In risposta al movimento delle donne...

steve 08-06-13 06.27
vogliono la legge contro la violenza sulle donne... ora dico... quand'è che vi togliete il paraocchi e proponiamo una legge generica contro la violenza... PUNTO!!!

La violenza è quella che viene perpetrata da colui/colei che si trova in condizioni di superiorita (fisica economica ecc) nei confronti del piu debole... senza distinzioni di sesso (e quant'altro...) quindi puo anche succedere da una donna nei confronti di un bambino... di un anziano ecc.

non ci credete?


eccovi accontentate
gibbs 08-06-13 11.58
bravo. come se OMIcidio stesse per maschio e non per ESSERE UMANO...femminicidio è una parola inutile.

si nega la parità dei sessi così facendo, e si introduce nella testa della gente un sacco di boiate
yumyum 08-06-13 16.28
Qualcuno ultimamente ragionava anche sul termine stesso di femminicidio la cua parola base, femmina, nel vocabolario italiano non è poi così edificante. La cosa che sta facendo balzare la questione nella top ten degli argomenti più discussi nei vari tg è "semplicemente" il fatto che nella maggioranza dei casi la violenza e fatta da mariti, fidanzati o ex in genere, cioè le persone dalle quali non ci si dovrebbe aspettare certe cose.
Mettiamola così: è il trend del momento e come voi sono d'accordo sul fatto che non si dovrebbe fare distinzione se ad essere ucciso è un uomo o una donna e distinzione sui motivi. In ogni caso si tratta di cose tremende. Sta di fatto che nel caso di uxoricidi e affini più che parlarne sarebbe meglio fare prevenzione. Oggi lo stalking è riconosciuto ma da noi forse ancora troppo poco penalizzabile perchè a fronte di denunce non succede un granchè e spesso finisce poi male.
quartaumentata 08-06-13 19.55
Cosa fa la mafia?
Minaccia - ruba - estorce - corrompe - rapina - uccide - prende parte al traffico di stupefacenti - ecc.
La legge penale punisce la minaccia, il furto, la corruzione, la rapina, l'omicidio, il traffico di stupefacenti ecc.
Perché creare delle figure di reato speciali, caratterizzate dallo "stampo mafioso"? Perché creare strutture investigative apposite? Se uno minaccia e/o uccide, cosa importa che sia avvenuto in un contesto di mafia o meno? Sempre di minaccia e omicidio si tratta e verrà processato e punito per questo.

E invece è necessaria una attenzione speciale ed un sistema speciale perché questi reati sono colorati da una particolare valenza sociale e di sistema che li differenzia. Se io minaccio il bottegaio e poi gli brucio il negozio per antipatia personale, la cosa è ben diversa dal fatto di chi lo minaccia e poi gli brucia il negozio perché ciò risponde a logiche (distorte e incivili) di sistema. Nel primo caso c'è un impulso criminale (illecito e ingiustificabile) occasionale, nel secondo una azione compiuta da chi ritiene che tale agire debba essere il sistema normale e costante con cui curare i propri interessi.

Veniamo al fatto di cronaca segnalato da steve. Qui sembra che si tratti di un reato di percosse con due, forse tre aggravanti: direi 1) la minorata difesa (si tratta dell'azione di adulti verso un bimbo già di per sé in difficoltà a difendersi, figuriamoci se disabile); 2) l'aver commesso il fatto con abuso dei poteri o in violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione; potrebbe esserci anche 3) l'aver agito con crudeltà verso la vittima (ma qui si rende necessaria la valutazione dei fatti in concreto).
Ora, questo reato aggravato è punito di per sé e i responabili avranno conseguenze penali e disciplinari. Non c'è bisogno di altro.
Ma se un giorno cominciasse a diffondersi l'idea che i bimbi disabili non possono che essere trattati così, che si deve farlo nell'interesse dei normali, che la classe perde troppo tempo per le esigenze del disabile, che ci sono conseguenze sulla didattica e allora via libera ai metodi spicci; se questa idea cominciasse ad essere prima condivisa e poi pratica da sempre più insegnanti e famiglie?
Lo sculaccione che la maestra dà al bimbo irrequieto (disabile o meno) ha lo stesso peso di quello dato al disabile perché in quanto tale non puoi fare diversamente, e che non sarebbe nemmeno partito verso un bimbo normale?
Se la cosa cominciasse a diffondersi e ad essere socialmente tollerata, tendendo a diventare comportamento accettato, di sistema, non sarebbe il caso di prevedere qualcosa per correggere la china prima di vedere il moltiplicarsi degli episodi ed il peggioramento della situazione?
quartaumentata 08-06-13 19.55
Infine il femminicidio (o come dimine si voglia chiamare, non è questo il punto).

