Consigli da vecchi studi professionali

cristianob 12-11-13 20.25
Mi e' capitato di parlare con alcuni studi che realizzavano negl'anni 90 dance professionale ,
e vorrei chiedere se anche qualcuno di voi ha usato queste pratiche "sonore" che usavano spesso fare :
-unire piu' suoni insieme per creare un suono piu' grosso (specie nelle frasi di tastiera)
-spostare di qualche millis qualcuno di questi suoni quando si creavano tra loro problemi di sincronia/fasi
-trattare separatamente negl' effetti i suddetti suoni , anche se dovevano dare poi origine ad un unico suono
-usare pochissimo riverbero ma tanto delay , anche due o piu' delay concatenati tra loro.

orange1978 13-11-13 02.11
@ cristianob
Mi e' capitato di parlare con alcuni studi che realizzavano negl'anni 90 dance professionale ,
e vorrei chiedere se anche qualcuno di voi ha usato queste pratiche "sonore" che usavano spesso fare :
-unire piu' suoni insieme per creare un suono piu' grosso (specie nelle frasi di tastiera)
-spostare di qualche millis qualcuno di questi suoni quando si creavano tra loro problemi di sincronia/fasi
-trattare separatamente negl' effetti i suddetti suoni , anche se dovevano dare poi origine ad un unico suono
-usare pochissimo riverbero ma tanto delay , anche due o piu' delay concatenati tra loro.

Beh.....non sono trucchi dance anni 90.....si usano tutt'ora nella house e in qualsiasi altro genere, sono modi di trattare il suono abbsstanza comuni, se ti imteressa li ho sperimentati proprio nella dance anni90 ma non solo.

Sommare piu suoni per ottenere un suono piu corposo.....si fa da sembre, almeno da quando esiste la registrazione multitraccia almeno con 16/24 tracce, si faceva con I polysynth negli anni 80, anzi una delle ragioni per cui il midi fu ideato era anche quella.
Si chiama stacking o layering....per esempio una macchina come lo yamaha tx816 presentava fino a 8 moduli dx7 ognuno indipendente con 16 note di polifonia e uscita xlr dedicata, e fu molto usato proprio in questo cotesto.

sfasare le tracce....certamente, sopratutto se si tratta di tracce uguali generi un effetto tipo chorus, se viceversa si sommano 5 tracce com la stessa ampiezza, tonalitá e timbro, e per giunta perfettamente in fase, l'unico beneficio é un aumento del volume della traccia.
Si possono sperimentsre diversi modi di lavoro sulle fase ritardando e posticipando sia tracce di synth che di eventuali microfoni, si puo facilmente ottenere un aumento della stereofonia e un cambio del suono, attenzione peró che eventuali cancellazioni di fase pesanti possono rendere il suono del synth o dello steumento praticamente inascoltabile o cmq molto snaturato quando ascoltate in mono.....situazione che anche oggi sarebbe meglio evitare.

Sul delay.....si perché im realtá il riverbero non é altro che il risultato di numerosi delays spesso con tempi brevissimi e senzw feedback lunghi, la tua voce per esempio rimbalza sul soffitto, pavimento, pareti e torna velocemente a te...in ritardo (delay appunto) pensa a quando parli in un bagno, viceversa se la stanza assorbe per via di materiali fonoassorbenti come stoffe, (tappeti tende mobili etc) avrsi una percezione diversa.......se si usa un po di delay magari piu di uno ben dosato e regolato si puo staccare il suono del synth e incollarlo nel mix ma rendendolo cmq sempre abbastanza in primo piano, cosa che spesso é utile al contesto del pezzo, si da quindi un po di ambiente piu che lunghi e massici riverberi che renderebbero il suono meno incisivo......e nella dance I riff di synth erano e sono gli equivalenti dei riff di chitarra di un gruppo rock, e se sono troppo sopra le righe possono togliere impatto alla canzone, ma dipende, in realtá rrgole precise non esistono affatto.

