Domiciliari vista mare

tonybanks 12-06-13 20.11
Cronache della piccola Italia di provincia

Con le dovute proporzioni, ma si tratta sempre tanti di milioni di € e non di bruscolini, il malaffare imperversa anche in provincia.
Pur non vivendo in una metropoli, non sapevo di questo mio compaesano, fino a quando, qualche anno fa, è salito agli onori della cronaca per traffici e truffe fiscali.
Il gioco, oltre ad estorsione ed usura citate nell'articolo, era principalmente quello semplice delle truffe con l'IVA, cui va aggiunta la dovuta parte di economia sommersa.
Il/i processo/processi, sono finiti con il comminare pene lievi un pò a tutti i protagonisti; imprenditori, militari della finanza e funzionari di Equitalia (all'epoca Ufficio delle Entrate), visto che i giudici non hanno saputo identificare se fu concussione o corruzione, non potendo (si disse allora) configurare l'associazione a delinquere, che peraltro era l'evidentissima fattispecie.
Del caso se ne occupò anche la trasmissione Presa Diretta.
Oltre ai danni all'erario, alla concorrenza tra imprese etc etc etc, siamo, come consueto, giunti alla beffa dei domiciliari in località marina.
Ulteriore : se l'appartamento era già sotto sequestro, ora non potrà più essere espropriato fino al momento in cui la pena sarà definitivamente scontata.

Ammetto di essere molto contrariato.
steve 12-06-13 20.40
evvai... è risolta la crisi... dedichiamoci tutti a siddette attività... avremmo casa assicurata... ci voleva tanto?
anonimo 12-06-13 23.50
In Italia chi delinque e' premiato, e chi lavora e' condannato ...

Detto cio' aggiungo anche il fatto che per me gli arresti domiciliari non sono una pena equa.

Una persona facoltosa, che magari ha rubato miliardi con reati finanziari, puo' trascorrerli in una mega villa con piscina e bunga bunga, mentre un poveraccio che ha rubato per mangiare, magari finisce in una topaia con la depressione inclusa.

Anche la liberta' su cauzione (nella tanto "democratica" america) non e' una cosa equa.

Lo sarebbe se la cauzione fosse calcolata in base ai propri possedimenti e conti, ma se viene definita a cavolo, finisce sempre che il poveraccio sta dentro (magari giustamente per carita') ed il ricco invece se ne sta fuori a cercarsi i migliori avvocati per farla franca.

C'e' davvero chi crede ancora che la legge e' uguale per tutti?.

Forse sulla carta la legge e' uguale per tutti, ma a seconda del conto bancario non tutti sono uguali di fronte alla legge..

lipzve 18-06-13 12.39
L'equazione è:

La legge è uguale per tutti a parita di conto in banca.
tonybanks 18-06-13 13.42
Tenete presente una cosa, giusto per aggiungere male al peggio: certe attività illcite, oltre a frodare la collettività, costituiscono esercizio di concorrenza sleale e distorsioni dei mercati.
Nello specifico, le aziende a suo tempo coinvolte nei loschi traffici, hanno dovuto pagare solo per i reati accertati nei precedenti cinque anni fiscali (rinviati a giudizio, nel penale, ci vanno gli amministratori), ottenendo sconti e dilazioni di pagamento del dovuto*
Nessuno potrà risarcire le aziende che, operando in maniera lecita, hanno perso posizioni di mercato, o peggio, impossibilitate a sostenere tale concorrenza.


*sappiamo bene quanto bizantino sia il sistema fiscale italiano. Vale per i contribuenti, ma anche per i controllori. Spesso e volentieri, i verbali di accertamento sono così pieni di buchi che non è del tutto improbabile trovare delle falle. Succede anche in procedimenti giudiziari in altre materie e qui, ahimè, bisogna dire che non tutti i magistrati o gli organi di controllo sono così preparati (ci vuole voglia anche per quello) da poter sostenere in maniera consona e con i dovuti riscontri ed argomentazioni, anche tesi la cui evidenza è alla luce di tutti.