Simulazioni digitali: a che punto siamo?

filigroove 28-03-11 17.36
Un paio di thread aperti ultimamente (quello che confronta un Nord Electro 3 con un Rhodes e quello di presentazione del Mojo) mi hanno fatto riflettere su quanto e su come il mondo digitale si stia avvicinando a quello analogico sul campo dei suoni "classici" (hammond, clavinet, piano acustico ed elettrico, synth analogici) e sul feeling che questi bestioni restituiscono.
L'impressione che ho è che per l'organo e un po' per i synth ci stiamo avvicinando. Mi pare che l'ultima generazione di cloni sia veramente prossima all'originale, ma non sono così esperto e vorrei che qualcuno che abitualmente suona un Hammond mi desse conferma.
Per i pianoforti invece ho un verdetto sicuro: non ci siamo. Mi pare cioè che l'approssimazione, rispetto a quella dell' Hammond, sia molto molto molto più scarsa. Tralasciando il piano acustico, la cui riproduzione mi pare un'impresa titanica, anche tutte le simulazioni di Rhodes che ho provato sono sotterrate da un confronto diretto con un originale. Non parlo tanto della pasta sonora (il digitale puzza di digitale irrimediabilmente), ma delle moltissime variabili che entrano in gioco quando si suona uno strumento con martelli e corde veri. Questi sono gli ovvi limiti della tecnica del campionamento, ma i modelli fisici (o le tecniche miste) non mi pare che abbiano migliorato la situazione. Il Clavinet poi è anni luce dalla migliore simulazione.
Cosa ne pensate? sono deluso dai pianoforti più che dal resto, solo perchè suono di più il piano? Gli organisti che dicono? Sono contenti delle più recenti simulazioni? quanto lavoro c'è da fare ancora?
Che speranze ci sono per il futuro?
ciaoemo
carmol 28-03-11 18.09
Gli organi, essendo strumenti già partoriti tramite
elettronica (elettromeccanici o elettronici, escludendo quelli a canne),
sono più facilmente riproducibili. La cosa + complicata
è la simulazione del leslie, ma non è una cosa, come giustamente
hai notato, paragonabile alla complessità di tines o corde percosse
che entrano in risonanza.
Per quanto riguarda i piani, i modelli fisici sono una tecnica
relativamente recente, il tempo che si perfezioni e darà
i suoi frutti; i piani a campionamento tenderanno prima o poi a sparire;
non prima di 5-10 anni credo.

AGGIUNGO che gli hammond-isti che suonano keyb, c2 e cloni vari
sembrano contenti, invece i pianisti (pianisti, non tastieristi) sui
vari nord stage, rd etc. nn sono granchè contenti... il che la dice lunga.

Edited 28 Mar. 2011 16:27
ONDASONORA 28-03-11 21.42
Per quanto riguarda Re Hammond la simulazione del timbro è ottima, anche perchè a detta di professionisti dell'organo non se ne trovano due che suonano uguali, ma del leslie è simulabile la sua ripresa stereo ma non la sua tridimensionalità,
per i piani acustici direi che oggi si hanno molte scelte più che buone adatte a diverse situazioni, tranne che per un concerto di piano solo, lì la differenza si sente ancora notevolmente,
per i piani elettrici differenziamo:
CP 70-80, ottime simulazioni sia da parte di yamaha che di roland,
Clavinet, trovo che la simulazione e le variabili che possiede la roland srx12 rendano giustizia allo strumento,
Wurlitzer, forse è il più facile da simulare visto che possiede credo meno variabili dinamiche,
Rhodes, quelli che secondo me simulano al meglio lo strumento sono Nord Electro Korg SV1 e ancora Roland srx12, e non parlo solo del suono in sè per sè ma anche dell'effettistica che da carattere allo strumento.
Ovvio che le cose potranno solo migliorare col tempo.