@ maxpiano69
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Azzardando un parallelo potremmo dire che Physical Modeling sta al Rompler (nella sintesi sonora) come il Rendering 3D alla Fotografia (in quella visiva)
Esatto, ROMpler non fa altro che mostrarti un album con una serie di fotografie di uno suono. Il suono di un synth a modelli fisici è in continuo movimento, stimolato da una serie di interazioni uomo-macchina.
Parliamo di fiati, ma il p.m. è applicabile a tutti gli strumenti esisteni (e non) in natura, cordofoni, percussioni, elettrofoni etc. Se oggi vuoi un suono di un clarinetto realistico con la PCM (rompler) non fai altro che fare le 'foto' registrandone il suono a vari livelli di dinamica (dal pianissimo al fortissimo), poi aggiungi le articolazioni, il glissato ascendente e discendente, lo staccato, il legato etc... alla fine hai un insieme di campioni che assemblati insieme, grazie alle modulazioni e i filtri lo rendi il più 'espressivo' possibile.
Ma in uno strumento cosi semplice come il clarinetto non basterebbero gigabyte di campioni per emularne in modo veramente realistico il suono, le articolazioni sono incompatibili con la staticità dello scatto 'fotografico' perchè non sono momentanee. Ecco perchè il p.m. è superiore in tal senso.
Immaginiamo di dover suonare una singola nota in crescendo:
1) Un rompler classico fa suonare il campione di 'pianissimo' e poi con la modulazione (solitamente la modulation wheel) aumenta il volume facendolo passare per 'fortissimo', ma il fortissimo ha tutt'altre armoniche di fatto, presuppone una pressione sull'ancia differente che influisce drasticamente sul suono finale che esce dalla campana.
Ci sono sampler più evoluti (software soprattutto) che alla modulazione assegnano determinati set di campioni, quindi è possibile assegnare alla wheel di prima non più il semplice volume del suono, ma i vari livelli dinamici (che solitamente attivi con la velocity). Quindi ruotando la wheel passi da un set di campioni, diciamo, dal pianissimo -> al mezzo piano -> mezzo forte .... fino al fortissimo. Sempre tenendo giu la nota. Il risultato è migliore che nei rompler classici, ma l'effetto non è sempre 'gradevole' e, per quanto si possa 'crossfadare', il passaggio tra un set di dinamica e l'altro si sente ed è innaturale.
2) Coi modelli fisici tu invece puoi intervenire tramite i controllers del synth (wheel, ribbon, velocity, aftertouch, foot controller etc etc...) e modificare in tempo reale ogni elemento fondamentale del suono di uno strumento, dal bocchino, all'ancia, al canneggio... fino alla campana. Il suono è organico, senti che non è un vero clarino ovviamente, ma è come sentire uno strumento acustico costruito sulla base di un clarino.
Poi se inizi a intervenire sugli elementi chiave di un suono con la programmazione, beh inizia il vero divertimento. Magari togli l'ancia e metti il bocchino di una tromba e la campana di un sax baritono... o osando metti puoi mischiare elementi di famiglie totalmente differente tipo pezzi di aerofoni in cordofoni e viceversa. E' li che si esplorano nuovi territori.
Se avete sentito un VL1 o un Prophecy avete già un idea delle cose possibili.
Io sono quasi convinto che domani vedremo riapparire la sintesi a modelli fisici anche nei synth Yamaha, ci arrivano sempre più tardi degli altri ma ci arrivano.
Se fanno un lavoro come con la FMX (soprattutto in termine di interfaccia utente) sarà davvero tanta tanta tanta roba.