esercizi jazz

WTF_Bach 23-07-23 15.23
@ ziberto
Mi ero zittito, sia perché eravamo già parecchio fuori tema, sia perché avevo il dubbio di aver fomentato le tue ultime reazioni in questo thread... e non volevo peggiorare la situazione, visto che in realtà io avevo cercato (forse maldestramente) di sdrammatizzare un po'.
In ogni caso mi scuso se qualche mia frase abbia potuto creare quantomeno dei fastidi...
Leggendo le tue ultime parole capisco, però, che il vero problema è ben più a monte e addirittura risale ad un vostro "scontro", in cui ti avrebbe mancato di rispetto.
Mi spiace parecchio e ammetto che, se confermata (cioè se non c'è stato solo un fraintendimento), la cosa mi farebbe calare molto il "personaggio"... Che comunque, preciso per dovere di cronaca, non seguo come allievo ma come semplice fruitore di alcuni contenuti Youtube... mi pare di poter dire oggettivamente interessanti, al netto di legittime critiche e differenti visioni complessive.
Ed io ti invito a continuare a seguire Silvestro - ovviamente cum granu salis - perché alcune sue cose sono effettivamente utili.

Raptus 23-07-23 16.14
@ Asterix
Raptus ha scritto:

1) Quel metodo di cui parli è il metodo americano, non è l'unico che sento usare quella terminologia

Scusate la mia ignoranza, quale sarebbe il metodo americano?
Sostanzialmente è un approccio molto pratico per velocizzare l'apprendimento iniziale e farti ottenere delle basi solide per poter suonare qualcosa.
Prima di Silvestro e del conservatorio, avevo già visto come venivano fatti molti corsi online e libri (ad es. Tim Richards che cito pure all'inizio di questo thread 4 anni fa emo)
Si fanno esercizi pratici a manetta per padroneggiare l'aspetto più importante all'inizio che è la visualizzazione.
Infatti i voicing avanzati,l' improvvisazione e i comping si fanno solo dopo che si è arrivati ad avere questo.

La differenza è che quello italiano tende a darti fin da subito una lista enorme di cose che devi sapere e che devi studiare in parallelo per riuscire ad arrivare ad un obiettivo molto più ambizioso.
Con quello anglosassone o come volete chiamarlo, riesci ad arrivare prima all'aspetto pratico, cioè suonare, poi probabilmente ci metti di più a compensare tutto il resto.


Raptus 23-07-23 16.22
@ WTF_Bach
Capisco quello che dici. e sono il primo a ammettere che ci sono molte cose interessanti (per un musicista già formato) nel suo approccio al voicing.

Tu mi conosci abbastanza bene, conosci la mia musica e la mia - poca - competenza nella composizione. Ti prego di credermi quando dico che da ciò che Silvestro mostra su YouTube io posso capire da dove viene e dove va.

E questo tragitto non mi piace affatto. Poi mi ha pesantemente mancato di rispetto in pubblico, mentre io non l’avevo mai fatto ed anzi lo avevo lodato per alcune sue ottime soluzioni armoniche e di voicing.

Poi lo sapete tutti che da ex boxeur a me salta facilmente la mosca al naso. È un mio difetto, lo so.
Mi dispiace per quello che è successo, è un tipo abbastanza lunatico e impulsivo...

Per il resto ho capito quello che dici, ne sono consapevole emo

WTF_Bach 23-07-23 16.42
Propongo la maniera in cui insegno io - data per scontata un a conoscenza di base della teoria, dell’armonia e dello strumento.

1) il “walking man” - inventato da Andrea Pozza - per acquisire salde fondamenta ritmiche. Consiste nell’imparare innanzitutto lo schema armonico di un brano e suonarlo con le shell di Powell alla sinistra mettendo un accordo per quarto. Il feeling dev essere quello di un tizio che cammina sereno e rilassato.

