dimenticati del protocollo midi per qualche minuto
e immagina cos'è veramente la "velocity" su un pianoforte o piano elettrico.
e vedrai che per descrivere il "tocco" devi mappare non soltanto la velocità
media con cui il tasto scende (=velocity)
* ma anche l'impatto iniziale
* se acceleri o rallenti o addirittura rimbalzi dopo l'impatto
* la profondità a cui scendi (a quale punto della corsa del tasto ti fermi)
* quanto tempo ti fermi sul punto minimo
con l'aftertouch riesci ALMENO a rilevare e simulare alcune sfumature
la pura velocity è veramente il minimo o meno del minimo
applicazione concreta (scusate se sono monomaniacale, ma TRE cose so fare bene...):
se usi solo la tastiera e non il fiato per emulare una tromba, non routerai tutti i controller alla velocity, perché il soffio DURANTE la nota tenuta è meglio emularlo con variazioni della dito sul tasto (primo impatto a due terzi della corsa, risali leggermente, tieni, o variazioni)
E questo non è aftertouch?
E non trasforma la velocity da "controllo di volume" a vero e proprio "tocco"?
(interessante che sul minimoog la "velocity" (pessima) sia esplicitamente routata a CC7: finalmente un po' di onestà. Diciamolo, che non si tratta di "tocco" ma di un pedale del volume attaccato ai tasti...
Certo che se per aftertouch intendiamo "picchia sui tasti come un dannato" (velocity) e poi CALCA sui tasti alzandoti in piedi e pensando sulla tastiera per far partire di un botto il leslie o spalancare il filtro"...
In quel caso sì, la distinzione fra aftertouch e velocity è totale.
In effetti, data la qualità della maggior parte delle tastiere, questo è praticamente l'unico uso praticabile dell'aftertouch
Edited 21 Gen. 2010 11:48