Inoltre tieni presente che molti studi dance anni 90 erano poco attrezzati....magari avevi un mixer a 16 canali con 3 mandate, e magari come rffetti avevi un riverbero digitale e un paio di mfx o unitá di delay tipo korg sd...se avevi gia un riverbero in uso sulla voce settato per questa, non sempre funzionava anche sul synth, e quindi si usava altro, addirittura gli effetti dell'expander! molte cose voglio dire sono nate anche piu per necessitá che per intuito...non sempre ma a volte accadeva cosi.

Oggi chiaramente con pro tools o cubase che su un mac di nuova generazione gestiscono senza problemi 100 tracce digitali e dozzine di effetti im mandata, combinati con I poter fare bouncing in totale dominio digitale potendo volendo tornare sempre indietro, I limiti sono pressoché inesistenti.
mima85 13-11-13 10.52
@ orange1978
Beh.....non sono trucchi dance anni 90.....si usano tutt'ora nella house e in qualsiasi altro genere, sono modi di trattare il suono abbsstanza comuni, se ti imteressa li ho sperimentati proprio nella dance anni90 ma non solo.

Sommare piu suoni per ottenere un suono piu corposo.....si fa da sembre, almeno da quando esiste la registrazione multitraccia almeno con 16/24 tracce, si faceva con I polysynth negli anni 80, anzi una delle ragioni per cui il midi fu ideato era anche quella.
Si chiama stacking o layering....per esempio una macchina come lo yamaha tx816 presentava fino a 8 moduli dx7 ognuno indipendente con 16 note di polifonia e uscita xlr dedicata, e fu molto usato proprio in questo cotesto.

sfasare le tracce....certamente, sopratutto se si tratta di tracce uguali generi un effetto tipo chorus, se viceversa si sommano 5 tracce com la stessa ampiezza, tonalitá e timbro, e per giunta perfettamente in fase, l'unico beneficio é un aumento del volume della traccia.
Si possono sperimentsre diversi modi di lavoro sulle fase ritardando e posticipando sia tracce di synth che di eventuali microfoni, si puo facilmente ottenere un aumento della stereofonia e un cambio del suono, attenzione peró che eventuali cancellazioni di fase pesanti possono rendere il suono del synth o dello steumento praticamente inascoltabile o cmq molto snaturato quando ascoltate in mono.....situazione che anche oggi sarebbe meglio evitare.

Sul delay.....si perché im realtá il riverbero non é altro che il risultato di numerosi delays spesso con tempi brevissimi e senzw feedback lunghi, la tua voce per esempio rimbalza sul soffitto, pavimento, pareti e torna velocemente a te...in ritardo (delay appunto) pensa a quando parli in un bagno, viceversa se la stanza assorbe per via di materiali fonoassorbenti come stoffe, (tappeti tende mobili etc) avrsi una percezione diversa.......se si usa un po di delay magari piu di uno ben dosato e regolato si puo staccare il suono del synth e incollarlo nel mix ma rendendolo cmq sempre abbastanza in primo piano, cosa che spesso é utile al contesto del pezzo, si da quindi un po di ambiente piu che lunghi e massici riverberi che renderebbero il suono meno incisivo......e nella dance I riff di synth erano e sono gli equivalenti dei riff di chitarra di un gruppo rock, e se sono troppo sopra le righe possono togliere impatto alla canzone, ma dipende, in realtá rrgole precise non esistono affatto.

Inoltre tieni presente che molti studi dance anni 90 erano poco attrezzati....magari avevi un mixer a 16 canali con 3 mandate, e magari come rffetti avevi un riverbero digitale e un paio di mfx o unitá di delay tipo korg sd...se avevi gia un riverbero in uso sulla voce settato per questa, non sempre funzionava anche sul synth, e quindi si usava altro, addirittura gli effetti dell'expander! molte cose voglio dire sono nate anche piu per necessitá che per intuito...non sempre ma a volte accadeva cosi.

Oggi chiaramente con pro tools o cubase che su un mac di nuova generazione gestiscono senza problemi 100 tracce digitali e dozzine di effetti im mandata, combinati con I poter fare bouncing in totale dominio digitale potendo volendo tornare sempre indietro, I limiti sono pressoché inesistenti.
Un thanks per questo post è d'obbligo emo

Interessante.
cristianob 14-11-13 20.54
@ orange1978
Beh.....non sono trucchi dance anni 90.....si usano tutt'ora nella house e in qualsiasi altro genere, sono modi di trattare il suono abbsstanza comuni, se ti imteressa li ho sperimentati proprio nella dance anni90 ma non solo.

