Crumar SORRENTO e New BURN 2025

cecchino 17-06-25 14.30
@ ziokiller
Ciao a tutti! Mi fa piacere vedere questo post... e consentitemi qualche chiarimento.

Innanzitutto il Crumar Sorrento e il nuovo pedale Burn non ereditano niente dai precedenti strumenti (Mojo, Gemini e compagni), si tratta di hardware e software completamente nuovi, rifatti da zero con un approccio differente, infatti non sostituiscono niente, ma da questo momento in poi Crumar avrà la linea Mojo e la linea Sorrento, due alternative per gusti ed esigenze diverse.

Il Sorrento è una spinetta che però non è una spinetta, richiama le forme e la logica delle vecchie spinette ma con una ragion d'essere diversa. Innanzitutto le tastiere a 49 tasti anziché 44, partono da DO e non da FA, scendono fino al primo DO e consentono di suonare le linee di basso come si farebbe con un console, cosa che sulle vecchie spinette non si poteva assolutamente fare.

Poi le tre modalità: console, spinetta e transistor. La parte "spinetta" suona come il console ma elimina i foldback, modifica il leakage, usa criteri diversi per la percussione e ha un vibrato completamente diverso. La parte "transistor" è uguale alla parte "spinetta" ma con forme d'onda più squadrate, come un clonewheel a transistor degli anni '70 ma non emulativo di nessun modello esistente (niente Vox/Farfisa).

Questo strumento costa poco (1499 euro comprensivo del pedale Burn, inseparabile dall'acquisto), pesa poco (13 Kg) ed ingombra quanto una normale tastiera a 61 tasti, può essere messo al piano alto di un setup multi-piano.

Sorrento vuole aprire la strada alla sperimentazione: distorsione analogica integrata con tutti i suoi pro e contro, uscita "secca" senza effetti che invita a collegare altri pedali, pedaliere, amplificatori, ecc. quasi come se si trattasse di un vecchio analogico.

Insomma... siamo troppo abituati alle tastiere con i suoni "Studio ready", preset pimpati, truccati e rifatti strapieni di artifizi, e pretendiamo pure che lo strumento suoni da solo... Questo strumento invece vuole restituire i giocattoli a quel bimbo curioso che è il musicista che vuole farsi il suo suono, non scegliere da un catalogo di suoni surgelati. Per carità... vanno bene entrambe le cose, sono belle anche le workstation piene di preset (io ancora amo la Kronos!) ma il Sorrento è un'esperienza diversa, è un ingrediente di un qualcosa che ognuno deve farsi a modo suo.

Se fossimo chitarristi non ci meraviglieremmo, una chitarra esce "secca", devi aggiungere effetti e devi suonare bene perché il suono sia gradevole. Perché non dare la stessa opportunità ai tastieristi?

Avevamo iniziato a provare questo approccio già con Seven e poi con Seventeen: accendi lo strumento e il primo suono è un Rhodes "secco", senza nemmeno un pizzico di riverbero. Molti inizialmente ci hanno criticato, e invece col tempo molti hanno apprezzato questa cosa, perché sembra proprio di usare un Rhodes vero, accendi l'ampli e quello che senti è un suono secco, spesso più bello così che non con gli effetti.
Molto interessante questa descrizione... confesso che per vari motivi non ho ancora avuto tempo di approfondire i nuovi prodotti, ma lo farò!
marcoballa 17-06-25 16.38
poi arriva il tamarro (io) che vuole sentire come reagisce la simulazione cabinet ai vari pedali esterni...
ecco... reagisce bene emoemo
MarioSynth 17-06-25 17.22
ziokiller ha scritto:
Innanzitutto il Crumar Sorrento


Ciao, e complimenti per le nuove uscite emo. Puoi dirci il nome Sorrento che significato ha? E' un richiamo ai bei tempi andati (tipo Elka Capri) o c'è qualche altra motivazione?
maxpiano69 17-06-25 17.41
@ marcoballa
poi arriva il tamarro (io) che vuole sentire come reagisce la simulazione cabinet ai vari pedali esterni...
ecco... reagisce bene emoemo
Ecco, infatti anche nel primo video ho visto che avevi usato l'AMA (giusto?) emo adesso però @ziokiller ci vuole anche un bel pedalino Crumar Pre (emulazione anaogica del Pre di un Leslie oppure la stessa sezione analog distortion del Sorrento, trapiantata in un pedale), da collegare in chain con il New Burn sfruttando la connessione One-cord e... torna tutto "in casa" emo
zaphod 17-06-25 17.56
maxpiano69 ha scritto:
adesso però @ziokiller ci vuole anche un bel pedalino Crumar Pre (emulazione analogica del Pre di un Leslie

