losfogos ha scritto:
Anche a te domando: lo hai davvero mai usato per capire come funziona la gestione live? A me sembra davvero a prova di impedito, e visto che lo uso da sei mesi posso garantire ( a fatti) che si programma con grande facilita.
Non intendevo questo.
Tutte le tastiere hanno quella che si può definire "funzione live", che poi non sono altro che user preset che uno si prepara.
Ma dove il Cp5 è "complicato" tra virgolette è nella capacità di intervenire velocemente sul suono.
Chessò, voglio cambiare l'effettistica a uno dei suoni in layer? Deve tenere premuto un bottone per 2 secondi, accedere alla pagina, trovare il parametro, e cambiarlo.
Purtroppo il CP (che premetto è un bellissimo strumento, a me piace) non ha quella rapidà di poter intervenire su qualsiasi cosa in un lampo.
Su alcune cose sì (equalizzatore, on off effetti, etc) ma su altre no, richiede più tempo, alcune funzioni non sono a portata di tiro.
Lo Stage essendo costruito con un'altra filosofia che vuole il "live" al centro del suo progetto, nonchè essere totalmente "display no dipendet" è più facile da usare.
Spesso sentiamo dire che non c'è necessità durante un concerto di modificare determinati parametri o reinventarsi il suono al momento.
Non è propriamente vero, o meglio diciamo che questa è diventata una prassi causata da un fattore insito in molte tastiere moderne: la difficoltà di fare tutto e subito.
E' questo problema ad averci obbligato ad abbandonare la vecchia scuola di manipolare il suono durante il live.
Ma purtroppo nel live, a secondo delle situazioni (che non sono mai uguali a quelle che si verificano in casa) c'è la necessità di fare interventi rapidi o addirittura di stravolgere determinati parametri.
Lo Stage mi ha fatto riscoprire questa dimensione.
Con lo stage non avviene mai che faccio un concerto usando i preset che mi sono impostato a casa, e senza mai ritoccare niente.
E' vero il contrario, uso i preset che mi sono fatto a casa, ma li modifico in continuazione in base al momento, alla gas, al contesto, creando molteplici varietà sonore all'istante.
Dinamica, effetti, filtri, etc, sono tutti parametri che tocco in continuazione perchè, finalmente, ho la possibilità di toccarli ed usarli in modo intuitivo.
Anche la XP50 ha gli effetti, i filtri, etc, ma non li tocco mai.
Non li tocco perchè semplicemente non li ho a portata di tiro, ma di "display" e di "sottomenù".
E col display e i sottomenù non ci si fa niente dal vivo, si perde solo tempo e pazienza.
Il layout live dello stage è eccellente da questo punto di vista, è stato tutto curato per la massima velocità esecutiva: persino i pulsanti li hanno fatti apposta a prova di tocco (basta un pizzico e si attivano) sempre per favorire la velocità esecutiva.
E' questo che intendevo dire tra stage e CP5.
Il modo decisamente diverso che hanno nel live.
Lo stage è controllo totale tutto e subito.
Il CP5 è controllo "a metà".
Purtroppo è difficile spiegarlo a parole, bisogna suonarlo lo stage per comprendere veramente cos'è questa macchina nel live.