@ MrRudyRioly
perdonami, non voglio discutere per queste cose, io ti ho raccontato cosa mi succede, se poi per te non ha senso è un tua situazione mentale. In location molto grandi, gran parte del pubblico non sente un panorama stereo bilanciato: molti ascoltano più una colonna che l’altra. Se una tastiera è programmata con suoni molto “aperti” stereo (piano, pad, organo Leslie simulato…), alcune parti rischiano di sparire o risultare sbilanciate. In mono il suono resta uniforme ovunque. Il mono dà più “solidità” e presenza. In sistemi PA di grandi dimensioni si punta a mantenere definizione e punch, e un segnale mono è più facile da gestire in modo potente e pulito. Molti suoni di tastiera stereo usano effetti come chorus, delay ping-pong, stereo widening. In certe condizioni queste tecniche creano cancellazioni di fase nel PA, rendendo il suono più debole o confuso a seconda del punto in cui ti trovi nella location. Andando in mono si evita questo rischio. Linee, DI box, routing, monitoraggio sul palco… collegare tutto in mono riduce la complessità e i possibili problemi tecnici. Nelle situazioni “giganti” la priorità è l’affidabilità e il controllo. Spesso i musicisti ricevono mix mono nei wedge monitor (o un in-ear mix che non è veramente stereo), quindi mandare segnali stereo avrebbe poco senso. Credo di averti riassunto i motivi delle scelte che si fanno. Se credete invece che questo sia errato non è un problema mio.
Ma per carità Rudy si fa per parlare nulla di personale... Però lo capisci da te che se io vedo i tastieristi con tutti i collegamenti stereofonici e poi escono in mono mi viene da ridere... Per i chitarristi invece provo pietà perché neanche se ne rendono conto...