...qualcuno vorrebbe uno Speakeasy Vintage Tube Pre? Stavo quasi pensando di vendere il mio...
orange1978 17-06-25 18.37
ziokiller ha scritto:
Se fossimo chitarristi non ci meraviglieremmo, una chitarra esce "secca", devi aggiungere effetti e devi suonare bene perché il suono sia gradevole. Perché non dare la stessa opportunità ai tastieristi?


certo, punto di vista interessante anche se in realtà si potrebbe fare con qualsiasi strumento, è solo un problema mentale non tecnico....voglio dire nessuno impedisce a un possessore diciamo appunto di kronos di riservare le uscite 1/2 al main con multieffetto interno, e ad esempio la 3 per mandare fuori dei suoni "dry" ai quali connettere un convertitore di impedenza e poi una pedal train analogica con vari stomp, o addirittura una pedaliera digitale come la helix, i tastieristi di solito usano gli effetti integrati ma più per comodità, esempio lampante era tony banks che da quel che so ai tempi faceva passare tutti gli strumenti nel leslie e in un flanger a pedale, e forse pure in altro, quindi si è sempre potuto farlo, è un limite mentale più che un limite tecnico del tipo "gli strumenti attuali non offrono possibilità di collegare effettistica esterna come fanno i bassisti e i chitarristi".

ziokiller ha scritto:
Avevamo iniziato a provare questo approccio già con Seven e poi con Seventeen: accendi lo strumento e il primo suono è un Rhodes "secco", senza nemmeno un pizzico di riverbero.


secondo me è la scelta migliore, avere il suono dry esattamente come uscirebbe un pianoforte acustico dalla sua coda appunto, o un cp70 vero dall'uscita XLR o appunto un wurlitzer dal jack, e POI successivamente decidere se preamplificarlo con un pizzico di overdrive, oppure tenerlo pulito, se aggiungervi del chorus o del phaser etc etc....è una cosa che comunque in studio si è sempre fatta e si fa tutt'ora, di solito si parte dal suono pulito e lo si tratta mattoncino per mattoncino, se questa cosa davvero oggi va spiegata e chiarita alla maggior parte della gente allora significa che siam messi davvero male, peggio di quel che credessi.
orange1978 17-06-25 18.41
SimonKeyb ha scritto:
Meglio va. già che le chiami wheels sento già l'odore di stronzata


...forse le "stronzate" le stai pensando tu....perchè scusa le "ruote foniche" non sono appunto "ruote", dentate ok ma ruote? o per caso sono dei cubi?! emo

....e come si dice ruota in inglese? per caso "wheel" o forse il mio inglese inizia a far cilecca? se la risposta è "si, si dice wheel" allora abbreviare le ruote tonali in "wheels" equivale ad abbreviare appunto un termine così in maniera colloquiale, la "stronzata" sarebbe stata se avessi scritto "i samples" al posto di "wheels" oppure "i frequency dividers", invece per tua informazione pur non essendo un hammondista professionista (e manco voglio esserlo) lo strumento lo conosco bene! magari non bene come il signor hammond ma non certo al punto da non sapere queste cose.

SimonKeyb ha scritto:
il personaggio ha preso CP1 per avere un generatore fm in un piano digitale quindi tutto è possibile.


emo ...io avrei preso uno yamaha cp1 perchè ha un generatore fm interno? guarda, io il cp1 che ho ancora qui con me l'ho preso dieci anni fa e sai perche? primo perchè aveva la tastiera in legno su un digitale e secondo perchè almeno all'epoca a livello di tocco e feeling era forse il miglior piano digitale che uno potesse prendere, almeno rispetto alla concorrenza rd800, sv1 (che avevo) etc etc....la parte fm è la cosa che mi piace meno sinceramente di quello strumento, e tra l'altro non si può nemmeno accedere agli operatori e modificare i suoni in maniera seria, quindi mi chiedo dove cavolo tu l'abbia sentita questa cosa uscire dalla mia bocca.

