@ orange1978
Ovidio ha scritto:
Ti rispondo citando una risposta che ricevesti a suo tempo da un collega forumer (mi trova sostanzialmente d'accordo):
"Provatum in negotium musicalis cum cuffiam akg, cagarem fa, tastiera est pesante quoque lentam, male a ditas.....sonorus est horribilis."
(Cit. Orange1978 in "Casio px5s reddere rationem)
si però dovresti leggere ANCHE tutto il resto poi del thread....quando scrissi quelle cose lo provai per la prima volta e, sinceramente, non mi fece una grande impressione lo ammetto.
...poi su suggerimento di anumj lo riascoltai e riprovai tante volte, l'ho anche usato in studio successivamente, e devo dire che ho capito che era uno strumento molto originale e interessante, a suo modo innovativo, non lo cambierei con i miei strumenti come sv2a, cp1, rd88....ma semplicemente perchè se li ho scelti un motivo c'è, ma quel casio era un prodotto ben fatto, la vera assurdità è stata non svilupparne una versione migliorata.
si sarebbe potuto potenziare la GUI, rendendolo più facile nella programmazione, e bastava qualche controller in più e un display più grosso, per evitare di dover programmare via editor, poi sarebbe bastato migliorare un po' la meccanica (operazione possibilissima e già fatta) e aggiungere dei suoni migliori come ad esempio quei tre samples che casio ha già in casa ossia bechstein, vienna e steinway presenti sugli hybrid pianos...se poi avessero aggiunto anche una audiocard con audio over usb ciao!
con queste features sarebbe stato secondo me un prodotto interessante e competitivo sopratutto se venduto a un prezzo diciamo in linea con roland rd88, purtroppo però come sappiamo, molte storiche aziende ultimamente sembrano fare le cose al contrario di quello che sembrerebbe più logico aspettarsi, forse saremo noi rincoglioniti che ne so!
per come la vedo io invece di fare quel coso color senape, bello come design ma inutilizzabile dal punto di vista pratico (provate solo a cambiare suono con quel cazzo di pannello tipo cucina a induzione) forse sarebbe stato meglio puntare su un nuovo px5s che nel suo piccolo era a livello pratico molto ben fatto, bastava migliorarlo non stravolgerlo (come hanno tentato di fare per esempio con la sua versione arranger color blu elettrico, px560 forse, e toppando alla grande ovviamente!)
Sarebbe potuto essere tante cose, sicuramente, ma l'obiettivo era realizzare il primo strumento multitimbrico a 88 tasti con una meccanica seria e un'architettura sonora fortemente condizionata dal filtro ricavato dalla vecchia scuola rolandiana del periodo fujitsu... la migliore, imho, anche rispetto a quanto c'è sul mercato oggi.
Il tutto ad un prezzo ed un peso impensabile per quel tempo (tutto sommato ancora adesso). Allo stesso prezzo trovavi cagate, 3 suoni 1 tastiera di merda.
Ancora oggi non esiste uno strumento simile sul mercato.
Il punto che ha creato confusione, nella già disorientata quanto nutrita pletora di insoddisfatti cronici persi nell'eterna ricerca del "piano di plastica che suona come uno vero", è il fatto che uno strumento simile è stato ascritto alla categoria 'piani digitali', per ovvie semplificazioni di mercato.
Si tratta di qualcosa di molto diverso dall'ennesimo finto piano digitale. E' uno strumento di "sintesi", in senso lato, cioè sintetizza in se vari concetti, concedendo all'utente la possibilità di un editing (con editor proprietario) completo, a garanzia di grande flessibilità sonora.
Il PX5s resta uno straordinario sintetizzatore a 88 tasti, capace di combinazioni sonore in grado di stimolare la creatività.