-Il fenomeno consiste in: percosse, lesioni lievi, lesioni gravi o gravissime, tentato omicidio o omicidio;
-ai danni di: persona di sesso femminile;
-commesso da: parenti stretti (uomini o donne sia ben chiaro) o dal coniuge della vittima.
Ancora una volta: percosse, lesioni, omicidio, aggravati (o anche attenuati, pensiamo allo stato di ira), esistono già, perché pensare a qualcosa di specifico?
Perché sembra che ci troviamo di fronte ad una tendenza DI SISTEMA. (La mia opinione è che più che ad una tendenza siamo di fronta alla scoperta di uno stato di cose consolidato, ma non c'entra.)
Il punto è che se io picchio la signora del piano di sopra perché non ne vuole sapere di smettere di far sgocciolare il bucato nel mio balcone, compio un atto incivile, aggravato (futili motivi), ma già previsto, e sanzionato in rapporto alla sua gravità. Consideriamo invece questo esempio: io che gonfio di botte mia moglie perchè secondo me mi ha mancato di rispetto: infatti è mia convinzione che se la moglie manca di rispetto al marito questi la può mandare all'ospedale, e la stessa convinzione la condividono mia zia e mia madre che dopo il pestaggio la tenevano ferma mentre cronometravo quanto ci mette la sigaretta a spegnersi nel suo ombelico, tanto per rincarare la dose.
In un caso del genere, oggi, io, mamma e zia siamo colpevoli almeno di concorso aggravato in lesioni gravi; ma considerato il complesso sociale di diffusione di certe convinzioni e la tendenza all'incremento di reati così caratterizzati (tipologia di agente, vittima e contesto), non ci vedrei proprio niente di strano in un intervento legislativo che mettesse mano al problema e domani qualificasse la fattispecie in termini di maggior gravità. D'altra parte una delle funzioni della legge penale è quella di indirizzo, guidando il corpo sociale verso comportamenti ritenuti più civili; quindi di miglioramento socio-culturale, tendendo alla correzione/eliminazione di convinzioni sociali ritenute sbagliate-immorali-dannose.

Secondo me questo è il tipo di approccio giusto alla questione.

Da ultimo voglio contestare due argomentazioni assolutamente fuori posto, ma che troppo frequntemente sono proposte nella discussione su questo tema (le ho sentite e lette innumerevoli, troppe volte).

1) se ne fa una questione di genere, come se, in caso di approvazione di una qualche legge sul femminicidio, la squadra delle "femmine" avesse segnato un punto con l'inganno. La logica maschi contro femmine la lascerei (e forse nemmeno lì va tanto bene) all'asilo, l'età del cervello (3-5 anni) ed il tema (rubabandiera o guardie e ladri) la giustificano. Minor giustificazione invece se il tema è serio e il cervello è contenuto in una scatola cranica di 40-50 anni.

2) "ci sono la microcriminalità, la macrocriminalità, la violenza contro gli anziani indifesi, i genocidi ecc, perché questa enfasi sul femminicidio?".
Sì ci sono tanti mali e tutti vanno affrontati. Come stabilire la priorità? Difficile. Ma non è un argomento per negare che questa o quella necessità ci siano né per affermare che non si debba porre la questione.
Edited 8 Giu. 2013 17:59
steve 08-06-13 22.35
Lo spirito del mio thread esula dal caso estremo e cioè l'assassinio... a maggior ragione mi interessa ancora meno sottilizzare su termini... secondo me fuorvianti (omicidio... femminicidio...). Va da sè che essi sono già regolamentati...