SimonKeyb ha scritto:
Parlando di cloni uno si può riferire tranquillamente a wheels pitch e mod di cui molti ne sono provvisti


no alt, tu hai creduto veramente che io mi riferissi parlando di "wheels" riguardo l'hammond al pitch bender e alla modulation? io penso che nessuno al mondo possa davvero dire una fesseria del genere, sarebbe come pensare che un pianoforte a coda abbia il pedale del volume, ma dai per carità.
Key909 17-06-25 18.48
orange1978 ha scritto:
se questa cosa davvero oggi va spiegata e chiarita alla maggior parte della gente allora significa che siam messi davvero male, peggio di quel che credessi.

Ciao Orange, capisco lo sconforto ma dopo decenni di workstation dove ci sono catene di effetti pronte anche spesso difficili da comprendere e modificare nei sottomenu il risultato è questo.
Lato mio sono rinato da sto punto di vista con Nord che ha una catena semplice e attivabile/disattivabile al click, questo mi ha permesso di apprezzare di più i suoni dry ma soprattutto di farmeli sempre miei in ogni occasione.
orange1978 17-06-25 18.58
Key909 ha scritto:
Ciao Orange, capisco lo sconforto ma dopo decenni di workstation dove ci sono catene di effetti pronte anche spesso difficili da comprendere e modificare nei sottomenu il risultato è questo.


lo capisco eccome, però di solito le workstation hanno una pagina fx nella quale è possibilissimo disabilitare velocemente tutti o solo alcuni degli effetti, e lavorare il proprio suono da zero.
Si su alcune la cosa è più macchinosa che su altre, nord da quel punto si ha tutto sul pannello accendi spegni quello che ti serve o non ti serve, però è anche molto limitata, intendo dire la quantità di parametri che hanno i multieffetti integrati ad esempio nelle workstation roland o korg etc sono spesso molto più raffinati, è possibile regolare il riverbero agendo su predealy, early reflections, filtri lowpass e hipass, etc etc come in un riverbero da studio mentre su nord spesso hai due tre parametri in croce come type, decay e depth.

diciamo che gli effetti nord hanno un impostazione più da pedalini per chitarra dove hai di solito due tre max quattro parametri, di norma output level, rate e depth....per esempio.
questa cosa da un lato rende l'utilizzo dello strumento molto più immediato (per forza) ma dall'altra parte pone anche diversi limiti, che però ci si potrebbe domandare "ma si tratta davvero di limiti importanti?" e la risposta secondo me è "dipende..."

certo se hai già un ottimo sample di mellotron che sembra vero, basta un leggero chorus e un po' di plate reverb e già hai un suono figo, su una workstation giapponese magari il sample alla fonte non è così realistico però avendo tanti parametri su sintesi ed effettivai a pasticciare per cercare di compensare questa mancanza, e spesso nemmeno ci si riesce.

della serie, le materie prime sono fondamentali, io sono della filosofia che sarebbe meglio avere anche solo due synth come moog model d e prophet 10 veri con qualche pedalino analogico boutique, che avere cinque synth plasticosi come wavestate modwave synthwave synthcazz etc....cioè se gli ingredienti di partenza son di peso hai già un ottimo suono anche con poca roba.

....come nella cucina, se hai pochi ingredienti ma di qualità super basta un filo d'olio, un pizzico di sale e un po' di origano fresco per avere un ottimo sapore, mentre se le materie prime sono scadenti hai voglia a renderli gustosi, se non sanno di nulla proprio di loro intendo dire.
zaphod 17-06-25 19.11
orange1978 ha scritto:
secondo me è la scelta migliore, avere il suono dry esattamente come uscirebbe un pianoforte acustico dalla sua coda appunto, o un cp70 vero dall'uscita XLR o appunto un wurlitzer dal jack, e POI successivamente decidere se preamplificarlo con un pizzico di overdrive, oppure tenerlo pulito, se aggiungervi del chorus o del phaser etc etc....è una cosa che comunque in studio si è sempre fatta e si fa tutt'ora, di solito si parte dal suono pulito e lo si tratta mattoncino per mattoncino, se questa cosa davvero oggi va spiegata e chiarita alla maggior parte della gente allora significa che siam messi davvero male, peggio di quel che credessi.

