raddoppio automatico all'ottava superiore di ogni suono prodotto sugli ordini gravi. Ciò che era stato un effetto sonoro e timbrico diventò insopportabile: il primo fautore dei raddoppi all'unisono risulta essere il liutista napoletano Fabrizio Dentice, autore di complesse fantasie polifoniche.
Per tornare alla domanda dell'amico Orange: fra liuto e chitarra c'è una bella differenza e non mi riferisco solo alla forma.
La chitarra rinascimentale ha cinque ordini di corde e l'esemplare più antico, conservato nei musei, è quello di Belchior Dias del 1581. Allego un link del laboratorio di liuteria dei miei amici (ed ex-compagni di studi alla Civica Scuola di Liuteria di MIlano) Stefano Zanderighi e Marco Golinelli: Liuteria d'insieme

Al pari del liuto, la chitarra fu usata sia come strumento solistico sia come accompagnamento. L'evoluzione della chitarra rinascimentale portò a quella barocca, dove il repertorio, splendido, è di altissimo livello e molto ampio, soprattutto in Italia e in Spagna. Verso la fine del '700 lo strumento si evolve: nasce la chitarra a sei corde singole, la chitarra del periodo romantico.
Link utile
Ulteriori progressi, ad opera dei liutai spagnoli, come Torres, condurranno alla chitarra classica come la conosciamo oggi.



Ilaria_Villa 14-03-25 19.40
Il liuto, che ha dominato la scena musicale per secoli, scompare di fronte all'affermarsi di strumenti più "pratici": l'accordatura del liuto (pensiamo alle 24 corde del liuto barocco) non era uno scherzo e le condizioni atmosferiche influivano sulla tenuta della medesima. La chitarra romantica, con le sei corde in budello, presentava notevoli vantaggi ed era meno ingombrante di un arciliuto.
Nuove esigenze, nuovi gusti musicali, nuove tendenze, nuovi virtuosi, nuovi strumenti e sul liuto sembra calare definitivamente il sipario. Bisognerà aspettare Arnold Dolmetsch (1858-1940), musicologo, liutaio, docente di violino e compositore inglese. Pioniere degli studi sulla musica antica, costruì cembali e liuti a Boston (1902-09) e a Parigi (1910-14). A Heslemere, nel Surrey, dove si era stabilito nel 1914, fondò un centro di studi, un laboratorio di strumenti antichi, un festival (1925) e una rivista dedicata alla musica antica (1929). Revisore di autori barocchi, scrisse un testo fondamentale, "L'interpretazione della musica del XVII e XVIII secolo" (1915).

Qui:
Ilaria_Villa 14-03-25 19.42
@ maxpiano69
Thanksone anche qui! emo
Argomento inconsueto ma proprio per questo molto interessante emo
emo
1paolo 14-03-25 19.46
@ Ilaria_Villa
Il liuto, che ha dominato la scena musicale per secoli, scompare di fronte all'affermarsi di strumenti più "pratici": l'accordatura del liuto (pensiamo alle 24 corde del liuto barocco) non era uno scherzo e le condizioni atmosferiche influivano sulla tenuta della medesima. La chitarra romantica, con le sei corde in budello, presentava notevoli vantaggi ed era meno ingombrante di un arciliuto.
Nuove esigenze, nuovi gusti musicali, nuove tendenze, nuovi virtuosi, nuovi strumenti e sul liuto sembra calare definitivamente il sipario. Bisognerà aspettare Arnold Dolmetsch (1858-1940), musicologo, liutaio, docente di violino e compositore inglese. Pioniere degli studi sulla musica antica, costruì cembali e liuti a Boston (1902-09) e a Parigi (1910-14). A Heslemere, nel Surrey, dove si era stabilito nel 1914, fondò un centro di studi, un laboratorio di strumenti antichi, un festival (1925) e una rivista dedicata alla musica antica (1929). Revisore di autori barocchi, scrisse un testo fondamentale, "L'interpretazione della musica del XVII e XVIII secolo" (1915).

