textars ha scritto:
Impressionante, possibile non si possa tollerare un abbassamento della qualità della vita?
L'abbassamento della qualita' della vita lo si puo' tollerare.
L'annullamento della propria vita probabilmente no.
L'imprenditore di un impresa fiorente, che si trova di colpo sotto di centinaia di migliaia di euro perche' si vede mancare il pagamento di lavori pubblici (stato), allo stesso tempo si vede rifiutare prestiti dalle banche, e in ultimo si vede recapitare la cartella di equitalia per non avere pagato le tasse, credo abbia anche un limite di sopportazione a quella che e' una vera presa in giro dello stato italiano.
In passato tanti imprenditori sono falliti per mosse azzardate, ma pochi sono arrivati al suicidio
Forse perche' la coscienza di esser stati loro a sbagliare era una cosa ancora sopportabile
Ma il fatto di aver fatto tutto giusto e di venir presi in giro dallo stato che ti cambia le regole mentre sei in gioco, ti fa diventare di colpo perdente e poi ti chiede pure l'indennita' di mora, costringendoti a mandare sul lastrico decine di famiglie, e' davvero un po' troppo no?.
textars ha scritto:
Voi come la vivete
La vivo che da tempo ho stretto i consumi per cercare di star dentro nei bilanci di famiglia e non andare sotto zero.
Tagliate tutte le spese non indispensabili, ora comincio a vedere il livello del pozzo che si abbassa di nuovo.Cerchero' di fare altri tagli: oggi considero ricco colui che non ha debiti.
textars ha scritto:
dato che per un motivo o per un altro siete a contatto con la "gente", come percepite lumore generale?
Capisco perche' la crisi degli anni 20 la chiamavano "la grande depressione".
Io ho avuto la fortuna di non cercare la felicita' nelle cose materiali (viaggi, auto, abbigliamento ecc.) econtrarre lo stile di vita non incide sul mio umore (preoccupazione si, ma resto comunque felice di cio' che ho, soprattutto riguardo gli affetti).
Pero' sul lavoro, per strada, nei negozi ecc, vedo dei musi lunghi che mi fanno riflettere.
Qui nel torinese la crisi si sente forte, perche' qui era tutto "automobile e indotto" (quindi puoi immaginare cosa c'e' ora).
Oramai da tempo i supermercati sono deserti, e parlo soprattutto di alimentari ecc.
Conosco famiglie dove l'unico che lavorava ha perso il lavoro, e in quasi tutti i casi dopo mesi di questa situazione e' cominciato l'alcoolismo ed altri sintomi pesanti.
Altre famiglie che conosco, son dovute ricorrere a caritas ecc. (cosa mai vista nei miei quasi 50 anni di vita).
E' gia' la terza volta in un mese che vedo nei supermercati beccare persone con alimenti nascosti, e non sono zingari, ma padri di famiglia con la vergogna in faccia.
Ogni giorno sento e vedo chiudere aziende dai nomi che non avrei mai immaginato : non solo per crisi ma anche per vergognosa delocalizzazione (vedi Indesit).
Poi ci sono anche realta' che vanno bene, ma sono piu' uniche che rare, mentre la tendenza se non cambia il vento qui in Piemonte e' verso il continuo declino.
Non parliamo di commercio, artigiani ecc. (spariscono come i funghi).
L'edilizia che sembrava immune alla crisi, si e' fermata da poco : non si costruisce piu' e non si contano le case finite invendute da almeno un paio di anni.
Questo e' il quadro nell'area torinese.
L'umore della gente lo puoi immaginare.