@ d_phatt
Alla fine è uno stile particolare, sinistra molto "pop" e destra che definirei non "jazz", ma "jazzy". Ha sicuramente il suo posto in alcune situazioni, chiaramente non è niente di eccezionale. Ma poi, anche quel comping "denso" come lo definisce Raptus che probabilmente in realtà si identifica anche e soprattutto con un pensiero più orizzontale delle voci interne, oltre che con una maggior complessità armonica, non è adatto per tutte le situazioni (e comunque anche quel comping a sua volta è niente in confronto a quello che fanno regolarmente certi mostri sacri, ma lì andiamo nell'iperuranio, quindi forse meglio tenere fuori questo discorso

).
Alla fine una della qualità più importanti è sapersi adattare in base alle necessità della musica e delle situazioni, anche limitandosi semplificando il linguaggio usato (chiaramente cercando sempre di agire con gusto). Sapersi adattare sempre e comunque (attenzione però, anche nelle situazioni molto "complesse" senza tirarsi indietro!) credo sia quell'aspetto che veramente contraddistingue un vero "pro", secondo me.
Sicuramente sì, un professionista questo genere lo suona facilmente e su questo non ci piove (lo davo per scontato).
Io trovo sia uno stile che mi rappresenta molto, perché io non mi rispecchio né nella Jazz né nella Pop ma mi piacerebbe fare musica "bella" (concetto personale ma anche collettivo), che piaccia al pubblico generalista.
Certamente se uno si mettesse a suonare questo stile all'interno di un conservatorio attirerebbe le attenzioni solo degli iscritti al primo anno, ma non è questo il suo contesto vero.
Il suo contesto principale è quello di uno che si mette al piano per suonare per divertimento, magari sorprendendo le persone "comuni" facendole avvicinare a certe sonorità, anche perché la differenza tra jazz e jazzy la riconosciamo noi ma non il 90% della gente normale.