argomento sempre interessante, anche se ormai sul tema la questione è pressoché risolta. Ma vedo che qualcuno è ancora rimasto col dubbio.
Su HSI se n'è parlato alla nausea, ma devo dire che alcuni utenti esperti hanno chiarito alla perfezione ogni dubbio.
Io stesso ho impiegato un po' per capire il concetto, ma a quanto pare, come dice la stessa legge, la paternità di un opera nasce al momento stesso della sua creazione (sembra ovvio, ma è scritto proprio così). In italia non esiste una legge sulla paternità vera e propria, invece esiste la questione del "fino a prova contraria", e cioè devi dimostrare che in una determinata data eri già in possesso di quell'opera. In un contenzioso non avrebbe senso parlare di paternità.
Spedirsi la raccomandata A/R con dentro spartito o cd, anche se timbrata con sigillo papale, non ha valore legale.
La siae non è un ente per la tutela della "paternità" (termine improprio ma è giusto per capirci), serve per la ripartizione dei proventi. Però è ovvio che viene tenuto conto il fatto che in una data precisa ho depositato l'opera e quello ha valore legale... fino a prova contraria (quindi non assoluto come tanti pensano solo perché sentono il nome SIAE). Se un pinco pallino arriva e dimostra legalmente che era in possesso dell'opera prima della data di deposito siae, quel deposito siae diventa nullo.
Poi non capisco questo attaccamento alla siae quando oggi possiamo affidarci ad enti simili spagnole, francesi ecc... che sono molto meno costose e più affidabili. Ma queste società servono solo per i proventi, per chi guadagna con la musica che produce, e diversamente non ha molto senso.
Per tutelare le proprie opere oggi, com'è già stato detto nel thread, ci si può affidare tranquillamente alla marca temporale e firma digitale. E' immediato e ha valore legale, ne più ne meno del deposito siae. Il costo è minimo, e il più conveniente è
aruba pec .
Sempre tramite aruba, esiste un altro metodo legale che permette di dimostrare la "paternità" dell'opera, molto più conveniente anche se limitata: con 5 euro all'anno si può attivare la posta certificata, dove anche gli allegati (file mp3, o spartiti digitalizzati) hanno valore legale. Personalmente uso la posta certificata per tutelare le bozze delle canzoni non finite quando devo mandare le stesse ai famigerati inglesi (la casella ha un limite di memoria di 1 giga, quella da 5 euro, o 5 giga a 25 euro... all'anno).
p.s. certo che... un "avvocato" che non sa queste cose non mi da molto affidamento
Edited 16 Ott. 2013 9:03