La teoria scala/accordo è fuffa

maxpiano69 18-10-23 18.18
@ Sbaffone
Secondo me i modi li ha inventati un chitarrista emo
Magari non li ha inventati, ma Mark Levine era un pianista/trombonista (ti dice nulla)? emo
Sbaffone 18-10-23 18.19
@ maxpiano69
Magari non li ha inventati, ma Mark Levine era un pianista/trombonista (ti dice nulla)? emo
Ma glieli ha insegnati un amico chitarrista emo
CoccigeSupremo 19-10-23 10.11
@ maxpiano69
CoccigeSupremo ha scritto:
Imho, ci si riallaccia alle discussioni avute mesi fa sul perchè, secondo me, il jazz americano "Si sente che è americano", mentre a quell'europeo "manca qualcosa"... Come "nostro solito" abbiamo provato a razionalizzare qualcosa che, obiettivamente, dopo un paio di domande fatte a Barry, avrebbero trovato risposta senza creazione di 10 mila libri diversi sui modi. Non è che Barry dice queste cose dal 2023 eh, lui insegna dagli anni 70...

Che io sappia i modi nella didattica jazz li hanno "inventati" (introdotti) gli americani (Berklee, Mark Levine e compagnia), mica noi europei ed infatti è con loro che se la prende il buon Barry.
In verità Barry se la prende un po' con tutto quello che è post bebop (Stevie Wonder a parte, che adorava emo )
Per la questione modi nella didattica jazz, fin quando vivi in un paese dove puoi integrare razionalizzazione a "realtà" andando ad ascoltare Barry sotto casa per 15 dollari, ovvio che vien fuori comunque un jazz di un certo tipo. è proprio culturale la cosa, a mio avviso ovviamente.

Qui in Italia, stando un po' alla mia esperienza nei conservatori al sud, c'è solo "usa la scala misolidia sul G7, però non solo". E via di scale su scale su scale. Le impari tutte, poi ti trovi d'improvviso un G7 e non sai cosa farci perché conosci le note ma non sai dove piazzarle. Tiri giu una trascrizione, e non riesci a capacitarti del perchè molte delle cose che hai imparato, li, nel jazz vero, non sembrano esserci. è li che molti si arrendono.
In America vai sotto casa, scambi 2 chiacchiere magari nel post concerto di Hank Jones (pace all'anima sua) o ad una masterclass di Ben Paterson, e ti si apre un mondo da "integrare" (perchè, my two cents, non credo che l'idea di semplificare la visione di un qualcosa sotto forma di diverse regole sia un male). Qui in Italia, la cosa è più "rara" secondo me.
Ci tengo a dirlo: parlo anche (e soprattutto) per esperienza personale, per come ho vissuto (e sto vivendo) lo studio del jazz, ma io lo specifico sempre che sono una pippa al sugo, ecco perchè la mia opinione lascia il tempo che trova emo
CoccigeSupremo 19-10-23 10.18
Sbaffone ha scritto:
Infatti petrucciani si sentiva che suonava strano, avrebbe dovuto accompagnate aznavour invece di suonare jazz


Il fatto che nel quasi 2024, su 745 milioni di persone viventi in Europa, tra generazioni passate e presenti, dopo (facciamo) 100 anni di jazz, si tiri fuori come solito esempio un fenomeno Jazzista europeo degli anni 80, francese, che si è trasferito comunque in quegli stessi anni in America, la dice lunga su quanto la mia "strampalata" tesi dell' "In America è diverso e si sente" contenga una piccola verità emo
simondrake 19-10-23 10.26
@ Sbaffone
Infatti gli americchioni da allora suonano tutti uguali
Dai su, ma che Modi sono questi?
WTF_Bach 19-10-23 15.50
Jazzisti non americani che suonano perfettamente bene ce ne sono parecchi: solo in Italia abbiamo Pozza, Moroni, Cisi, Atti, Gibellini, Capurro, Sportiello etc etc.
Sbaffone 20-10-23 00.16
@ WTF_Bach
Jazzisti non americani che suonano perfettamente bene ce ne sono parecchi: solo in Italia abbiamo Pozza, Moroni, Cisi, Atti, Gibellini, Capurro, Sportiello etc etc.
Bosso, dibattista, boltro, urbani, giuliani, tonolo ecc., avoglia se ce ne sono

Aprire le recchie
Sbaffone 20-10-23 08.43

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