Sommare piu suoni per ottenere un suono piu corposo.....si fa da sembre, almeno da quando esiste la registrazione multitraccia almeno con 16/24 tracce, si faceva con I polysynth negli anni 80, anzi una delle ragioni per cui il midi fu ideato era anche quella.
Si chiama stacking o layering....per esempio una macchina come lo yamaha tx816 presentava fino a 8 moduli dx7 ognuno indipendente con 16 note di polifonia e uscita xlr dedicata, e fu molto usato proprio in questo cotesto.

sfasare le tracce....certamente, sopratutto se si tratta di tracce uguali generi un effetto tipo chorus, se viceversa si sommano 5 tracce com la stessa ampiezza, tonalitá e timbro, e per giunta perfettamente in fase, l'unico beneficio é un aumento del volume della traccia.
Si possono sperimentsre diversi modi di lavoro sulle fase ritardando e posticipando sia tracce di synth che di eventuali microfoni, si puo facilmente ottenere un aumento della stereofonia e un cambio del suono, attenzione peró che eventuali cancellazioni di fase pesanti possono rendere il suono del synth o dello steumento praticamente inascoltabile o cmq molto snaturato quando ascoltate in mono.....situazione che anche oggi sarebbe meglio evitare.

Sul delay.....si perché im realtá il riverbero non é altro che il risultato di numerosi delays spesso con tempi brevissimi e senzw feedback lunghi, la tua voce per esempio rimbalza sul soffitto, pavimento, pareti e torna velocemente a te...in ritardo (delay appunto) pensa a quando parli in un bagno, viceversa se la stanza assorbe per via di materiali fonoassorbenti come stoffe, (tappeti tende mobili etc) avrsi una percezione diversa.......se si usa un po di delay magari piu di uno ben dosato e regolato si puo staccare il suono del synth e incollarlo nel mix ma rendendolo cmq sempre abbastanza in primo piano, cosa che spesso é utile al contesto del pezzo, si da quindi un po di ambiente piu che lunghi e massici riverberi che renderebbero il suono meno incisivo......e nella dance I riff di synth erano e sono gli equivalenti dei riff di chitarra di un gruppo rock, e se sono troppo sopra le righe possono togliere impatto alla canzone, ma dipende, in realtá rrgole precise non esistono affatto.

Inoltre tieni presente che molti studi dance anni 90 erano poco attrezzati....magari avevi un mixer a 16 canali con 3 mandate, e magari come rffetti avevi un riverbero digitale e un paio di mfx o unitá di delay tipo korg sd...se avevi gia un riverbero in uso sulla voce settato per questa, non sempre funzionava anche sul synth, e quindi si usava altro, addirittura gli effetti dell'expander! molte cose voglio dire sono nate anche piu per necessitá che per intuito...non sempre ma a volte accadeva cosi.

Oggi chiaramente con pro tools o cubase che su un mac di nuova generazione gestiscono senza problemi 100 tracce digitali e dozzine di effetti im mandata, combinati con I poter fare bouncing in totale dominio digitale potendo volendo tornare sempre indietro, I limiti sono pressoché inesistenti.
Grazie , ho visto solo ora. Sono d'accordo con te :) !
cristianob 16-11-13 21.42
Ne approfitto per legarmi al discorso e chiedere un'altra cosa.
Molti synth propongono gia' degli stack (o layer) , cioe' suoni sommati insieme per dare un suono rinforzato,
ma ho notato che spesso i suoni sommati insieme non lavorano sulla stessa ottava.
ci si trova cosi a suonare un do centrale e se si apre un analizzatore di spettro si scopre che sta lavorando anche l'ottava piu' bassa.
non e' concettualmente sbagliata come cosa? a me non piace
orange1978 16-11-13 21.47
@ cristianob
Ne approfitto per legarmi al discorso e chiedere un'altra cosa.
Molti synth propongono gia' degli stack (o layer) , cioe' suoni sommati insieme per dare un suono rinforzato,
ma ho notato che spesso i suoni sommati insieme non lavorano sulla stessa ottava.
ci si trova cosi a suonare un do centrale e se si apre un analizzatore di spettro si scopre che sta lavorando anche l'ottava piu' bassa.
non e' concettualmente sbagliata come cosa? a me non piace
Non credo ci possa essere qualcosa di giusto o sbagliato in questo genere di cose, tutto infatti dipende dal risultato che si ha intenzione di ottenere, non esistono regole precise a riguardo.
mima85 17-11-13 18.24
cristianob ha scritto:
ci si trova cosi a suonare un do centrale e se si apre un analizzatore di spettro si scopre che sta lavorando anche l'ottava piu' bassa.
non e' concettualmente sbagliata come cosa? a me non piace


