ale_ale ha scritto:
da scarpone autodidatta mi sento di risponderti che la tecnica di base con i metodi più classici è un punto di partenza indispensabile su cui iniziare qualsiasi percorso pianistico, anche come compositore.
qualsiasi corso o scuola seria (soprattutto se orientata al Jazz) presuppone già una conoscenza sia teorica (di armonia) che tecnica tutt'altro che approssimativa.
Ti voglio vedere altrimenti a suonare dei pezzi classici senza imparare le basi (Beyer). Sei all'inizio, non puoi nemmeno valutare cosa è "meglio" fare. Personalmente, anche per chi vorrà avere un approccio o studiare musica "moderna", faccio studiare il Beyer perché è fatto molto bene e dà già delle ottime basi. Magari in parallelo un po' di Mikrokosmos o qualcosa di meno usato può fare comodo. Purtroppo molti principianti vorrebbero fare chissà cosa ma non sanno che è impossibile iniziare da cose più complicate. Sarà che ora è il momento in cui è "di moda" la chitarra e allora vedete dei "chitarristi" che nel giro di 2-3 mesi imparano qualche accordo a memoria e accompagnano le canzonette (e come le accompagnano... con chitarre scordate e sempre il solito giro armonico, penoso...).
Secondo me è sempre stata fatta confusione, nello studio, tra approccio "classico" e approccio "moderno". Sul pianoforte, se vuoi suonare un po' da pianista non puoi imparare qualche accordo a memoria e poi appiccicarci delle scale in un secondo tempo o per lo meno non è certo la strada più corta. All'inizio ci vuole un po' di pazienza, imparare a leggere e a suonare con un'impostazione giusta perché poi tra qualche mese o anno ti ritroverai lo sforzo fatto e saprai affrontare qualsiasi tipo di studio su qualsiasi "genere". Ma scordati di saltare le tappe fondamentali altrimenti sarà dura...