Infine il femminicidio (o come dimine si voglia chiamare, non è questo il punto).
-Il fenomeno consiste in: percosse, lesioni lievi, lesioni gravi o gravissime, tentato omicidio o omicidio;
-ai danni di: persona di sesso femminile;
-commesso da: parenti stretti (uomini o donne sia ben chiaro) o dal coniuge della vittima.
Ancora una volta: percosse, lesioni, omicidio, aggravati (o anche attenuati, pensiamo allo stato di ira), esistono già, perché pensare a qualcosa di specifico?
Perché sembra che ci troviamo di fronte ad una tendenza DI SISTEMA. (
La mia opinione è che più che ad una tendenza siamo di fronta alla scoperta di uno stato di cose consolidato, ma non c'entra.)
Il punto è che se io picchio la signora del piano di sopra perché non ne vuole sapere di smettere di far sgocciolare il bucato nel mio balcone, compio un atto incivile, aggravato (futili motivi), ma già previsto, e sanzionato in rapporto alla sua gravità. Consideriamo invece questo esempio: io che gonfio di botte mia moglie perchè secondo me mi ha mancato di rispetto: infatti è mia convinzione che se la moglie manca di rispetto al marito questi la può mandare all'ospedale, e la stessa convinzione la condividono mia zia e mia madre che dopo il pestaggio la tenevano ferma mentre cronometravo quanto ci mette la sigaretta a spegnersi nel suo ombelico, tanto per rincarare la dose.
In un caso del genere, oggi, io, mamma e zia siamo colpevoli almeno di concorso aggravato in lesioni gravi; ma considerato il complesso sociale di diffusione di certe convinzioni e la tendenza all'incremento di reati così caratterizzati (tipologia di agente, vittima e contesto), non ci vedrei proprio niente di strano in un intervento legislativo che mettesse mano al problema e domani qualificasse la fattispecie in termini di maggior gravità. D'altra parte una delle funzioni della legge penale è quella di indirizzo, guidando il corpo sociale verso comportamenti ritenuti più civili; quindi di miglioramento socio-culturale, tendendo alla correzione/eliminazione di convinzioni sociali ritenute sbagliate-immorali-dannose.
Secondo me questo è il tipo di approccio giusto alla questione.
Da ultimo voglio contestare due argomentazioni assolutamente fuori posto, ma che troppo frequntemente sono proposte nella discussione su questo tema (le ho sentite e lette innumerevoli, troppe volte).
1) se ne fa una questione di genere, come se, in caso di approvazione di una qualche legge sul femminicidio, la squadra delle "femmine" avesse segnato un punto con l'inganno. La logica maschi contro femmine la lascerei (e forse nemmeno lì va tanto bene) all'asilo, l'età del cervello (3-5 anni) ed il tema (rubabandiera o guardie e ladri) la giustificano. Minor giustificazione invece se il tema è serio e il cervello è contenuto in una scatola cranica di 40-50 anni.
2) "ci sono la microcriminalità, la macrocriminalità, la violenza contro gli anziani indifesi, i genocidi ecc, perché questa enfasi sul femminicidio?".
Sì ci sono tanti mali e tutti vanno affrontati. Come stabilire la priorità? Difficile. Ma non è un argomento per negare che questa o quella necessità ci siano né per affermare che non si debba porre la questione.
Edited 8 Giu. 2013 17:59