Il mito del synth analogico

greg 03-09-25 11.12
giosanta ha scritto:
Nomadi, "I Tre Miti". Sugli altri "due miti" lasciamo perdere...

Ho sempre badato a separare mentalmente e fisicamente i miei miti.....
Oltre a stendere il velo pietoso sul punto DONNE, e lo dico con enorme rammarico ( mi è costata una ex moglie tanto e di più rispetto al valore del set Moog del compianto Emerson), non mi sono mai appassionato ai motori in genere. Una bella moto resta tale, a guardarla....ma guidarla e salirci soprattutto non fa per me.
Sui mostri analogici c'è da ribadire il concetto principale, così come ogni cosa nella vita: li usi per ricavarci suoni da riprodurre? per trarne idee per musica inedita? Sperando di migliorare un mix?
L'analogico puro è una roccia enorme da scalare in diversi punti per un rocciatore.
L'analogico si fa odiare più di un pennello, colori e tela vuota per un pittore.
I nuovi sono preconfezionati.
I veri VINTAGE, per chi ha vissuto disavventure anni '70 di cercare di provarli in un negozio e capirci qualcosa, sono tutto e il contrario di tutto.
Ma chi si ricorda del Mark 1 su un palco? e poi provato personalmente in negozio? una tortura a capire la prima volta cosa farci, oppure un analogico senza presets, tipo un MS 10......
Erano i benvenuti gli SH 1000-2000 Roland, avevi un punto di partenza. Comunque un Farfisa o Elka avevano un loro perchè anche confrontandosi con i Solina, inarrivabili.
Un set professionale all'epoca lo si componeva con un CP 70 sopra Solina, al fianco Mark 1 e sopra Minimoog o altro tipo appunto i primi Roland..... grandiosi..... altro che....