@ drmacchius
I primi anni 90‘ erano il boom del MIDI e della musica digitalizzata. Erano gli anni dell‘uscita del disclavier. Si cominciarono a fare concerti senza il pianista col solo disclavier secondo la filosofia „il miglior concerto che quel pianista famoso abbia mai fatto“ perché con la filosofia dei sequencer midi si diceva che si potevano digitalizzare la stagione concertistica di un pianista, estrapolarne le esecuzioni migliori, farne una media, ripulire il tutto da imprecisioni ed errori come gli amatori fanno nell’Home-Recording con cubase, e poi far suonare al disclavier il concerto „perfetto di quel pianista“. Lo fecero per alcuni dei grandi pianisti del secolo scorso scomparsi in quegli anni senza problemi.
Quando ci provarono con Michelangeli si accorsero che per trovare differenze tra un concerto e l’altro è delle imprecisioni nel ritmo e nella dinamica di una stagione concertistica di michelangeli gli standard di quantizzazione MIDI di quel tempo non bastavano. Aumentando di molto la sensibilità ovviamente si, ma i standard della quantizzazione nudi degli non 80‘ e primi anni 90 non bastavano. Anni dopo si fece qualcosa di analogo con Rai Charles per l’attacco di una sua famosa canzone in cui lui era solito dare il tempo a tutta la band. Analizzarono decine di live e si resero conto che era più preciso di qualsiasi metronomo o keyclic.
Sono fenomeni studiati dai neuroscienziati e non dai musicologi.
Tanto per dire che non si può suonare polito e senza errore senza fare editing o ripulire tutto col computer. La Callas avrebbe fregato qualsiasi Autotune. Ci sono talenti veri e persone che con lo studio raggiungono vette che non sono eguagliabbili dai comuni standard tecnologici dei decenni scorsi. Adesso con le AI e con le maggiori capacità di calcolo probabilmente non sarà più così, ma ci sono voluti 30 anni di computer music e progressi tecnologi e informatici per riuscire a fare ciò che gli umani col talento e lo studio hanno fatto da soli per millenni.
Mah ...è una storia che mi lascia molti dubbi.
In primis perché di Michelangeli non esistono molte incisioni, non è per intenderci come Pollini che mi sembra abbia fatto 2 diversi cicli delle sonate di Beethoven, confrontare diverse esecuzioni è difficile... perché non ci sono.
Poi Michelangeli è noto per la assoluta volontà di mettere a punto una interpretazione "definitiva" e di rifinirla in maniera maniacale. Sì portava anche in concerto i suoi 2 pianoforti settati secondo le specifiche dall'accordatore che lo seguiva.
Mentre per altri pianisti l'interpretazione (o alcuni aspetti) nascono dalla ispirazione del momento.
Per esempio ci sono video della Argherich che prova dei pianoforti prima di un concerto con molta "indifferenza"...
Poi anche se Yamaha avesse usato una risoluzione "bassa": tipo un PPQN di 96, hai voglia! C'è ne è di risoluzione. A 120 di metronomo sarebbero 192 tick per secondo.
Mi piacerebbe leggere qualche articolo a riguardo.