Qui:
Conosco solo Alan Stivell e la sua arpa celtica che ho visto live 40 anni fa …
Il mondo musicale di cui parli mi e’ sconosciutoemo. Certo e’ che traspare una grande passione dai tuoi post (oltre ad un’evidente competenza) tale da invogliare a “saperne di più” emoemoemo
Ilaria_Villa 14-03-25 19.48
Ho visto sia liuti arabi elettrici sia violini e violoncelli elettrici.
Ho trovato questo link sul liuto elettrico: qui

Sperando di non avervi tediato troppo, vi ringrazio per l'affetto e vi auguro buona serata e buona musica.
Ilaria_Villa 14-03-25 19.54
@ 1paolo
Conosco solo Alan Stivell e la sua arpa celtica che ho visto live 40 anni fa …
Il mondo musicale di cui parli mi e’ sconosciutoemo. Certo e’ che traspare una grande passione dai tuoi post (oltre ad un’evidente competenza) tale da invogliare a “saperne di più” emoemoemo
Grazie Paolo per le tue bellissime parole!
Il mio ricordo più bello: io che ballavo in aula una pavana di John Dowland, mentre il mio maestro suonava, e il docente di teoria musicale che invitava tutti in corridoio, in pausa caffé, a imparare i passi base.
Che anni meravigliosi, se ci penso mi commuovo e tanto, alcuni miei compagni di studi sono morti giovani, portati via da un malore improvviso. Se chiudo gli occhi sento le loro voci allegre...
giosanta 14-03-25 23.37
Grazie Ilaria!
orange1978 14-03-25 23.54
sarei curioso di sapere se esistesse la possibilitá di leggere diciamo gran parte del repertorio per liuto e arciliuto ma su una chitarra elettrica con corde spesse tipo .12/.13 che consentono un ottimo controllo della dinamica (ovviamente con le dita, senza plettro).
ovviamente non parlo di usare suoni distorti ma puliti, come diciamo si farebbe su una semiacustica jazz...l'accordatura cambia parecchio tra i due strumenti?
Questa cosa potrebbe esser utile per chi come me ama molto la chitarra elettrica 'di altri tempi', e vorrebbe sviluppare una tecnica non convenzionale e piú vicina alla classica, e secondo me aiuterebbe molto a sviluppare la tecnica senza plettro che piace a me....potrei impazzire e comprarmi una bella gibson les paul custom shop o una fender telecaster relic da 6000 euro e mettermi a studiare i brani per liuto! emo

considerando la mia follia non escludo che potrebbe succedere sul serio semmai mi innamorassi davvero del liuto...dopo tutto sempre di musica antica si tratta, la chitarra elettrica oramai è uno strumento antico!
Ilaria_Villa 15-03-25 11.33
@ giosanta
Grazie Ilaria!
Prego.
mima85 15-03-25 12.30
Devo ancora leggere (e soprattutto capire...) bene quello che hai scritto nel tuo thread, ma ti do già un thanks per il dettaglio e la completezza della tua esposizione.

Ogni tanto mi capita di partecipare a rievocazioni medievali come figurante perché i miei hanno una piccola associazione, con cui abbiamo partecipato a diverse manifestazioni storiche nel nord Italia. Almeno quando vedrò nel corteo qualcuno che suona un liuto o una ghironda ne saprò un po' di più della storia di questi strumenti.
Ilaria_Villa 15-03-25 13.16
@ orange1978
sarei curioso di sapere se esistesse la possibilitá di leggere diciamo gran parte del repertorio per liuto e arciliuto ma su una chitarra elettrica con corde spesse tipo .12/.13 che consentono un ottimo controllo della dinamica (ovviamente con le dita, senza plettro).
ovviamente non parlo di usare suoni distorti ma puliti, come diciamo si farebbe su una semiacustica jazz...l'accordatura cambia parecchio tra i due strumenti?
Questa cosa potrebbe esser utile per chi come me ama molto la chitarra elettrica 'di altri tempi', e vorrebbe sviluppare una tecnica non convenzionale e piú vicina alla classica, e secondo me aiuterebbe molto a sviluppare la tecnica senza plettro che piace a me....potrei impazzire e comprarmi una bella gibson les paul custom shop o una fender telecaster relic da 6000 euro e mettermi a studiare i brani per liuto! emo

considerando la mia follia non escludo che potrebbe succedere sul serio semmai mi innamorassi davvero del liuto...dopo tutto sempre di musica antica si tratta, la chitarra elettrica oramai è uno strumento antico!
Prima di tutto alcuni link utili: qui
e qui

Per rispondere alla tua domanda: sei il primo che mi chiede una cosa simile e non è una domanda stupida.
Non ho competenze in materia di strumenti elettrici, ma è possibile suonare una trascrizione di brani antichi, anche se non mi vedo "Flow my tears" di John Dowland (star del liuto di fama internazionale, contemporaneo di Shakespeare) sulla chitarra elettrica.
Comunque, Narciso Yepes si fece costruire una chitarra a 10 corde per eseguire al meglio il repertorio barocco: non è una scelta "filologica", perché una chitarra classica ha una sonorità diversa rispetto alla sua antenata barocca e agli strumenti della famiglia del liuto.