2) Inizialmente si suonano solo il blues in Bb e F, l’anatole in Bb e il II V I in tutte le tonalità: fondamenta salde e capacità diatonica

3) a questo punto il lavoro si quadriforca:

a) improvvisazione: tripartizione della frase, tensione e risoluzione e suo rapporto con il downbeat, inversione del moto, bilanciamento scala/arpeggio, guide notes e transizione tra le armonie, uso dei respiri, riffs, variazione e ripetizione. Il tutto sempre sul walking man (blues, Anatole e cadenze in tutte le tonalità) cercando lo swing.

b) armonia: aree tonali, condotta dei bassi e delle parti, modulazioni, voicings

c) repertorio: studio delle armonie, sostituzioni, voicings, arrangiamento per piano solo e comping.

d) analisi di partiture e soli, trascrizione ad orecchio

Il mio obiettivo è formare un allievo che abbia capito quali sono i punti cardine da sviluppare per divenire un jazzista e che sia quindi in grado di continuare rapidamente a progredire in autonomia, ascoltando, analizzando e sperimentando.
Sbaffone 23-07-23 17.03
@ WTF_Bach
Propongo la maniera in cui insegno io - data per scontata un a conoscenza di base della teoria, dell’armonia e dello strumento.

1) il “walking man” - inventato da Andrea Pozza - per acquisire salde fondamenta ritmiche. Consiste nell’imparare innanzitutto lo schema armonico di un brano e suonarlo con le shell di Powell alla sinistra mettendo un accordo per quarto. Il feeling dev essere quello di un tizio che cammina sereno e rilassato.

2) Inizialmente si suonano solo il blues in Bb e F, l’anatole in Bb e il II V I in tutte le tonalità: fondamenta salde e capacità diatonica

3) a questo punto il lavoro si quadriforca:

a) improvvisazione: tripartizione della frase, tensione e risoluzione e suo rapporto con il downbeat, inversione del moto, bilanciamento scala/arpeggio, guide notes e transizione tra le armonie, uso dei respiri, riffs, variazione e ripetizione. Il tutto sempre sul walking man (blues, Anatole e cadenze in tutte le tonalità) cercando lo swing.

b) armonia: aree tonali, condotta dei bassi e delle parti, modulazioni, voicings

c) repertorio: studio delle armonie, sostituzioni, voicings, arrangiamento per piano solo e comping.

d) analisi di partiture e soli, trascrizione ad orecchio

Il mio obiettivo è formare un allievo che abbia capito quali sono i punti cardine da sviluppare per divenire un jazzista e che sia quindi in grado di continuare rapidamente a progredire in autonomia, ascoltando, analizzando e sperimentando.
Mi ha chiamato silvestro, ha detto di farti un canale tuo e di non rompergli il caz emo
WTF_Bach 23-07-23 17.06
@ Sbaffone
Mi ha chiamato silvestro, ha detto di farti un canale tuo e di non rompergli il caz emo
Digli che se mi scassa ancora il cazzo dandomi del “filosofone” vado a cercarlo.
Asterix 24-07-23 11.58
@ WTF_Bach
Sostanzialmente consiste nel confondere la settima diminuita con la sesta maggiore sostenendo che è più facile vederla così .
Allora non ci siamo!
Io accetto nomenclature enarmoniche semplificate SOLO dopo che uno studente conosce perfettamente l'armonia ed è in grado di conoscere perfettamente gli aspetti funzionali di ogni accordo.
Come per i "voicing" per la destra: se uno studente mi suona "MI - SOL - DO" con la destra e mi dice che è un 1' rivolto gli dico subito che finché non so cosa suona la sinistra o il basso, è un Do maggiore e basta.
Le scorciatoie alla lunga creano confusione e vanno "recuperate"...come i salti del cantus firmus.
CoccigeSupremo 24-07-23 13.20
Ho letto i vostri commenti con attenzione, perchè sono uno di quelli che segue Silvestro per ricavarne nuovi modi di ragionare o di visualizzare la musica e mi interessava sapere il vostro parere.