+1
il suono raw deve essere il punto di partenza, ed infatti è quello che cerco quando provo degli strumenti. Molti creano preset apposta per buttarti un po' di fumo negli occhi, ma se un suono è bello suona bene anche senza niente. Capita spesso sulle workstation che si avvertano suoni gonfiati in modo artificiale da una sapiente programmazione. Ma quando togli gli effetti ti resta... poco.
Key909 17-06-25 19.11
@ orange1978
Key909 ha scritto:
Ciao Orange, capisco lo sconforto ma dopo decenni di workstation dove ci sono catene di effetti pronte anche spesso difficili da comprendere e modificare nei sottomenu il risultato è questo.


lo capisco eccome, però di solito le workstation hanno una pagina fx nella quale è possibilissimo disabilitare velocemente tutti o solo alcuni degli effetti, e lavorare il proprio suono da zero.
Si su alcune la cosa è più macchinosa che su altre, nord da quel punto si ha tutto sul pannello accendi spegni quello che ti serve o non ti serve, però è anche molto limitata, intendo dire la quantità di parametri che hanno i multieffetti integrati ad esempio nelle workstation roland o korg etc sono spesso molto più raffinati, è possibile regolare il riverbero agendo su predealy, early reflections, filtri lowpass e hipass, etc etc come in un riverbero da studio mentre su nord spesso hai due tre parametri in croce come type, decay e depth.

diciamo che gli effetti nord hanno un impostazione più da pedalini per chitarra dove hai di solito due tre max quattro parametri, di norma output level, rate e depth....per esempio.
questa cosa da un lato rende l'utilizzo dello strumento molto più immediato (per forza) ma dall'altra parte pone anche diversi limiti, che però ci si potrebbe domandare "ma si tratta davvero di limiti importanti?" e la risposta secondo me è "dipende..."

certo se hai già un ottimo sample di mellotron che sembra vero, basta un leggero chorus e un po' di plate reverb e già hai un suono figo, su una workstation giapponese magari il sample alla fonte non è così realistico però avendo tanti parametri su sintesi ed effettivai a pasticciare per cercare di compensare questa mancanza, e spesso nemmeno ci si riesce.

della serie, le materie prime sono fondamentali, io sono della filosofia che sarebbe meglio avere anche solo due synth come moog model d e prophet 10 veri con qualche pedalino analogico boutique, che avere cinque synth plasticosi come wavestate modwave synthwave synthcazz etc....cioè se gli ingredienti di partenza son di peso hai già un ottimo suono anche con poca roba.

....come nella cucina, se hai pochi ingredienti ma di qualità super basta un filo d'olio, un pizzico di sale e un po' di origano fresco per avere un ottimo sapore, mentre se le materie prime sono scadenti hai voglia a renderli gustosi, se non sanno di nulla proprio di loro intendo dire.
Concordo in pieno. Infatti anche se non ho il Model D è il Prophet (magari), nel mio piccolo con i miei synth cerco di partire dal suono grezzo per poi passare agli effetti. Lo faccio sia con SE02 (che ha solo il delay, quindi è già basic) che col Blofeld. Diventa una filosofia e sopratutto un valorizzare il suono grezzo. Certo che deve esser valido in partenza.
orange1978 17-06-25 19.12
@ zaphod
orange1978 ha scritto:
secondo me è la scelta migliore, avere il suono dry esattamente come uscirebbe un pianoforte acustico dalla sua coda appunto, o un cp70 vero dall'uscita XLR o appunto un wurlitzer dal jack, e POI successivamente decidere se preamplificarlo con un pizzico di overdrive, oppure tenerlo pulito, se aggiungervi del chorus o del phaser etc etc....è una cosa che comunque in studio si è sempre fatta e si fa tutt'ora, di solito si parte dal suono pulito e lo si tratta mattoncino per mattoncino, se questa cosa davvero oggi va spiegata e chiarita alla maggior parte della gente allora significa che siam messi davvero male, peggio di quel che credessi.

