steve ha scritto:
chiedo a voi più esperti...
specialmente oggi... avendo un buon materiale domestico (pc/mac... software...) si potrebbe auto-produrre un proprio cd con risultati soddisfacenti (parlo di fedeltà del suono) senza rivolgersi alle case discografiche e quindi essere una delle cause della loro crisi?
Intendiamoci, la CASA DISCOGRAFICA è una cosa e la SALA D' INCISIONE è un' altra...
Quindi non è che la discografia è in crisi perchè nessuno và più nelle loro sale...anzi, non ce ne sono quasi più di sale annesse alle case discografiche. Piuttosto direi che quel pò che si produce oggi certamente beneficia dei bassi costi dei molti passaggi in home recording che ormai sono una consuetudine.
La casa discografica ha (???) un ruolo negli investimenti economici o nell' ideazione dei progetti, nella loro distribuzione...
Il problema discografico stà in fondo alla filiera, la musica non si vende più e i motivi sono tanti.
In primis metterei l' avvento del digitale che offre l' opportunità di replicare (piratare) esattamente un originale.
Se un artista oggi vende 100.000 copie (che fino a 30 anni fà erano la normalità) si deve ritenere fortunato e se mettiamo che per ogni copia ce ne sono almeno 6/7 piratate, a conti fatti avrebbe venduto almeno 450/500.000 copie. (togliendo quelli che il cd lo avrebbero comprato solo perchè tarocco a 5€)
Ma comunque i conti non tornano poichè se nell' epoca d' oro ('60/'70) un primo in classifica viaggiava anche sul milione/milione e mezzo di copie, nel confronto con un big attuale da 100.000 copie (teoricamente 450/500.000 senza pirateria) si ha un ammanco di vendite di circa il 50%.
C' è quindi un altro punto da tenere in considerazione: la sovraesposizione musicale.
Negli anni '60 si veniva dal nulla ma c' era un incremento economico senza eguali. La televisione, a parte S. Remo e Studio Uno non offriva parecchio e la radio, solo il venerdì, alle 13.00 offriva le classifiche di Hit Parade.
Se nei tempi precedenti toccava scendere al bar di sotto e mettere la monetina nel JukeBox o andare al cinema a vedere i "musicarelli" con L. Tony, Caselli, Morandi per ascoltare gli ultimi successi ora si poteva avere in casa la "fonovaligia"
o il mitico mangiadischi
e più o meno tutti li possedevano. Si aveva fame di autonomia musicale con conseguenti scorte di dischi irreplicabili e lì sì che le case discografiche facevano affari d' oro.
Oggi invece tra I-Pod, Mp3, CD, canali televisivi dedicati, radio FM, locali vari, piano-bar...tutta questa fame musicale non è che ci sia più e, data l' offerta gratuita e molto spesso pirata, non si ha l' interesse ad avere la propria copia originale e a quest' ultima considerazione aggiungerei pure il "formato fisico" della musica: una volta acquistare un LP voleva anche dire possedere un oggetto da guardare, da leggere e da riporre con sacralità, come un libro...oggi la troppa fruibilità, a volte eterea con gli Mp3, ha tolto quest' ulteriore incentivo alle vendite discografiche...
...Dulcis in fundo: c'è un andazzo generale difronte alla cultura che la mortifica e, come ha detto il ministro Tremonti, è roba che non si mangia!
...allora se ne può fare a meno!