Qui si sta parlando di violenze che hanno conseguenze traumatiche per il resto della vita... chi ne è l'autore? il soggetto forte... chi ne è la vittima? il soggetto piu debole...

caro Fa# ( emoemo ) tu hai colto un aspetto senza dubbio interessante... mi pare d'aver capito: legiferare su un fenomeno prima che assuma dimensioni tali da essere considerato (parlo in termini di mentalità... di costume...) normale se non - a volte - addirittura un male necessario...

Giusto... ma a me dispiace essere stato frainteso... è proprio perchè contesto la logica uomini vs donne che esorto queste ultime a non sentirsi - in quanto tali - le uniche esposte e potenziali vittime... ho linkato uno dei tanti casi in cui le parti possono essere invertite... il ragazzo (maschio) picchiato aveva 14anni... se avesse avuto anche 2 anni in piu... si stava sviluppando in una stazza di 1.80m... 100Kg... 80 di collo e sufficientemente muscoloso... insomma... un ragazzone... credo proprio che le maestre (ma avrebbero potuto essere anche dei maestri...) si sarebbero guardate bene dal mettergli le mani addosso...

ecco perchè sono il primo ad affermare che non è un problema di uomini e donne... ma è a monte...

forse ci riferiamo a un dato statistico? beh... mi risulta che in percentuale vengono violentati (non solo fisicamente ma anche con pressioni psicologiche piu o meno sottili...) piu disabili e anziani (oltre che bambini) che donne... proviamo a documentarci cosa succede in certi ospizi o collegi da parte di infermieri e (cosiddetti) assistenti... e (visto che lo accenni...) anche in certi ambiti familiari...

vogliamo aspettare che diventi un fatto normale? o darci da fare tutti insieme affinchè la debolezza (qualunque sia la sua causa...) non diventi deterrente per atti di sostanziale bullismo...? perchè di questo si tratta...
am0 08-06-13 23.48
Sono totalmente ignorante in materia legale, comprendo la differenziazione avanzata da quartaumentata (FA# è davvero bellissimoemo), ma sono d'accordo con steve.

Il fatto che la vittima sia uomo o donna o sia mussulmano o porti il 42 di scarpe è un dettaglio, anzi, differenziare la gravità del reato e creare leggi specifiche significa rimarcare ancora di più le differenze.

quartaumentata 09-06-13 01.00
Ehi ragazzi FA# se assumiamo DO come tonica. Ma chi ve l'ha detto? emo

Tornando al tema: ero stato molto lungo e non volevo appesantire ulteriormente il discorso ma ancora molto ci sarebbe stato da scrivere e precisare.

La nostra costituzione sancisce il principio di uguaglianza. Uno dei concetti che ne derivano è che nello scrivere le leggi (penali, tributarie, civili ecc) si deve riservare lo stesso trattamento a situazioni uguali.
Cioè le situazioni appartenenti alla categoria A, omogenee fra loro, ricevono lo stesso trattamento tr.A; ma una situazione non omogenea appartenente alla categoria B dovrà ricevere un trattamentio diverso: tr.B (assiema a tutte le situazioni omogenee di categoria B). Se si pretendesse di trattare tutto indiscriminatamente con tr.A (o tr.B) si avrebbe una violazione del principio di uguaglianza.

Le differenze preesistono alla legge, che più ne prende atto e più è modellata secondo il caso, meglio risponde alle esigenze. L'intento non è di rimarcare la differenza. Anzi se si provvede specificamente, l'intento è di modificare l'idea sbagliata (la discriminazione) che induce ad atti gravi; si punta ad eliminare la discriminazione.

Certo, si entra nel campo delle valutazioni personali sulla sussitenza della discriminazione stessa. Dove alcuni vedono una violenza accomunata dallo stesso concetto sbagliato, discriminatorio, e diretta solo verso un certo tipo di vittima, tale da dover suscitare un intervento protettivo ulteriore, altri vedono solo isolati episodi di violenza, già riprovati e puniti singolarmente.
Il primo giudizio potrebbe derivare dall'osservazione di 100 casi di percosse alla moglie.
Il secondo dall'osservazione di 50 casi di percosse alla moglie + 50 casi di percosse a seguito di litigio per un parcheggio. Totale 100 casi di percosse di vario tipo; cosa c'è di nuovo? non viviamo in una società violenta?

