L'attività live e di studio... una contro l'altra?

ruggero 16-11-09 12.32
ciao
pensavo questa cosa:

con l'attività dal vivo (prove e concerti) si è sempre spinti a migliorare la propria tecnica esecutiva...
quando poi ci si ritrova a passare mesi e mesi su registrazioni e missaggi ci si rende conto che a livello di dita si è rimasti bloccati...
anche a livello compositivo si tende sempre a favorire l'impatto e il gusto sul pubblico (semplificazione) piuttosto di uno studio di brani che possano far emergere la tecnica del musicista e compositore...
questa riflesione per dire che le attività live e di studio per un musicista sono un po' antitetiche...
che ne dite?
anonimo 16-11-09 13.31
concordo 100%, il tastierista da studio diventa lui stesso una master keyboard in pratica un prestatasti e se perde completamente il contatto col palco, l'esecuzione tutta d'un fiato, gli assoli, l'improvvisazione e i suoni live, che non c'entrano niente con quelli da studio, e' finito.... diventa come un cane da caccia che riesce a prendere i fagiani solo nella voliera. emo
Edited 16 Nov. 2009 12:33
nubi 16-11-09 15.05
sono due cose diverse, ma per come la vedo io quello da studio deve essere più bravo.
serve saper andare a tempo, ma non tanto per dire, deve spaccare il metronomo; sbagliare pochissimo, perchè non puoi rifare una traccia 100 volte, gli studi costano. capire al volo quello che ti chiede il tuo datore di lavoro, cantante o produttore che sia. e le dita devono andare, perchè se devi registrare una cosa difficile mica puoi scappare...

se poi invce si parla del fatto che uno comincia a vivere solo provando i vst su cubase e chiaro che peggiora.
edg 16-11-09 15.26
Non credo che il live e l'attività in studio siano antitetiche. Anzi....

Un musicista completo dovrebbe essere in grado di essere creativo, preciso, avere sensibilità musicale quando deve registrare in sala ed essere affidabile, avere grinta e presenza scenica quando è sul palco.

Personalmente ritengo che i musicisti, per svolgere lavori in studi di registrazione, debbano avere qualcosa in più.



edg
ruggero 16-11-09 16.07
io non parlo dei tursnisti...
parlo ad esempio di chi si sofferma a creare canzoni un po' per passatempo e un po' per dare giusto sfogo alle proprie idee e si ritrova a studiare ad esempio melodie orecchiabili quando sarebbe più divertente e interessante studiare nuove tecniche da sfoderare nel concerto successivo.
miglio77 16-11-09 17.27
dico la mia opinione, abbastanza banale.

Le due attività, in genere, si completano.


Live c'è bisogno di "resa" sonora, oltre che precisisione
In studio c'è bisogno di precisione

Un lavoro fatto bene su entrambi i fronti da molto all'attività generale del musicista.


Se tu stai molto sui missaggi... non sei un tastierista...
In questo caso, non puoi dire che il lavoro di tastierista in studio ti toglie tempo per il live.

Tu dici che i missaggi etc etc ti tolgono tempo... ma perchè oltre che eseguire ti occupi anche dei mix.

Se ti limitassi a fare il tastierista in studio e live, uno completerebbe l'altro lavoro.
Dubito che un tastierista riesca a lavorare 365gg l'anno, dubito che un tastierista non riesca a ricavare tempo per le sessioni in studio. Ci riescono grandi musicisti a farlo.

Certo che se poi dedichi tempo a programmazione e post produzione... è un altro discorso.

ruggero 23-11-09 11.49
miglio77 ha scritto:
Certo che se poi dedichi tempo a programmazione e post produzione... è un altro discorso.



quello intendevo appunto!
anonimo 26-11-09 16.27
vogliamo partire con un discorso molto generale e teorico?

vogliamo ndire che oggi la musica è troppo prodotta, post-prodotta, post-post-prodotta, ottimizzata e compresso/depresso/equalizzata/fraternizzata?

che c'è poca gentre che sa suonare i tasti, e troppa che gira manopole,

e che quest'ultima gente si è messa a "fare musica",

complice la tecnologia (computer, synth tuttofare, arranger),

e ha creato un gusto nel quale girare manopole è più importante che saper suonare,

per cui anche un buon tastierista perde tempo a smanettare cercando il mix perfetto invece di aggiungere qualcosa al suo tocco, al ritmo, all'espressione?

