@ markelly2
Ma va là, hai fatto bene a parlare apertamente invece. A me la discussione ha giovato, spiacente per quelli che volevano restare in tema a tutti i costi.

In un libro letto moltissimi anni fa di cui non ricordo né titolo, né autore, si sosteneva che, a fronte di un certo evento musicale, il cervello di chi ascolta fa continuamente ed inconsciamente delle previsioni su quello che accadrà nei secondi successivi.
Queste previsioni possono essere confermate, "tranquillizzando" l'ascoltatore, oppure smentite e così "sorprendendolo".
La faccio breve, ma la conclusione era che se l'ascoltatore è troppo tranquillo si annoia, e, di converso, se viene sorpreso troppe volte, si disorienta, perde il filo e di fatto abdica all'ascolto.
Si diceva anche che, idealmente, bisognerebbe fare in modo che conferme e sorprese occupassero ognuna il 50% del discorso musicale.
Al di là di questa percentuale, per me in generale il discorso ha senso, ma ho sempre pensato che la capacità di fare previsioni dipenda molto dal background di chi ascolta.
Mi aspetto che una giuria di un concorso di composizione sia difficile da sorprendere (ma che sia comunque in grado, consapevolmente in questo caso, di farsi sorprendere), così come una coppia che va a ballare la mazurca di sorprese non ne voglia per nulla e che vada a lamentarsi se il basso non è sulla tonica o sulla quinta all'inizio di ogni battuta.
Tutto questo per dire cosa? Boh, che è un mondo difficile, felicità a tratti... è dura dura mettere tutti d'accordo