Sulla diversa valutazione dello stesso complesso di fatti, niente da fare: siamo tanti, ognuno la vede a modo suo. per questo si procede un po' ovunque a maggioranza.

Infine: le differenze esistono e di necessità dobbiamo (vedi sopra) conviverci ed adattarci variamente. Le discriminazioni sono odiose ma soprattutto pericolose e vanno combattute; le visioni unilaterali assolutistiche fanno anche ridere; sono disposto a parlare di femminicidio con chiunque voglia farlo seriamente; se trovassi qualche talebano/a del femminicidio, che altro non vede e vuole porlo come unico male della società e priorità assoluta, il discorso nemmeno partirebbe.
Però mi sembrava di aver chiarito che non ne facevo una questione di genere: mi ero anche inventato il coinvolgimento di due donne nell'esempio!
Facciamone un altro (anche se è un po' tirato per i capelli, ma basta il concetto): una corrente di opinione sempre più diffusa osteggia i maestri elementari maschi: non vanno bene, meglio solo figure famminili. Qualche sociologo incomincia ad avallare la tesi. Si parte dagli insulti e si arriva a qualche episodio di aggressione (da parte di genitori, mamme e papà) fermamente convinti che il maestro sia un male. Se la cosa cominiciasse ad estendersi, la restante parte della società ancora capace di ragionare serenamente sbaglierebbe ad invocare una aggravante per l'aggressione al maestro fondata su tale convinzione?
nicolo 09-06-13 01.53
Interessantissima discussione.
Interessantissimi contributi.
Non ho nulla da aggiungere, stavolta, dico solo che ho letto con piacere.
Tuttoemo
steve 09-06-13 03.10
eheh nicolo... siamo troppo forti... emo

comunque carissimo 4a+ (cosi abbreviamo senza sbagliarci... emoemo) hai messo altra carne a cuocere... vale a dire le motivazioni che possono essere in qualche modo considerate come attenuanti o aggravanti dell'aggressione... a prescindere se fatta contro un soggetto piu debole...

e qui il discorso effettivamente si complica...

hai fatto prima l'esempio della condomina che ti gocciola dal piano di sopra... specialmente se hai tentato di tutto (anche tramite amministratore di condominio... ) e inutilmente per farla desistere dal suo incivile comportamento... allora ti dico che se vai su e le dai quattro sberle è grave... ma se vai su con questo pretesto e (forte della gnocca che è...) le strappi i vestiti e ti sfoghi su di lei (ovviamente contro la sua volonta) sarebbe un aggravante perchè la usi per un tuo egoistico scopo approfittando della sua forza fisica che (si presuppone...) sia inferiore alla tua...

ci sei fino a qui?

bene...

torniamo all'episodio dell'alunno disabile... le maestre potevano effettivamente avere un motivo per lamentarsi... il ragazzo (data la sua patologia) era "difficile"... ok... potevano benissimo rivolgersi al preside facendo presente che non si sentivano adeguatamente qualificate (e magari neanche adeguatamente stipendiate...) per poter svolgere un ruolo che comportava un maggiore impegno... ma... perché? stessa cosa non poteva verificarsi col "ragazzone" cui facevo l'esempio prima...? un ragazzo apparentemente sano... di famiglia benestante ma anch egli difficile... prepotente ecc.... perchè questo lo assecondi mentre il disabile lo aggredisci? secondo me per sfogare rabbia e frustrazione contro chi non si puo difendere... è lì l'aggravante...!!!!

chiaro ciò che voglio dire? se la condomina invece di essere una gnocca facesse sollevamento pesi te la faresti??? seeeee... quella te fa vola' dalla finestra... emoemoemo

ah... dimenticavo... la maestra è piu indicata del maestro? e per una mentalità contorta dei genitori (nessuno gli vieta di trasferire il loro figlio in un altra scuola...) il maestro rischia un aggressione...? è lo stesso rischio che corre l'immigrato di essere vittima di una spedizione punitiva da parte di 4 o 5 squadristi... contro uno... quindi in una condizione di inferiorità...

lo vedi? torniamo sempre al solito discorso... manderei in galera quei genitori e quegli squadristi...
Edited 9 Giu. 2013 1:13
anonimo 09-06-13 03.24


Che in questo momento ci siano gravi fatti di cronaca riguardanti donnne vittime di violenza, e' cosa indiscutibile, deprecabile e degna di ogni sorta di condanna.

