Si vendono sempre più i digitali - a mio avviso - perchè:
1. un pianoforte acustico è impegnativo in termini di soldi e di spazio, e sono sempre meno le persone che hanno a disposizione gli uni e l'altro;
2. la gente è molto più insofferente . . . sopporta meno il "rumore" prodotto da uno strumento acustico, costringendo chi suona ad utilizzare le cuffie;
3. i locali sono sempre meno attrezzati . . . quindi un pianista deve portarsi dietro il suo strumento e non può certo farsi trasportare ogni volta un acustico (soprattutto in considerazione delle cifre che sborsano i gestori);
4. sono sempre di più gli hobbisti rispetto ai pianisti . . . secondo me un pianista vero (anche se scarso, ma comunque uno che sul e con il pianoforte ci ha vissuto) non potra' mai preferire un pianoforte digitale.
Al momento non vedo altri motivi per cui preferire un digitale ad un acustico.
Ovvio che se per pianoforte acustico intendete il pianoforte che avete a casa della nonna di 100 anni fa . . . il discorso è diverso.
Se suoni in un gruppo con batteria, basso e chitarra elettrica invece è quasi obbligatorio ricorrere ad un digitale se non vuoi spezzarti le dita, a meno che non hai la possibilita' di microfonare come si deve.
Per tutto il resto penso che si continuera' a preferire lo strumento vero.
Il parallelo che ho letto in qualche post tra chitarra classica/elettrica e piano acustico/digitale non può sussistere secondo me in quanto le chitarre classica ed elettrica sono comunque due strumenti VERI ma nati per affrontare generi differenti, non certo perchè un chitarrista classico non può portarsi dietro la chitarra.
Tant'è che hanno due tecniche anche diverse.
Il pianoforte digitale (se parliamo di pianoforte digitale non di Rhodes o altri strumenti) nasce invece proprio per far fronte all'impossibilita' di avere a disposizione lo strumento reale che dovrebbe, purtroppo con risultati ancora non all'altezza, imitare.
E il problema non è il suono . . . ormai da quel punto di vista sono stati compiuti ottimi passi avanti, arrivando ad un realismo impensabile fino a pochi anni fa.
Il problema principale è quello che si ha sotto le dita . . . è quello che non convince, e credo purtroppo che non potra' mai farlo, un vero pianista.
Ci si accontenta di quello che lo strumento digitale può dare. Si può preferire una meccanica piuttosto che un'altra (così come si può preferire uno Yamaha C3 ad un Kawai KG3) ma non si potra' mai preferire un CP1 o un V-Piano ad un C3 o ad uno Steinway, non scherziamo.
Quando vedrò un pianista VERO (sia egli un pianista classico, un pianista di jazz, un pianista di blues) suonare su un digitale DAVVERO (e soprattutto suonarci per sua scelta) e non per fare pubblicita' a questa o quella casa, allora mi ricrederò . . . ma fino ad allora resto convinto delle mie opinioni