Roland Se02 invece che Behringer model D

gobert4 18-03-21 21.01
Ho avuto l’se1 di studio electronics
È palesemente un synth ispiratissimo al Moog, ma non suona come il minimoog.
Oscillatori dritti, onda quadra diversa, distorsione diversa, non linearità del filtro diverse...Mica brutto eh, però...
Il Roland non l’ho mai provato, ma se dovessi scegliere, opterei per il Behringer che è moog al 99,9%.
I preset?Su un synth così basico?Bah....
michelet 18-03-21 22.17
@ gobert4
Ho avuto l’se1 di studio electronics
È palesemente un synth ispiratissimo al Moog, ma non suona come il minimoog.
Oscillatori dritti, onda quadra diversa, distorsione diversa, non linearità del filtro diverse...Mica brutto eh, però...
Il Roland non l’ho mai provato, ma se dovessi scegliere, opterei per il Behringer che è moog al 99,9%.
I preset?Su un synth così basico?Bah....
Per me è (stato) il primo monofonico. Sono stato parecchio indeciso quando venne messo in commercio, perché aveva un prezzo non proprio bassissimo, considerando la miniaturizzazione dei controlli, l'uscita mini jack, l'assenza di modulation wheel e pitch bend come altri della serie Boutique. Tuttavia mi ha conquistato per il suo suono, nonostante non abbia mai avuto un monofonico analogico (la Part analogica di JD-Xi è piuttosto deludente), per la semplicità di programmazione e per i risultati "prevedibili" che riesco ad ottenere. Voglio dire, con questa struttura di sintesi so chi fa cosa e riesco a muovermi con una buona sicurezza, diversamente dalla FM-X e talvolta dai modelli fisici di AN1x o PLG150-AN con i quali inizio pensando di andare in una direzione e, spesso, arrivo ad una destinazione indesiderata.
Mi piace moltissimo lo step sequencer, sincronizzato ad un pattern di batteria elettronica, dove il basso elaborato dal delay produce dei disegni interessanti. A mio avviso, invece, i preset (che poi vado a modificare quasi tutti) sono molto utili.
anonimo 18-03-21 22.24
@ tsuki
Valenciano,il tuo discorso va' benissimo,ma tu suoni in studio oppure fai anche Live? (almeno pre covid,purtroppo).Perchè la differenza d'uso diventa importantissima.
Non faccio live da anni oramai. Ma se dovessi usarlo domani per una serata, saprei come gestirlo senza preset.

In primis non tutti i brani in scaletta userebbero il minimoog (o il suo clone).. e nella scaletta i brani che prevedono il mini non li metterei certo uno dietro l'altro senza stacchi e quei cinque secondi per posizionare potenziometri e switch (che oramai so a memoria) per quei tre quattro suoni di mini li troverei sempre.

Io il moog l'ho sempre visto suonare cosi'.. Secondo me sarebbe una forzatura usarlo troppe volte in scaletta : e' una perla, va dosato anche lui affinche' sia apprezzato da chi ascolta..

Forse il bello del mini e' stato anche questo... tutti aspettavano il brano dove c'era lui... anche chi non conosceva il moog.. La oramai straripetuta "impressioni di settembre" veniva richiesta dal pubblico proprio perche' amava quell'assolo, anche quando non conosceva il moog.

Non e' uno strumento da usare troppo senno' perde il suo fascino, e proprio per questo compare in pochi brani e non richiede troppe variazioni sul suono ... Salvo chi lo usa per fare acid, sequencing e cose simili.. ma non e' il mio caso... Io ho una visione classica del mini e dei suoi simili...

pero' al primo posto c'e' il suono.. Per avere un suono differente (a volte gommoso per esaltare il calore analogico), preferisco limitare il numero di suoni e cambiarli a mano.. Con le schede patch si va sul sicuro : io le ho compilate per non rischiare di dimenticare le impostazioni nel tempo, ma in realta' vado sempre a memoria..