Personalmente ho trovato illuminante un video in cui Silvestro ci pone di fronte ad una realtà che qui viene ignorata, ma che ho sempre sostenuto anch'io (e ho trovato conferma anche in un docente di conservatorio, che ha detto la stessa cosa, ma evito nomi):

Siamo nati in Italia, la nostra generazione (parlo della mia, classe post anni 80) ha ascoltato nell'infanzia Mtv con il suo pop da backstreet boys, Lenny Kraviz, Elisa, Laura Pausini, Nek et Similia.

Tra audiocassette e genitori un pò più "colti" si arrivava a sentire di tanto in tanto Stevie Wonder e roba americana più "impegnata", ma ammettiamolo, se la nostra infanzia è fatta di cultura pop di un certo tipo, e magari in aggiunta si è vissuti (come nel mio caso) in una città come Napoli, come possiamo pretendere che a 18 anni, d'improvviso, dobbiamo avere gli stessi spunti melodici di un'americano che nelle strade si becca jazzisti e bluesman a più non posso.

è semplice cultura. Se poi avete avuto la fortuna di nascere in una "jazz family", buon per voi, ma per gran parte dei musicisti che ho visto in conservatorio, non è cosi.

In un video di 30 minuti Silvestro spiega che scimmiottare gli Americani a tutti i costi è una follia, perchè non esce fuori ciò che abbiamo realmente nella nostra testa, la nostra cultura fatta (per Napoli) di tarantelle e melodie italiane. Ci sforziamo di tirar fuori musicalmente una cultura che non è nostra, con risultati alti, ma di livello inferiore anche al quindicenne che suona jazz a New Orleans o New York (parer mio, ovviamente).
Non avete notato che pur di apparire americani abbiamo iniziato ad utilizzare il loro gergo come "Bro" "Yes man" e quant'altro? Io trovo ridicolo tutto questo...

Questione insegnamento: Non mi soffermo troppo su errori di "forma" (come sesta minore piuttosto che settima doppio bemolle) perchè è palese che Silvestro si rivolge a chi "già suona" (Almeno nei suoi video youtube), ergo siamo in grado di capire che la sua "scorciatoia" o "errore" poco fa al sunto da cui dobbiamo apprendere qualcosa.
Piuttosto mi aggrego alla domanda: Chi c'è in Italia che fa un lavoro "intellegibile" (perlomeno) come quello di Silvestro?

Wtfbach è lontanissimo dall'essere oggetto di mia critica per i contributi al forum, ma credo che Silvestro risponda cosi a chiunque gli vada contro in maniera "teorica", perchè il 99% di chi lo critica, son persone che insegnano peggio, che non danno neanche un minimo contributo reale alla crescita di uno studente, e si limitano a descrivere "ciò che dovrebbe essere/esistere" ma che, in fin dei conti, non contribuiscono a creare.

Piccola nota a margine: Il soggetto della mia tesi di laurea è stato Barry Harris, Il suo insegnamento è stato fondamentale per la mia crescita (anche solo per quanto concerne la visione generale della musica o dei propri limiti), ma nessun metodo è perfetto: anche lui aveva le sue fissazioni e un odio mai nascosto per il modale di Miles Davis e il Rock&Roll Pre e Post Beatles.

In generale credo che Silvestro abbia preso nelle sue mani un impegno enorme: Dare coraggio a ragazzi spaesati che vivono il jazz come un incubo, dove alla domanda "Cosa devo fare per imparare il jazz" ricevono ovunque la risposta "Eh, ascolta molto jazz". Ragazzi che si demoralizzano nel vedere con quanta semplicità gli Americani tirano fuori un'improvvisazione, e alla ricerca di una risposta ricevono nuovamente "Ascolta molto jazz".
E dopo una depressione che li sta allontanando leggono all'interno di un Forum "Il jazz e lo swing è una cosa che hai, non lo sviluppi".