Risorse utili

Il liuto tenore è accordato in mi3 e ha un diapason compreso fra 68 e 77 cm, comunque, qualunque sia la tua scelta, ti consiglio di contattare un buon docente, che trovi nel link della Società del Liuto (di cui fui, in passato, uno dei consiglieri), onde evitare problemi di tendinite da posizioni scorrette o "fantasiose".
Visto che sai leggere uno spartito, la soluzione migliore, secondo me, è cercare trascrizioni per chitarra di pagine antiche, concepite per liuto rinascimentale e barocco.
Un consiglio: non c'è uno strumento ideale per l'intero repertorio dal 1580 al 1750, ma vari strumenti. In altre parole, lo strumento adatto per uno specifico repertorio: se ti interessa la monodia accompagnata italiana del primo '600 usi la tiorba e se esegui i concerti per liuto di Vivaldi usi l'arciliuto.
Idealmente parlando, per coprire il repertorio barocco, bisognerebbe avere due strumenti: una tiorba in la e un arciliuto in sol.
Altro fattore da tenere presente, oltre al repertorio, è la dimensione della propria mano e la lunghezza delle braccia, concetto ripetuto anche dal liutista Nigel North, musicista di fama internazionale e autore di un libro fondamentale sulla prassi esecutiva antica: "Continuo playing on the lute, archlute and theorbo", edito da Faber Music Ltd (1987). Lo strumento non deve stancare il musicista dopo solo pochi minuti di uso!
Ho la mano piccola e una tiorba a tratta lunga, con il diapason dei bordoni pari a 180 cm, per me sarebbe pura follia; per un liutista alto due metri, come il mio amico irlandese Sean (il fratello che non ho avuto), il problema non si pone. L'esercizio aiuta a conquistare le posizioni difficili, è vero, ma o modifichi l'accordo o scegli uno strumento con un diapason più adatto.
Il mio insegnante amava ripetere che prevenire è meglio che curare. Mi fece provare la tiorba a tratta lunga e poi scosse la testa: tempo un mese, forse meno, mi sarei ritrovata con una bella tendinite.

Il passaggio dall'intavolatura rinascimentale a quella barocca per tiorba, per me, non fu la fine del mondo, ma l'approccio al basso continuo richiese - e richiede - un modo diverso di pensare. L'insegnante ci chiedeva sempre se avessimo idea di quale nota stessimo eseguendo o se fosse un numero o una lettera sull'ottava corda. Guardando il manico lo sapevo, ma il maestro voleva che cominciassimo a liberarci dall'intavolatura e a pensare in "musica reale": quando si suona dall'intavolatura (a meno che non sia un brano per sola tiorba) c'è minore possibilità di ascoltare bene e seguire il solista (cantante), nonché di improvvisare ove necessario. Questo non vuol dire che l'intavolatura fosse da buttare via, ovviamente.
Spero di essere riuscita a fare un po' di luce.
Altro link fondamentale: quello della Biblioteca Musicale Petrucci: qui

orange1978 15-03-25 14.31
Ilaria_Villa ha scritto:
Non ho competenze in materia di strumenti elettrici, ma è possibile suonare una trascrizione di brani antichi, anche se non mi vedo "Flow my tears" di John Dowland (star del liuto di fama internazionale, contemporaneo di Shakespeare) sulla chitarra elettrica.


eeeeh....potrebbe essere interessante! beh comunque il "blues" alla chitarra non è tanto diverso dalla melodia accompagnata dal liuto del rinascimento o anche prima, se ci pensi ;). .....cambieranno le tensioni e il ritmo (sopratutto gli accenti) ma il concetto quello è.

Ilaria_Villa ha scritto:
Comunque, Narciso Yepes si fece costruire una chitarra a 10 corde per eseguire al meglio il repertorio barocco: non è una scelta "filologica", perché una chitarra classica ha una sonorità diversa rispetto alla sua antenata barocca e agli strumenti della famiglia del liuto.

beh immagino andrà quindi più sotto, verso il registro del basso...io ho visto invece molte "harp guitars" che sono acustiche con tante corde supplementari per chi suona fingerstyle, ma la maggior parte delle corde aggiuntive si suonano "a vuoto", molto carine da vedere, e costose.