+1
il suono raw deve essere il punto di partenza, ed infatti è quello che cerco quando provo degli strumenti. Molti creano preset apposta per buttarti un po' di fumo negli occhi, ma se un suono è bello suona bene anche senza niente. Capita spesso sulle workstation che si avvertano suoni gonfiati in modo artificiale da una sapiente programmazione. Ma quando togli gli effetti ti resta... poco.
si e non solo, con tutti quegli effetti che servirebbero per dare spessore al suono si ottiene invece il contrario: il suono sparisce all'interno del mix e se li disabiliti diventa piccolo piccolo.
wildcat80 17-06-25 19.43
Ma alla fine questo Sorrento è l'erede compatto del glorioso T2 o sbaglio? Soprattutto la sezione synth bass e il modello console per le armoniche me lo fanno pensare.
zaphod 17-06-25 19.50
@ orange1978
si e non solo, con tutti quegli effetti che servirebbero per dare spessore al suono si ottiene invece il contrario: il suono sparisce all'interno del mix e se li disabiliti diventa piccolo piccolo.
esatto
MicheleJD 17-06-25 21.01
@ maxpiano69
Ecco, infatti anche nel primo video ho visto che avevi usato l'AMA (giusto?) emo adesso però @ziokiller ci vuole anche un bel pedalino Crumar Pre (emulazione anaogica del Pre di un Leslie oppure la stessa sezione analog distortion del Sorrento, trapiantata in un pedale), da collegare in chain con il New Burn sfruttando la connessione One-cord e... torna tutto "in casa" emo
Che cosa e’ AMA?
MicheleJD 17-06-25 21.06
@ MicheleJD
A me semplicemente piace molto… e vi dico perché (giudicate pensando a cosa c’è in commercio e pensando che costera come un Mojo classic se non meno)

PRO:
- In un solo strumento troverei 3 diverse tipologie di organo (hammond, Farfisa e Vox) piu il suono di synth bass (immagino in stile moog taurus)
- ha le uscite mono per organo e synth bass e questo lo trovo abbastanza divertente permettendo di provare effetti o configurazioni varie
- pesa poco e il pedale burn separato ha una funzione che non so cosa sia (memphis) ma non le ho mai vista e quindi mi incuriosisce… inoltre ha controlli rotativi il che mi sembra molto pratico
- esteticamente mi piace ed è un po’ diverso dal solito clone a due manuali
- ha schermino e menu interno quindi spero sia esente dalla necessità di usare un editor, cosa che mi sta poco simpatica e che mi ha fatto vendere subito il Mojo visto che avrei dovuto cercare una chiavetta in quel momento non reperibile sul nuovo per collegarlo via wifi ad un ipad…
CONTRO
- ha 49 tasti non waterfall (ma per quello che ci farei non è nemmeno quel gran problema avendo una tecnica organistica mediocre)
- l estetica del burn non mi convince molto (ma è un problema marginale)
- il burn non ha un ingresso per pedale o per half moon (sarebbe comodo tenerlo a portata di mano e controllarlo con il piede, magari con un pedale d’espressione con il loro munito di controllo simulazione leslie)
Edit
come da post successivo di ziokiller che ringrazio (ps che figata un forum dove chi crea gli strumenti te li spiega personalmente, bravo Guido!!) i modelli non sono come pensavo spinettq/vox/fisa ma tonewheel console (immagino un B3 e similari), spinetta e un transistor non necessariamente ispirato ai due classici vox e fisa..
interessante comunque ribadisco
Pianolaio 17-06-25 22.48
MicheleJD ha scritto:
Che cosa e’ AMA?

Speakeasy "Absolute Modeling Amp" (AMA)
MicheleJD 17-06-25 23.57
@ Pianolaio
MicheleJD ha scritto:
Che cosa e’ AMA?

Speakeasy "Absolute Modeling Amp" (AMA)
grazie non conoscevo! thanks!
greg 18-06-25 20.09
MicheleJD ha scritto:
i ziokiller

E' un grande a prescindere
berlex65 19-06-25 08.53
Già disponibile
Comunque è definito come strumento più indicato per la musica rock e progressive..
Ciao