Pero' cosa si intende per violenza? solo l'atto finale con il culmine irreparabile?.

No : per me subisce violenza anche una persona che messa alle strette si rivolge alle autorita' per cercare protezione e conforto e si sente abbandonare con un'alzata di spalle, sapendo che i meccanismi entreranno in funzione solo quando sara' troppo tardi.

In questo paese manca la cultura della prevenzione, e poi burocrazia e quant'altro aggracano le cose.

Cosi' un bambino che subisce violenza, sara' protetto solo dopo che le telecamere avranno ripreso per giorni vergognosi atti che resteranno impressi nella sua memoria.

Fare controlli a campione? intervenire prontamente laddove ci sia anche il solo sospetto?.
Ascoltare chi disperatamente chiede aiuto?..

Allora mi associo a chi rifiuta il termine "femminicidio", primo perche' distingue un atto di violenza che e' sempre deprecabile, e secondo perche' esclude tutti gli altri episodi altrettanto gravi, e troppo spesso dimenticati (bambini, anziani, disabili ecc)..

Il recente episodio di maltrattamento verso quel povero bambino autistico, dimostra che c'e' un sottobosco di catttiveria insopportabile, messo peraltro in atto da chi fa certi mestieri senza passione, o addirittura odiando le persone che dovrebbero assistere.

Purtroppo ho avuto anche modo di affrontare da vicino un caso di maltrattamento a minore (una splendida bimba) da parte della sua insegnante di sostegno, e posso dire che questi casi sono molto piu' frequenti di quanto si possa immaginare : noi conosciamo solo quelli che finiscono in tv !.

Poi ci sono appunto gli anziani, i disabili ecc...

Il termine femminicidio sembra voler creare un fenomeno mediatico, dimenticando tante cose.

Chi usa questo termine lascia un ombra su tutto il resto :

dimentica che il "femminicidio" e' l'epilogo di una serie di violenze rese possibili anche grazie all'indifferenza, e all'inefficienza degli organi che dovrebbero proteggere i cittadini (in questo caso le donne).

Usando questo termine oltretutto si mette in primo piano un fenomeno si tristemente frequente, ma allo stesso tempo si trascurano altri fenomeni altrettanto frequenti e gravi, quasi a voler soltanto creare la notizia da prima pagina, quella che da sgomento a tutti e crea audience in quelle vergognose trasmissioni che speculano sulle disgrazie altrui, riempiendole di pubblicita'.

Spetta a noi mettere in ordine le cose, ricordando che le leggi per punire i vari reati (omicidio, lesioni ecc) ci sono, e che si puo' benissimo inasprire le pene (rendendole certe, e senza scappatoie) per accrescere il deterrente verso questi reati.
Pero' se nello stesso tempo non si interviene sulla prevenzione, e soprattutto sulla presenza laddove pervengono richieste di aiuto, si rischia soltanto di avere grossi scoop da dare in pasto alla stampa, e di cadere nell'ipocrisia dell'interessarsi del caso quando non c'e' piu' rimedio.