Ilaria_Villa ha scritto:
Il liuto tenore è accordato in mi3 e ha un diapason compreso fra 68 e 77 cm, comunque, qualunque sia la tua scelta, ti consiglio di contattare un buon docente, che trovi nel link della Società del Liuto (di cui fui, in passato, uno dei consiglieri), onde evitare problemi di tendinite da posizioni scorrette o "fantasiose".


apprezzo notevolmente il tuo consiglio ma non penso sia una buona idea... emo il problema sarebbe farsi prendere "seriamente", già successo che credi? quando gli dirò "sa, mi piacerebbe conoscere il repertorio liutistico e magari studiarlo un po' per estrapolarne dei concetti sia tecnici che musicali da applicare alla mia musica....vorrei quindi leggerlo con la mia fender telecaster" temo mi attaccheranno il telefono in faccia, già successo non scherzo (non era il liuto in questione, ma siam lì).

Ilaria_Villa ha scritto:
Ho la mano piccola e una tiorba a tratta lunga, con il diapason dei bordoni pari a 180 cm, per me sarebbe pura follia; per un liutista alto due metri, come il mio amico irlandese Sean (il fratello che non ho avuto), il problema non si pone. L'esercizio aiuta a conquistare le posizioni difficili, è vero, ma o modifichi l'accordo o scegli uno strumento con un diapason più adatto.
Il mio insegnante amava ripetere che prevenire è meglio che curare. Mi fece provare la tiorba a tratta lunga e poi scosse la testa: tempo un mese, forse meno, mi sarei ritrovata con una bella tendinite.


è il problema che ho anche io con il basso elettrico, che per me è un po' scomodo non avendo le mani e le braccia lunghe, devo andarci piano, devo dire però che con il jazz bass fretless mi trovo bene, però con cautela, un fender precision con il manico grosso sulle mie mani potrebbe essere molto faticoso, peccato perche un precision con il manico largo del 1956 per esempio, è IL BASSO elettrico...come suono!

Infatti ad esser sincero ho quasi smesso di studiare basso e chitarra, perche rovinarmi le mani per fare una cosa nella quale sarò sempre mediocre tendente al cane, quando invece riesco a dominare direi (spero) piuttosto bene il pianoforte beh....non è una bella prospettiva, oramai son cresciuto e il tempo per sognare è passato, ma non nego che mi piacerebbe.
simisi di studiare arpa per lo stesso motivo, anche quello fu un capriccio passeggero, però mi piacerebbe tutt'ora prenderne una e dedicarci tempo, il fatto è che sono strumenti rischiosi per i tendini, ma lo può essere anche il pianoforte, la differenza è che il piano è la tua vita, mettersi a rischiare infiammazioni per una cosa che tanto oramai non potrai più suonare al meglio non avendo 11 anni e tutta l'adolescenza davanti per imparare, non so quanto abbia senso...
d_phatt 15-03-25 14.52
orange1978 ha scritto:
Infatti ad esser sincero ho quasi smesso di studiare basso e chitarra, perche rovinarmi le mani per fare una cosa [...]

La trovo una cosa molto ragionevole, è giusto sperimentare e diversificare, ma nel momento in cui bisogna anche fare i conti con la propria salute e fisicità è bene non rischiare, per un musicista è una questione estremamente delicata. Io non mi sono mai dedicato a nient'altro se non pianoforte e tastiere, penso che se provassi a studiare chitarra mi spaccherei le mani dopo due giorni. Fare la tecnica "vera", intendo quella di livello conservatoriale/professionale su due strumenti diversi è roba per pochi, se poi aggiungi nell'equazione il fatto che nella vita uno fa altro è già un mezzo miracolo mantenere un livello dignitoso su un solo strumento.