No non è sbagliato, perché un suono in layer con uno di un'ottava più in basso ne risulta rinforzato. In tanti synth (parlo degli analogici o VA) c'è addirittura un oscillatore apposito, chiamato suboscillatore, che è settato ad una od addirittura due ottave più in basso (sovente si può scegliere di quante ottave farlo scendere), e che viene usato proprio allo scopo di rinforzare i suoni.

Talvolta è sufficiente un intervento anche limitato del suboscillatore (o del suono in layer spostato un'ottava più in giu) per rinforzare il suono. In questo modo la nota fondamentale rimane quella nell'ottava "giusta", mentre il suboscillatore/suono in layer di un'ottava più basso, settato con un volume limitato in modo da non far diventare la sua la nota fondamentale, "rinforza le fondamenta" al suono principale.
Edited 17 Nov. 2013 17:28
orange1978 17-11-13 22.06
beh se si ragiona poi allamaniera organistica del vecchio organo a canne o dell'hammond, I registri fanno proprio quello, aggiungono armoniche, subarmoniche.....niente di nuovo in effetti.
Peró non esistono regole precise sopratutto se psrliamo di house,dance,etc...esiste il sound che il dj reputa slla moda ma come ci si arriva non importa, esistono peró delle strade piu sicure e delle strade meno sicure, tutto qui.
mima85 17-11-13 23.25
orange1978 ha scritto:
Peró non esistono regole precise sopratutto se psrliamo di house,dance,etc...esiste il sound che il dj reputa slla moda ma come ci si arriva non importa, esistono peró delle strade piu sicure e delle strade meno sicure, tutto qui.


Chiaro, la mia era solo una spiegazione per cristianob sul perché questo metodo del suono di un'ottava inferiore non è sbagliato quanto piuttosto è uno dei tanti per poter rendere più incisivo il suono, poi logicamente l'approccio migliore uno lo sceglie in base al contesto sonoro/musicale ed ai gusti personali.
orange1978 17-11-13 23.29
Assolutamente d'accordo.
cristianob 20-11-13 12.15
Ovviamente da un lato sono d'accordo con voi sul fatto che le cose si possono ottenere per varie strade ,
e sono anche d'accordo che un layer all'ottava piu' bassa renda il suono piu' "grosso" , ma cio' non toglie
che a mio avviso la nota piu' bassa dovrebbe essere la fondamentale, cioe' quella che si sta suonando.
Ci pensero' io poi a mettere ovviamente anche l'ottava piu' bassa , se lo vorro'.
Altrimenti si rischia di suonare due volte le stesse ottave o paciughi vari , poiche' gia' presenti nel suono.
rik 20-11-13 13.49
Beh si è vero, ma c'è anche da dire che se paragonati a queli di oggi i suoni e i pezzi dance anni 90 sono bellissimi musicalmente ma nn "suonano" un c..zo, senza quella botta di base di oggi, i loop poi sono di una piattezza incredibile, ma questo è normale il tempo passa
gesucca 20-11-13 14.48
rik ha scritto:
Beh si è vero, ma c'è anche da dire che se paragonati a queli di oggi i suoni e i pezzi dance anni 90 sono bellissimi musicalmente ma nn "suonano" un c..zo, senza quella botta di base di oggi, i loop poi sono di una piattezza incredibile, ma questo è normale il tempo passa


