@ orange1978
sarei curioso di sapere se esistesse la possibilitá di leggere diciamo gran parte del repertorio per liuto e arciliuto ma su una chitarra elettrica con corde spesse tipo .12/.13 che consentono un ottimo controllo della dinamica (ovviamente con le dita, senza plettro).
ovviamente non parlo di usare suoni distorti ma puliti, come diciamo si farebbe su una semiacustica jazz...l'accordatura cambia parecchio tra i due strumenti?
Questa cosa potrebbe esser utile per chi come me ama molto la chitarra elettrica 'di altri tempi', e vorrebbe sviluppare una tecnica non convenzionale e piú vicina alla classica, e secondo me aiuterebbe molto a sviluppare la tecnica senza plettro che piace a me....potrei impazzire e comprarmi una bella gibson les paul custom shop o una fender telecaster relic da 6000 euro e mettermi a studiare i brani per liuto!
considerando la mia follia non escludo che potrebbe succedere sul serio semmai mi innamorassi davvero del liuto...dopo tutto sempre di musica antica si tratta, la chitarra elettrica oramai è uno strumento antico!
Prima di tutto alcuni link utili:
qui
e
qui
Per rispondere alla tua domanda: sei il primo che mi chiede una cosa simile e non è una domanda stupida.
Non ho competenze in materia di strumenti elettrici, ma è possibile suonare una trascrizione di brani antichi, anche se non mi vedo "Flow my tears" di John Dowland (star del liuto di fama internazionale, contemporaneo di Shakespeare) sulla chitarra elettrica.
Comunque, Narciso Yepes si fece costruire una chitarra a 10 corde per eseguire al meglio il repertorio barocco: non è una scelta "filologica", perché una chitarra classica ha una sonorità diversa rispetto alla sua antenata barocca e agli strumenti della famiglia del liuto.
Risorse utili
Il liuto tenore è accordato in mi3 e ha un diapason compreso fra 68 e 77 cm, comunque, qualunque sia la tua scelta, ti consiglio di contattare un buon docente, che trovi nel link della Società del Liuto (di cui fui, in passato, uno dei consiglieri), onde evitare problemi di tendinite da posizioni scorrette o "fantasiose".
Visto che sai leggere uno spartito, la soluzione migliore, secondo me, è cercare trascrizioni per chitarra di pagine antiche, concepite per liuto rinascimentale e barocco.
Un consiglio: non c'è uno strumento ideale per l'intero repertorio dal 1580 al 1750, ma vari strumenti. In altre parole, lo strumento adatto per uno specifico repertorio: se ti interessa la monodia accompagnata italiana del primo '600 usi la tiorba e se esegui i concerti per liuto di Vivaldi usi l'arciliuto.
Idealmente parlando, per coprire il repertorio barocco, bisognerebbe avere due strumenti: una tiorba in la e un arciliuto in sol.
Altro fattore da tenere presente, oltre al repertorio, è la dimensione della propria mano e la lunghezza delle braccia, concetto ripetuto anche dal liutista Nigel North, musicista di fama internazionale e autore di un libro fondamentale sulla prassi esecutiva antica: "Continuo playing on the lute, archlute and theorbo", edito da Faber Music Ltd (1987). Lo strumento non deve stancare il musicista dopo solo pochi minuti di uso!
Ho la mano piccola e una tiorba a tratta lunga, con il diapason dei bordoni pari a 180 cm, per me sarebbe pura follia; per un liutista alto due metri, come il mio amico irlandese Sean (il fratello che non ho avuto), il problema non si pone. L'esercizio aiuta a conquistare le posizioni difficili, è vero, ma o modifichi l'accordo o scegli uno strumento con un diapason più adatto.
Il mio insegnante amava ripetere che prevenire è meglio che curare. Mi fece provare la tiorba a tratta lunga e poi scosse la testa: tempo un mese, forse meno, mi sarei ritrovata con una bella tendinite.
Il passaggio dall'intavolatura rinascimentale a quella barocca per tiorba, per me, non fu la fine del mondo, ma l'approccio al basso continuo richiese - e richiede - un modo diverso di pensare. L'insegnante ci chiedeva sempre se avessimo idea di quale nota stessimo eseguendo o se fosse un numero o una lettera sull'ottava corda. Guardando il manico lo sapevo, ma il maestro voleva che cominciassimo a liberarci dall'intavolatura e a pensare in "musica reale": quando si suona dall'intavolatura (a meno che non sia un brano per sola tiorba) c'è minore possibilità di ascoltare bene e seguire il solista (cantante), nonché di improvvisare ove necessario. Questo non vuol dire che l'intavolatura fosse da buttare via, ovviamente.
Spero di essere riuscita a fare un po' di luce.
Altro link fondamentale: quello della Biblioteca Musicale Petrucci:
qui