Io - facciamo le corna, speriamo che continui ad essere così per sempre, ma chi lo sa - non ho mai avuto problemi su mani e avambracci dovuti al pianoforte (ma usare lo smartphone a volte mi dà fastidio, che aggeggio infernale...!), complice anche l'immensa fatica fatta intorno ai 18 anni per reimpostare e ripulire i fondamenti della tecnica, ma un mio carissimo "compagno di musica", raffinato pianista e musicista, pur avendo un'impostazione tecnica impeccabile ha avuto problemi di tendinite a causa di una sua certa propensione fisica al problema, e tutt'ora, seppure stia bene, deve stare attento con i grossi carichi di lavoro fisico che richiede il triennio di conservatorio e si "monitora" costantemente. Pensieri che io non ho mai avuto, neanche quando avevo un'impostazione non perfetta e neanche nei periodi in cui dovevo studiare minimo 3 o 4 ore al giorno, a cui si dovevano aggiungere le ore passate comunque sul pianoforte per puro divertimento.
Ilaria_Villa 15-03-25 15.43
orange1978 ha scritto:
Infatti ad esser sincero ho quasi smesso di studiare basso e chitarra, perche rovinarmi le mani per fare una cosa nella quale sarò sempre mediocre tendente al cane, quando invece riesco a dominare direi (spero) piuttosto bene il pianoforte beh....non è una bella prospettiva, oramai son cresciuto e il tempo per sognare è passato, ma non nego che mi piacerebbe.
simisi di studiare arpa per lo stesso motivo, anche quello fu un capriccio passeggero, però mi piacerebbe tutt'ora prenderne una e dedicarci tempo, il fatto è che sono strumenti rischiosi per i tendini, ma lo può essere anche il pianoforte, la differenza è che il piano è la tua vita, mettersi a rischiare infiammazioni per una cosa che tanto oramai non potrai più suonare al meglio non avendo 11 anni e tutta l'adolescenza davanti per imparare, non so quanto abbia senso...


Puro buon senso, il gioco non vale la candela. Nel mio corso c'era un ragazzo che si divideva fra liuto e percussioni afrocaraibiche e dovette fare una scelta, perché aveva le dita indolenzite quando si metteva al liuto.
Ilaria_Villa 15-03-25 15.49
@ mima85
Devo ancora leggere (e soprattutto capire...) bene quello che hai scritto nel tuo thread, ma ti do già un thanks per il dettaglio e la completezza della tua esposizione.

Ogni tanto mi capita di partecipare a rievocazioni medievali come figurante perché i miei hanno una piccola associazione, con cui abbiamo partecipato a diverse manifestazioni storiche nel nord Italia. Almeno quando vedrò nel corteo qualcuno che suona un liuto o una ghironda ne saprò un po' di più della storia di questi strumenti.
Per anni ho fatto parte di un gruppo di rievocazione storica medievale, la Compagnia di Chiaravalle, dal 2020 Associazione Culturale La Duecentesca. Come si chiama il tuo gruppo? Magari vi conosco.
Ilaria_Villa 15-03-25 15.51
@ d_phatt
orange1978 ha scritto:
Infatti ad esser sincero ho quasi smesso di studiare basso e chitarra, perche rovinarmi le mani per fare una cosa [...]

La trovo una cosa molto ragionevole, è giusto sperimentare e diversificare, ma nel momento in cui bisogna anche fare i conti con la propria salute e fisicità è bene non rischiare, per un musicista è una questione estremamente delicata. Io non mi sono mai dedicato a nient'altro se non pianoforte e tastiere, penso che se provassi a studiare chitarra mi spaccherei le mani dopo due giorni. Fare la tecnica "vera", intendo quella di livello conservatoriale/professionale su due strumenti diversi è roba per pochi, se poi aggiungi nell'equazione il fatto che nella vita uno fa altro è già un mezzo miracolo mantenere un livello dignitoso su un solo strumento.

Io - facciamo le corna, speriamo che continui ad essere così per sempre, ma chi lo sa - non ho mai avuto problemi su mani e avambracci dovuti al pianoforte (ma usare lo smartphone a volte mi dà fastidio, che aggeggio infernale...!), complice anche l'immensa fatica fatta intorno ai 18 anni per reimpostare e ripulire i fondamenti della tecnica, ma un mio carissimo "compagno di musica", raffinato pianista e musicista, pur avendo un'impostazione tecnica impeccabile ha avuto problemi di tendinite a causa di una sua certa propensione fisica al problema, e tutt'ora, seppure stia bene, deve stare attento con i grossi carichi di lavoro fisico che richiede il triennio di conservatorio e si "monitora" costantemente. Pensieri che io non ho mai avuto, neanche quando avevo un'impostazione non perfetta e neanche nei periodi in cui dovevo studiare minimo 3 o 4 ore al giorno, a cui si dovevano aggiungere le ore passate comunque sul pianoforte per puro divertimento.
Concordo.