@ orange1978
sicuro con una situazione del genere la velocità produttiva potrebbe aumentare di parecchio perche più cose si hanno attorno da gestire più inevitabilmente si va a rallentare il "workflow", ma non è detto!
ad esempio per certi artisti il tutto via software è poco ispirativo, e quindi poi la capacità creativa magari prima determinata dall'ispirazione che viene improvvisando in tempo reale su strumenti analogici, penso ad esempio a quelli che usano modulare e varie drum machines, samplers, etc...tutti collegati via cv gate, e improvvisano brani al momento grazie al controllo fisico degli strumenti, ecco per quelli magari un sistema solo software potrebbe peggiorare la loro creatività.
Esistono ancor oggi programmi molto di moda negli anni 90, i trackers sia su atari, amiga che pc, che altro non erano che dei samplers con un sequencer a colonna che poteva essere da 4 a 8 a 16 e oltre canali, anche 48....ogni canale gestisce e triggera un samples nelle varie tonalità, è possibile programmare il sample start e quindi ottenere effetti in playback particolari, il vibrato, lo slide etc...e tutto veniva salvato in un file .MOD, .XM, .S3 etc...a seconda del tracker usato.
Con questo sistema ai tempi in cui avere una daw era qualcosa per milionari (nel 1992 un sistema sound tools con 4 tracce digitali a 48 khz costava tipo 20 milioni di lire tra scheda e software) ha permesso di creare molta musica di tutti i generi, bastava un computer, una scheda audio sound blaster (nel caso di amiga nemmno quella) e un po' di suoni campionati (che potevi anche crearti tu se avevi una scheda con ingressi mic/line).
Questo sistema per dire è molto ostico, è più da programmatori che da musicisti, non permette di improvvisare quasi nulla in real time, tutto va pensato e poi scritto nelle tracce del sequencer, peggio che con cubase o logic, molto peggio come intuitività, per alcuni pur essendo di una semplicità disarmante non andrebbe bene perche molti trovano ispirazione compositiva giocando con gli strumenti in tempo reale.
insomma, tutto è relativo in questo campo, dipende caso per caso.
La mia esperuienza di setup è stata molto variegata.
C'è stato un periodo di "GAS", nel quale ho posseduto sintetizzatori hardware di tutti i tipi, compresi alcuni di quelli che oggi sull'usato costano un botto.
Non li sto ad elencare tutti, per "ragioni di spazio", ma nel mio setup è stata presente roba tipo CS 80, Prophet 10, Andromeda, Juno 60 e 106, MKS80 (rack del jupiter 8), Odyssey, Microwave 1 e 2, Polysix.....e molto altro.
Insomma.... tra rack e tastiere quasi non riuscivo a camminare nella mia mansarda e vivevo in una sorta di "stato confusionale" che mi impediva di trarre il meglio da ogni strumento.
Ad un certo punto, però, mi sentii improvvisamente come "risvegliato", rendendomi conto di come fossi divenuto "schiavo" della mia GAS (appena acquistato un nuovo strumento, immediatamente mi concentravo sull'acquisto del successivo).
Così presi la decisione di vendere tutto, a parte il Voyager (acquisto fatto per motivi sentimentali: il Minimoog era stato il mio sogno irrealizzato da ragazzo). ed il mio fedelissimo Clavinova, tutt'ora utilizzato come master per i piani.
Quindi, mi convertii all' "all in the box", con varie librerie di kontakt e buoni plugin e andai avanti così per un po' di tempo.
All'inizio ero entusiasta, il mondo del SW mi pareva un universo sconfinato, ma presto mi resi conto che "mancava" qualcosa, sia nell' "approccio fisico allo strumento", sia nella resa sonora dei brani, che alla fine mi suonavano un po' "piatti", come senz'anima..
La seconda rivelazione avvenne con la scoperta dell'Hydrasynth, prestatomi occasionalmente, che mi rese subito chiara la differenza di "profondità" di quei suoni, rispetto ai plugins, nonchè riscoprire il piacere creativo nello "spippolare" uno strumento.
Così corsi al negozio ad acquistare un Deluxe, trovando anche un IRIDIUM usato d'occasione, che già conoscevo dai video su Youtube e che non mi lasciai scappare.
Rimisi quindi "in linea" il Voyager e, poichè sentivo la mancanza di un polifonico analogico ma non ero più disposto a spendere cifre esagerate, trovai la giusta soluzione in un Take 5 ("integrato" da un P-800, pagato 340 euro).
Da allora ho scoperto (o forse riscoperto) la gioia di mettere le mani con calma su uno strumento e modellarne il suono lasciandomi guidare dalla mia ispirazione musicale.
Spesso mi capita che ad un nuovo suono corrisponda la bozza di un brano, che salvo sul Cubase per magari riprenderlo in seguito. ..
Il mio set-up attuale è composto da quelli che chiamo "i miei magnifici 8" (Clavinova, Mojo classic, Voyager, Korg SV2, Hydrasynth, Iridium desktop, Take 5 e P-800).
Lo considero il mio set-up ideale e definitivo, perchè mi consente di coprire tutte le varie sonorità che appartengono al mio personale modo di fare musica..... e molto di più.
L'unico "ritocco" cui sto ora seriamente pensando è sostituire il p-800 con un Matrix 1000 (usato è ancora conveniente e suona davvero Oberheim), ma si tratta di una modifica "sostitutiva", non "aggiuntiva". Il mio mixer ausiliario ha 16 canali e quelli debbono bastare
I plugins li utilizzo ancora, per ritmiche, basso elettrico, chitarre e archi.
Per dovere di verità, ammetto che ogni tanto mi torna un attacco di GAS.... soprattutto quando guardo video di bestioline come il Moog Muse o il Polybrute 12.
Ma questi "attacchi" per fortuna durano poco (l'ultimo è stato provvidenzialmente "sventato" grazie a questo Forum) e alla fine, recuperato il lume della ragione, torno sempre a dirmi:
"quello che ho non mi basta ... mi stra-basta ed avanza"..
Stumenti certamente eccezionali, come alcuni Sequential oppure il costosissimo Oberheim Ob-X8 mi lasciano ormai indifferente. Costano troppo e alla fine sarebbero "troppa roba" per me.
Così come oggi non comprerei il 3rd Wave o il Waldorf M, perchè l'IRIDIUM per le mie esigenze se la cava benissimo nella sintesi wavetable "classica".
Insomma, credo proprio di essere ormai prossimo al mio "capolinea".