Silvestro rappresenta, nelle sue imperfezioni, una luce a cui si aggrappano 78 mila iscritti, sintomo di un paese senza buoni professori evidentemente... non vedo perchè criticarlo.
Bob_Braces 24-07-23 14.57
@ Asterix
Allora non ci siamo!
Io accetto nomenclature enarmoniche semplificate SOLO dopo che uno studente conosce perfettamente l'armonia ed è in grado di conoscere perfettamente gli aspetti funzionali di ogni accordo.
Come per i "voicing" per la destra: se uno studente mi suona "MI - SOL - DO" con la destra e mi dice che è un 1' rivolto gli dico subito che finché non so cosa suona la sinistra o il basso, è un Do maggiore e basta.
Le scorciatoie alla lunga creano confusione e vanno "recuperate"...come i salti del cantus firmus.
Mio padre mi ha insegnato ad andare in bici molto prima di spiegarmi cos'è un giroscopio. Sospetto, senza averne le prove, che anche Coppi e Bartali non avessero tutta questa dimestichezza con la fisica newtoniana, eppure sulla bici ci sapevano andare. Ugualmente, ho imparato ad articolare frasi comprensibili in italiano molto prima di sapere cosa fosse un congiuntivo. Insomma, stiamo parlando di didattica, se ce ne fosse una così superiore alle altre e che si adatta a tutte le tipologie di allievi, tutti gli insegnanti userebbero quella senza discussioni. E lo dice uno che l'armonia l'ha imparata in conservatorio con il vecchio ordinamento. Vedendo a posteriori altri approcci, non sono così sicuro che quello tradizionale sia per forza il migliore.
paolo_b3 24-07-23 15.18
CoccigeSupremo ha scritto:
Siamo nati in Italia, la nostra generazione (parlo della mia, classe post anni 80) ha ascoltato nell'infanzia Mtv con il suo pop da backstreet boys, Lenny Kraviz, Elisa, Laura Pausini, Nek et Similia.
Tra audiocassette e genitori un pò più "colti" si arrivava a sentire di tanto in tanto Stevie Wonder e roba americana più "impegnata", ma ammettiamolo, se la nostra infanzia è fatta di cultura pop di un certo tipo, e magari in aggiunta si è vissuti (come nel mio caso) in una città come Napoli, come possiamo pretendere che a 18 anni, d'improvviso, dobbiamo avere gli stessi spunti melodici di un'americano che nelle strade si becca jazzisti e bluesman a più non posso.

L'ho già detto e lo voglio ripetere, vediamo se qualcuno mi può aiutare a capire. Noi siamo nati in Italia, il Jazz non è nella nostra cultura e quindi dobbiamo accontentarci di suonarlo male. Lo suono già malissimo senza seguire nessun corso.
Raptus 24-07-23 15.51
@ CoccigeSupremo
Ho letto i vostri commenti con attenzione, perchè sono uno di quelli che segue Silvestro per ricavarne nuovi modi di ragionare o di visualizzare la musica e mi interessava sapere il vostro parere.

Personalmente ho trovato illuminante un video in cui Silvestro ci pone di fronte ad una realtà che qui viene ignorata, ma che ho sempre sostenuto anch'io (e ho trovato conferma anche in un docente di conservatorio, che ha detto la stessa cosa, ma evito nomi):

Siamo nati in Italia, la nostra generazione (parlo della mia, classe post anni 80) ha ascoltato nell'infanzia Mtv con il suo pop da backstreet boys, Lenny Kraviz, Elisa, Laura Pausini, Nek et Similia.

Tra audiocassette e genitori un pò più "colti" si arrivava a sentire di tanto in tanto Stevie Wonder e roba americana più "impegnata", ma ammettiamolo, se la nostra infanzia è fatta di cultura pop di un certo tipo, e magari in aggiunta si è vissuti (come nel mio caso) in una città come Napoli, come possiamo pretendere che a 18 anni, d'improvviso, dobbiamo avere gli stessi spunti melodici di un'americano che nelle strade si becca jazzisti e bluesman a più non posso.