Anche se suono in casa, registro cover (o colonne sonore ecc) a volte faccio anche scalette come se fossi dal vivo, e li non ho difficolta' a gestire il model D come se lo fossi.
tsuki 18-03-21 22.41
Bene.Io e tutti i tastieristi che ho visto usarlo live,avevamo i foglietti,e facevamo diversi suoni,anche considerando che si,impressioni di settembre e lucky man andavano a memoria.
giosanta 19-03-21 00.48
Possiamo discuterne per un altro anno e verra sempre fuori che ciascuno ha un suo approccio e le proprie priorità esigenze ed esperienze, cosi come le idiosincrasie. Indipendentemente dal contesto e dal possibile utilizzo.
Piacevolissimo discuterne amichevolmente, allarga la mente, ma alla fine ognuno si regolerà come crederà piu opportuno.
filigroove 19-03-21 01.02
@ giosanta
Possiamo discuterne per un altro anno e verra sempre fuori che ciascuno ha un suo approccio e le proprie priorità esigenze ed esperienze, cosi come le idiosincrasie. Indipendentemente dal contesto e dal possibile utilizzo.
Piacevolissimo discuterne amichevolmente, allarga la mente, ma alla fine ognuno si regolerà come crederà piu opportuno.
Dipende tantissimo dal contesto oltre che dal musicista. Per dire, il Model D (behringer) lo uso live in una band di rock/blues/funk che fa musica propria, ma non lo uso in una cover band che deve macinare un pezzo dopo l’altro. Nel primo caso è importante la ricerca di un suono identitario e persino il girare le manopole può far parte dell’atmosfera (è un concetto che mi viene difficile da spiegare in due parole, me è come far entrare il pubblico nel processo creativo), nel secondo caso ovviamente è importante rispettare i tempi serrati di quel tipo di show.
anonimo 19-03-21 07.47
@ giosanta
Possiamo discuterne per un altro anno e verra sempre fuori che ciascuno ha un suo approccio e le proprie priorità esigenze ed esperienze, cosi come le idiosincrasie. Indipendentemente dal contesto e dal possibile utilizzo.
Piacevolissimo discuterne amichevolmente, allarga la mente, ma alla fine ognuno si regolerà come crederà piu opportuno.
In generale si, ma (opinione personale) sul minimoog io sono piu' intransigente.

Lo abbiamo desiderato per anni quel suono come qualcosa di irraggiungibile, e in passato avremmo fatto qualsiasi cosa per averne uno a prezzo accessibile.
Ora che c'e', non vado a scegliere quello meno fedele solo perche' ha i preset (e mi costa pure quasi il doppio oltretutto).

Piuttosto mi tengo uno dei tanti sintetizzatori con preset che emulano abbastanza in modo approssimativo ma accettabile il suono del Mini e fanno tutto. Per spendere 500 euro su un SE 02, prendo piuttosto uno Sledge che mi fa tutto in una sola tastiera, e ci continuo a fare le solite emulazioni di suoni oberheim, Juno, e moog.

Io penso che questa cosa si possa comprendere solo quando si ha in casa un model D, e si lavora su un brano che usava il mini originale, e mentre lo si suona si rabbrividisce per la fedelta' praticamente totale a quel suono che abbiamo avuto nelle orecchie per 40 anni, ci siamo chiesti come era stato prodotto, ed abbiamo desiderato di riprodurre.

Siamo stati costretti ai compromessi per troppo tempo, e prendere un modulo dedicato, che comunque resta un compromesso per me non ha senso visto il costo esiguo (rispetto all'originale) di un model D.

I compromessi li accetto su strumenti come il Jupiter (da una settimana mi e' arrivato il Jupiter X che suona da Dio e come suono e' piu' vicino che mai all'originale, ma non e' ancora il Jupiter vero), perche' un vero Jupiter resta ancora irraggiungibile.

Se Behringer avesse fatto un Jupiter real analog 1:1 a prezzo accessibile ma dal peso di 30 kg (per citare una limitazione simile all'assenza dei preset), avrei scelto il Behringer e non il Roland (comunque pesantino) pur essendo attualmente soddifatto del Roland.
Spettacolare l'emulazione del Jupiter X, ma a mio avviso tende anch'essa ad essere un po' gommosa per via dell'esagerazione nel riprodurre il calore analogico.

La mia analisi e' obiettiva, non sto criticando gli strumenti di altri per dire "il mio e' migliore". ho espresso pari critica anche su uno strumento entrato in casa da pochi giorni. Bellissimo ma...
giosanta 19-03-21 09.45
valenciano ha scritto:
...Lo abbiamo desiderato per anni quel suono come qualcosa di irraggiungibile...