Se in un'ora di studio guardi più i reverberi e i compressori che lo strumento (inclusi magari i controlli del synth, ma NON quelli che servono a plastificare il suono),

per forza ti stressi pensando che stai rovinando i tuo skills di musicista dal vivo

se in studio provi stacchi, changes, assoli, .... la risposta è ovvia:

uno aiuta l'altro

(anche suonare solo dal vivo rende ripetitivi: siccome non puoi fare cazzate, rischi di meno e ti fossilizzi)



comunque: quando un fonico uscito dall'ITIS e che non sa suonare nemmeno "la canzone del sole" sulla chitarra (è il test minimo per essere ammessi negli scout, credo)

comincia a dirmi che lui sulla mia musica "vuol fare un discorso creativo" e mi trovo a star lì a rifare una take perché vuole "sperimentare" con l'eq... calci nel sedere e via a suonare
Edited 26 Nov. 2009 15:32
patapunfete 27-11-09 07.32
in campo COMPOSITIVO (quindi col mio gruppo e facciamo pezzi nostri)
io ho risolto suonando UNA tastiera sola:
quello che faccio quando incido un cd lo riproduco uguale in live.
preparo la mia parte e quella faccio.punto.
sovrapposizioni e ritocchi ZERO (o robetta)

così imparo ad arrangiarmi bene la mia parte,
cerco di comporre poche note ma al posto giusto,
se c'e' da fare un solo lo imparo, sennò se so che in live
probabilmente lo sbaglierei, lo elimino a priori.
miglio77 28-11-09 04.06
@ ruggero
miglio77 ha scritto:
Certo che se poi dedichi tempo a programmazione e post produzione... è un altro discorso.



quello intendevo appunto!
allora questa è un'altra cosa.

Sul palco non programmi niente... cosa post produci sul palco??? semmai giù dal palco... emo


L'attività ESECUTIVA si migliora con entrambi i lavori.

In studio si da più importanza alla pulizia dell'esecuzione, dal vivo si da più importanza alla musicalità e a volte alla (troppa) sboroneria, che nel tempo tende a rendere meno precise e pulite le esecuzioni.
Le due attività insieme secondo me formano il musicista completo.
miglio77 28-11-09 04.08
@ anonimo
vogliamo partire con un discorso molto generale e teorico?

vogliamo ndire che oggi la musica è troppo prodotta, post-prodotta, post-post-prodotta, ottimizzata e compresso/depresso/equalizzata/fraternizzata?

che c'è poca gentre che sa suonare i tasti, e troppa che gira manopole,

e che quest'ultima gente si è messa a "fare musica",

complice la tecnologia (computer, synth tuttofare, arranger),

e ha creato un gusto nel quale girare manopole è più importante che saper suonare,

per cui anche un buon tastierista perde tempo a smanettare cercando il mix perfetto invece di aggiungere qualcosa al suo tocco, al ritmo, all'espressione?

Se in un'ora di studio guardi più i reverberi e i compressori che lo strumento (inclusi magari i controlli del synth, ma NON quelli che servono a plastificare il suono),

per forza ti stressi pensando che stai rovinando i tuo skills di musicista dal vivo

se in studio provi stacchi, changes, assoli, .... la risposta è ovvia:

uno aiuta l'altro

(anche suonare solo dal vivo rende ripetitivi: siccome non puoi fare cazzate, rischi di meno e ti fossilizzi)



comunque: quando un fonico uscito dall'ITIS e che non sa suonare nemmeno "la canzone del sole" sulla chitarra (è il test minimo per essere ammessi negli scout, credo)

comincia a dirmi che lui sulla mia musica "vuol fare un discorso creativo" e mi trovo a star lì a rifare una take perché vuole "sperimentare" con l'eq... calci nel sedere e via a suonare
Edited 26 Nov. 2009 15:32
emoemoemo
miglio77 28-11-09 04.09
ozy ha scritto:
"la canzone del sole" sulla chitarra (è il test minimo per essere ammessi negli scout, credo)


emoemoemoemoemoemoemoemoemoemoemoemoemoemo

hahahahahaha................

mi ribalto.......... emo