è semplice cultura. Se poi avete avuto la fortuna di nascere in una "jazz family", buon per voi, ma per gran parte dei musicisti che ho visto in conservatorio, non è cosi.

In un video di 30 minuti Silvestro spiega che scimmiottare gli Americani a tutti i costi è una follia, perchè non esce fuori ciò che abbiamo realmente nella nostra testa, la nostra cultura fatta (per Napoli) di tarantelle e melodie italiane. Ci sforziamo di tirar fuori musicalmente una cultura che non è nostra, con risultati alti, ma di livello inferiore anche al quindicenne che suona jazz a New Orleans o New York (parer mio, ovviamente).
Non avete notato che pur di apparire americani abbiamo iniziato ad utilizzare il loro gergo come "Bro" "Yes man" e quant'altro? Io trovo ridicolo tutto questo...

Questione insegnamento: Non mi soffermo troppo su errori di "forma" (come sesta minore piuttosto che settima doppio bemolle) perchè è palese che Silvestro si rivolge a chi "già suona" (Almeno nei suoi video youtube), ergo siamo in grado di capire che la sua "scorciatoia" o "errore" poco fa al sunto da cui dobbiamo apprendere qualcosa.
Piuttosto mi aggrego alla domanda: Chi c'è in Italia che fa un lavoro "intellegibile" (perlomeno) come quello di Silvestro?

Wtfbach è lontanissimo dall'essere oggetto di mia critica per i contributi al forum, ma credo che Silvestro risponda cosi a chiunque gli vada contro in maniera "teorica", perchè il 99% di chi lo critica, son persone che insegnano peggio, che non danno neanche un minimo contributo reale alla crescita di uno studente, e si limitano a descrivere "ciò che dovrebbe essere/esistere" ma che, in fin dei conti, non contribuiscono a creare.

Piccola nota a margine: Il soggetto della mia tesi di laurea è stato Barry Harris, Il suo insegnamento è stato fondamentale per la mia crescita (anche solo per quanto concerne la visione generale della musica o dei propri limiti), ma nessun metodo è perfetto: anche lui aveva le sue fissazioni e un odio mai nascosto per il modale di Miles Davis e il Rock&Roll Pre e Post Beatles.

In generale credo che Silvestro abbia preso nelle sue mani un impegno enorme: Dare coraggio a ragazzi spaesati che vivono il jazz come un incubo, dove alla domanda "Cosa devo fare per imparare il jazz" ricevono ovunque la risposta "Eh, ascolta molto jazz". Ragazzi che si demoralizzano nel vedere con quanta semplicità gli Americani tirano fuori un'improvvisazione, e alla ricerca di una risposta ricevono nuovamente "Ascolta molto jazz".
E dopo una depressione che li sta allontanando leggono all'interno di un Forum "Il jazz e lo swing è una cosa che hai, non lo sviluppi".

Silvestro rappresenta, nelle sue imperfezioni, una luce a cui si aggrappano 78 mila iscritti, sintomo di un paese senza buoni professori evidentemente... non vedo perchè criticarlo.
Potessi ti stringerei la mano.
emoemoemo
ziberto 24-07-23 16.01
@ paolo_b3
CoccigeSupremo ha scritto:
Siamo nati in Italia, la nostra generazione (parlo della mia, classe post anni 80) ha ascoltato nell'infanzia Mtv con il suo pop da backstreet boys, Lenny Kraviz, Elisa, Laura Pausini, Nek et Similia.
Tra audiocassette e genitori un pò più "colti" si arrivava a sentire di tanto in tanto Stevie Wonder e roba americana più "impegnata", ma ammettiamolo, se la nostra infanzia è fatta di cultura pop di un certo tipo, e magari in aggiunta si è vissuti (come nel mio caso) in una città come Napoli, come possiamo pretendere che a 18 anni, d'improvviso, dobbiamo avere gli stessi spunti melodici di un'americano che nelle strade si becca jazzisti e bluesman a più non posso.