Guarda, con me sfondi una porta aperta. La moltitudine di quelli che l'hanno usato / usati dal vivo era si composta anche, in parte, talvolta, da mostri di tecnica esecutiva, ma i parametri della gestione di un sinth sono di tutt'altra natura quindi non vedo nessuna relazione da questo punto di vista, in altri termini se ovviamente Wakeman tecnicamente mi annichilisce con un solo dito (ma in realtà non c'è bisogno di scomodare Wakeman per questo...), a girar manopole dopo un minimo di studio sono bravo (come chiunque lo desideri) quanto lui, a maggior ragione tenendo conto della specificità del Mini ma non solo.
Dopodiché se il contesto è tale da non consentire che ci sia "tempo / possibilità" di girarle quelle manopole allora, francamente, quel "contesto' a me non interessa, non fa per me, è quello sbagliato, a prescindere dal fatto che ora suoni o meno.
Anzi, se devo essere sincero credo, per non dire sono certo, che qui giaccia il vero nocciolo della questione.
Tuttavia riconoscerai che da questo punto di vista ci sono necessariamente approcci, bisogni, esigenze diverse che hanno bisogno d'altro.
Non è questione d'intransigenza, ma di riconoscere ed accettare queste diversità.
tsuki 19-03-21 12.30
@ filigroove
Dipende tantissimo dal contesto oltre che dal musicista. Per dire, il Model D (behringer) lo uso live in una band di rock/blues/funk che fa musica propria, ma non lo uso in una cover band che deve macinare un pezzo dopo l’altro. Nel primo caso è importante la ricerca di un suono identitario e persino il girare le manopole può far parte dell’atmosfera (è un concetto che mi viene difficile da spiegare in due parole, me è come far entrare il pubblico nel processo creativo), nel secondo caso ovviamente è importante rispettare i tempi serrati di quel tipo di show.
Esatto,questo intendevo. Se una band ha un repertorio di un 35-40 brani da fare in un concerto di 2 ore e mezzo,parlo di una Cover band magari anche lievemente reinterpretate ma cover,devi avere "quel" suono che tipizza il brano e che tutti si aspettano,e quindi la velocita di cambio-patch e l'esattezza del settaggio diventano importanti.In altri ambiti musicali piu' "liberi" la cosa ha un'importanza molto relativa.In studio non esiste proprio la problematica.Quindi io non è che dico "con le memorie è meglio o peggio",dico solo che a seconda della situazione puo' essere una semplificazione nell'uso. Negli anni d'oro,difficile trovare qualcuno che non fosse un big cambiare tutti i suoni velocemente ed a memoria,parlo perchè io allora bazzicavo molto per palchi....Comunque vero è che il Model D originale non ha memorie,e cosi' altri celebri monosinth,e se uno lo ammette solo cosi',filologicamente parlando non fa' una piega.
anonimo 19-03-21 13.10
@ giosanta
valenciano ha scritto:
...Lo abbiamo desiderato per anni quel suono come qualcosa di irraggiungibile...

Guarda, con me sfondi una porta aperta. La moltitudine di quelli che l'hanno usato / usati dal vivo era si composta anche, in parte, talvolta, da mostri di tecnica esecutiva, ma i parametri della gestione di un sinth sono di tutt'altra natura quindi non vedo nessuna relazione da questo punto di vista, in altri termini se ovviamente Wakeman tecnicamente mi annichilisce con un solo dito (ma in realtà non c'è bisogno di scomodare Wakeman per questo...), a girar manopole dopo un minimo di studio sono bravo (come chiunque lo desideri) quanto lui, a maggior ragione tenendo conto della specificità del Mini ma non solo.
Dopodiché se il contesto è tale da non consentire che ci sia "tempo / possibilità" di girarle quelle manopole allora, francamente, quel "contesto' a me non interessa, non fa per me, è quello sbagliato, a prescindere dal fatto che ora suoni o meno.
Anzi, se devo essere sincero credo, per non dire sono certo, che qui giaccia il vero nocciolo della questione.
Tuttavia riconoscerai che da questo punto di vista ci sono necessariamente approcci, bisogni, esigenze diverse che hanno bisogno d'altro.
Non è questione d'intransigenza, ma di riconoscere ed accettare queste diversità.
Perfettamente chiaro il concetto.

Ma a quel punto non prenderei un simil moog con i preset che di fatto suona diverso : differente per differente, mi farei i miei suoni di scaletta su uno dei tanti synth generici (ho citato lo sledge ma potrebbe essere un blofeld ecc) dove magari ci metto anche preset di altri sintetizzatori storici.

