Devi innanzitutto differenziare gli strumenti a tastiera in meccanici, elettromeccanici, analogici e digitali.
-Tra gli strumenti meccanici piazzi il pianoforte acustico (verticale e a coda) il clavicembalo e l'oragano a canne.
-Tra gli elettromeccanici piazzi i pianoforti elettrici (di solito in gergo chiamati rhodes, wurlitzer e clavinet che sono i principali marchi che li producevano, ma che ormai hanno tutti chiuso) e gli organi elettromeccanici (di solito chiamati hammond) e gli organi a transistor ( prodotti dalla vox e dalla farfisa).
-Tra gli analogici puoi piazzare praticamente tutti i vecchi modelli di sintetizzatore prodotti fino alla metà degli anni '80 e molti che stanno di nuovo tornando sul mercato in questi ultimi anni.
-Tra gli strumenti digitali piazzi le cosiddette tastiere moderne, prodotte da fine anni 80 ad oggi e che si differenziano in sintetizzatori puri, sintetizzatori workstation e arranger workstation.
Le arranger workstation sono le classiche tastiere da pianobar, quelle con le basi che suonano da sole, che si utilizzano per intrattenere senza molta professionalità di solito.
I sintetizzatori digitali sono strumenti che producono suoni partendo da calcoli matematici (ovviamente non vedrai numeri, ma parametri da impostare come frequenze, velocità, forme d'onda, effetti)
I sintetizzatori workstation (come il motif, il kronos, l'oasys, il fantom) sono quelle tastiere che vanno per la maggiore per suonare in ambienti professionali. Hanno anche loro funzioni che riescono a generare il suono da calcoli matematici, ma hanno anche la possibilità di registrare, comporre e modificare suoni esterni in vari modi.
Ovviamente questa è una breve panoramica, sta a te poi approfondire ogni parola. E considera che ci sono anche delle sovrapposizione tra le categorie, questa è una generalizzazione