NeverMind_User ha scritto:
Come dicevo prima: certo, il mercato si è imbarbarito
Qualcuno di voi e' stato un una radio di primo livello (dove ospitano grandi nomi)?.
Ha parlato con chi la gestisce, ed ha potuto conoscere gli input che ricevono dalle case discografiche?.
Io si, ed ho avuto la fortuna di conoscere un grande personaggio della FM radiofonica,
mi ha fatto vedere come funziona il tutto e sono rimasto di m....
Una sorta di grande fratello, dove i discografici monitorano di continuo i passaggi in radio affinche' raggiungano un certo numero di trasmissioni/giorno sul territorio nazionale.
E questo e' niente.
Tutto nasce nei talent show, dove si rende il pubblico dipendente dai prodotti da loro preconfezionati : li bombardi a raffica fino a quando non ne possono fare a meno.
Quando il talent show ha fatto il suo lavoro, le case discografiche comprano "all'asta" il divo preconfezionato e poi "pretendono" che giri a bomba sulle radio.
Viene da se che i veri talenti (e ce ne sono) non hanno alcuna possibilita' di emergere : emerge solo la merda dal guadagno sicuro.
Ma la cosa ancora piu' pazzesca (e mi e' stata mostrata in diretta), e' che appena metti qualcosa di nuovo ed originale, l'audience crolla perche' il pubblico (non piu' abituato) non gradisce.
Nonostante cio', la persona che ho avuto fortuna di conoscere (ha ospitato i piu' grandi nomi della musica), fa un piccolo antico trucchetto : taglia pochi secondi ad ogni brano, in modo da ricavarsi uno spazio radiofonico da dedicare ai gruppi che vogliono promuoversi (quelli che lui ritiene che valgono).
Lo fa lo stesso, anche se perde un po' di audience, perche' lui e' rimasto con lo spirito degli anni 70 : quello delle radio libere, ma libere veramente, e non accetta questa deriva lottizzata da grandi network e discografici.
Avete notato che alcuni grandi nomi (Il fu Lucio Dalla per citarne uno) preferiscono/preferivano andare su radio non appartenenti a grandi network piuttosto che sui grandi circuiti nazionali?..
Le prime lasciano uno spazio tale da creare un contatto col pubblico, le altre contano i secondi perche' ogni respiro son soldi, e spesso impongono agli artisti (ai grandi nomi) cosa fare, cosa dire e cosa no.
Il grosso impulso alla musica degli anni 70/80 arrivo' proprio dalle radio libere.
Non dimentichiamo che (ancor prima), se non fosse stato per le radio pirata che trasmettevano dal mare, i Beatles sarebbero stati considerati "musicalmente eversivi" dalla BBC, e non sarebbero mai arrivati al pubblico rivoluzionando la music.
Oggi le radio libere non esistono piu'. Ci sono stazioni locali troppo piccole per far diffondere le tendenze, e network che filtrano tutto decidendo cosa dobbiamo ascoltare e cosa no. (e in tv e' ancora peggio).
Quando le radio erano libere, ma libere veramente c'era quella specie di tormentone delle "dediche".
Il pubblico telefonava, chiedeva un brano da dedicare ad una persona, e questo andava in onda : anche mille volte se necessario, e su mille radio.
Era il pubblico a decidere se un brano/autore valeva oppure no.
Poi c'erano grandi DJ che sapevano selezionare la musica, e la proponevano (liberamente) in base alla qualita' della medesima.
Oggi non e' piu' cosi', neanche all'estero, quindi non c'e' speranza.