Io la vedo in un modo diverso.. in un mio ipotetico live : magari un sintetizzatore generico che copre quasi tutto, ma due o tre brani con il mini li farei.. e se in passato avessi avuto un mini vero (o un voyager) avrei fatto cosi'.

Poi comprendo un po' meno (ma rispetto la scelta) chi ha l'SE 02 in casa, dove invece si ha tutto il tempo per smanettare come si vuole..

Ma ripeto (e questo e' molto importante) : e' bello cio' che piace, e mai come in questo periodo e' cosi' importante sentirsi gratificati senza stare ad ascoltare le "pippe mentali" degli altri (a partire da me).

Pianolaio 19-03-21 13.48
I punti di vista sono tutti condivisibili, soprattutto in virtù del fatto che negli anni '70 i musicisti non suonavano con i Presets perchè erano costretti, non per scelta.
Probabilmente avrebbero anche pagato un Minimoog molto di più solo per la avere le memorie. Se non altro per praticità.
Capitava infatti che i musicisti ricreavano i suoni al volo basandosi su un foglietto, ma anche settando lo Strumento in cuffia direttamente in Live...
Con la nascita delle memorie interne anche Moog e Arp si sono adattate velocemente e l'intero commercio è andato in quella direzione rendendo praticamente di colpo "obsoleti" gli altri Sintetizzatori.
Fortunatamente la tecnologia ci ha aiutati, credo che sarebbe stata apprezzata anche dai vari Emerson o Wakeman, ma ancora di più da chi non aveva la loro esperienza e immediatezza.
E' anche vero che per non snaturare QUEL suono o per non avere costi proibitivi, gli strumenti anni '70 vanno presi così come sono e vanno inseriti nei contesti giusti.
Oggi ci sono molte più possibilità e uno può decidere se vuole avere quel suono accettando tutti i compromessi del caso, oppure accontentarsi di un suono simile, anche molto dignitoso, ma con tutti i vantaggi odierni.
anonimo 19-03-21 14.24
Pianolaio ha scritto:
Oggi ci sono molte più possibilità e uno può decidere se vuole avere quel suono accettando tutti i compromessi del caso, oppure accontentarsi di un suono simile, anche molto dignitoso, ma con tutti i vantaggi odierni.


Effettivamente il model D con i preset quanto sarebbe potuto costare? forse 100 euro in piu' ? (non so sparo a zero).. Sarebbe stato comunque appetibile.

Fortunatamente oggigiorno c'e' la possibilita' di scegliere.. e la scelta migliore e' quella che soddisfa se stessi, non gli altri.. Fortuna che esiste anche l'SE 02 !... : dopo l'era buia dei sintetizzatori a campioni ribolliti, oggi c'e' veramente tanta roba nel piatto, per tutti i gusti..
Pianolaio 19-03-21 14.36
valenciano ha scritto:
Effettivamente il model D con i preset quanto sarebbe potuto costare? forse 100 euro in piu' ? (non so sparo a zero).. Sarebbe stato comunque appetibile.

Dato il costo del Behringer veramente accessibile, soprattutto se paragonato all'originale, sarebbe stato appetibile anche al doppio.
Non sono un tecnico ma il problema credo stia nel fatto che le memorie richiedono una tecnologia digitale del tutto estranea ai Moog anni '70, e che in una certa misura influenza il suono. Per quanto comunque queste differenze possono essere minime, si sarebbe perso lo scopo del Clone di replicare "esattamente" il Moog Model D.
anonimo 19-03-21 14.58
@ Pianolaio
valenciano ha scritto:
Effettivamente il model D con i preset quanto sarebbe potuto costare? forse 100 euro in piu' ? (non so sparo a zero).. Sarebbe stato comunque appetibile.

