afr ha scritto:
Ma in fin dei conti, a meno di non togliere i soldi per il pane, perché privarsi di un piacere?
Credo che la questione funzioni un po' come per l'alcool .
L'ultima birrata con gli amici è sempre quella della prossima serata.
E perchè privarsi del piacere di un bel bicchiere di rosso a tavola, o di una bottiglia al ristorante in compagnia?
E che dire del grappino o dell'amaro ogni tanto, dopo una bella mangiata di quelle che ti danno l' "abbiocco fulminante"?
Non c'è nulla di male.... ovviamente finchè si mantiene il tutto entro i giusti confini.
Il problema nasce quando quei confini si superano e si diventa alcolisti.
E poi ogni strumento è come una storia d'amore, talvolta sono "fiammate" ed altre volte storie che durano.
Ed è tutto soggettivo.
Ad esempio, in ogni mia sessione non posso fare a meno di mettere le mani sull'SV2 .... perchè il suono rhodes per me è come una fata ammaliatrice.
Il Voyager, che acquistai nel 2004, rappresenta il sogno mai realizzato di uno studente squattrinato degli anni '70, innamorato di quei suoni e con in testa quella foto di Rick Wakeman nel suo studio, all'interno di "Six Wives" .
Mi ricordo che quando lo portai a casa e lo tolsi dalla scatola, rimasi per almeno mezzora a fissarne il pannello, letteralmente "ipnotizzato" e quasi incredulo che fosse davvero mio...... oggi il suo glorioso legno troneggia sopra il legno del Mojo, ricreando il meraviglioso spettacolo di un setup di altri tempi.
Il Take 5, nel suo aspetto umile, è in realtà un autentico mostro, potente quanto sottovalutato.
Con buona pace dei sui "detrattori" (

) è un degno "rappresentante sonoro" di casa Sequential, dal carattere classicamente ed autenticamente "profetico" all'occorrenza, ma anche in grado di fare molte altre cose.
E' come un buon vino genuino: lo metti così, su una traccia, nudo e crudo ... e buona la prima.
Eppure, i synth che oggi più mi intrigano sono l' Iridium (desktop) e l'Hydrasynth.
Potenti, ma soprattutto "infiniti".
Ogni volta che li smanetto scopro cose nuove, tanto che penso che ci metterò chissà quanti anni a conoscerli come si deve.
L'Iridium ha un carattere in generale più morbido ed è difficile farlo suonare male.
L'Hydrasynth, invece, è come uno stallone selvatico, ribelle, ostico, pronto a "spernacchiarti" ad ogni passo falso nella programmazione (per questo, IMHO, molti lo provano, o magari lo acquistano solo per "fama" e lo trovano orribile) ma, mano mano che si impara a comprenderne i parametri con i giusti "dosaggi", suona di brutto..
Poi, ovviamente, esistono altri synth anch'essi "infiniti" e stupendi (ad esempio Modwave e Multipoly)... ma arriva il momento in cui uno si deve fermare, per non superare quei "confini".
Di tutti gli altri che ho posseduto nel mio periodo di GAS acuta (roba che il buon Calav è un principiante


) non sento la mancanza.... semmai il rimpianto per i soldi spesi in modo compulsivo per macchine che non ho mai veramente conosciuto.