COn la prevenzione invece si possono risparmiare tante sofferenze alle vittime di ogni tipo di violenza o maltrattamento : questa sarebbe la strada piu' civile per affrontare questi problemi in modo serio e senza discriminazioni di sorta, o accenti mediatici.
drmacchius 09-06-13 23.58
@ yumyum
Qualcuno ultimamente ragionava anche sul termine stesso di femminicidio la cua parola base, femmina, nel vocabolario italiano non è poi così edificante. La cosa che sta facendo balzare la questione nella top ten degli argomenti più discussi nei vari tg è "semplicemente" il fatto che nella maggioranza dei casi la violenza e fatta da mariti, fidanzati o ex in genere, cioè le persone dalle quali non ci si dovrebbe aspettare certe cose.
Mettiamola così: è il trend del momento e come voi sono d'accordo sul fatto che non si dovrebbe fare distinzione se ad essere ucciso è un uomo o una donna e distinzione sui motivi. In ogni caso si tratta di cose tremende. Sta di fatto che nel caso di uxoricidi e affini più che parlarne sarebbe meglio fare prevenzione. Oggi lo stalking è riconosciuto ma da noi forse ancora troppo poco penalizzabile perchè a fronte di denunce non succede un granchè e spesso finisce poi male.
...ma quani uomini denunciano una donna che commette violenza, se lo é mai chiesto nessuno? Quanti di coloro che lo fanno riceveno il sostegno delle autoritä o dei media? Violenza e percosse non sono necessariamente sinonimi, e le violenze continue non necessariamente lasciano danni fisici.

L´uomo di 100 kg che in preda all´euforia alcolica di una sera da un pugno alla compagna di 45 kg, la manda all´ospedale. La donna alcolista, isterica, bipolare ecc che sistematicamente tira i capelli, morde, schiaffeggia, graffia il coniuge, rugbysta di 100 kg non lascia danni evidenti, quantomeno non cosí gravi da non uarire nel periodo in cui si aspetta una valutazione medico legale. Che subisce piü violenze? L´uomo non subisce violenze sino a quando la donna che abusa non dä di mao e lo accoltella o avvelena?

La donna é vittima a prescindere?

Si é passati da societä dove le donne erano violentate e maltrattate per il solo fato di essere donne, a situazioni tipo quelle nord europee in cui la situazione é diametralmente opposta e sia sui luoghi di lavoro che nelle scuole o nella societä cé gente totalmente mobbata senza che nessuno dica niente per paura di ricevere una accusa di maschilismo o di molestia sessuale.

Emancipazione significa pari diritti civili e sociali. Se bisogna cominciare a parificare o ha sostenere le donne non nella loro emancipazione ma solo per il fatto che sono donne, vuol dire che si considera la femminilitä come un handycap o ua disabilitä....ma queso vuol dire o discriminare la donna o favorirla rispetto all´uomo come contrapasso rispetto a secoli di sottomissione.

Gli stati dovebbero adoperarsi perché venga fatto di tutto perché i propri cittadini possano essere liberi di emanciparsi -non vale solo per le donne, ma per tutti, omosessuali, religiosi, atei, diversamente abili- ma se comincia a favorire arbitriamente una categoria rispetto che un´altra, vuol dire o che considera la categoria piü debole delle altre e quindi bisognosa di sostegno o che arbitrariamente decide che ci sia una categoria da "preferire".

Ci sono forme di disabilitä che necessitano inevitabilmente del sosegno della collettivitä per potergli permettere di vivere a pieno i propri diritti civili e umani, ma questo non significa che tutti hanno il diritto di fare i parä, i palombari, i neurochirughi, i piloti d´aereo, ecc, ecc.

Sostenere le donne piü che gli uomini per il solo fatto di essere di essere donne, invece che sostenere la totale emancipazione femminile, significa solo discriminare il sesso femminile considerandolo inferiore da un lato a quello maschile e dall´altro dando un "contentino" utile solo a ridurre la concorrenza maschile in molti nuclei di potere estiti prevalentemente da uomini in una logica mista tra il branco e l´harem.

Per quanto mi riguarda non c´é niente di piü maschilista delle femministe
Markelly 10-06-13 02.16
Faccio un emo a quartaumentata, concordo pienamente.

Senza quel ragionamento da lui ben spiegato, non dovrebbe nemmeno esistere la carta dei diritti dell'infanzia.

Ugualmente io non riesco a mettere sullo stesso piano un atto di razzismo (sia esso fisico, verbale, psicologico o morale) fatto da un bianco verso un pellerossa (ad esempio), con il viceversa. Li punirei entrambi, ma capirei che le motivazioni nascono da motivi opposti.