dubbio su pianoforte verticale

giosanta 28-11-25 11.29
Premesso che ritengo i pianoforti, e non solo, digitali un'invenzione meravigliosa per mille motivi che non elenco per non offendere l'intelligenza di chi legge, da conoscitore e possessore di Hammond elettrofonico debbo riconoscere che le differenze tra questo ed un suo clone digitale, passando naturalmente entrambi per un Leslie vero, pur esistenti e tangibili, sono poca cosa rispetto all'abisso che separa un pianoforte a coda (A CODA) da un emulo digitale, parlando sempre di ascolto diretto dello strumento.
Mi pare del resto evidente che se nel primo caso parliamo di suono emesso da altoparlante vs suono emesso da altoparlante, nel secondo di altoparlante vs corda che vibra in aria...
Sempre personalmente, s'intende.
WhiteMoon 28-11-25 12.02
eclipse ha scritto:
Percepire fisicamente i martelletti produrre vibrazioni, che ti attraversano quasi fossi anche tu una cassa armonica, non potrà MAI essere paragonato all'azionare degli interruttori.
Non scherziamo.


emo
Sbaffone 28-11-25 13.06
@ eclipse
Io il Rhodes "vero" me lo sogno la notte, ma prima o poi vorrei riuscire ad averne uno. Poi comprendo tutti i discorsi di comodità e probabilmente anche di resa e immediatezza del digitale, non credo ci siano discussioni in tal senso. Ho visto di recente Claudio Filippini suonare (pop) con un digitale camuffato da piano a coda (e, incredibilmente, un motif es).
Ho anche però in casa un bel piano verticale, e non si può certo paragonare la sensazione fisica ed emotiva che ti dà un pianoforte acustico con quello che è a tutti gli effetti un simulatore.
Percepire fisicamente i martelletti produrre vibrazioni, che ti attraversano quasi fossi anche tu una cassa armonica, non potrà MAI essere paragonato all'azionare degli interruttori.
Non scherziamo.
Hai mai suonato un rhodes vero?
filigroove 28-11-25 16.13
@ Sbaffone
Hai mai suonato un rhodes vero?
Quello è un terno al lotto, lo sanno tutti i tastieristi con un minimo di esperienza. Premesso che un Rhodes non ha la raffinatezza meccanica della controparte acustica, un buon Rhodes dà grosse soddisfazioni, come uno mediocre dà grosse delusioni. Metterlo a punto davvero (action né lasca, né troppo dura, giusto affondo, giusta strike line, giusta resistenza damper, giusto allontanamento dei damper, smorzamento simultaneo di tutte le tine, omogeneità di contenuto armonico e risposta dinamica, quantità di dinamica, sustain sufficiente, ecc.) è un’arte che appartiene a pochi. Persino in un bello studio di registrazione ho trovato un esemplare che… stavo per dirgli “torno domani col mio”. Detto questo sono comunque personalmente più felice di suonare un Rhodes con qualche difettuccio piuttosto che un digitale perfetto, e lo stesso per gli acustici.