Preludio op 28 n° 20 di chopin, aiuto per un passaggio

Banks70 19-06-08 18.52
mi appello alla vostra sapienza per un piccolo aiutino per eseguire al meglio un passaggio, premesso che non sono una cima in teoria musicale, vi prego di abbassarmi al mio livello.
Allora per chi conoscesse già il pezzo vi informo che parlo dell'accordo alla seconda battuta. Per intenderci il 3° accordo composto da : Re b, Mi b, sol, do, mi b.
Per chi non conoscesse il pezzo ma potrebbe darmi una mano posso inviare per email lo sparito ( una paginetta pdf niente più)
So che il Re b ed il Mi b più gravi vanno suonati con il pollice contemporaneamente. Però non riesco a far risaltare il "Do Mi b" più acuti che fanno da linea principale del motivo ; questo perchè sono abbastanza distanti tra loro , faccio fatica a prendere tutto l'accordo con naturalezza, nonostante la mia apertura della mano sia di oltre i 24 cm (pollice a pollice estesi al max).
Chi ha qualche consiglio da darmi? grazie mille per la pazienza e per la disponibilità.
SavateVoeanti 19-06-08 20.31
..24 cm pollice a pollice?...emo

Io da pollice a pollice ho misurato e arrivo anche fino a un 1m e 76cm.....emo


emo!


Prova a guardare Quà! come fa questo....anche se anche lui ha lo stesso problema...
Effettivamente è un passaggio cancaro! bisogna saltareemo

Un consiglio mio è di provare invece di far piu forte le note del tema, di provare a far piu piano le altre.


emo



Banks70 20-06-08 01.37
@ SavateVoeanti
..24 cm pollice a pollice?...emo

Io da pollice a pollice ho misurato e arrivo anche fino a un 1m e 76cm.....emo


emo!


Prova a guardare Quà! come fa questo....anche se anche lui ha lo stesso problema...
Effettivamente è un passaggio cancaro! bisogna saltareemo

Un consiglio mio è di provare invece di far piu forte le note del tema, di provare a far piu piano le altre.


emo



Ti ringrazio per il suggerimento delle note anche se già lo sapevo,
Io volevo sapere se c'è una posizione esatta per agevolare questo tipo di accordo. Più facile a come lo eseguo io diciamoemo

( l'apertura della mia mano è quella puoi crederci o meno emo )
igiardinidimarzo 20-06-08 01.39
Con una mano (piuttosto) grande come la tua non è un problema di estensione, ma 'tecnico'.

Dovresti cercare di allenarti suonando pianissime e rilassatissime insieme tutte le note tranne il Mib acuto, che invece suonerai una frazione di secondo dopo le altre, ma con un tocco almeno mf.

Prova così e cerca di avvicinare sempre più l'esecuzione di quel Mib alle altre conservando però la dinamica differente fra i due 'gruppi' di note.
Banks70 20-06-08 02.14
Sbaglio ( a mia personale interpetazione) ma quell'accordo è il più significativo di tutto il brano ? Grave e tenue, un misto di rassegnazione e consapevoleza di quel momento triste e carco.
Se fumo troppo ditemelo emo
quartaumentata 20-06-08 10.06
Esimio Tony emo

è piuttosto difficile dare delucidazioni sul tocco per iscritto, anche perché bisognerebbe sentirti e vederti per valutare se eventualmente c'è qualcosa da correggere prima ancora di dirti cosa altro fare.

Comunque: in un accordo, dare risalto ad una nota piuttosto che ad un altra è, ovviamente, questione di tocco, quello che conta è il risultato ed ognuno ci arriva per la sua strada.

Preliminarmente: (vale per tutta la tecnica pianistica): BANDIRE quanto più possibile ogni rigidità di polso e metacarpo (specie chi ha la mano piccola, nello sforzo di estendere le dita, purtroppo, patisce un irrigidimento maggiore di chi ha mani grandi).

Ciò posto, io mi regolo come segue (ovviamente il processo è inconsapevole, come tutti gli automatismi nel suonare, ma per spiegarlo e metterlo in pratica le prime volte bisogna teorizzarlo; l'ideale è, in seguito, arrivare a eseguire senza pensarci troppo - o per niente -)

Quando si suona un accordo l'attore principale non è, come per la singola nota il dito, spinto dal suo gruppo di tendini e muscoli, ma l'intero sistema avambraccio-mano-dita che spinge verso il basso da un misto di movimento dell'avambraccio + forza di gravità (dosati diversamente a seconda dell'intensità che si vuole ottenere).

Ecco così facendo, si dovrebbe ottenere un suono uniforme per tutte le note dell'accordo. Necessitando di farne risaltare una o più, mentre il sistema scende verso i tasti si può aggiungere (io faccio così
con risultati alterni emo) una ulteriore forza del singolo dito (o dita) che corrispondono alle note che si vogliono evidenziare.

Nota che provando questo marchingegno le prime volte (per me è stato così) il risultato immediato è di ottenere uno splendido irrigidimento del metacarpo e forse anche del polso, cosa che va evitata ma che si impara a controllare presto.

Prova e vedi come va. Potresti anche esercitarti su accordi più semplici: per esempio do maggiore (do mi sol, così non ci sono problemi di estensione) provando a far risaltare prima la tonica , poi la terza e infine la quinta, magari più di quanto non risalti già in virtù della sua posizione di vertice.

Sul brano in particolare: non è difficile, la melodia da far risaltare è "in cima" e già questo... inoltre il passaggio è un "fortissimo", e quindi, come tiè stato già detto, ci sono margini dinamici piuttosto ampi: se non si riesce a far strillare di più certe note si possono calare lievemente le altre...