Dato il costo del Behringer veramente accessibile, soprattutto se paragonato all'originale, sarebbe stato appetibile anche al doppio.
Non sono un tecnico ma il problema credo stia nel fatto che le memorie richiedono una tecnologia digitale del tutto estranea ai Moog anni '70, e che in una certa misura influenza il suono. Per quanto comunque queste differenze possono essere minime, si sarebbe perso lo scopo del Clone di replicare "esattamente" il Moog Model D.
Anche io non sono esperto, e penso non sarebbe stato cosi' immediato controllare digitalmente tutti i parametri analogici delle varie sezioni. Io lo uso a casa, e a me piace cosi' com'e'.. Unico rancore e' quello di non aver preso il Poly D.... ORa ho due opzioni : o prendere anche il Poly D.. (ma non credo sia concatenabile con il model : non trovo traccia sui manuali e sui video del tubo), ma in questo caso avrei un doppione... oppure al prossimo giro prendere un Monopoly e pilotarci anche il Model D.. Non la vedrei male come accoppiata.
Pianolaio 19-03-21 15.15
@ anonimo
Anche io non sono esperto, e penso non sarebbe stato cosi' immediato controllare digitalmente tutti i parametri analogici delle varie sezioni. Io lo uso a casa, e a me piace cosi' com'e'.. Unico rancore e' quello di non aver preso il Poly D.... ORa ho due opzioni : o prendere anche il Poly D.. (ma non credo sia concatenabile con il model : non trovo traccia sui manuali e sui video del tubo), ma in questo caso avrei un doppione... oppure al prossimo giro prendere un Monopoly e pilotarci anche il Model D.. Non la vedrei male come accoppiata.
Di sicuro chi è pratico di Elettronica può smentirmi o può chiarire meglio, ma credo che l'aggiunta di Presets in un Synth analogico richieda la progettazione e la realizzazione di molte più tracce elettriche, rendendo la costruzione dello Strumento molto più complessa con conseguente aumento della costo.
La tecnologia digitale abbatte tutte le difficoltà con il compromesso che inevitabilmente influisce nel suono. Quanto influisca ognuno lo può valutare secondo le proprie esigenze, ma vedendo che Behringer, quando può, introduce migliorie anche nei Cloni vintage, evidentemente nel Model D qualche differenza si sarebbe percepita.
giosanta 19-03-21 15.16
valenciano ha scritto:
... Unico rancore e' quello di non aver preso il Poly D...

Continuo a preferire il D "semplice".
Pianolaio 19-03-21 15.19
@ giosanta
valenciano ha scritto:
... Unico rancore e' quello di non aver preso il Poly D...

Continuo a preferire il D "semplice".
Bello il concetto del Poly D, però effettivamente in alcuni video il Behringer Model D sembra avere leggermente più pacca sonora a parità di settaggio. Essendo parafonico è sicuramente più versatile, ma non sembrerebbe proprio come suonare più Model D contemporaneamente. Se l'idea che si vuole dare è quella.
Per quanto un video può essere veritiero...
giosanta 19-03-21 15.35
Pianolaio ha scritto:
Bello il concetto del Poly D, però effettivamente...

Scusa il brutale pragmatismo ma quello che lascia basiti del "D" è il rapporto suono - qualità - prezzo, pure al netto della mancanza di tastiera.
Il Poly, indipendemente da quello che riporti, che non mi permetto di contestare, gia comincia ad avere un costo che potrebbe spingere e considerazioni diverse.
Pianolaio 19-03-21 15.42
giosanta ha scritto:
Il Poly, indipendemente da quello che riporti, e che non mi permetto di contestare

Figurati! Io specifico che mi baso su dei video e delle recensioni, in quanto non ho mai messo a confronto direttamente i due Strumenti. emo
Il Behringer Model D ora lo si trova su Mercatino a 230 Euro, ma anche nuovo a 300 Euro, ha un rapporto qualità/prezzo veramente invitante.
Devo dire che, tornando in tema, mi piace anche il Roland. Meno Clone Moog, anche se di sicura ispirazione, ma ottimi suoni con alcuni vantaggi e alcuni compromessi.
anonimo 19-03-21 20.07
@ giosanta
valenciano ha scritto:
... Unico rancore e' quello di non aver preso il Poly D...

Continuo a preferire il D "semplice".
Allora prendo il Poly D, e incastono il D Semplice nel mobiletto :-)

Scherzi a parte, pero' Behringer avrebbe potuto fare una tipo boutique : tastiera scheletro venduta a parte, e la scelta del modulo lasciata all'acquirente, con la possibilita' di decidere tra "model D, Poly D, pro one ecc.. L'idea sarebbe da gas : oggi hai un Pro One, domani un Mini moog, poi un Poly D (che per me e' un sintetizzatore con un suono a se stante, e non e' trascurabile), e domani ancora un Monopoly.. O addirittura un'ulteriore estensione opzionale (sempre con tastiera) per mettere piu' rack a mo di modular.