drmacchius ha scritto:
Esistono ancora in commercio delle „spinette“ a tastiera integrale da poter mettere alla destra di un pianoforte a coda per poter cambiare da uno strumento all‘altro come faceva Gulda, per chi non ha lo spazio per tenere sia un pianoforte a coda che un clavicembalo?
io francamente spero solo che tu stia scherzando, cambiare da uno strumento all'altro come faceva gulda...io ti consiglio sinceramente parlando di studiare musica e stop, che forse è più prioritaria (non sapevi nemmeno l'esistenza di una letteratura contemporanea per lo strumento ma dai, hai parlato di metallari tipo stratovarius e famiglia addams, ma per carità su, lo studio del clavicembalo, come se si stesse parlando di andare a correre al parco.)
drmacchius ha scritto:
I clavicembali a due tastiere avevano delle particolarità rispetto a quelli a tastiera singola (nel senso che venivano usati na mano per tastiera con timbri differenti) come si fa sull‘organo?
quello è l'harpsichord francese "taskin", ma esistono anche modelli così fiamminghi, a parte i modelli moderni del 900 come pleyel, de blaise, neuper, che hanno quasi sempre due manuali.
si lo scopo era avere un registro singolo e uno "coupled" ossia il manuale inferiore si può combinare a quello superiore a distanza di un ottava (16 + 8) esattamente come sull'hammond quando tiri le drawbars 16 e 8 completamente fuori, infatti se suoni un manuale combinato vedrai muoversi anche gli altri tasti, questa cosa serve per DARE DINAMICA, perchè l'harpsichord non ha il controllo della dinamica tramite pressione dei tasti, ora se tu provi a suonare un manuale nel quale suonano due serie di corde, così come sulla chitarra 12 corde, avrai automaticamente più volume rispetto a suonare solo una serie di corde.
In questo modo puoi alternare passaggi forti sul manuale inferiore e più lievi su quello superiore, la ECHO della Ouverture in stile francese di JS BACH (French Ouverture) infatti si suona proprio così, alternando tra i due manuali le mani.