PS: Altro spunto: vedi le battute 5 e 9 (ciò che deve eseguire la destra al 3° quarto). Per esercizio prova a dare risalto alla melodia intermedia (lab fa# sol)
Edited 20 Giu. 2008 8:07
SavateVoeanti 20-06-08 21.49
ah! quindi è una questione di diteggiatura?

Allora un questo caso essendo un accordo largo non è che hai tante vie di scampo,
la diteggiatura piu indicata su questo accordo è:
REb-----1
MIb-----1
SOL-----2
DO------4
MIb-----5

altrimenti prova a sostituire il 4 con il 3.





(comunque ancora non capisco la questione della distanza tra i tuoi polliciemo)
Banks70 21-06-08 01.10
@ quartaumentata
Esimio Tony emo

è piuttosto difficile dare delucidazioni sul tocco per iscritto, anche perché bisognerebbe sentirti e vederti per valutare se eventualmente c'è qualcosa da correggere prima ancora di dirti cosa altro fare.

Comunque: in un accordo, dare risalto ad una nota piuttosto che ad un altra è, ovviamente, questione di tocco, quello che conta è il risultato ed ognuno ci arriva per la sua strada.

Preliminarmente: (vale per tutta la tecnica pianistica): BANDIRE quanto più possibile ogni rigidità di polso e metacarpo (specie chi ha la mano piccola, nello sforzo di estendere le dita, purtroppo, patisce un irrigidimento maggiore di chi ha mani grandi).

Ciò posto, io mi regolo come segue (ovviamente il processo è inconsapevole, come tutti gli automatismi nel suonare, ma per spiegarlo e metterlo in pratica le prime volte bisogna teorizzarlo; l'ideale è, in seguito, arrivare a eseguire senza pensarci troppo - o per niente -)

Quando si suona un accordo l'attore principale non è, come per la singola nota il dito, spinto dal suo gruppo di tendini e muscoli, ma l'intero sistema avambraccio-mano-dita che spinge verso il basso da un misto di movimento dell'avambraccio + forza di gravità (dosati diversamente a seconda dell'intensità che si vuole ottenere).

Ecco così facendo, si dovrebbe ottenere un suono uniforme per tutte le note dell'accordo. Necessitando di farne risaltare una o più, mentre il sistema scende verso i tasti si può aggiungere (io faccio così
con risultati alterni emo) una ulteriore forza del singolo dito (o dita) che corrispondono alle note che si vogliono evidenziare.

Nota che provando questo marchingegno le prime volte (per me è stato così) il risultato immediato è di ottenere uno splendido irrigidimento del metacarpo e forse anche del polso, cosa che va evitata ma che si impara a controllare presto.

Prova e vedi come va. Potresti anche esercitarti su accordi più semplici: per esempio do maggiore (do mi sol, così non ci sono problemi di estensione) provando a far risaltare prima la tonica , poi la terza e infine la quinta, magari più di quanto non risalti già in virtù della sua posizione di vertice.

Sul brano in particolare: non è difficile, la melodia da far risaltare è "in cima" e già questo... inoltre il passaggio è un "fortissimo", e quindi, come tiè stato già detto, ci sono margini dinamici piuttosto ampi: se non si riesce a far strillare di più certe note si possono calare lievemente le altre...

PS: Altro spunto: vedi le battute 5 e 9 (ciò che deve eseguire la destra al 3° quarto). Per esercizio prova a dare risalto alla melodia intermedia (lab fa# sol)
Edited 20 Giu. 2008 8:07
La 5 e 9 battuta sul 3 accordo riesco a concentrare la melodia sulla sequenza la b, fa #, sol, la evidenzio di già, proverò come hai detto tu, tutto il movimento dell'avambraccio- polso- metacarpo e dita.
Anche se ( non vorrei errare) nella partutura che possieto l'accordo "gigante" ( 2 battuta 3° accordo) segna ff ovvero fortissimo fino alla 4 battuta, anche se a mio avviso quello in particolare andrebbe suonato molto dolcemente .
Vediamo con un po di esercizio quello che esce fuori emo
extreme 21-06-08 02.03
Nell'esecuzione prova ad abbassare il più possibile il palmo della mano (diciamo rispetto ai tasti) in modo da avere le dita un po a martelletto (ti permetterà di accorciare le distanze e di suonare in maniera più decisa gli estremi pollice mignolo)emo
Edited 21 Giu. 2008 0:03
quartaumentata 21-06-08 10.50
Banks70 ha scritto:
Anche se ( non vorrei errare) nella partutura che possieto l'accordo "gigante" ( 2 battuta 3° accordo) segna ff ovvero fortissimo fino alla 4 battuta, anche se a mio avviso quello in particolare andrebbe suonato molto dolcemente .
Vediamo con un po di esercizio quello che esce fuori


Tutto è relativo, specie riguardo al forte, fortissimo, piano pianissimo e tutte le altre... E' chiaro che, alla lettera, fortissimo significa il massimo del volume per tutto, ma così facendo non è musica, che spazio per l'espressività (Chopin!!!) rimarrebbe? Tutte le note al massimo, nemmeno fosse un organo con tutti i registri.

Quando studiavo mi chiedevo anche io come fosse possibile suonare alcuni passaggi "pianissimo" senza perdere la melodia o evidenziare quel che serve. E impazzivo a cercare di eseguire alla lettera. Ma basta ascoltarsi i dischi di vari interpreti (grandissimo o meno noti) per rendersi conto che, se serve far spiccare una melodia, altro che pianissimo: tutto il resto lo è, ma la melodia diventa tranquillamente anche un mezzo-forte.

Quindi applichiamo pure questo concetto ai passaggi fortissimo...