la classe di un ampli indica la sua efficienza,
in tarmini di rapporto tra la potenza erogata e la potenza assorbita;
gli ampli in classe a sono i meno efficienti, disperdendo la maggior
parte della corrente assorbita in calore,
i classe b hanno un rendimento del 50% circa, etc.
incidentalmente la classe indica anche la tecnologia utilizzata,
perchè ogni tecologia tipicamente ha una efficienza propria,
quindi gli ampli in classe a lavorano con i finali sempre in stato di conduzione
e quindi presentano caratteristiche di alta linearità e bassissima distorsione,
ma disperdono la maggior parte di corrente assorbita in calore;
quelli in classe b, senza entrare nei dettagli, presentano maggiore distorsione,
quindi in genere si utilizza una tecnic mista a/b che presenta i vantaggi della a e della b.
per arrivare ad un rendimento al 90% e quindi alla classe D, bisogna usare una
tecnologia switching, cioè si trasforma il segnale analogico continuo
in una sequenza di impulsi ad ampiezza fissa e durata variabile,
quindi i finali lavorano in on/off, e allo stadio di uscita tale treno di
impulsi viene riconvertito in segnale variabile.
essendo molto efficienti, gli ampli in classe D richiedono trasformatori
più piccoli, e producono meno calore,
quindi anche radiatori più piccoli.
oltre alle dimensioni e peso ridotti,
per via dei finali che lavorano in modalità switching, è anche
più facile arrivare a potenze molto elevate.
La fedeltà di tali amplificatori è controversa, in teoria
la classe D nn è meno fedele rispetto alla a/b, ma i pareri sono contrastanti.
nè ci sn differenze di potenza, 100w in classe D sono assolutamente uguali
a 100w in classe a/b, se le misurazioni sn fatte allo stesso modo.
Edited 18 Mar. 2015 13:46