@ maverplatz
Una curiosità: nel DX11 / TX 81Z, un operatore impostato su frequenza fissa non poteva scendere sotto gli 8 Hz, mentre nel Reface DX questa limitazione è stata tolta e si scende fino ad 1 Hz (come nel DX7).
I modelli DX 21/27 non avevano nemmeno questa funzione.
Perché è importante ? Perché un operatore portante con frequenza fissa 1 Hz, modulato da un altro impostato normalmente su RATIO, è una base per la creazione di tappeti interessanti; forse mi sbaglio (è passato molto tempo), ma credo che gli archi del DX7 sfruttassero questa combinazione.
Senza alcuna vena polemica, però tutta questa teoria sulla programmazione, che dovrebbe far intravedere le numerose possibilità sonore a disposizione, si scontra miseramente con i risultati ottenuti, specialmente a livello dei preset.
Ho avuto DX7mkI nel 1984, sostituito nel 1992 da una TG77 ed affiancato anni più tardi da una FS1R tuttavia, dalla prima, non sono mai riuscito ad ottenere degli archi in ensemble convincenti, senza contare quelli solisti.
Ricordo che nel 1986 frequentai presso il Centro di Sonologia Computazionale dell'Università di Padova, un corso full immersion sulla programmazione dei sintetizzatori in FM.
Per quanto fosse interessante, la grande dicotomia tra il programmatore "teorico" che compone musica concreta inserendo nelle famose 4x e 4i valanghe di numeri ed il programmatore con i piedi a terra che fa musica pop è che il primo non sa spiegare al secondo come ottenere timbriche utilizzabili nel suo contesto... Del resto il musicista pop non si sognerebbe mai di utilizzare una DX7mkI per ricavare timbriche inarmoniche ed inutilizzabili per le sue creazioni.
Quindi, quello che voglio dire è: avere molte possibilità di programmazione che conducono a risultati - a livello emulativo degli strumenti acustici e non - poco convincenti non ha alcun significato in termini pratici.