L'ho già detto e lo voglio ripetere, vediamo se qualcuno mi può aiutare a capire. Noi siamo nati in Italia, il Jazz non è nella nostra cultura e quindi dobbiamo accontentarci di suonarlo male. Lo suono già malissimo senza seguire nessun corso.
Non nascondiamoci dietro un dito, dai... come per la questione dei "colori" della musica (si può dare "colore" ad ogni forma d'arte, non solo alla pittura... così come un quadro può parlare a gran voce o "suonare" delicato...).
Qui non si tratta di suonare male, ma suonare diversamente... senza scimmiottare qualcosa per cui non siamo portati (per cultura). Del resto se dovessimo suonare solo secondo il jazz delle origini, non sarebbero mai nate quelle forme che chiamiamo latin-jazz, acid-jazz, jazz-funk, ecc... no?
giosanta 24-07-23 16.01
CoccigeSupremo ha scritto:
Ho letto i vostri commenti con attenzione...

Sin qui ho taciuto, per manifesta incompetenza, ma ora hai introdotto un tema interessantissimo, di natura culturale su cui non riesco a tacere. Quanto affermi è una cosa che ho sentito, un parere che rispetto ma, permettimi, dissento. Io sono più vecchio, non vengo da una famiglia di particolari attitudini musicali. Le radici delle mia “cultura” musicale sono programmi RAI, tipo Studio 1 dove venivo rapito da Mina che cantava gli standard accompagnata dal Maestro Trovajoli al piano, piuttosto che i riff del Maestro Lelio Luttazzi, come pure, del tutto diversamente, dal Maestro Germani che suonava l’organo dello Studio RAI di Napoli (la mia città) in qualche spettacolo del sabato sera, viceversa non mi ha mai attratto più di tanto nessuna melodia sanremese e, lo confesso, neppure la lirica, ovvero quanto di più culturalmente “italiano” si possa immaginare. Alla radio mi piaceva ascoltare Sinatra o i Beatles. Sicuramente un’influenza pesantissima l’hanno avuta i film americani degli anni 50 e 60 che la RAI proponeva a piene mani. Poi mi sono infatuato dl Progressive inglese e italiano, infine il Jazz.
Questo per dire che il “contesto culturale” in cui nuotare in gran parte lo determiniamo noi.
Il rapporto USA / Jazz poi, che per gli aspetti culturali ho metabolizzato su una nutrita bibliografia, merita un chiarimento. È sicuramente musica “americana” ma, onestamente, non credo che in patria sia mai stato veramente di massa o "popolare" e i motivi li conoscete tutti meglio di me, viceversa è un “genere” (mi si passi il termine) da sempre molto più apprezzato in Europa, per motivi che qui sarebbe lungo e fuori luogo analizzare.
Quanto agli aspetti “metodologici” sui sistemi di apprendimento praticati oltreoceano, questi riguardano qualsiasi ambito disciplinare, ben oltre la musica, è sono connaturati al pragmatismo culturale che contraddistingue quel popolo, nel bene e nel male.
A mio modo di vedere, beninteso.
paolo_b3 24-07-23 16.12
@ ziberto
Non nascondiamoci dietro un dito, dai... come per la questione dei "colori" della musica (si può dare "colore" ad ogni forma d'arte, non solo alla pittura... così come un quadro può parlare a gran voce o "suonare" delicato...).
Qui non si tratta di suonare male, ma suonare diversamente... senza scimmiottare qualcosa per cui non siamo portati (per cultura). Del resto se dovessimo suonare solo secondo il jazz delle origini, non sarebbero mai nate quelle forme che chiamiamo latin-jazz, acid-jazz, jazz-funk, ecc... no?
Si ma "avere swing" non è un dettaglio, è uno degli elementi fondanti del jazz e rientra in tutte le forme evolute di jazz che citi. Poi se mi dici che è un elemento che non si studia, lo devi avere dentro di te d'accordo, ma se mi dici "sullo swing lasciamo stare, tanto non lo puoi avere" scusami ma proprio no. Allora lascia stare il jazz e tutti i tutorial
maxpiano69 24-07-23 16.21
CoccigeSupremo ha scritto:
In un video di 30 minuti Silvestro spiega che scimmiottare gli Americani a tutti i costi è una follia, perchè non esce fuori ciò che abbiamo realmente nella nostra testa, la nostra cultura fatta (per Napoli) di tarantelle e melodie italiane. Ci sforziamo di tirar fuori musicalmente una cultura che non è nostra, con risultati alti, ma di livello inferiore anche al quindicenne che suona jazz a New Orleans o New York (parer mio, ovviamente).
Non avete notato che pur di apparire americani abbiamo iniziato ad utilizzare il loro gergo come "Bro" "Yes man" e quant'altro? Io trovo ridicolo tutto questo...