Cerca 'loudness war' su wikipedia.
rik 20-11-13 15.15
l'ho letto, ma quello di qui parlo nn è solo volume quello anzi è il meno (sentire la dance 90 uscire da bei 2 technics 1200 collegati ad un buon mixer ti sdraia emo) ma parlo proprio di potenza dei suoni usati e gamma di frequenze occupate, ma è normale ora si usano suoni con un piu ampio spettrodinamico e di frequenze
mima85 20-11-13 15.23
rik ha scritto:
ma c'è anche da dire che se paragonati a queli di oggi i suoni e i pezzi dance anni 90 sono bellissimi musicalmente ma nn "suonano" un c..zo, senza quella botta di base di oggi


Premetto che è una questione di gusti personali e quindi una mia opinione, ma a me quella "botta" che hanno oggi i pezzi dance commerciali da parecchio fastidio (e non solo quella, diciamo che in genere la dance attuale, quella che va per la maggiore nelle discoteche per intenderci, proprio non mi piace).

Hanno una dinamica troppo compressa ed affaticante, per non parlare dei suoni, spesso esageratamente duri e taglienti, talvolta proprio cacofonici (lasciamo perdere il lato musicale). Inoltre se c'è una cosa che odio è il compressore sidechain esageratissimo che spesso "agganciano" al kick, che quando c'è il colpo di grancassa fa sparire completamente tutto il resto del pezzo. Sembra fatto apposta per stordire, perlomeno a me da quest'impressione.

Ripeto, è una questione di gusti, ma se devo mettere a paragone la maggior parte della produzione dance di oggi a quella degli anni '90, preferisco nettamente quest'ultima. Sia musicalmente sia a livello di dinamica e timbrica. Per me è molto più godibile.
Edited 20 Nov. 2013 14:24
rik 20-11-13 15.42
perfettamente d'accordo e come "produttore" di musica da discoteca concordo in pieno, però se andiamo a pprendere un pezzo house o deep house moderno (molto piu piu raffinati e fashion rispetto ai bussoni selvaggi) e lo si paragona con un pezzo anni 90 (house ma dance in genere) la differenza è proprio a livello di singoli suoni, casse molto piu profonde basso gonfio ma nn strabordante, prima bisognava fare un grandissimo e difficile lavoro di equalizzazione e guadagno
orange1978 20-11-13 23.55
Vabbé ma che discorsi....

Nei 90 c'era gente in inghiterra o usa xhe lavorava con studi mega, mixando un brano garage nel neve.
Ma la stragrande maggioranza lavorava in studi piccoli, a volte in un angolo della casa con un campionatore akai, un paio di expander e mixer a 16 canali.....

Oggi computer normali (come puo essere imac) non parliamo di supercomputers, gestiscono senza problemi anche 100 tracce di audio digitale, com mixing integrato,eq,dynamic processing.....é anche piu semplice tecnicamente oggi far suonare un pezzo.
sterky 21-11-13 12.19
@ cristianob
Ovviamente da un lato sono d'accordo con voi sul fatto che le cose si possono ottenere per varie strade ,
e sono anche d'accordo che un layer all'ottava piu' bassa renda il suono piu' "grosso" , ma cio' non toglie
che a mio avviso la nota piu' bassa dovrebbe essere la fondamentale, cioe' quella che si sta suonando.
Ci pensero' io poi a mettere ovviamente anche l'ottava piu' bassa , se lo vorro'.
Altrimenti si rischia di suonare due volte le stesse ottave o paciughi vari , poiche' gia' presenti nel suono.
vero e no,è vero che se hai due layer trasposti di un'ottava e in più te suoni due note con intervallo di un'ottava, risulta come se stessi suonando una nota, 2 sull'ottava più alta e una su quella più alta ancora. al che suonare due volte la stessa nota è come suonarne una, e allora hai ragione. ma se solo un layer cambi qualcosina, anche piccolo piccolo, il gioco è del tutto diverso!!!!!
cristianob 28-11-13 19.01
I suoni dance anni 90 erano meravigliosi , avevano il giusto rapporto melodia/potenza. Quelli di oggi sono inascoltabili , ipercompressi e stradistorti , in straunisoni e stralimitati. che schifo.
A mio avviso non si tratta tanto di trattamento a livello di lavoro in studio , i suoni sono proprio gia' cosi , perche' ormai le librerie sommano insieme mille suoni per farne uno
Edited 28 Nov. 2013 18:04