Quindi i vari Pieranunzi, Rava, Bollani & Co (ma anche Petrucciani, Django Reinherdt, Stephane Grappelli ed il resto del jazz europeo di un certo livello... senza contare i brasiliani/sudamericani) in quanto jazzisti non-USA, pur essendo apprezzati anche oltre oceano, sarebbero degli "scimiottatori"...?

Mah... spero di aver capito male, perché così a me sembra un'affermazione poco condivisibile, davvero... la trovo una banalizzazione per chi trova comodo pensarla così e non tiene conto della storia del jazz e delle sue molteplici incarnazioni.
Raptus 24-07-23 16.24
@ paolo_b3
Si ma "avere swing" non è un dettaglio, è uno degli elementi fondanti del jazz e rientra in tutte le forme evolute di jazz che citi. Poi se mi dici che è un elemento che non si studia, lo devi avere dentro di te d'accordo, ma se mi dici "sullo swing lasciamo stare, tanto non lo puoi avere" scusami ma proprio no. Allora lascia stare il jazz e tutti i tutorial
Se stai parlando di Silvestro, lui non ha mai detto che non lo insegna perché noi non ce l'abbiamo. Dice semplicemente che noi italiani dovremmo focalizzarci sui nostri punti di forza, lo swing si studia a livelli più avanzati perché prima ci sono molte altre cose su cui puntare e che per nostra cultura dovremmo valorizzare.
paolo_b3 24-07-23 16.41
@ Raptus
Se stai parlando di Silvestro, lui non ha mai detto che non lo insegna perché noi non ce l'abbiamo. Dice semplicemente che noi italiani dovremmo focalizzarci sui nostri punti di forza, lo swing si studia a livelli più avanzati perché prima ci sono molte altre cose su cui puntare e che per nostra cultura dovremmo valorizzare.
Si si avevo letto ma non torna. Se vuoi imparare Jazz devi uscire dalla nostra cultura, altrimenti fai come in Germania che nella pizza mettono l'emmenthal perchè non hanno la mozzarella... emoemoemo
Asterix 24-07-23 16.54
@ Bob_Braces
Mio padre mi ha insegnato ad andare in bici molto prima di spiegarmi cos'è un giroscopio. Sospetto, senza averne le prove, che anche Coppi e Bartali non avessero tutta questa dimestichezza con la fisica newtoniana, eppure sulla bici ci sapevano andare. Ugualmente, ho imparato ad articolare frasi comprensibili in italiano molto prima di sapere cosa fosse un congiuntivo. Insomma, stiamo parlando di didattica, se ce ne fosse una così superiore alle altre e che si adatta a tutte le tipologie di allievi, tutti gli insegnanti userebbero quella senza discussioni. E lo dice uno che l'armonia l'ha imparata in conservatorio con il vecchio ordinamento. Vedendo a posteriori altri approcci, non sono così sicuro che quello tradizionale sia per forza il migliore.
Capisco ma penso che il paragone non regga.
Puoi imparare a suonare per imitazione, imparando i movimenti, copiando delle armonie, etc, ma ti mancherà la consapevolezza.
Certo ci sono pianisti che hanno una innata sensibilità armonica, swing, pronuncia, etc, ma non sarebbero in grado di spiegare perché: penso ad Errol Garner che non sapeva leggere la musica, ma sono eccezioni.
Spiegare non è così innato come parlare, se dovessi spiegare che cosa è e come si usa un congiuntivo a una persona che studia italiano ci dovrei ragionare un po'.
A questo punto conviene prendere libri con brani completamente notati nelle 2 chiavi, come ad esempio gli studi di Oscar Peterson e cominci a farti pronuncia, orecchio, provi a metterci un po' di swing.

Ho visto il video "Armonia in 10 minuti - record personale".
Afferma che un accordo di settima diminuita è formato da una successione di "tre terze bemolli", che già è una espressione che non mi piace, poi dice "Do, Mib, Solb, La" che di per sé non sarebbe sbagliato...se si trattasse dell'accordo di La diminuito e non Do diminuito, come lo dice lui è un accordo diminuito con 6' aggiunta.
E poi dice che risolve o un semitono sopra o un semitono sotto; un semitono sopra ok, ma un semitono sotto non mi trovo.
Non so, meglio a questo punto non spiegarlo.

Io direi che un accordo diminuito si costruisce sul 7' grado di una scala minore armonica e risolve sulla tonica (solitamente minore) in quanto contiene il tritono della scala. Es: scala di re minore: Do# - Mi - Sol - Sib.
Do# Sol è il tritono della settima di dominante di Re.
ENARMONICAMENTE ogni nota può essere considerata una sensibile.
Facendo scendere ogni settima di un accordo diminuito si ottiene la 7' di dominante corrispondente. (In primo rivolto)

Magari è meno immediato, magari ci metti 2 giorni a capirlo.
Ma più corretto e una volta capito sei a posto.

Stefano.
P.S. Sarò così rompiscatole perché insegno in conservatorio?emoemoemoemo
giosanta 24-07-23 16.59
Asterix ha scritto:
Ho visto il video "Armonia in 10 minuti - record personale".

"Kultura" un tanto al chilo, purtroppo un triste portato della rete...
WTF_Bach 24-07-23 17.13
Per imparare ad improvvisare - questa è la parte fondamentale, non imparare a fare voicings con millemila “sapori” - ci sono almeno tre approcci più uno, tutti validi, tutti con pro e contro, tutti applicabili contemporaneamente.

1) ascoltare i grandi e “fare come loro”

Pro: se ci riesci è cosa rapida ed efficacissima

Contro: ci riesci solo se hai un talento ed una predisposizione innata grandissima, se no diventi uno scimmiottatore che suona per frasi fatte o peggio ancora ripetersi pedissequamente i loro soli

2) “esplorare”, tenere ciò che ci piace e lasciar andare ciò che non ci piace.

Pro: approccio molto creativo che aiuta a formare un lessico personale e unico

Contro: sei limitato dal tuo livello tecnico-culturale, rischi di sviluppare un fraseggio povero perché resti nella comfort zone - potresti inoltre non riuscire a sviluppare un lessico compatibile col jazz (ma questo non è un problema, semplicemente vuol dire che suonerai un altro genere).

3) trascrivere i soli dei grandi

Pro: se sei intelligente trascrivendo i soli impari i principi che i grandi hanno seguito

Contro: se sei meno dotato non farai altro che “incastrare” le loro frasi una dopo l’altra in maniera meccanica

Poi c’è il quarto metodo: qualcuno ha analizzato la materia e ti insegna i principi di composizione istantanea (perché di questo di tratta) e ti insegna a metterli in atto seguendo un percorso graduale e personalizzato.